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Autore: Lady_Rinoa14    14/04/2013    0 recensioni
Dopo la Guerra della Strega, Rinoa riflette se lei e Squall possano mai stare insieme in un modo in cui la SeeD e la Strega dovrebbero stare l'una contro l'altra.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rinoa Heartilly, Squall Leonheart
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Final Fantasy VIII e i suoi personaggi sono proprietà Square-Enix, e vengono qui utilizzati senza scopo di lucro: nessuna violazione del copyright è pertanto da ritenersi intesa.

LISTEN TO YOUR HEART
scritta da Lady-Rinoa14, tradotta da Alessia Heartilly

"Listen to your heart
when he's calling for you
Listen to your heart
there's nothing else you can do
I don't know where you're going
and I don't know why,
but listen to your heart
before you tell him goodbye
"
Listen to Your Heart ~ Roxette

Erano entrambi fuori dalla stanza degli ospiti del Garden di Balamb. Rinoa Heartilly intrecciò le dita dietro la schiena, agitata senza un motivo preciso, e teneva la testa bassa, disegnando cerchi invisibili sul pavimento con il piede destro.

Non c'era nessun altro nel corridoio, al momento. Erano tutti nel salone delle feste, a godersi la festa per la vittoria sulla malvagia Strega del futuro, Artemisia. Il forte ritmo della musica, grazie a Selphie che faceva il DJ, riecheggiava nei corridoi.

"È stata una lunga giornata," disse Squall, spezzando il silenzio mentre si passava una mano tra i capelli.

Rinoa lo guardò, sorridendo. "Comandante Leonhart, una lunga giornata è un tale eufemismo." Sconfiggere una strega del futuro, restare intrappolati nella Compressione Temporale, trovare la persona che si amava che non respirava steso a terra - no, non era stata solo una lunga giornata. Era stato un inferno.

Una traccia di sorriso attraversò la faccia del giovane Comandante SeeD, dandogli l'aspetto del giovane che era, nonostante le occhiaie e i capelli spettinati. "Hai ragione, signorina Heartilly."

Rinoa si portò una mano alla bocca, cercando di reprimere uno sbadiglio.

"Stanca?"

"Molto." La Strega annuì, cercando di restare sveglia. Era stata davvero una dura giornata.

"Allora ti lascio riposare. Ci sono già dei vestiti di ricambio nella stanza." Squall indicò la porta con la testa. "Buonanotte, Rinoa."

Poi la guardò con curiosità, mentre lei lo guardava come se fosse una qualche specie di apparizione. "Che c'è che non va?"

Lei scosse la testa e disse, "niente." Poi piegò la testa di lato. "Mi assicuro solo che tu sia reale."

"Sono qui," la rassicurò Squall, e parve sollevato.

La strega fece un passo avanti, e alzò la mano per accarezzargli il viso. Squall, che non era abituato ad essere toccato, si irrigidì un po', ma poi si rilassò gradualmente.

"Pensavo di averti perso per sempre," sussurrò Rinoa. "Vederti là senza vita è stato molto doloroso."

"Ma mi hai riportato qui." Squall mise una mano su quella che lei aveva ancora sulla sua guancia, e se la portò alle labbra. "Sei il mio angelo."

Rinoa ritrasse la mano. "No. Sono diventata un mostro."

Squall ridusse gli occhi a fessure. "Non dirlo. Perché non lo sei." Le spostò le dita sul collo fino al mento, alzandole la testa così da guardarla negli occhi. "Ti ho quasi persa - quando eri in coma, nello spazio, alla Dimora, e nella Compressione Temporale. Non sono mai stato così distrutto nel perdere qualcuno. Anche nella Compressione Temporale, tutti i miei ultimi pensieri erano di te."

