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Autore: moondance    03/11/2007    16 recensioni
Forks, 2007. Sabato sera.
Che cosa faranno i Cullen per passare il tempo?
Vi dico solo tre cose: camicia nera, Edward Cullen e discoteca.
Cosa avranno in comune? Scopritelo!!!
Genere: Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avete presente i lampi di genio?
Sapete quel che si dice sul genio... che in realtà sia un folle.
Bene questo è un lampo di genio (o di follia) che mi ha colto sabato sera, mentre ero a ballare con due mie amiche.
Non vuole essere una one shot seria... ma nemmeno del tutto assurda. Solo, una situazione insolita... rappresentata in modo veritiero (o almeno spero).
Insomma leggete, spero che vi diverta come ha divertito me mimarla alle povere malcapitate!

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Non volevo crederci. Dovevo aver perso totalmente il senno, non potevo davvero trovarmi in quell'inferno!
Si inferno, perché non poteva essere definito altrimenti... era ben peggio di un incubo. C'erano luci sparaflescianti, corpi in movimento, musica ad un volume assordante: era il delirio.
Rivolsi ad Emmett uno sguardo accusatorio, " Io non ho parole, come... come si fa a definire questo 'divertimento'!".
"Andiamo Bella, non dirmi che non sei mai stata in discoteca prima d'ora!", era evidentemente esaltato dal posto, non riuscivo a capirne il motivo. Ciò che odiavo di più in assoluto era ballare ed avrei fatto qualsiasi cosa per evitarmi questo supplizio.
Ora vi starete chiedendo che diamine ci facessi qui, beh... voi sareste riusciti a dire di no a due volti angelici con lo sguardo più sbarluccicante che si sia mai visto? Io credo di no. Ovviamente gli angeli in questione erano Emmett ed Alice. Insomma la verità era che mi avevano messa alle strette! Alice, quella sadica, mi aveva convinto dicendomi: "E dai Bella, ho già previsto tutto e... beh credimi quando dico che è meglio per te che tu venga".
" Alice andiamo, sai benissimo che in nessun mondo parallelo e non, sarebbe un bene per me ballare!".
"Non ho detto che sarebbe un bene ballare ma vedi, Edward...", e non terminò la frase ma si limitò a lanciarmi un'occhiata maliziosa.
Arrossii fino alla punta delle dita, "Alice ma... ma che vuoi dire?", all'improvviso mi sentivo la gola secca.
"Insomma Bella, saresti disposta a perderti un Edward vestito in camicia nera?", era evidentemente sicura della mia risposta.
Strabuzzai gli occhi e deglutii " Hai detto in camicia nera? Oh beh... ".
"Evviva, lo sapevo che ti avrei convinto! Vado a dirlo agli altri!". La fermai afferrandola per un braccio: "Aspetta io, ehm, non ho la minima idea di come ci si vesta. Non è che mi daresti una mano?"
Le brillarono letteralmente gli occhi "Averti di nuovo come barbie-cavia-da-laboratorio... non vedo l'ora!"
Ebbene mi ero cacciata proprio in un bel guaio... ma per Edward questo ed altro.
Così eccomi qui, vestita con una minigonna nera, fin troppo 'mini' per i miei gusti, un paio di stivaletti ed una maglietta elegante.
Non mi sentivo per niente a mio agio, soprattutto vedendo i miei accompagnatori. Sembravano modelli, statue... insomma erano indefinibili. Immaginate la cosa più bella del mondo e moltiplicatela per mille e forse avrete una vaga idea della loro bellezza e perfezione.
Rosalie era da mozzare il fiato, credo che per colpa sua metà della clientela maschile sia dovuta andare all'ospedale per farsi ricoverare. Indossava un vestito attillato e corto, blu notte, con una scollatura vertiginosa. Era semplicemente impeccabile, meravigliosa.
Alice non era da meno, nonostante indossasse dei jeans neri attillati ed una canottiera fatta di pizzo rosso e nero quell’abbigliamento esaltava la sua bellezza.
Poi si passava ai ragazzi. Panico!
Non avevo mai visto Emmet vestito in quel modo, era uno strano incrocio tra l’ elegante ed il trasandato. Indossava una camicia bianca abbinata a dei pantaloni larghi. Il contrasto era evidente, ma, non so come, stava davvero bene. Suppongo che sarebbe stato bello anche indossando uno straccio.
