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Autore: DamaFalco_di_Lunaequostre    14/04/2013    3 recensioni
Nella vita si fanno sempre strani incontri…Incontri che ci cambiano la vita, che ci rendano le persone che siamo. Alcune volte le vediamo solo per un momento. Ma questo ci basta, per vedere oltre le apparenze .allora pensate a questo…Feliciano e Romano sono a casa loro, in un piccolo paesino, stanno aspettando i propri compagni per andare a cena fuori. Ma faranno un’incontro inatteso.
Un'incontro che potrebbe far capire loro molte cose...
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas, Nuovo personaggio, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Mille rose per me

Nella vita si fanno sempre strani incontri…Incontri che ci cambiano la vita, che ci rendano le persone che siamo. Alcune volte le vediamo solo per un momento. Ma questo ci basta, per vedere oltre le apparenze .allora pensate a questo…Feliciano e Romano sono a casa loro, in un piccolo paesino, stanno aspettando i propri compagni per andare a cena fuori. Ma faranno un’incontro inatteso.
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Ormai era quasi ora, come sempre entrambe erano in ritardo all’appuntamento.
Feliciano aveva un paio di jeans blu scuri, una maglietta grigio-viola con la stampa di un gufo e Romano pantalone nero e maglia bianca semplice.
Si erano dati appuntamento con Ludwig e Antonio sul corso, al solito caffè dove si trovavano sempre.
Si erano seduti fuori, la stagione lo permetteva ancora, per aspettare che gli altri due arrivassero. A quanto pare non era solo loro ad essere in ritardo,ma avrebbero aspettato.
Era davvero un bel po’ che non li vedevano, circa un paio di mesi, per colpa del lavoro che li teneva sempre lontani.
Mentre parlavano del più e del meno, Feliciano si voltò e notò una ragazza seduta vicino a loro.
Era grassoccia, capelli castano ramato scuri e riccissimi; racconti solo da un fermaglio in cuoio e il ciuffo davanti che la rendeva sbarazzina. Aveva occhi nocciola-verdi, il viso ovale tipo donna del 1300. Aveva belle mani, dita lunghe, truccata leggermente con una matita lavanda, che faceva risaltare il colore degli occhi e labbra carnose.
Sembrava nervosa, a giudicare dal vestito dove anche lei avere un appuntamento. Feliciano non potè fare a meno di avvicinarsi a lei e imbastire una conversazione, seguito da Romano che provava una certa curiosità.
“Buonasera signorina, posso?” Feliciano fece cenno per mettersi a sedere vicino a lei. La ragazza annuì e gli sorrise, accanto a lei si sedette anche Romano.
“Aspettate qualcuno?” chiese Romano.
“Bèh sì… Stavo aspettando il mio ragazzo.” Rispose la fanciulla sorridendogli, anche se quel sorriso celava preoccupazione e ansia.
 
En un día de estos en que suelo pensar
"hoy va a ser el día menos pensado",
nos hemos cruzado, has decidido mirar,
a los ojitos azules que ahora van a tu lado

Desde el momento en el que te conocí
resumiendo con prisas Tiempo de Silencio
te juro que a nadie le he vuelto a decir
que tenemos el récord del mundo en querernos.
 
Intanto era partita una canzone che Romano conosceva bene, ma a quanto pare la conosceva anche lei.
“Scusa se non ci siamo presentati… Mi chiamo Feliciano e lui e mio fratello Romano!” Feliciano le sorrise, era davvero carina. La gonna non troppo lunga e la camicietta bianca le donavano davvero tanto. Per non parlare del bel paio di stivale con tacco a rocchetto che sfoggiava.
“Piacere mio… Mi chiamo Cecilia!” Si rilassò e diede confidenza hai due giovani. Erano carini e in fondo un po’ di compagnia gli faceva bene.
 
Escapando una noche de un bostezo de sol
me pediste que te diera un beso.
Con lo baratos que salen mi amor,
qué te cuesta callarme con uno de esos.

Pasaron seis meses y me dijiste adiós,
un placer coincidir en esta vida.
Allí me quedé, en una mano el corazón,
y en la otra excusas que ni tú entendías.
Romano la guardò a lungo, in lei c’era qualcosa di triste… Come lo era la canzone.
“Anche noi aspettiamo i nostri ragazzi, ma sono in ritardo. Tu di dove sei?”
“Sono mezza senese e mezza fiorentina….Ma vengo spesso da queste parti.”
Dall’accento si sentiva bene ch’era toscana, aveva modi gentili ma sbrigativi, tipici di quelle zone.
“ E molto tempo che non vedete i vostri ragazzi? Sembrate emozionati!” Cecilia sorrise, anche lei era emozionata e loro lo sembrava altrettanto.
“Sono circa due mesi, hanno avuto un bel po’ da fare. Ma adesso finalmente potremo farci un po’ di vacanza insieme.” Rispose Feliciano. “E tu da quanto tempo non lo vedi?”
“Circa 4 anni…Ma già mi mancava dopo solo sei mesi. Ma che ne dite se ordiniamo un caffè?” Fece cenno al cameriere, ordinarono tre caffè e la conversazione continuò.
“Come hai fatto a reggere tutto questo tempo? Già due mesi mi sembrano un’eternità” Constatò Romano.
“Quando si ama nessun tempo è mai lungo. Soprattutto s’è il primo amore quello che aspettiamo.”
Feliciano la guardò malinconico, lui lo sapeva bene. Romano era stato fortunato, aveva sempre avuto Antonio al suo fianco. Mentre lui…Lui aveva perso Sacro Romano Impero, non lo aveva mai più rivisto.
Per consolazione aveva trovato Ludwig, che gli somigliava veramente tanto, ma non era come avere LUI.