Gli occhi di Rinoa si riempirono di lacrime, mentre si guardava riflessa nei suoi occhi d'acciaio. Non aveva mai visto Squall in quello stato. I suoi occhi contenevano la più cruda sincerità, tanta quanta la paura nella sua confessione. Non aveva mai immaginato che lui sarebbe stato così, in quello stato - oltretutto davanti a lei. Non c'era più lo stoico Comandante SeeD che metteva soggezione. Ora c'era solo Squall Leonhart, l'uomo che aveva perso la gioventù per essere il forte soldato che era, ma comunque il bambino spezzato rimasto da solo al buio.

"Per favore," lo pregò dolcemente Rinoa. "Per favore, rimani con me stanotte. Mi sentirei meglio se ci fossi tu con me."

Squall guardò Rinoa divertito, con un sorrisetto; si mise le mani sui fianchi e si abbassò a guadarla dritta negli occhi. "È contro le regole del Garden che studenti del sesso opposto dormano nella stessa stanza, signorina Heartilly."

Rinoa imitò la sua postura. "Non studio qui," disse lei, come fosse un dato di fatto. "E nemmeno tu."

"Non sarei un buon esempio."

"Mi prendi in giro, Comandante?" Piegò la testa di lato e inarcò un sopracciglio. "Va bene, allora," disse sfidandolo. "Buonanotte."

"Sei adorabile quando sei arrabbiata." Fermandola contro il muro, Squall posò le mani ai lati della sua testa, contro la porta. "Certo che resterei con te. Io stesso non posso perderti di vista."

Sorridendo, Rinoa gli prese la mano. "Vieni."

*~*~*~*~*

"Rinoa, che c'è che non va?" Squall si svegliò nel cuore della notte, scosso dai lamenti di Rinoa e dal suo incessante agitarsi e voltarsi nel letto. Accese la lampada del comodino, riempiendo la stanza di una luce calda e fioca. "Rinoa, svegliati." La scosse dolcemente prima di prenderle entrambi i polsi, e glieli premette ai lati della testa sul letto prima che lei iniziasse a graffiarsi. "Svegliati, Rinoa. Sono qui."

Sistemandosi sopra di lei per evitare che si facesse del male, Squall aspettò finché i movimenti cessarono, notando il sudore che le imperlava la fronte, mentre il respiro tornava normale.

Rinoa poi aprì gli occhi, sbattendo le palpebre per mettere a fuoco. "Squall?" chiese strizzando gli occhi.

Sollevato, Squall le lasciò le mani e si sollevò sul gomito per guardarla. "Avevi un incubo."

"Un sogno," borbottò Rinoa passandosi la mano sulla fronte. Chiuse gli occhi. "Ho sognato di essere Artemisia." Si voltò verso Squall. "Ti avevo ucciso... e..."

"No. Tu non sei Artemisia." Il Comandante alzò la mano e le scostò le ciocche di capelli dalla fronte. "Sei Rinoa, la strega più dolce e bella che sia mai esistita."

Rinoa spalancò gli occhi al commento di Squall. Era davvero un nuovo lato di Squall quello che stava vedendo. Un passo avanti dal SeeD reticente che aveva incontrato al ballo mesi prima. Come, come poteva dirle quelle parole con tanta facilità, adesso? E doveva essere un complimento.

Lo guardò, cercando indizi nei suoi occhi tempestosi. C'era: la preoccupazione, la sincerità, e che altro - affetto? Poteva ancora meritarlo adesso che era libera e temuta dalla gente?

"Edea è una donna bellissima e dolce, Squall. Eppure..." Scosse la testa e si tirò su a sedere. "Non dovrei essere qui. A cosa stavo pensando? Non dovrei essere qui. Potrei fare del male a qualcuno. Io..."

"Non pensare così," rispose Squall, tirandosi su a sedere e prendendola tra le braccia. Le fece appoggiare la testa al suo petto e le passò le dita tra i capelli. "Non ci sono streghe pazze adesso, Rinoa. E tu mi hai salvato più di quanto potessi ferirmi. Ti ho appena riavuta."