Jasper, invece, era molto casual, jeans e t-shirt di marca. Semplice ma d'effetto.
Poi c'era il mio Dio personale. La mia concentrazione era stata messa a dura prova, per non parlare del respiro! Edward era bellissimo di suo... ma il nero lo rendeva assolutamente sconvolgente. Era elegante ma non troppo. I jeans neri erano stretti al punto giusto e risaltavano ogni linea del suo corpo. La camicia, anch’essa nera (Alice era infallibile, lo sapevo!) era leggermente aperta sul petto ed il contrasto che creava con la sua pelle candida era qualcosa di davvero troppo invitante ed attraente.
Quindi capite bene come fosse facile per me sentirmi l'anatroccolo della situazione.
Mentre aspettavamo il nostro turno al bar Edward mi abbracciò da dietro e mi sussurrò all'orecchio, "Sei stupenda. Sai, non credo di essere mai stato così attratto da te". Ma siamo davvero sicuri che non abbia imparato a leggermi nel pensiero?
Mi girai a guardalo sconvolta "Che cosa?".
"Sei il ritratto della tentazione", mi accarezzò con la punta del naso l'orecchio per poi scendere lungo il collo. Ero in imbarazzo, stavo impazzendo ed avrei voluto che intorno a noi non ci fosse nessuno.
"Smettila ci osservano", gli sibilai e lo spinsi via, ma lui non mollò la presa e sorridendo disse: "Sei così... è da impazzire. Sei totalmente indifesa ma al contempo provocante ed agguerrita. Davvero stai facendo perdere la testa non solo a me, ma anche ad almeno un'altra dozzina di persone qui dentro".
"Io... ehm... " , pensavo che sarei andata letteralmente a fuoco. Non sapevo cosa dire, quindi mi limitai a godermi il suo abbraccio ed a stringermi più forte a lui. In cambio mi baciò i capelli, poi finalmente riuscimmo a prendere da bere (io bevevo, lui bluffava) e raggiungemmo gli altri nella pista. Il mio incubo, la mia persecuzione, stava arrivando. Possibile che fossi riuscita a tenermi alla larga da qualsiasi situazione che includesse la possibilità di ballare a Phoenix, mentre qui, a Forks, non me ne perdevo una?
Nella sala da ballo non potei credere ai miei occhi: Emmett era scatenato. Ancheggiava e si dimenava come un pazzo sulle note di una canzone che io neppure conoscevo.
"Sai era una hit del suo tempo, prima che lui diventasse...", era stata la dolcissima voce di Edward a darmi questo particolare. Osservai Emmett alquanto perplessa e poi raggiunsi Alice e gli altri fermi in disparte.
"Ok che è l'amore della mia vita... ma credo ci sia un limite a tutto!", Rosalie era indignata e divertita al tempo stesso.
"E dai Rose, per stare con te doveva avere qualche rotella fuori posto", la punzecchiò Alice. La bionda prima la fulminò con un'occhiata poi scoppiò a ridere.
Vidi Jasper starsene in disparte a fianco ad Edward, erano entrambi intenti a fissare Emmett con sguardo inespressivo. Mi avvicinai a loro, "Che vi prende? Voi non vi scatenate?".
Nel frattempo la musica era cambiata, questa la conoscevo: YMCA dei Village People, era un classico! Jasper mi guardò brevemente poi sorrise ed aggiunse: "Non voglio certo rendermi ridicolo come lui e sai..." ma non terminò la frase perché Edward lo afferrò per un braccio e lo guardò con evidente panico.
Il mio cuore accellerò i battiti e mi saltò in gola. Ero pietrificata dal terrore. Che ci fosse qualche cattivo, uno dei tanti che ormai mi cercavano, proprio qui, in questo posto? Mi sembrava alquanto bizzarro.
Seguii lo sguardo di Edward e vidi Emmett sbucare fuori dalla calca e fermarsi proprio davanti a noi con uno strano ghigno sul viso. Non capii e guardai sbalordita prima Emmett e poi Edward.
"Non pensarci neppure", aveva sibilato quest'ultimo.
