Serie TV > Glee
Ricorda la storia  |      
Autore: downtherabbithole    13/04/2013    2 recensioni
"Sparatoria alla scuola superiore di Lima, Ohio. Per ora nessun ferito ma si sa dalla polizia che ci sono ancora dei ragazzi all'interno dell'istituto. A presto con gli aggiornamenti, restituisco la linea alla mia collega."
Buio.
----Spoiler 4x18
Genere: Angst, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Rachel Berry | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ringrazio infinitamente Annie per la betatura all'ultimo minuto.

Ispirato liberamente a queste gif.

 







"Sparatoria alla scuola superiore di Lima, Ohio. Per ora nessun ferito ma si sa dalla polizia che ci sono ancora dei ragazzi all'interno dell'istituto. A presto con gli aggiornamenti, restituisco la linea alla mia collega."

Buio.


Un rumore di piatti rotti e poi Kurt a terra, vicino alla cucina.

Che reazione si ha quando si scopre che nella scuola che hai frequentato fino a 6 mesi fa, che frequenta la tua anima gemella, avviene una sparatoria e dei ragazzi sono ancora bloccati dentro?

E se tra quei ragazzi ci fosse lui? E se ci fosse Blaine? 


"Blaine Blaine Blaine Blaine."


Erano gli unici pensieri di Kurt in quel momento, in cui tutte le forze lo avevano abbandonato e in cui non aveva neanche la lucidità di rimettersi in piedi e correre, correre fino a Lima, fin da Blaine.

In momenti come questi è come se il mondo attorno a te sparisse, come se ci fosse solo un pensiero, l'unico motivo per cui non ti sei ancora alzato e corso via.

"E se Blaine fosse… Fosse stato coinvolto?"


Kurt era ancora a terra, con la schiena contro il mobile della cucina, le guance solcate da lacrime che piangeva senza neanche rendersene conto; la sua mente era da un'altra parte.


La sua mente era nei due anni passati poco prima. Nel giorno in cui, alla Dalton, aveva fermato Blaine per le scale; a quando aveva cantato per lui; quando Blaine gli aveva scritto "Courage"; quando lo aveva difeso da Karofsky; quando aveva indovinato come prendeva il caffè; quando gli aveva detto di provare dei sentimenti per lui; quando lo aveva baciato; quando avevano cantato insieme davanti ad un pubblico non pronto per un duetto maschile; quando Blaine aveva cantato per lui nel cortile del McKinley; quando lo aveva accompagnato al ballo; quando aveva deciso di mostrare a tutti il loro amore ballando insieme in mezzo ad una pista da ballo improvvisata in una sudicia palestra, quando gli ha confessato per la prima volta il suo amore.


Quando Blaine aveva messo in gioco tutta la sua vita e aveva deciso di passare l'ultimo anno di Kurt insieme; quando aveva cantato, di nuovo, per lui di fronte a tutti; quando avevano fatto l'amore per la prima volta; quando, il giorno di Natale, si erano fatti delle promesse che probabilmente stavano ancora mantenendo; quando si erano messi in discussione per comprendere meglio l'uno con l'altro quanto, dopo un litigo, il loro amore si fosse rafforzato.


Quando si erano dovuti salutare per far si che ognuno inseguisse la propria strada; quando si sono ritrovati e le loro strade si erano davvero separate e si erano presi una pausa; quando, nonostante tutto, avevano ammesso di essere ancora lo stesso Kurt e lo stesso Blaine di prima; quando... Quando erano parlati per l'ultima volta.


Quando si sono parlati per l'ultima volta?

Oddio, no… Eccoli: i sensi di colpa, i rimorsi per tutto quello che non era stato detto al momento giusto.

I peggiori incubi di sempre.



Kurt stava armeggiando con il telefono con mani tremanti, senza sapere cosa fare esattamente, quando entrò in casa Rachel e lo trovò accasciato a terra tra i cocci dei piatti rotti in precedenza e con delle ferite sulle mani.

"Kurt?! Kurt che cosa diamine è successo… ? Che hai fatto? Stai bene?"

Le uniche parole che uscirono dalla bocca di Kurt furono "Blaine… Sparatoria…" E poi innumerevoli singhiozzi, così forti da far mancare il respiro da quanto erano strazianti e disperati.