Si ritrasse leggermente per poterla guardare direttamente negli occhi. "Non mi sono mai sentito così distrutto come quando ti ho vista bloccata ad Esthar. Quando ti ho liberata, ho giurato che non avrei mai più permesso che ti succedesse qualcosa." La scosse dolcemente, costringendola a guardarlo. "Ascoltami Rinoa, ti proteggerò. Sarò il tuo cavaliere, se me lo permetterai. Chiederemo aiuto alla Madre, e insieme possiamo aiutarti a controllare i tuoi poteri. Per favore..."

Squall chiuse gli occhi, come se fosse addolorato. Vedendolo così, il leader senza paura della SeeD così vulnerabile, il cuore di Rinoa si spezzò. Come poteva anche solo renderlo felice?

Lui riaprì gli occhi, con la determinazione che ardeva. "Non andartene."

Proprio lì e in quel momento, Rinoa sentì di vedere Squall, il bambino, che era stato lasciato solo nella pioggia. Soffrì per lui. Voleva scacciare via con i baci il suo dolore, ma come poteva farlo ora che sapeva di essere la causa della sua ansia? Voleva esserci per lui, sempre. Ma a lungo andare, poteva lui reggere le critiche che avrebbe ricevuto per la relazione con la strega della nuova generazione? Cavolo, era lei ad aver liberato Adele e a lanciare di nuovo il mondo nel caos.

"Non voglio farti del male," disse Rinoa. Era il meglio che potesse mettere insieme.

Squall annuì, per il momento soddisfatto, e le baciò la fronte. "Riposa, Rinoa. È stata una lunga giornata. Starò con te. Farò in modo di essere tutti e due al sicuro. Ti fidi di me?"

È di me che non mi fido, non di te. "Sì," sorrise Rinoa, rassicurandolo.

Si stesero di nuovo sul letto, spensero la lampada, e si godettero la luce della luna che filtrava dalla finestra. Chiudendo gli occhi, Rinoa si girò sul fianco, ancora incerta che Squall acconsentisse a farsi toccare.

Fu colta alla sprovvista quando fu Squall stesso a metterle un braccio intorno e ad attirarla a sé, così da avere la sua schiena contro il petto.

"Sarò qui quando ti sveglierai," le sussurrò all'orecchio. E la sua voce consolante bastò a farla cedere al mondo dei sogni. Stavolta non sognò la landa desolata della Compressione Temporale, ma il campo fiorito delle loro promesse.

*~*~*~*~*

"Dormito bene?" chiese Squall quando Rinoa finalmente si svegliò. La luce del sole che filtrava dalla finestra illuminava la stanza. Erano entrambi sul fianco, e si guardavano.

"Sì," mormorò Rinoa. "Ho sognato che dormivamo al campo fiorito. È il sogno più consolante che io abbia mai fatto." Quando Squall annuì soltanto e non rispose, lei aggiunse, "a cosa pensi?"

"È la prima volta che dormo con una donna."

"Ne sono onorata, Comandante." Un sorriso si dipinse sul volto di Rinoa.

"Dovresti." Squall ricambiò il sorriso, facendo battere il cuore a Rinoa. Doveva vedere più spesso questo lato di lui.

"Che ore sono?" chiese Rinoa, cercando di liberarsi della sonnolenza del mattino.

"Le undici e trentaquattro."

"Oh mio Dio! È tardi!" Rinoa cercò di alzarsi. "Perché sei ancora qui? Ti ho ho trattenuto?"

"Rilassati," le disse Squall. "Abbiamo appena combattuto e vinto una battaglia enorme. Ed è appena finita una grossa festa. Sono tutti ancora stanchi, e forse dormono ancora."

"Ma-"

"Mi piaceva guardarti dormire."

"Mi hai guardato per quanto tempo?" Rinoa si appoggiò alla testata del letto e lo guardò scettica, con un sopracciglio inarcato. "Mi stai nascondendo qualcosa, Comandante Leonhart?"

