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Autore: Fede_Wanderer    13/04/2013    1 recensioni
Esiste, da qualche parte nel mondo, una capanna composta interamente da libri.
Gretel vi entra a passi leggeri, timorosa di calpestare qualche pagina e stropicciarla involontariamente; vi entra come si trattasse di un santuario. E si piega leggermente per estrarre una minuscola copia del ‘Piccolo Principe (Storia Raccontata Dal Serpente) ’ dal terreno come se stesse pregando.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gretel

Esiste, da qualche parte nel mondo, una capanna composta interamente da libri.
Libri grossi; libri piccolini; libri di media grandezza; libri in edizione tascabile scritti con un carattere così piccolo che ci si domanda se sia possibile anche solo leggerne il titolo senza una lente d’ingrandimento; libri così ampi che sono stati divisi in dieci o dodici volumi – uno di essi forma il piede del tavolo, l’altro regge il lampadario, e un altro ancora è sotto il cuscino, e ce n’è un altro che fa da tappetino, all’ingresso.
Libri dalla copertina rossa di velluto; libri illustrati; libri che presentano in copertina un disegno talmente particolareggiato che potrebbe esser uscito dalle mani di un miniaturista medievale; libri che non hanno più una copertina; libri che non l’hanno mai avuta; libri che ne possiedono una ma è talmente sgualcita e strappata e rovinata che non si riesce neppure a capire cosa ci fosse scritto o disegnato sopra un tempo; libri dalla copertina rigida; libri dalla copertina molle.
Libri d’avventura, libri fantasy, romanzi d’amore, raccolte di racconti, saggi, collezioni di liste della spesa.
Ma soprattutto, libri mai letti. Mai, da nessun essere umano.
Esiste, da qualche parte nel mondo, una capanna composta interamente dai libri che i bambini hanno perduto, che le librerie hanno dimenticato, che l’Inquisizione ha bruciato.

Gretel ha lasciato casa sua.
Ha finito di studiare qualche mese fa, ha fatto i bagagli ed è partita – “Tornerò prima che tu ti accorga della mia mancanza!” ha detto a sua madre, dandole un lieve bacio sulla fronte.
Suo fratello ha alzato le spalle, con una smorfia. “Tu sei fusa”, le ha detto. Gretel ha riso; sapeva già che lui non l’avrebbe capita, dopotutto. Suo fratello ha la sua stessa età ed anche lui ha concluso gli studi.
Entrambi hanno deciso di prendersi un anno sabbatico in attesa dell’università, ma, mentre lei ha scelto di viaggiare, conoscere il mondo e cercarsi qualche lavoretto all’estero, lui s’è appropriato del televisore, della scatola di popcorn e del canale dedicato al calcio di Sky.
Hansel non ha mai condiviso né compreso la sua infinita, lacerante voglia di conoscere; ma a lei non importa, perché gli vuole bene e tanto basta.
Così, Gretel s’è trovata un lavoro da cameriera in un hotel ai confini del mondo; la mattina s’alza presto, scambia qualche chiacchiera coi turisti in lingue che ha impiegato anni a studiare e si prepara a lavorare; la sera contempla un sole diverso da quello che conosceva, chiude dolcemente il libro che sta leggendo e sorride, chiudendo gli occhi.

Poi, un giorno, Gretel scopre la capanna.
Vi entra a passi leggeri, timorosa di calpestare qualche pagina e stropicciarla involontariamente; vi entra come si trattasse di un santuario. E si piega leggermente per estrarre una minuscola copia del ‘Piccolo Principe (Storia Raccontata Dal Serpente) ’ dal terreno come se stesse pregando. Si sdraia su un romanzo che a momenti è più grande di lei – si volta per scorgerne il titolo e sospira quando riconosce un’edizione impolverata e probabilmente manoscritta dei ‘Miserabili’ – e, incurante all’improvviso del sole che sta tramontando, della padrona dell’hotel che l’attende a lavoro, della mamma che la sta chiamando al cellulare, e del mondo intero, comincia a leggere.
Non si rende neanche conto di non essere sola, fino a quando, ore dopo, sente la voce rassicurante di un anziano che l’avverte: “Dovresti andare, ora.”
D’improvviso, Gretel si rende conto di aver perso il senso del tempo. Lascia cadere il libro per la sorpresa e guarda il vecchio con occhi grandi e impauriti. “Mi scusi, non sapevo che questo posto appartenesse a qualcuno. Mi scusi.”
L’uomo ride, scompigliandole i capelli con una mano. “Non scusarti. Non è casa mia. Si potrebbe dire che io appartenga a questo posto, al massimo.”
Gretel non è sicura di comprendere, ma sorride, mentre si alza e si sistema la gonna.
“Potrò tornare domani?”
“Potrai tornare quando vorrai. Ma sta’ attenta ai libri. Si nutriranno della tua curiosità. Masticheranno la tua voglia di conoscenza. Fino a che un giorno non sarai in grado di risvegliarti, mentre li leggerai. E non potrai andartene, così ti siederai e rimarrai qui. Incastrata tra un punto e un a capo.”

Ma Gretel lo crede un vecchio strambo. E torna, torna, torna ogni volta, torna ogni giorno, ogni ora.
Torna fino a quando non si rende conto che il vecchio ha ragione. Si ritrova a sedere tra un saggio sui metalupi ed un romanzo d’avventura dalle pagine completamente bianche e piange.
Il vecchio si siede accanto a lei e le sorride – è un sorriso triste e molto, molto dolce.
“Sei rimasta incastrata.” Non è una domanda, intuisce Gretel. “Sì”, mormora. “Come faccio a uscire? Come faccio a smettere di leggere? Come faccio a rinunciare a tutta la conoscenza che il mondo ha dimenticato?”.
Il vecchio ride. “Tesoro, non puoi. Dovresti bruciare i libri. Bruciarli tutti. Bruciare questa capanna fino alle fondamenta – e allora saresti salva.”
Gretel fa una smorfia. “E lei come fa a saperlo?”.
“Oh, l’ho creato io, tutto questo. Una vecchia scommessa con un amico, sai. Lui mi disse: non esistono più uomini che desiderino apprendere. Non esistono più donne che desiderino conoscere. Vendendo libri, caro mio, non andrai da nessuna parte. E io gli ho detto, non è vero. La sete di conoscenza dell’uomo è pari al desiderio che un bimbo affamato prova per un dolce. E te lo dimostrerò.”

Gretel ha letto molte fiabe, da bambina. Ha letto di tentazioni a cui non si deve cedere e ha letto di streghe cattive che si nascondono sotto sorrisi cordiali.
E sa bene che forse il vecchio della capanna non è altro che la sua strega da affrontare; sa bene che quelle pagine non sono altro che la sua personale tentazione (e che forse, se quei libri sono stati dimenticati dall’umanità, è perché è meglio che alcune cose non vengano mai lette, mai scoperte, mai apprese); addirittura ricorda d’avere una famiglia, da qualche parte.  
Così, sorride con tristezza mentre apre una copia d’un libro illustrato dai folletti d’Irlanda e si rende conto di non essere mai stata un’eroina.

Esiste, da qualche parte nel mondo, una capanna composta interamente da libri.
Un uomo anziano è inginocchiato su un romanzo e indica qualcosa ad un uomo più giovane, seduto al suo fianco. L’uomo più giovane si china e intravede i resti di uno scheletro.
“Si chiamava Gretel. E’ un peccato, sai – mi stava simpatica. In ogni caso, ho vinto la scommessa.”
“Sì, pare di sì.”
“Ne facciamo un’altra?”
“Ne facciamo un’altra.”
   
 
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