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Autore: Just a Shapeshifter    14/04/2013    6 recensioni
Li odiava. Odiava tutti quanti.
Aveva passato giornate atroci, sofferto come un animale e la gente gli rideva in faccia.
Per quale motivo non doveva odiarli?
Odio. Questo faceva andare avanti la sua esistenza oramai.
Odiare il prossimo...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Scott
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Non era colpa sua se era così,
Se si chiudeva in se stesso, come un riccio,
Se esponeva ogni sua singola difesa che aveva a disposizione,
Se pungeva, feriva, iniettava veleno ad ogni persona che incontrava, con quella lingua tagliente e con i suoi comportamenti.
Era ciò che aveva subito. Anni e anni di insulti. Quelli lo avevano reso sociopatico.

Camminava il ragazzo, jeans blu e la solita canotta bianca. Ma, in una cosa era diverso, ora. Sopra il solito indumento che usava, c'era un felpa, nera... senza nessun particolare motivo. Era chiusa, e il cappuccio incorniciava il viso, facendo spuntare a malapena i lineamenti del viso e il ciuffo rosso, che era cresciuto.
Camminava per le strade, mani in tasca, sguardo fisso davanti a se, occhi color nebbia, che incutevano quasi terrore, per quanto ti guardavano male.
Era agosto, ogni singolo essere era in shorts e magliette a maniche corte o canottiere. I più ridicoli giravano per le strade di Toronto in costume e bikini. Ma nessun ghigno usciva dalle labbra del rosso.
Li disprezzava. Tutti quanti.
L'avevano visto, in mondovisione. Dalle stelle alle stalle... da tutto a... niente. Essere umiliato, sbranato, quasi ucciso da uno squalo di terra e? Essere deriso, su quella stupida stupida sedia a rotelle spacciata per macchina di cura.
Aveva passato notti atroci, senza chiudere occhio, per i dolori dei graffi, delle lacerazioni, dei morsi... A qualcuno era importato qualcosa? Ovviamente no. Una volta uscito da quell'ospedale, una volta esser "guarito" se ne era tornato a casa..

Il suo vecchio era morto.

"Una scocciatura in meno" Mormorò la Iena, buttandosi sul proprio letto. Non bastava il passato, tutte le torture psicologiche e fisiche subite. Essere umiliato in mondovisione. Quella... quella era stata la classica goccia che aveva fatto traboccare il vaso.
Non aveva più nessuno su cui fare affidamento. Non aveva mai avuto nessuno su cui fare affidamento.
Continuava a camminare, fregandosene delle occhiate curiose e stupite della gente, nel vederlo con jeans e felpa nera sotto il sole di Toronto.
Ma d'altronde, chi avrebbe mai passeggiato tranquillamente con più di duecento punti sparsi per tutto il corpo, innumerevoli segni di cicatrici o morsi?
Era come un animale ferito oramai, Scott. Come una iena strappata dal suo habitat, portata in città, ridicolizzata davanti a tutti. Una iena che era stata ferita nell'orgoglio... Era ovvio che ora disprezzasse il mondo no?

Le ossa potranno ricomporsi, i tessuti ricostruirsi, le ferite rimarginarsi... Ma se si colpisce uno come Scott nell'orgoglio, nell'unica cosa in cui tiene... Oh, passeranno anni prima che torni a fidarsi... Che torni a parlare con la gente...

Fino ad allora resterà un'ombra, una sagoma piena d'odio e rancore verso tutti...


Angolo M:
Esatto.
Sono di nuovo qui. Non so né il perché ne come sia uscita questa storia ma...è uscita.
E, credo di aver finito le parole, ora...
Perdonate il mio pessimo umore e... lascio a voi i giudizi.
  
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