Disclaimer:
I pg non sono miei, sono maggiorenni e del Sensei…ecc ecc…non
scrivo a scopo di lucro, ma per puro divertimento…ecc ecc…
Ps:
Questa storia è il Sequel di “Please, love my true face”. Non è necessario
leggere la precedente, comunque ecco dove potrete
trovarla : Please,
love my true face
Pps:
Probabilmente vi risulterà che Naru sia un bel po’
OOC, ma una ragione c’è e verrà spiegata nel corso della storia. Lo stesso vale
per Sasu ^^. Ah il raiting l’ho messo R (arancione)
per la violenza e accenni yaoi ^^
L’Alba Seguente
Versi
incessanti lacrime di dolore
Ridi per mascherare quelle perle che scendono invisibili sul
tuo viso
Fingi
di stare bene in queste sere in cui chiedi amore
Ma
sai che domani starai peggio di ieri ed allora continui col tuo falso riso
Luna che argentea illumina le vie.
Stelle che splendenti rischiarano le tenebre.
No.
Non è
così e lui lo sa bene; perché lui vede tutto, perché lui sente tutto ciò che
accade intorno e guarda assorto la notte buia e fredda, carica di nuvole nere
che prepotenti nascondono quella luce che potrebbe aiutarlo. E
sta lì, seduto compostamente, immobile a pensare guardando il cielo scuro e ad
ascoltare le lievi onde del fiume ai suoi piedi.
Non ha voglia di fare niente.
Non ha voglia di sentire nulla.
Vuole piangere
ma non può.
Vuole ridere ma
non ci riesce.
Vuole vivere ma
si sente morire.
Lente,
delle note di una canzone gl’invadono la mente,
annullando qualsiasi altro pensiero, qualsiasi altro rumore. Non riesce a trattenersi, la melodia gli entra in corpo,
circondandolo con dolcezza e seducendolo fino a farlo cedere.
Sa che cederà.
Sa che la stava chiamando.
Sa che è ciò che vuole in quei
momenti di buio.
Sa che comunque
finirà ed allora, forse, piangerà un po’, per poi ridere ancora.
Si alza
da quella posizione scomoda, iniziando a spogliarsi per poi immergersi
nell’acqua fredda
di
quel fiume così piccolo, ma che al momento pare tanto grande.
S’immerge
fino alla testa 1, 2, 3 volte, fino allo sfinimento, fino a non sentire più il
freddo pungente ed allora, quando sa di essere pronto,
utilizza il chakra per restare in piedi su quell’acqua tanto limpida.
Prende un
profondo respiro ed inizia a danzare, a girare senza voler smettere, senza
pensare, senza sentire nient’altro che la sua voce, mentre il canto che prima
sentiva solo nella sua mente fuoriesce dalle sue
labbra carnose e rosee. E continua imperterrito a
girare ed a cantare, mentre ancora le lacrime premono per vedere la luce, non
sapendo che non la troveranno se non negli abissi più oscuri.
Acqua nell’acqua.
Le gocce
salate sono riuscite a rompere quella barriera fatta di lunghe ciglia dorate e
percorrono quei tratti, non più così infantili, fino a morire, a cadere fra le
braccia delle altre compagne più dolci di quel fiume,
eppure non si mischiano, riescono a mostrarsi lo stesso sulla superficie, come
a ricordare al proprietario che loro sono uscite e che lo stanno guardando,
ridendo del suo stato.
Un timido
raggio lunare riesce a spuntare dalle nubi nere, andando ad illuminare il
ragazzo che ancora danza, mostrando capelli biondi come il sole ed occhi
azzurri come il cielo limpido, eppure qualcosa macchia quelle iridi
cristalline….una luce strana circondata da chiazze profonde, ma dura poco e tutto
sembra tornare normale.