A Rachel si gelò il sangue nelle vene, ed automaticamente abbracciò Kurt. Chiamò i suoi papà per sapere qualcosa in più al riguardo.

Era successo davvero, c'era davvero stata una sparatoria al McKinley. Non c'erano feriti e tutti i ragazzi erano salvi, anche se il colpevole non era ancora stato scoperto.


Il sollievo si fece strada nel cuore di Rachel, ancora impegnata a consolare Kurt dal suo imminente attacco di panico, e quando realizzò di non avere ancora detto niente al ragazzo accoccolato su di lei, scattò con un urlo per distoglierlo dal suo caos interiore.

"Kurt, Kurt ascoltami. Kurt, Blaine sta bene. Ho appena chiamato i miei papà, non c'è stato nessun ferito, tutti i ragazzi sono stati evacuati dalla scuola, Kurt TUTTI. Anche Blaine… Kurt, vuoi chiamarlo?!"



A quelle parole, lo sguardo i Kurt si riempì di speranza e sollievo; non rispose neanche alla domanda di Rachel, anzi, scattò in piedi alla ricerca del suo telefono, una borsa e il portafoglio.

Doveva arrivare a Lima il più in fretta possibile, e Rachel capì le sue intenzioni immediatamente, come solo chi vive tutti i giorni con Kurt Hummel è capace di fare.

Si imbarcò con il primo volo disponibile per l'Ohio e non fu mai stato così felice di tornare in quella città tanto odiata da lui. Aveva avvertito suo padre con un messaggio, ma il suo unico pensiero era Blaine.


Sarebbe sempre stato solo Blaine.


Ora, un Blaine impaurito, nascosto in chissà quale angolo di una stanza a piangere e capire perché la vista fosse stata così crudele nei suoi confronti.

Perché non avesse lo stesso coraggio che aveva promesso a Kurt due anni prima, quando in quella stanza era lui quello abbandonato e solo.


A Kurt si spezzò il cuore al solo pensiero di quell'immagine, al pensiero di un Blaine spezzato, non per sempre ma pur sempre spezzato.


E così fece qualcosa che non avrebbe mai potuto fare a mente lucida: aprì una conversazione SMS con Blaine e iniziò a scrivergli tutti i suoi pensieri, come un diario.

Gli scrisse tutte le sensazioni che provava in quel momento. 

"Coraggio."

E "Stai bene? Ti prego, dimmi che stai bene."

E "Ti prego, ho bisogno di te. Come posso andare avanti?"

Ed ancora "Ho bisogno del tuo sorriso Blaine, il tuo sorriso è… è tutto."


Le lacrime continuarono a scorrere sulle sue guance per tutte e quattro le ore di volo, ed infine, quando sentì che l'hostess annunciò l'imminente arrivo
all'aeroporto di Lima, il suo cuore fece un salto. Sentì una strana sensazione di vuoto nello stomaco, come un ragazzino al suo primo appuntamento. Peccato che quello che stava sentendo nella sua pancia non fossero le farfalle da cotta, ma un misto di angoscia, panico, amore e sollievo. Sensazioni contrastanti e complementari allo stesso tempo.

E, per la prima volta in vita sua, fu felice di essere a Lima, felice di sentire i capelli scompigliarsi sulla fronte, sentire il sudore e la stanchezza per la corsa tra i gate e le corsie dell'aeroporto; era l'unico imbarcatosi senza bagaglio… Non ne aveva bisogno, l'unica cosa di cui necessitava per vivere e sopravvivere era il sorriso di Blaine.

"Blaine Blaine Blaine Blaine Blaine"

Lo stesso pensiero di qualche ora prima, più insistente, anche nel tragitto in taxi dall'aeroporto a casa di Blaine e un cuore che batteva a ritmo della velocità dei suoi pensieri, sempre più veloci.


Cosa gli avrebbe detto una volta arriva- troppo tardi.


Non c'era più tempo per pensare, bisognava agire d'istinto.

Percorse a grandi passi, quasi correndo, il giardino di casa Anderson per poi suonare insistentemente il capannello, con l'agitazione che stava crescendo, gli occhi che pizzicavano e le ginocchia tremanti.