"Parli molto persino nel sonno."

Rinoa spalancò gli occhi. "Che ho detto?"

Il SeeD fece solo un sorrisetto e uscì del letto, ancora in jeans e maglietta.

"Squall!" Rinoa si finse irritata, imbronciandosi e incrociando le braccia mentre soffocava una risata. "Ho detto molte cose?"

Squall la guardò, con gli occhi che luccicavano di divertimento. Alla fine, si abbassò e la baciò sulla fronte. "Anch'io ci sarò sempre."

Cosa? Aveva fatto promesse dormendo? Oh.

"Andiamo a far colazione. Il Garden di Balamb ha i panini migliori," disse Squall, alzandosi e andando alla porta. "Ci vediamo tra qualche minuto. Mi cambio solo i vestiti."

*~*~*~*~*

Non poteva ignorarlo. A prescindere da quanto la sua mente le gridasse di concentrarsi semplicemente sul cibo e non guardarsi intorno nella mensa, non poteva evitarlo. La stavano guardando tutti.

Vecchi e giovani, maschi e femmine, chiunque passasse accanto al loro tavolo alla mensa guardava sempre lei e il Comandante prima di tornare ai propri gruppetti e mettersi a bisbigliare. Alcuni avevano espressioni e sorrisi innocenti, altri li guardavano con fronte corrugata e occhi sprezzanti. La metteva a disagio.

Morse il suo panino; era davvero delizioso. Non la stupiva che praticamente tutti alla mensa lo ordinassero. Rubò uno sguardo in direzione dell'uomo meraviglioso seduto vicino a lei. Anche con i capelli in disordine e una semplice maglietta e pantaloni di lino, sembrava comunque fresco e ipnotizzante come sempre. Forse era per quello che li guardavano tutti. Lui era semplicemente troppo per lei.

Sentendosi osservato, Squall alzò gli occhi dal piatto e incontrò quelli di Rinoa. "Cosa c'è?"

Colta sul fatto, Rinoa arrossì e scosse la testa. "Niente."

Squall guardò brevemente la folla. "Non preoccuparti degli altri."

"Non lo faccio." E sto fallendo miseramente.

"Bene." La guardò. "Non ho mai mangiato qui con qualcuno, prima."

"Davvero?" Non c'era nessuno con cui condividessi il cibo?

Squall annuì, impassibile. "È nuovo per la gente."

"Allora farei meglio ad andare. Sto attirando attenzione."

"Non mi importa che mi vedano con te."

Cosa? Rinoa lo guardò sbattendo le palpebre, confusa. Deglutì guardandolo negli occhi, pieni solo di tristezza e sincerità. Perché era lei quella imbarazzata dalla cosa? Diamine, l'aveva baciata sul balcone la notte prima, ed erano persino stati ripresi. "Bene."

All'improvviso, il sistema di comunicazione interno risuonò della voce del Preside Cid Kramer.

"Cid mi sta aspettando," disse Squall, poi si voltò verso Rinoa.

Vedendo che era a disagio, Rinoa sorrise per rassicurarlo. "Farò un giro. Forse Selphie e gli altri sono già svegli."

*~*~*~*~*

Dopo che Squall fu andato a parlare con il Preside, Rinoa decise invece di andare in biblioteca. La mancanza di gente e il silenzio di quel posto la confortavano. Era un buon rifugio, soprattutto quando tutti la guardavano a bocca aperta in corridoio. Non riusciva a capire perché. Era per quello che era diventata?

Camminando tra le scansie piene, Rinoa pensò alla prima volta in cui Squall l'aveva portata a fare un giro del Garden. Sembrava che fossero passati secoli. Era stato riluttante, allora, restio a cedere. Sì, era lo stoico Squall Leonhart, la stessa persona che era saltata volontariamente nello spazio e alla Dimora della Strega per salvarla. Come poteva essere successo?