"Troppo tardi", e con un movimento istantaneo afferrò Edward per il colletto della camicia e Jasper per il bordo dei jeans e li trascinò con se, spingendo via le persone che intralciavano il suo cammino. Li seguii, non capendo cosa stesse succedendo.
Quando finalmente uscii da quell'ammasso di corpi saltanti ed urlanti mi fermai e mi guardai intorno.
Non era vero, stavo sognando. Non potevo aver davanti agli occhi Edward, Emmett e Jasper sul palchetto intenti a ballare YMCA... non era possibile.
Ero indecisa se sprofondare per l'imbarazzo al loro posto o mettermi a ridere a crepapelle. Optai per una terza opzione: fissarli allibita. Mi ritrovai accanto Alice e Rosalie che erano altrettanto sconvolte.
Seriamente, mettetevi nei miei panni ed immaginatevi Edward alla sinistra, Emmett al centro e Jasper a destra. Ora pensate al ballo dei Village People nel video della canzone... ecco loro stavano facendo proprio così! Vederli ancheggiare e dimenarsi in quel modo era esilarante e non riuscii a trattenere il sorriso per molto. Ovviamente Edward fulminava chiunque con lo sguardo, penso che stesse contemplando seriamente una carneficina. Poi mi vide ridere e mi guardò con una occhiata della serie ‘Questa me la paghi’. Ma che avevo fatto? Non era colpa mia!
Quando finalmente la canzone finì i nostri tre beniamini scesero dal palchetto seguiti da applausi e risatine. Edward attirò a se Emmett e gli disse: " Domani, nel bosco, noi due da soli... poi vedremo quando ti verrà ancora voglia di ballare!".
"E dopodomani con me, se non ti dispiace", aggiunse Jasper.
"Siete davvero decrepiti, gli anni vi danno alla testa, non sapete divertirvi", gli accusò.
"Oh si che lo sappiamo, solo che c'è modo e modo di divertirsi" sibilò Edward accompagnando la frase con un ghigno che rappresentava una chiara minaccia ai danni di Emmett.
"E va bene sbruffoni basta, domani vi picchierete da brave personcine mature quali siete, ma per stasera niente lotte ok?" disse Alice divertita.
"E va bene d'accordo, domani dunque." e così dicendo Edward rivolse a me la sua attenzione. "Per quanto riguarda te invece, faremo i conti subito".
Lo colpii con lo sguardo più innocente che riuscissi a concederli, "Io? Ma che ho fatto?"
"O smettila, lo sai benissimo. Ridere di me, il miglior predatore del mondo, nonché il tuo ragazzo. No, no Bella, non si fa", era davvero di buonumore, dunque alla fine lo spettacolino con Emmett l'aveva divertito.
"Beh ma sai, eravate così carini".
Inarcò un sopracciglio: "Carini, soltanto?".
"Ma andiamo! Ma cos'hai oggi! Sei davvero insopportabile!", sbottai fingendomi indignata.
Mi attirò a sé, "Insopportabile sei tu. Ah un giorno di questi il mio autocontrollo andrà totalmente ed inesorabilmente in frantumi".
Non potei impedirmi di arrossire anche questa volta.
"E…”, aggiunse, “quando fai così", mi accarezzò una guancia, molto delicatamente, "allora sono quasi certo di impazzire del tutto e di commettere le peggiori follie, senza curarmi del luogo o di chi ci circonda".
Fece scivolare la mano dal mio viso al mio collo, poi, lentissimamente, dalle spalle alle braccia. Avevo già la pelle d'oca quando era arrivato al collo, e il respiro iniziava a darmi qualche problema ma mi concentrai e gli dissi, per provocarlo ed anche per mia curiosità, "Che genere di follie?".
La sua mano sinistra si era intrecciata alla mia e col pollice mi accarezzava il dorso. La destra invece scese e mi accarezzò i fianchi. Ora ero io quella sicura che avrei commesso una qualche follia di lì a poco.
"Beh, non lo immagini?". Aveva parlato con un tono del tutto innocente, ma il suo sguardo la diceva lunga.
"Tu", lo accusai," sei ubriaco".
Sorrise: "Impossibile e lo sai".
"No, come spesso accade sei intossicato dalla mia presenza".
