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Autore: Derren    14/04/2013    1 recensioni
Le gocce di sudore scorrevano lungo il suo collo madido, gli occhi socchiusi per la fatica e la sete.
Gli avevano raccontato innumerevoli volte di quanto forte picchiassero i raggi del sole lì fuori, nel deserto, ma nessuna descrizione avrebbe mai potuto rendere l'idea. Inoltre, la tuta anti-radiazioni faceva da cappa. L'aria era ormai irrespirabile, ma per fortuna la bombola d'ossigeno era solo a metà.
Genere: Drammatico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le gocce di sudore scorrevano lungo il suo collo madido, gli occhi socchiusi per la fatica e la sete.
Gli avevano raccontato innumerevoli volte di quanto forte picchiassero i raggi del sole lì fuori, nel deserto, ma nessuna descrizione avrebbe mai potuto rendere l'idea. Inoltre, la tuta anti-radiazioni faceva da cappa. L'aria era ormai irrespirabile, ma per fortuna la bombola d'ossigeno era solo a metà.

 

749.

Quel numero, in caratteri cubitali, di un verde vivo e crudele. Continuava a vederlo apparire su quel megaschermo, e sentiva lo stesso brivido misto di terrore e sorpresa attraversarlo dai talloni alla nuca. Era toccata a lui. Sui mille aquor candidati quel mese, era stato lui, Matt Nohr, a vedere il suo numero esser estratto.

 

Lo sapeva fin da subito, però. Non era da biasimare.

Quando si iscrisse all' aquor corsum gli fu ripetuto decine di volte a cosa andava in contro. Sapeva, in qualche modo, di star firmando la sua possibile condanna a morte, e anche allo stesso tempo l'attestato di valere poco o niente. Ma a lui non interessava. Aveva perso l'ambizione di valere qualcosa da anni, e lo stipendio gli avrebbe permesso di tirare avanti per i prossimi 5 anni.

 

In genere, quelli come lui erano tutti orfani. Figli di altri aquor morti in missione, o di mutanti soppressi. La feccia di Casther, insomma. A lui rimaneva solo Reva, 4 anni di energia e ottimismo (putroppo ingenuo e insensato). Il suo fratellino era forse l'unico motivo per trascinarsi ancora in vita. Appena raggiunti i 20 anni necessari per iscriversi, non ci aveva pensato due volte, e aveva inviato il modulo alla mezza notte stessa del suo compleanno. Partecipò la settimana dopo ai test di ammissione (imbarazzanti per facilità, dopotutto non c'era bisogno di essere dei geni per quel mestiere, bastava un po'di coraggio e tanta disperazione). Fino ai 25 anni avrebbe partecipato al sorteggio mensile, e si sarebbe assicurato qualcosa da mangiare per Reva.

In realtà, la vita di un aquor non era poi così male, tutto sommato. Al di là del terrore di essere estratto per andare in missione a fare rifornimento di acqua alla sorgente incontaminata più vicina, per non parlare di tutto il disprezzo che gli abitanti della città dimostravano loro.

 

Incredibile.. la popolazione di Casther, chiusa in quella città/bunker anti-atomica con tante falle da essere non più efficace di un fazzoletto di carta, sembrava non rendersi conto della situazione in cui viveva. La maggior parte di loro preferiva far finta di non aver vissuto la Tragedia, e si distraeva guardando le partite di Nahmak (lo sport più stupido che la mente umana avesse generato), sorseggiando acqua (o una sorta di liquido verdastro, che ancora veniva chiamato con quel nome) e blaterando animosamente su quali numeri tardavano ad uscire alla lotteria. Oh, e riversando tutta la loro frustrazione su quelli come lui.

Forse il fatto che mille scapestrati ricevessero tutto quel cibo non li rendeva simpatici. Mille scapestrati che non facevano altro che tremare quel giorno del mese in cui il loro numero li minacciava durante il sorteggio, e passavano il resto del tempo a distrubuire acqua (mai abbastanza per dissetarsi) e quella poltiglia di vari colori e disgustosi sapori che il Comix Supremo spacciava per cibo.
Ma, in quella situazione, un po'di compassione e fratellanza non sarebbe stata male.

 

I passi, sempre più pesanti. Arrancava, si chiedeva quando avrebbe intravisto la sorgente. Poteva solo sperare che la mappa elettronica che lo guidava non fosse impazzita. Molti di loro, semplicemente, non tornavano mai a casa. E a quel punto, dopo 3 giorni, toccava all'aquor col numero successivo addentrarsi nel deserto. Quella steppa arida e scura che era diventata il pianeta terra, dopo la Tragedia.


Maledetti gli uomini. Loro e la loro natura.
La guerra li aveva distrutti, e strisciavano disperatamente verso la loro estinzione.

  
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