Chinandosi, la strega lesse i titoli dei libri di tattica militare. Era distratta, quando sentì voci soffocate dall'altra parte della scansia. Sbirciando tra gli spazi del libri, vide due ragazze più o meno della sua età, con l'uniforme del Garden.

"È stato uno spettacolo ieri sera!" disse la ragazza a sinistra, bionda e con la treccia. "Non avrei mai pensato di vivere fino al giorno in cui il Comandante avrebbe baciato qualcuno in pubblico! Voglio dire, è Squall Leonhart, per amor del cielo!"

Rinoa arrossì di infine sfumature di rosso. Era stato il bacio della notte prima alla festa. Sul balcone. Erano stati solo loro due. Erano stati troppo assorbiti dalla loro nuvoletta privata per prestare attenzione a tutti gli altri. Quanti li avevano visti, a parte Selphie e Irvine?

"Lo so!" rispose l'altra, castana e con i capelli sciolti. "Chi avrebbe pensato che tutto questo casino di Guerra della Strega finisse con una storia d'amore? Oh, vorrei essere stata nella squadra che ha combattuto la Strega, se avessi saputo che il Comandante si sarebbe innamorato di me!"

"Ho sentito che era una sua cliente, prima di tutto questo," rispose la bionda.

"Prima che quella donna diventasse una Strega lei stessa."

Quella donna. Quindi era quella donna per gli altri. E una Strega, oltretutto. Rinoa si sentì rivoltare lo stomaco. Ovviamente, Squall aveva il suo gruppo di fan. Ma era la prima volta che incontrava qualcuno che lo diceva apertamente. Quindi molte ragazze probabilmente facevano di tutto per essere notate da lui. La domanda era, perché aveva scelto lei?

"Quindi cosa pensi che succeda adesso? Quella donna è una Strega. Questo è il posto in cui ci addestriamo per liberarci delle Streghe! E adesso, ce n'è una tra di noi! Potrebbe non essere pericolosa adesso, ma chi lo sa!"

"E quel che è peggio è che è legata al Comandante. Quando impazzirà, oh mio Dio, lui potrebbe persino non combattere contro di lei."

"O peggio, potrebbe essere il suo Cavaliere! Sai, il suo cagnolino! Cosa succederebbe al Garden? Al mondo per come lo conosciamo!"

"Sarebbe l'Apocalisse per noi!"

Tutto il suo corpo tremava, il respiro era affrettato. Non poteva più sopportarlo. Fiondandosi fuori dalla fila di scansie, Rinoa si scontrò inaspettatamente con qualcuno.

"Rinoa."

Era quella voce. La voce che poteva facilmente farla sciogliere. Lo guardò, e vide l'espressione preoccupata sul suo viso, e quel sospiro di sollievo.

"Ti ho cercata dappertutto," le disse Squall prendendole la mano. "Andiamo."

"Com'è andata la chiacchierata con il Preside?" chiese Rinoa, cercando di fare del suo meglio per ignorare gli sguardi degli studenti a cui passavano accanto nei corridoi. Guardò Squall: lui non sembrava affatto interessarsi agli altri.

"La direzione del Garden da adesso in poi." Si fermò un attimo. "Tu."

"Io?"

"Ha detto che sarà più che felice di darti spazio al Garden, se vuoi restare."

"Restare? Ma ero solo una tua cliente. Non faccio in alcun modo parte del Garden."

Ma sei una parte di me, pensò Squall. Sospirando, borbottò, "non eri solo nostra cliente, Rinoa. Hai combattuto con noi. Hai avuto un grosso ruolo nella guerra. In un certo senso, è il modo di Cid di ringraziarti."

Ero un'estensione di Artemisia nel mondo, si disse Rinoa. Ma era un'offerta allettante. Poteva stare con Squall. Ma d'altra parte...