Y es que empiezo a pensar
que el amor verdadero es tan sólo el primero.
Y es que empiezo a sospechar
que los demás son sólo para olvidar...
Perché anche la canzone diceva il vero…L’amore vero è solo il primo…Il resto serve a dimenticare.
“Comunque mette ansia l’attesa. Sembra sempre che passi un’eternità.” Affermò Feliciano.
Cecilia li sorrise. “E quindi vi fermate un po’ qua? Vedrete che il posto vi piacerà, c’è un sacco di cose da vedere. Un posto magico per le coppie.”
“Sì, in effetti e veramente magico qui, sei in collina alta eppure hai una vista su di un magnifico lago.”
La conversazione fù interrotta dall’arrivo di Antonio e Ludwig, che salutarono i due fratelli con passione e gioia. Anche a loro erano mancati tanto quei due pasticcioni.
Cecilia sorrise, ma il suo cuore stava soffrendo.
“Bèh speriamo di rivederci per qui, almeno ci facciamo un altro caffè insieme.” Romano era abbracciato ad Antonio, il suo Antonio.
 
“Magari riusciamo anche a fare un’uscita tutti insieme.” Propose Feliciano, mentre Ludwig gli carezzava la testa.
Cecilia sorrise ad entrambe facendo segno di sì con la testa, ma il suo sorriso era triste e Feliciano se n’era reso conto.
Cominciarono ad incamminarsi lasciandolo al tavolino, ma  appena Lovino ebbe girato l’angolo fù percorso come da un brivido.
Lasciò il braccio di antonio e prese la mano di Feliciano portandolo con sé.
“Che ti prende si può sapere?”Chiese Feliciano che faceva da banderuola a Lovino.
Ma lui non rispose, voleva solo assicurarsi che quella ragazza non avesse fatto qualche sciocchezza.
Tornò aldunque di corsa verso il corso, lei non c’era al caffè!
Corse ancora, seguito da Feliciano e da i loro accompagnatori;impensieriti da quel comportamento.
 
Arrivati alla terraza panoramica Lovino si fermò di colpo, era lì con un ragazzo.
Sorrideva, anche se una piccola lacrime le rigava la guancia sinistra.
Le aveva portato un’inmenso mazzo di rose scarlatte,legate da un nastro indaco.
Feliciano guardò la faccia di Lovino perplesso,per poi guardare lei.
“perché sei tornato così di corsa?”
Lovino non gli rispose, sentiva però le sue guance rigarsi di qualso di caldo…Lacrime!
Feliciano si voltò a guardare i due accompagnatori, affannati nella corsa per raggiungerli.
“Non è lu!”
“Cosa?”
Feliciano non riusciva proprio a capire, che voleva di Lovino con quel non è lui?
“E’ con il suo ragazzo non vedi?Guarda sorride è felice!”
Lovino era scosso da un tremito di rabbia,possibile che nessuno capisse?
Antornio si avicinò a lui stringendolo da dietro.
“Che pasa mi amor?Porque dice così?”
“Perché piange…Lui è solo per dimenticare…”
Antonio la guardò e solo allora capì….
“Ai ragione…Ma non puoi fare niente…Andiamo mi amor!”
Così Feliciano stretto al braccio del suo Ludwig, Antonio che teneva stretto Lovino si riavviarono.
Ma lovino non potè fare a meno di voltarsi e guardarla.
Anche lei sembrò fare lo stesso, mentre nei suoi occhi leggeva tristezza e speranza.
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Passò all’incirca 6, forse 7 mesi da quel giorno.
Ormai quella cosa era lontana dalla mente di lovino,tanto lontana da averla rilegata ad un angolo della sua mente.
Aprì come ogni mattina il… Dov’era il giornale?
“Antonio dov’è il giornale?”
Antonio gli diede unna risposta incomprensibile, come affranto.
Lovino si affrettò a raggiungerlo alll’uscita del bagno, gli piaceva fargli gli agguati.
“allora Ispanico?” Gli chiese scherzoso.
Antonio abbassò lo sguardo, continuando ad asciugarsi i capelli.
Lovino lo guardò un po’ perplesso.
“C’è qualcosa che non và?Vuoi rispondermi maledetto te?”
Antonio si sedette stancamente sul divano, porgendoli il gionale.
Non voltò mai lo sguardo verso Lovino, asso aprì il gionale .
Un piccolo trafiletto diceva ch’era scomparsa una ragazza, ne denunciavano il fatto la famisglia e il fidanzato.
Quando arrivò poi all’alticolo e vide la foto capì.
Qualcosa tornò alla sua mente vivido e fermo,coem se stesse accadendo proprio davanti ad i suoi occhi.
La ragazza era quella che aveva conosciuto a Cortona.
Non aveva lasciato spiegazioni, se non un biglietto dove aveva scritto:
“Non potevo farcela…Vado a cercare una vita nuova! Una vita per noi!”
Lovino si lasciò cadere in ginocchio a terra, stringendo il giornale.
Antonio gli si avvicinò preoccupato,alzando il volto del suo amato.
Era pieno di lacrime e vuoto.
Aveva avuto ragione…Lei era tornata dalle sue mille rose rosse!!!
 
 
 
 
  
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