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Autore: The_mad_poet    14/04/2013    0 recensioni
Bagliore notturno. Il faro del molo, simile ad astro del Nord, guida le piccole navi per il loro tragitto. Il colore delle onde pare di fattezza quasi eterea e richiama l’attenzione dei salici e delle magnolie in fiore sull’umida riva, gli uni paiono prostrarsi davanti all’argentea livrea della parte rivolta alla Luna, le altre sembrano infiammarsi, accecate dal riflesso dell’albeggiare del Sole.
Un ragazzo, a dire di origini spagnole, avanza nel più totale silenzio, fischiettando una canzone ma-linconica, tipica del mondo gitano. Costui di bell’aspetto, giovine, moro, con capelli ricci e ben de-finiti, raccolti molto elegantemente dietro la nuca. Portamento eretto, ma gentile, misto a eleganza e fierezza. Di un vestiario di seta, semplice, elegante, non orpelli e inutili fronzoli tipici dell’epoca, ma una casacca rossa e gialla, intarsiata di perle e filamenti d’oro, un paio di calzoni gialli con staffe color rosso. Un piccolo basco messo di trequarti con uno stemma affisso sullo stretto frontino.
Genere: Angst, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Troppo tardi, troppo presto

 

Bagliore notturno. Il faro del molo, simile ad astro del Nord, guida le piccole navi per il loro tragitto. Il colore delle onde pare di fattezza quasi eterea e richiama l’attenzione dei salici e delle magnolie in fiore sull’umida riva, gli uni paiono prostrarsi davanti all’argentea livrea della parte rivolta alla Luna, le altre sembrano infiammarsi, accecate dal riflesso dell’albeggiare del Sole.
Un ragazzo, a dire di origini spagnole, avanza nel più totale silenzio, fischiettando una canzone malinconica, tipica del mondo gitano. Costui di bell’aspetto, giovine, moro, con capelli ricci e ben definiti, raccolti molto elegantemente dietro la nuca. Portamento eretto, ma gentile, misto a eleganza e fierezza. Di un vestiario di seta, semplice, elegante, non orpelli e inutili fronzoli tipici dell’epoca, ma una casacca rossa e gialla, intarsiata di perle e filamenti d’oro, un paio di calzoni gialli con staffe color rosso. Un piccolo basco messo di trequarti con uno stemma affisso sullo stretto frontino.
Nel mentre i pensieri del giovane ispanico vagano per le terre dell’Andalusia, una giovin fanciulla, all’aria partenopea, si avvicina curiosa al ragazzo. Costei aveva di capelli lunghi e setosi di un colore simile alla pece, un viso rotondo ed espressivo con due guance purpuree, due occhi d’ebano, profondi, intensi, buoni. Ella portava un vestito color porpora e nero che le dava un’aria signorile, anche se esso era il tipico vestito delle cortigiane provenienti dal colorito borgo del Vomero.
«Pecché tenete quell’aria moscia, giovanotto? Problemi d’ ‘o core? », dicendo così prende a girargli attorno come per scrutare la mercanzia esposta in una vetrina.
«Non propio - risponde lui con un sorriso benevolo sulla faccia – sto esperando la mia barca por partir per la mia terra. »
« Ah, e che siete, spagnolo? »
« Di Pamplona! Sono Gilberto de la Rosa de Silva, Marquese de Pamplona! », e con un elegante inchino le bacia la candida mano.
« Che bbello! I’ invece songo Fulvia. I’ vengo da Napule. ‘O paese d’ ‘o sole, d’ ‘o mare, ‘o paese d’ ‘a felicità! »
«Yo la visitai con mis padres quando ero niño. Ricordo che fue una ciudad incantevole, como vuestros ojos señorita. », finito di pronunciare queste parole le sfiora il viso con il dorso della mano.
« A chi ‘o venite a dicere! Napule è nu piezz’ ‘e core! - così dicendo gli prende una mano - Ma, scusate, pecchè ve ne dovete ire? Restate cumme a Napule. »
« Volentieri, pero tengo que andare a Pamplona por la Fiesta de San Firmín. Yo soy il toreador de el Gran Gala. »
Intanto una barca è arrivata al molo e sta iniziando i preparativi di attracco, per poi risalpare in un breve lasso di tempo. Questa è di un colore bruno, tutta ricoperta dai vessilli della casata dei de Silva, a cui Gilberto appartiene. A malincuore il ragazzo deve abbandonare la sua corteggiatrice per salire sulla nave con la promessa di, una volta ritornato in Italia, andare a trovare la ragazza nella sua amata Napoli.
La nave salpa e lui la saluta dalla sua cuccetta, urlandole che manterrà la promessa fattale, ma fa appena in tempo a uscire dal molo che un uomo incappucciato alla moda dei briganti si avvicina all’ignara ragazza e lui non può far altro che osservare impietrito la scena senza udire ciò che i due si dicono.
Il brigante appare vestito di una marsina marrone scuro,  un paio di calzoni consunti di un colore non ben definito che gli arrivano al ginocchio. Ha una carnagione abbastanza brunita dal sole, ciò ci fa presumere che di mestiere abbia fatto il mezzadro. Con mani sporche di nero e con calli che parevano noci afferra la ragazza dai fianchi e la solleva dicendole, con aria di scherno, ridendo sguaiatamente:
« Sgualdrina, non ti hanno insegnato che a una cert’ora le signore dabbene stanno a casa? » e scoppia in una volgare risata.
« Non t’hanno insegnato che non si trattano accussì ‘e signore? »
A quella stoccata, lui la posa poco delicatamente a terra e con aria beffarda le dice:
« Ebbene, avete ragione signora Fulvia, visto che lei è una signora, senza che le venga fatto del male, lui la vuole vedere domani dopo il terzo canto del gallo! »
« Che modi, e dove vuole vedermi, di grazia? »
Fragorosa risata del rude brigante, che scopriremo chiamarsi Leone.
« Al’ “Osteria Mani d’Oro”! » così dicendo si allontana sghignazzando per un vicoletto buio e sparisce nell’ombra.
A quel nome, la ragazza ebbe un sussulto, ben conscia che sarà costretta a volare dritta dritta in un ginepraio fatto di acute spine e foglie urticanti, poiché quella locanda è frequentata e gestita dai peggior banditi di tutta Napoli. Finiti questi burrascosi pensieri, decise di incamminarsi verso casa pregando San Gennaro di lasciarla arrivare a casa sana e salva.
Arrivata a casa si coricò immediatamente conscia del fatto che la giornata a venire sarà una di quelle giornate che non si dimenticano facilmente.
Intanto fuori, densi nuvoloni si preparavano per un acquazzone estivo, e la Luna venne coperta del tutto da una coperta scura e le stelle con essa.

   
 
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