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Autore: Vegeta_Sutcliffe    13/04/2013    3 recensioni
In guerra tutto è lecito, anche gli inganni.
E cos'è l'amore, se non una guerra?
Dopo la violenza della passione, c'è anche l'ambiguità della strategia.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Sentiva di non poter più continuare in quella maniera, di dover mettere un freno a quella follia notturna senza luce.
Perché, quando, bastarda, l’alba arrivava, in Vegeta tramontava quella piccola debolezza che lo esortava tra le sue lenzuola.
E non la onorava con lo sguardo, né gli rivolgeva una qualche parola che non fosse un insulto, meditato, più che per ferirla, per farla impazzire, per vederla andare in escandescenza.
E lei ammattiva seriamente, ammattiva nel tentativo di trovare un modo per vincere il suo disinteresse, ma quella mattina poteva affermare con gioia di esservi riuscita.
Frugò nel cassetto della sua scrivania, prendendo un pennarello rosso intenso, e, con poca maturità, ma tanto amorevole spirito di sacrificio, si colorò il polpastrello, nello stesso modo in cui sarebbe stato se si fosse tagliata con una lama affilata.
Sorrise diabolica alla sua mano e, correndo, si diresse verso la cucina.
Il saiyan stava mangiando e disturbarlo poteva equivalere al suicidio, eppure lei sapeva che poteva barattare la sua quiete con un subdolo ricatto.
Tenendosi il polso con l’altra mano e chiudendo la mano a pungo, tranne l’indice, si parò di fronte al principe, fingendo gemiti di dolore e soffocando malamente piccoli urli doloranti.
“Vegeta, mi fa male, mi fa troppo male, non riesco a sopportarlo.” Piagnucolò verso di lui, per distoglierlo dalla fetta di carne sul suo piatto.
Eppure un pregio del principe, che volentieri e facilmente si poteva confondere con un difetto, era la tenacia.
Quella lodevole tenacia a non considerarla a pensarla invisibile e a sforzarsi di non sentirla.
Ma Bulma Brief sarebbe stata la vincitrice, non la vinta!
Prese a lamentarsi, a scuoterlo dalle spalle per riportarlo alla sua realtà.
“Ma te ne vuoi andare?” Vociò esasperato, bloccandole il polso con la mano.
“Vorrei, ma non posso. Mi fa troppo male questa ferita per tornare a lavorare, mi distrae. Come faccio ora?” Si lagnò convincete. “Ci vorrebbe qualcuno che mi facesse guarire.”
Vegeta pur di non sentirla l’avrebbe assecondata, ne era convita.
“Vai da tua madre.”
“No, non c’è. E’ uscita con papà. Vegeta se non mi aiuti tu, non posso tornare ai laboratori e mi dovresti sopportare i miei lamenti, fin quando non tornano i miei, perché lo sai come sono fatta.”
Un brivido percorse la schiena dell’uomo. E non era quel solito brivido di piacere, dopo l’orgasmo.
Era la paura, il timore di una minaccia.
“Non so come aiutarti, non sono un medico.” Si alzò prontamente dalla sedia e cercò di scappare il più lontano possibile, ma lei l’aveva afferrato dalla maglietta, con quegli occhi sinistramente illuminati.
“Mi fa male, mi fa male, mi fa male.”
“E come cazzo faccio a farti passare il dolore?”
“Se mi dai un bacino sulla bua, passa.” Con voce angelica gli chiese quella cortesia, esplodendo in un gran sorriso che non sembrava affatto sapesse di sofferenza.
Guardò il dito che gli aveva messo sotto il naso e lo scoprì sporco di inchiostro.
Quella donna era senza ritegno, senza un senso.
I suoi occhi erano sgranati. Prese la bella scienziata dalla nuca e l’attirò a sé, cingendole la vita con un braccio e baciandole la cute più di una volta.
“Tu la bua l’hai nel cervello, imbecille.”
“Ehi!” Come si permetteva quello zulù? Si risentì parecchio.
Lei era Bulma Brief la donna più geniale del pianeta! Cosa poteva capire quella scimmia antropomorfa circa il suo genio strategico? Niente!
Eppure, sentire le sue labbra sui suoi capelli non era così male. Poteva pure soprassedere per una volta, anche perché lui sembrava intenzionato a non fermarsi.
Si accoccolò al suo petto e lo strinse forte, forte.
“Se potessi diventare intelligente, ti bacerei all’infinito.” Ammisse sarcastico.
Ringhiò, incominciando a riempire il petto dell’uomo di piccoli pugnetti.
Si era pentita. Si era pentita enormemente.
Quanto valeva Vegeta, quando la ignorava e taceva, quanto!



Per augurarvi buon Week-end, per svariare un po’ la mia testolina fusa e per distrarmi dal fatto che non riesco a trovare l’ispirazione per “justice”, ecco questa piccola deficienza.
Era da un po’ di tempo che frullava in testa, forse i personaggi sono un tantino OOC, però era tanto per sorridere, anche se io mi immagino un Vegeta molto salace, oltre che violento….*-* Belllezza!
Sophya tranquilla, non è l’idea che mi hai fatto venire tu ieri sera, quella sarà migliore, spero….xD
Spero vi sia piaciuta, commenti e insulti sempre ben accetti :D
Buon sabato pomeriggio e buonissimo sabato sera! =3
  
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