Continua
nella sua folle danza, nel suo canto disperato, fino a perdere tutto, fino a
lasciarsi andare definitivamente, facendo sparire il chakra che gli permetteva
di rimanere a galla, solo per abbandonarsi e sprofondare dolcemente fra quelle
fredde acque, cullato dalle onde che continuano a nascere e sentendo il fiato
che poco a poco lo lascia, ma non è triste, anzi è felice, perché sa che ancora
una volta LUI non gli permetterà di
sprofondare in quel buio eterno ed allora aspetta, godendosi quel momento che
ama, godendo della mancanza di aria sempre più
presente.
Una mano.
Lunghe dita che sfiorano le tue.
Azzurro nella pece.
Aria, aria, aria,
aria.
Lascia che
quelle dita stringano le sue per riportarlo a galla e quando riesce nuovamente
a respirare tossisce, sapendo che mancava veramente poco questa volta.
Si lascia
trasportare fino alla riva, facendosi prendere in braccio da quella figura
ammantata di nero e sorride, finalmente felice.
Lascia
che quelle mani fredde lo sfiorino per scaldarlo, ma non ha bisogno
di quel calore e quella strana luce brilla nuovamente nei suoi occhi, ma
non da modo all’altro di vederlo poiché immediatamente gli si stringe al collo,
poggiando le sue labbra quasi livide sulle gemelle.
Si lascia
avvolgere da quel calore, prendendone quanto può per poi ridonarlo con più
forza, mentre quel bacio diventa passionale ed esigente di un qualcosa di più.
Preso da
quelle sensazioni, spoglia il compagno dal mantello, rivelando, anche nel buio
sempre più scuro, un corpo tonico e perfetto ricoperto dagli abiti. Un solo
pensiero gl’invade la mente questa volta
« Inutili! »
Con forza
gli strappa la maglia, ma non basta, non quella sera! Ed allora gli apre i
bottoni dei pantaloni, facendo tacere le lievi proteste dell’altro con un caldo
bacio, mentre traffica con le mani sulla zip,
abbassandola velocemente per poi poggiare il palmo della mano sulla stoffa già
gonfia dei boxer. Ridacchia nel bacio e si scosta giusto per vedere il volto
del compagno diventare leggermente rosso, ma non si fa intimorire dallo sguardo
truce che gli lancia quando si accorge del suo ridere
e malizioso gli sussurra in un orecchio
« Questa
sera non ti lascerò scappare da me….»
L’altro
ragazzo protesta, spostando quella mano calda dal suo punto debole
«
No…Naruto devi piantarla di fare così…la prossima
volta…non ti salverò…»
Il
biondino lo guarda tranquillo, come se non avesse sentito
una sola parola e tenta nuovamente di portarsi ad un livello più intimo, ma
l’altro gli blocca il polso guardandolo furioso, iniziando ad urlargli contro
« NO! Ho
detto di no Naruto! Non puoi essere così egoista! Non
ti salverò più, hai capito?! »
Naruto
risponde serenamente, non facendosi intimidire da quell’assurda minaccia
« Mi
lascerai morire? »
L’altro
prende un profondo respiro chiudendo gli occhi, poi li riapre, immergendosi in
quelle profonde pozze cristalline ed è tentato di dirgli
che no, non lo lascerebbe mai morire, ma quel gioco deve finire ed il ragazzino
lo deve capire una volta per tutte.
Risoluto,
risponde con il tono più glaciale possibile, notando immediatamente un bagliore
sinistro in quegli occhi che tanto ama
« Esattamente
»
Freddo,
piatto, incolore.
Naruto si
alza, fissando con interesse l’acqua, poi parla, ma la sua voce è vuota
« Ho
capito. Allora vai, ma devi promettermi una cosa…»
« Ok. Che cosa? »
Si volta
a fissarlo con un piccolo sorriso amaro, imprimendosi nella mente quel volto
che per tanti anni ha amato ed ammirato
«…Se non
mantieni le tue parole, starai con me per sempre, ormai hai accettato, non puoi
rifiutare e adesso vai via.»