"Sono una Strega, Squall. Non posso stare qui."

"Rinoa, ne abbiamo già parlato." Squall si passò una mano tra i capelli. "Non sei malvagia."

"Non ancora, Squall. Non sono ancora malvagia. Un giorno, io..." Rinoa si fermò, notando che erano già nel mezzo della sala da ballo del Garden. Le sedie erano già spostate ai lati, i tavoli sistemati ordinatamente, senza macchie né disordine. Era come se non ci fosse affatto stata una festa selvaggia.

La Strega si mise davanti al SeeD e gli strinse le braccia al collo. "Non voglio parlarne adesso. Dammi un po' di tempo per pensarci."

"Mi piacerebbe che lo facessi," rispose Squall, circondandole la vita e abbassandosi fino a toccarle la fronte con la sua. "Balliamo. Ieri notte non ci siamo riusciti."

*~*~*~*~*

Squall era al suo quarto margarita, e ancora incapace di ottenere l'oblio dei sensi, quando lei finì di suonare il pianoforte. Era la prima volta che la sentiva suonare, ed era davvero brava. Guardandola adesso, otto mesi dopo che lei aveva lasciato il Garden senza dire una parola, le sembrò ancora più bella. Aveva un morbido abito rosso che sottolineava le sue curve e la carnagione pallida, i capelli erano più lunghi, e sembrava ancora più matura.

Mentre la guardava dall'angolo del bar dell'albergo, Squall ricordò il sogno che aveva fatto di Laguna e Julia. Lo deluse il fatto che in quel momento era come Laguna - un soldato che guardava la donna che amava mentre suonava il pianoforte la notte, in attesa, aspettando di essere notato da lei. Ma stavolta la loro storia sarebbe finita alla stessa maniera dolceamara di Laguna e Julia?

Rinoa infine si alzò e si inchinò sorridendo al pubblico. Come gli era mancato quel sorriso. Il giovane Comandante socchiuse gli occhi quando lei guardò un uomo vestito di un completo giacca e pantalone, seduto davanti, e annuì.

Un altro uomo, che lavorava all'albergo, salì sul palco e le consegnò un mazzo di fiori. Lei ebbe un'espressione stupefatta e divertita nel riceverli, soprattutto quando l'uomo le sussurrò qualcosa.

Esaminando la folla, lei infine lo trovò. Era vestito come lo ricordava lei; maglietta bianca, jeans, quelle cinture che non aveva idea di come lui riuscisse a portare così, e la giacca nera con il colletto di pelo. La sorprese il fatto che dopo tutto quel tempo, il suo aspetto attraente e intimidatorio le mozzasse il respiro.

La stava guardando intensamente - gli occhi azzurro acciaio che incontravano i suoi. La fece rabbrividire, imbarazzata, e incasinata allo stesso tempo. Come poteva avere ancora quell'effetto su di lei?

Aspettò che il pubblico tornasse a bere e chiacchierare, e poi raccolse tutta la forza per muovere le gambe e andare dall'uomo che le aveva appena sconvolto il mondo con un solo sguardo.

"Ciao," disse Rinoa, chiedendosi se stesse arrossendo sotto il sguardo di falco.

"Ciao," rispose Squall, con il viso inespressivo.

"Posso sedermi?"

Squall annuì e le fece spazio sul cuscino in pelle.

"Grazie dei fiori," iniziò Rinoa, con lo sguardo fisso sul bouquet.

"Mh."

"Allora, cosa ti porta a Deling? Rimarrai qui molto?"

"Un incontro con gli ufficiali del Garden di Galbadia. È l'ultima notte che passiamo qui."

Perché suo padre non le aveva detto che i SeeD del Garden di Balamb erano in visita a Galbadia? Avrebbe potuto evitare quella visita inaspettata, se l'avesse saputo. "Oh. Come vanno le cose al Garden?"

"Siamo più occupati che mai," disse Squall, bevendo un sorso. "Non voglio parlare di lavoro adesso."

