Shooting Star

Proprio nel mentre di un suo monologo al corso di recitazione, una melodia interrompe le sue battute drammatiche. Si blocca e per qualche secondo le note di Katy Perry sono l’unico suono che si sente in tutta la classe.

Con uno scatto felino, toglie il cellulare dalla tasca e rifiuta la chiamata prima che la suoneria arrivi al ritornello di ‘Ur so gay’.

Suoneria impostata solo ed esclusivamente per Blaine.

Il quale aveva sempre detto che quella era la canzone di Katy Perry che gli piaceva di meno.

Dopo che anche il cellulare si ammutolisce, cala un silenzio imbarazzante in tutta la classe. Seguendo l’invito gestuale della professoressa, lascia la sua performance incompleta e si siede al suo posto.

Imposta il silenzioso e torna a seguire la lezione, sotto gli occhi ancora divertiti dei compagni.

Blaine non dovrebbe essere a scuola? Allle prove del glee, tra l’altro?

Quando l’ora finisce, nota che ha nove chiamate perse e due messaggi sempre da parte di Blaine.

Improvvisamente gli sembra di vivere un deja-vu, e l’episodio di Karofsky torna alla sua mente.

Ma non è questa la situazione, giusto? Blaine ha una famiglia che accetta la sua sessualità e degli amici che lo amano davvero.

Blaine non sta per morire.

Ma allora perché lo chiama in modo così insistente?

Apre la conversazione per leggere i due messaggi.

Ti

Amno.

Un senso d‘ansia invade il suo stomaco: per quale motivo Blaine va così di fretta da non correggere nemmeno gli errori di battitura?

Sono passati circa quaranta minuti da quando sono iniziate le telonate, così prova a richiamarlo.

Quando sente la segreteria telefonica, decide di lasciar perdere e chiedere spiegazioni in serata.

Rachel sembra molto più cupa del solito quando torna a casa, nonostante la sua giornata alla Nyada sia stata leggera.

“Qualcosa non va?” Chiede Kurt, mentre serve i piatti con la cena alle sue coinquiline.

Santana fa la sua stessa espressione interrogativa, e Rachel sospira.

“Mi ha appena chiamato il professor Schuester: oggi a scuola c’è stata una sparatoria...”

Santana rimane con la forchetta a mezz’aria, mentre Kurt si strozza con il boccone già ingoiato.

“... però stanno tutti bene. Ancora non si sa chi è il responsabile, ma non c’è nessun ferito o morto.”

Ora Santana è visibilmente più rilassata, mentre Kurt continua ad essere pallido.

Per questo motivo Blaine lo aveva chiamato?

Senza neanche pulire le mani un po’ unte, prende il cellulare e compone un numero preciso il più velocemente possibile.

“Pronto?”

“Blaine.”

I due rimangono in silenzio per un po’, mentre Kurt vede Santana e Rachel andare dietro la tenda della seconda, nel vago tentativo di lasciare il massimo di privacy che esistente in quella casa.

“Ciao” Ricomincia Blaine, forse un po’ offeso dal comportamento di Kurt.

“Stai...”

“Sì, sto bene, grazie dell’interessamento.”

E ora Kurt non si spiega il perché quella risposta così acida. Che ha fatto di male? Mica poteva saltare lezione per rispondere a Blaine. Poteva? Doveva?

“Ne sono felice”

“Anch’io”

Kurt si tortura un po’ la pellicina del pollice e sussurra.

“Grazie per avermi pensato...”

“Grazie a te per avermi risposto. Grazie per aver risposto ai messaggi. Grazie per aver lasciato qualcosa di vocale in segreteria. Grazie per aver riprovato a chiamare dopo che ho riacceso il cellulare, che oggi è rimasto spento cinque minuti per sbaglio.”

Kurt sbuffa. Non è possibile che litigano anche dopo un fatto del genere.

“Ti stai arrabbiando con me per non aver risposto? Sai, vero, che ho lezione a quell’ora?”

Contro ogni sua aspettativa, Kurt sente un singhiozzo dall’altra parte della cornetta.

“Scusa Kurt, è che... credevo davvero di morire. Credevo davvero di lasciare questo mondo senza averti sentito un’ultima volta. È stata l’esperienza più spaventosa della mia vita, credo che niente mi farà mai sentire in quel modo.”

Kurt si accorge che gli tremano le mani, e risponde con voce debole.

“Lo so Blaine, io... scusa. Mi spiace tantissimo, voglio che tu sappia che sono contentissimo che tu sia vivo. E... mi spiace”

Ora può sentire il sorriso di Blaine allalgarsi sul viso, nonostante il cellulare non permette questo genere di comunicazione. Per evitare un altro silenzio imbarazzante, aggiunge.

“Dovrei smetterla di rifiutare le chiamate, mh?”

“Forse dovresti.”

Kurt sorride, pensando che è il momento adatto per un’idea che aveva in mente da tempo.

“Senti, sono riuscito a mettere da parte qualcosa e.. credo che tra qualche settimana potrei tornare a fare visita a mio padre. Sai com’è, Carole si fa ricattare facilmente, non  mi fido molto di quello che mangia”

Sente la risata appena accennata da parte di Blaine, e capisce di essere molto fortunato ad averlo ancora.

“Okay, chiamami quando arrivi, così accompagno tuo padre a prenderti all’areoporto, va bene?”

“Va bene.”

“Okay.”

“Ci sentiamo, Blaine.”

“Ci vediamo.”

L’angolo di Pervinca:

Questa non era prevista. È stata partorita durante l’ora di buco a scuola. So che in questi due giorni ne sono uscite molte simili, ma l’idea di scriverla non mi dava pace. Per quanto riguarda tutte le altre cose che ho in sospeso, non so quando aggiornerò. Sto in una fase di completa apatia, intaccata appena dalla puntata di ieri, che tornerà domani. Perdonatemi e, se volete, lasciate un parere.
Grazie a tutti.