Il
ragazzo si alza da terra, sistemandosi i pantaloni ed il mantello. Guarda il
volto del biondo per un’ultima volta, poi si allontana, sparendo dalla sua
visuale, ma le sue ultime parole riecheggiano nell’aria
« Non ti salverò…ricordalo…»
Senza
volontà, Naruto si porta verso la riva di quel lago, facendosi accarezzare i piedi
nudi dall’acqua tiepida. Un nuovo canto si leva in cielo, più disperato del
primo ed allora s’immerge leggermente continuando a cantare. Le caviglie…le
gambe…l’addome…il torace…ed infine la testa. Come poco prima è completamente
immerso nell’acqua, aspettando la morte o quelle dita fredde.
È solo un gioco.
Una piccola scommessa.
Arriverà prima il sonno eterno od
il suo salvatore?
Morirà?
Vivrà?
I secondi
passano veloci, arrivando a sfiorare il primo minuto, poi il secondo….poi il
terzo. Nessuna mano tende verso la sua.
Una consapevolezza che fa dannatamente male.
Una
scommessa divinamente crudele.
Si
abbandona completamente fra le fredde acque, sente che manca poco all’arrivo
della fredda amica e compagna ed una morsa gli stringe il petto…paura? No,
delusione probabilmente oppure…una speranza appena morta. Chiude gli occhi
ridendo mentalmente del paragone, fra pochi secondi anche lui sarà morto come quella speranza che nutriva inconsciamente.
Le forze
lo abbandonano completamente, spingendolo a forza in
un limbo buio e freddo, perdendo la cognizione del tempo e dello spazio,
avvertendo solo un dolore lancinante ai polmoni prima di lasciarsi andare
veramente…
…
…
…
…
Caldo.
Che
la morte sia in realtà calda?
Un senso di vomito assale Naruto, costringendolo a mettersi di lato
per rigettare solo acqua. Un brivido gelido gli percorre le membra, ma subito dopo un calore
lo avvolge, rendendolo conscio di due braccia calde che lo circondano tremanti,
mentre una voce lievemente incrinata lo raggiunge
« …sei vivo…»
Senza
saperne il motivo, inizia a piangere a dirotto rispondendo a quell’abbraccio
« Mi hai
salvato…»
Il
ragazzo dai capelli color della notte si scosta per guardarlo in volto. Lo
bacia dolcemente sulle labbra poi sussurra una debole motivazione
« Non
potevo lasciarti andare…»
« Sai che
cosa hai appena fatto? »
« Si…ma
non posso mantenere la mia promessa. Io non sono libero…lo sarò solo dopo la
mia morte »
Naruto
immagazzina quelle parole, poi risponde in maniera fin troppo tenera per
quell’argomento così delicato
« Allora
facciamo l’amore qui, adesso…e poi…moriremo…Sasuke…non lasciarmi ancora da
solo, troviamo la nostra felicità nella morte…insieme…»
Ed il
moro non sa che fare. Riflette su ciò che ha passato per arrivare a quel punto.
Riflette su ogni singolo peccato che ha commesso e soprattutto, riflette su ciò
che ha fatto a quel giovane angelo dalle ali irrimediabilmente spezzate.
Sospira di angoscia e rassegnazione, perché non lo lascerà ancora da
solo, questo è certo, ma lui è un vendicatore…
Ha tradito il villaggio, pur di
mantener fede ad una promessa fatta a se stesso.
Ha tradito gli amici, pur di
riuscire a trovarlo.
Ha tradito il suo unico amore, pur
di trovare la forza per mantenerla quella dannata promessa.
Che
fare dunque? Ma la risposta la conosce, la trova nel
fondo di quelle iridi dalla luce malata, perché ha capito, è un traditore mica
uno sciocco! Ha capito che il suo piccolo angelo non ha retto, spezzato sotto
un senso di colpa, che sicuramente ha provato, del tutto inesistente.