Gli aprì la madre di Blaine, la donna che Kurt vide solo per la seconda volta nella sua vita. dopo tanto tempo. Gli sorrise amorevolmente, probabilmente intuendo il motivo di quella visita improvvisa, e gli sussurrò un "Te lo chiamo, aspetta qua."


Si chiuse la porta dietro, lasciando Kurt sul portico, così agitato da non riuscire a pensare ad altro se non a chi gli avrebbe aperto la porta da lì a poco.

Sentì un rumore di passi e poi la porta si aprì, rivelando la figura di Blaine, pallida, con degli abiti un po' larghi, i riccioli liberi dal gel e gli occhi terribilmente rossi.


Kurt non ci pensò due volte, lasciò cadere a terra la borsa e si lanciò verso di lui, iniziando a piangere e a colpirlo sul petto ripetendo tra un singhiozzo e l'altro, quasi fosse un mantra: "Perché? Mi hai fatto morire. Ti odio, perché non mi hai risposto? Blaine, ti odio".



Blaine lo abbracciò e gli bloccò le braccia contro il suo petto, lasciandolo piangere, mentre lui faceva lo stesso con il viso affondato nell'incavo tra il collo e la spalla per aspirare quell'odore così familiare e reale che sapeva di casa…


Dopo interminabili minuti Kurt parlò, in un debole sussurro, e con la voce ancora rotta a causa del pianto.


"Ho… Ho preso il primo aereo per Lima. Sono corso qua più in fretta che ho potuto…Ero così spaventato… Non... Blaine, cos'è successo!?"


"Ci sono stati due spari e ci siamo nascosti tutti in aula canto"-rispose Blaine, continuando poi con la voce un po' incrinata-"E… ad un certo punto abbiamo pensato che, che non ne saremmo usciti vivi e... ho chiamato i miei genitori. Kurt avrei chiamato anche te, solo che… Eri così lontano, non ce l'avrei fatta…"


Kurt lo strinse un po' più forte e gli accarezzò la schiena continuando a parlare.


"Sei la prima persona che mi ha fatto uscire di casa correndo e in preda al panico, la prima per cui sono stato disposto a viaggiare in Economy. Blaine, ho corso per l'aeroporto e ho preso un taxi, sono venuto fin qua senza un vestito. Ho solo il portafoglio."


Blaine si scostò un po', ma Kurt si strinse ancora di più a lui, come se non volesse farlo scappare.


Blaine sorrise e dopo aver respirato a lungo gli parlò.


"Kurt… Mr. Schuester ci aveva dato un compito questa settimana, "L'ultima opportunità" in cui avremmo potuto confessare alle persone che amiamo i nostri sentimenti.


Io non… Non sapevo che fare. Ero davvero confuso… Poi però tu, Kurt Hummel, hai fatto quattro ore di aereo per me, per sapere se stessi bene. E io… Io non potrei amarti di più.


Kurt, ero così spaventato. Ero solo, tu non c'eri e io… ho avuto paura di non rivederti mai più, di non poterti dire davvero cosa sei tu per me.


Tu… Tu sei la persona che avrei voluto con me in quel momento, quella a cui dire addio..."


Quando le lacrime furono troppo insistenti per permettergli di continuare, Kurt gli prese gentilmente il volto tra le mani e gli accarezzò dolcemente una guancia. Si avvicinò al suo viso e gli soffiò sulle labbra in un impercettibile sussurro che solo due cuori così legati tra loro avrebbero potuto sentire.


"Ti amo. Non ti lascerò mai andare via da me."


E le loro labbra si incontrarono in un bacio dolce e triste, in cui si stavano dicendo tantissime cose, tutte le cose che non avevano ancora avuto il tempo di dirsi e quelle che non si sarebbero ancora detti, ma che nel profondo entrambi già conoscevano.


Blaine si staccò con riluttanza dalle morbide labbra di Kurt, per artigliarsi con più forza alle sue spalle e dirgli con voce stanca e assonnata: "Non andartene più… Ti prego."


"No Blaine, non me ne andrò…"


Kurt lo sentì sorridere nella curva del suo collo.


"Rimani qui sta notte?"


"Blaine, io rimango per sempre."










 



Dico solo che ho scommesso soldi sul fatto che avrei scritto una OS su questa puntata.

Spero vi sia piaciuta.

Non ho altro da dire.

-Bea.
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: downtherabbithole