Mi attirò a se e disse: "Senza ombra di dubbio", e mi sfiorò per un attimo la gamba sinistra poi portò velocemente le mani dietro la mia schiena per abbracciarmi.
Ero senza fiato. La mente totalmente annebbiata. Tilt completo.
Iniziò ad ondeggiare sulle note di una canzone che non avevo nemmeno sentito, stare con lui come sempre mi faceva credere di essere in una bolla di sapone con l'intero mondo all'esterno. Fui costretta ad ondeggiare anche io.
Poi lui si scostò un poco e mi guardò negli occhi: "Ti amo".
Non potei impedirmi di sorridergli e lo riabbracciai. Ero felicissima, nonostante tutto mi stava proprio piacendo la serata!
Alice ci interruppe: "E' davvero molto tardi, sono le due, che dite, andiamo?"
Edward annuii e sciolse il nostro abbraccio. Mi incamminai seguendo Alice per andare al guardaroba. Lei però si arrestò nello stesso istante in cui Edward disse: "Ti prego aspetta un attimo, una canzone soltanto".
Non capivo perché... forse aveva letto nel pensiero del DJ la prossima canzone che avrebbe messo. Fatto sta che io mi rincamminai verso il guardaroba proprio quando questa iniziò. Fui fermata da delle braccia che mi avvolsero la vita e mi tirarono indietro.
"Tu non vai da nessuna parte", mi sussurrò all'orecchio.
"E la giaccia?".
"Dopo", e senza permettermi di replicare mi fece girare e, abbracciati, riprendemmo ad ondeggiare, era il massimo che potessi concedermi senza cadere o fare altri danni peggiori.
Con mio stupore Edward iniziò a cantare. Era la voce di un arcangelo, capite, quindi non potei fare a meno di ammirarla.
Stava ovviamente cantando il testo della melodia: "Yeah I'm endlessly caving in and turning inside out".
Adoravo quella canzone, ma sentirla cantata da Edward faceva un altro effetto, con tutto rispetto per il cantante dei Muse.
"It's holding me, morphing me and forcing me to strive to be endlessly cold within and dreaming I'm alive".
Il testo era davvero azzeccato, non c'era che dire. Sorrisi a quel pensiero. Edward prese il mio viso tra le sue mani, si avvicinò ancora più a me, sentivo la sua pelle gelida anche attraverso la maglia e la gonna. Mi guardò dritta negli occhi con uno sguardo da mozzare il fiato. Era pieno d'amore e di una intensità allarmante.
Poi, in perfetta sincronia con la canzone, mi disse: "And I want you now I want you now I'll feel my heart implode I'm breaking out escaping now feeling my faith erode".
Rabbrividii dalla punta dei piedi sino a quella dei capelli.
Poi mi baciò, con dolcezza ed al contempo in modo deciso. Ero in estasi, non potevo ancora credere che fosse mio, che mi volesse, che mi amasse ma soprattutto che mi stesse baciando sul serio. Temevo che sarebbe scomparso, che si sarebbe rivelato un sogno o una invenzione della mia mente bizzarra.
Edward Cullen non poteva essere vero, essere l'uomo perfetto, unico. E, cosa ancora più pazzesca, non poteva essere mio, io che ero tutto fuorché perfetta ed unica. Ma non avevo tempo di pensare a queste cose. Dopotutto dovevo concentrarmi per inspirare ed espirare, o gli sarei di nuovo svenuta tra le braccia e... beh meglio la morte che interrompere quel bacio!
Quando ci separammo, la canzone era terminata. Mi prese per mano e, recuperata la giacca, raggiungemmo gli altri. La serata era finita ma... beh, guai a chi parla male delle discoteche! Non si può mai sapere a che cosa si va in contro.
Una volta a casa, nel mio letto, mi addormentai con un sorriso enorme stampato sulle labbra e le braccia di Edward che mi cingevano da dietro. L'ultima cosa che sentii fu il suo dolce bacio dietro il mio orecchio. Ero felice come lo ero stata poche volte nella mia vita, il cuore cercava di uscirmi dal petto. In risposta al suo bacio gli accarezzai un braccio poi mi addormentai. Ero convinta che avrei fatto sogni splendidi quella notte.


Nota: il testo che canta Edward a Bella è Hysteria dei mitici Muse.
  
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