Lo bacia
dolcemente a fior di labbra, parlando lento come si fa con un bambino piccolo
« Naru…ho
ancora una missione da compiere, lo sai bene, per questo ti chiedo di venire
con me. Quando avrò finito, allora potremo stare
insieme…va bene? »
Con gli
occhi vitrei e lucidi, il biondino fa un piccolo cenno di assenso,
ma aggrappandosi con tutte le sue forze alla maglia dell’altro pone una
domanda, con uno tono di voce così basso ed incrinato da sembrare il pigolio di
un pulcino impaurito
« Non mi
stai mentendo, vero Sasu? Ti prego dimmi che non
menti…io…non ce la faccio più…»
Lo
stringe dolcemente a se, mordendosi il labbro inferiore con forza mentre pensa
a quanto debba aver sofferto quel piccolo angelo.
Lo
stringe con più forza, sussurrandogli all’orecchio parole di
conforto, capaci di rendere, seppur per un breve istante, le sue iridi
cerulee vive come un tempo e dopo un bacio dal sapore salato, si avviano verso
la loro nuova ed ultima meta, passando prima verso casa del biondino per
prendere qualche indumento e lasciare una lettera di scuse sul tavolo.
L’alba li
coglie mentre si allontano dal villaggio in cui sono
nati e cresciuti.
Lasciano amici e persone amate, ma non si voltano nemmeno una volta.
Lasciano
tutto ciò che li ha uniti ed in seguito divisi, per
poi riunirli ancora una volta, ma non si voltano indietro.
E
proseguono nel loro cammino verso l’Inferno, perché sono due traditori, ma non
se ne pentono e mai lo faranno.
Qualche
mese dopo, l’alba li vede ancora insieme. Sporchi di sangue e di lacrime, ma sorridenti.
Ai loro
piedi, la figura di Itachi Uchiha ormai morto con il sorriso
in volto. Non una smorfia, ma un sorriso sereno di chi sa, che ha atteso tanto
quel momento ed adesso se lo sta godendo per l’eternità.
A
dispetto di tutto, quel giovane non voleva altro che veder crescere il suo
amato fratellino assieme a colui che ama e sa che si
rivedranno tutti e tre molto presto, per poter, magari, tentare in
quell’amicizia che non hanno mai potuto avere.
Quella
notte, nelle profondità del boschetto in cui hanno compiuto il dovere, Sasuke e
Naruto fanno l’Amore per l’ultima volta, aspettando la
nuova alba fra coccole e baci appena accennati.
Si
avviano, allo schiarire delle tenebre, verso il luogo in cui hanno lasciato il
cadavere, trovandolo così come lo avevano lasciato:
supino, con la gola recisa e con una mano protesa verso di loro.
Si
guardano negli occhi scambiandosi l’ultimo bacio ricolmo d’amore, poi si
separano lentamente, senza comunque distogliere il
contatto visivo.
Estraggono
due kunai portandoli alla gola del compagno, mentre
le mani libere si cercano intrecciandosi per l’eternità e nei loro occhi i
ricordi si accendono con mille sfaccettature.
I pensieri incoerenti che li
colpirono prima del loro atto d’amore…
« S-Sasuke…?»
« Unh? »
« Non mi guardare così…a cosa
pensi?.... Allora anche tu sei vergine! Umph, pensavo
che fossi esperto, eppure ti stupisci per così poco…Sasu, si vede
che non hai mai letto i libri di Kakashi-Sensei! »
« Tsk. Perché tu si? E comunque…anche se
avessi fatto sesso, non l’ho mai fatto con un ragazzo! È normale che io pensi
che il mio…coso non ci sta dentro questo…unh…cosetto…»
Il dolore provato nella
penetrazione, sostituito successivamente dal piacere
puro….
« Sasu…fa male…ahh…»
«…Resisti…»
« …P-prova a…muoverti…uh…»
Dopo altri incessanti momenti di agonia, Naruto avverte una sensazione, seppur lieve, di
piacere. Il senso si fa più forte, inducendolo ad emettere i primi versetti di
piacere.
Il dolore scema velocemente.
Il piacere aumenta
inesorabilmente.
La loro prima dichiarazione dopo
la fisicità, così timida e sconclusionata….
« Sasuke…perché l’hai fatto? Cosa provi per me? »
«…E tu
perché mi hai lasciato fare? »
« Mi sembra chiaro…è perché
mi…piaci…e tu? »
« Mi sembra chiaro…è perché mi
piaci anche tu »
La paura che ad essere amato non
sia il VERO Naruto ma solo la sua Maschera….
«…Chi ti piace? Lei od Io?
»
La mano di Sasuke si muove verso
la guancia, posandosi a coppa su di essa e
successivamente stringe le dita, come se stesse afferrando qualcosa, per poi
strapparla deciso e buttarla per terra. Solo allora risponde
« Dobe…Sei
TU! »
Le parole incessanti che Kyuubi creava apposta per lui, per
distruggere la sua essenza così fragile, o forse proprio per preservarla….
“Mascherati bene bambino, perché qualcuno
potrebbe notare le lievi incrinature di questa tua maschera imperfetta ”
“ Le difese sono calate. Piccolo
bambino, qualcuno ha notato la tua maschera ormai in pezzi ”
“ Oh, mio piccolo bambino, sei sicuro che sia TU a piacergli? Non
sarà che gli piace quella bella maschera ormai in
pezzi? ”
Ed
adesso tutto sta finendo. Come un film dalla trama scontata ma dai protagonisti
ribelli, che decidono di dare un “taglio” alla storia.
Si fissano e sorridono.
Premono leggermente i kunai sulla pelle illesa.
Si sussurrano dolci parole
d’amore…le ultime.
Affondano di poco nella pelle
dell’amato.
« Ai
Shiteru, Sacchan »
« Ai
Shiteru, Nacchan »
Strattonano
violentemente le armi recidendo le loro gole…recidendo le
loro vite.
Cadono inermi
sul terreno, paesaggio di morte, uno sopra l’altro, con ancora le mani
intrecciate ed un sorriso felice sui volti non ancora baciati dall’oscura
Signora.
L’alba
seguente, Kakashi, Iruka, Sakura, Ino, Choji, Shikamaru, Neji, Kiba e gli altri
amici dei due ragazzi, li trovano ancora così.
Da una
parte il corpo di Itachi Uchiha, sorridente e con una
mano protesa ad indicare, poco distante da lui, gli altri due corpi.
Poco distante, il corpo di Naruto Uzumaki abbandonato dolcemente fra le
braccia di Sasuke Uchiha. Entrambi sorridenti e con le dita intrecciate
protese verso il corpo del Mukenin.
C’è chi
piange ed urla per la scomparsa dell’amico di sempre e di un amore mai
ricambiato ( Ino e Sakura ).
Chi gli urla contro di essere solo dei maledetti vigliacchi (
Kiba e Rock Lee ).
Chi piange silenziosamente per la scomparsa dei loro due allievi,
facendosi forza a vicenda ( Kakashi e Iruka ).
Chi lo
crede solo opera di un destino avverso, nonostante non ci creda più nemmeno lui
( Neji )
Chi invece sorride. Conscio che infine quelle due teste calde sono
finalmente unite per sempre, anche nella morte ( Shikamaru, Ten
Ten e Choji )
E chi non sa nemmeno come comportarsi. Se
piangere e disperarsi od augurargli invece ogni felicità.
L’alba
seguente, il sole bacia con riverenza una lapide bianca con
su scritto i nomi delle teste calde più amate, e talvolta odiate, del
villaggio…
Vicino ad
essa, una lapide di poco più scura, su cui è impresso
il nome di un Mukenin odiato per tanti motivi, ma che alla fine è stato proprio
lui a far unire due persone speciali come la piccola Kitsune
e l’altero Neko.
OWARY
Bene bene, spero che sia piaciuta anche se
è un po’ Death ^^;. Ringrazio infinitamente chi ha
commentato la precedente storia ovvero: Vegigirls, Kuroihikaru, Elie191 e Marina Neko,
ringrazio inoltre Reki-chan che sopporta i miei scleri e la mia voglia di scrivere
death! XD. Un kissottone grande grande a chiunque legga e
specialmente a chi commenta che mi fa felice!
Kei