Rinoa annuì, comprensiva. Questo imbarazzante parlare del più e del meno la stava uccidendo. "Bene."

"Camminiamo un po'?"

La domanda bastò a farle finalmente alzare gli occhi su di lui. La sua mente gridava "no!" ma tutto quello che disse fu "certo."

Come poteva mai resistergli?

Uscirono dall'albergo nel vasto giardino, dopo che Rinoa ebbe chiesto a un impiegato dell'albergo di mettere i fiori nella sua stanza. Arrivarono alla ringhiera, con i grilli che cantavano e l'acqua che gorgogliava nella fontana più avanti. Quando giunsero a un piccolo ponte ad arco, Squall si appoggiò alla ringhiera in pietra e guardò il laghetto sottostante, che rifletteva il cielo stellato.

"Perché te ne sei andata?" chiese.

Rinoa gli fissò la schiena. Sapeva già che sarebbe arrivata quella domanda. Ma non significava che fosse preparata al colpo. "Perché era la cosa giusta da fare," riuscì a dire.

Passò un momento di silenzio. Ogni secondo che passava la uccideva. "Squall," insistette.

"Era giusto andarsene senza una parola?"

Hyne, è arrabbiato. Poteva capirlo anche se la sua voce era impassibile come sempre. Ovviamente aveva ogni diritto di esserlo. Era colpa sua. Lei lo aveva lasciato. Ferito. Non era diversa da Ellione, che era semplicemente svanita dalla sua vita un giorno. Avrebbe dovuto odiarla. Ecco. Avrebbe dovuto. Era la cosa migliore.

Lui si voltò. "Facendo la cosa giusta, Rinoa, sei più felice adesso?"

No. "Sì," lo sfidò Rinoa. Non gli avrebbe permesso di distruggere la sua determinazione. "E dovresti esserlo anche tu."

"È vero. Dovrei," disse Squall. "Ma non lo sono." Fece qualche passo per avvicinarsi a lei. "Dimmelo, Rinoa. Dimmelo e poi me ne andrò."

Rinoa lo guardò negli occhi tempestosi. "Perché non voglio essere legata a te."

"Per quello che pensi di essere diventata?"

"Quello che penso di essere diventata? Davvero, Squall? Se non te ne sei ancora accorto, sono la Strega di questa generazione."

"Lo so."

Dove sta andando a parare? "Bene, allora. Allora non dovrei spiegarti altro. Perché questa semplice cosa ne spiega molte. Puoi andare adesso, Comandante Leonhart."

"Non prendermi in giro, Rinoa," le disse Squall prendendole un braccio. "E non vado da nessuna parte finché non abbiamo chiarito questa cosa."

Rinoa se lo scrollò di dosso. "Dannazione, Squall. Devo farti lo spelling?! Sono una Strega! Sai cosa ho fatto nella Guerra della Strega. Potrebbe succedere di nuovo. Ho questi poteri dentro di me che stanno solo aspettando di esplodere, e non so nemmeno se sono forte abbastanza da non permettere che succeda!"

"Ci stai pensando troppo."

"Pensando troppo?!" Rinoa ripeté le parole come fossero veleno sulla sua lingua. "Come posso non pensarci troppo quando so perfettamente come la gente mi guarda, come se fossi una specie di maledizione che cammina, come mi parlano alle spalle, e come le madri nascondono i figli quando mi vedono!"

Fece un respiro profondo. "Non lo vedi, Squall? Tu sei il capo dell'organizzazione che elimina le Streghe. E io sono la Strega. Prima o poi perderò il controllo. E non voglio che tu ci pensi due volte ad uccidermi quando succederà."

Lei chiuse gli occhi, ricordando dolorosamente quello che avevano detto le ragazze alla biblioteca. E quel che è peggio è che è legata al Comandante. Quando impazzirà, oh mio Dio, lui potrebbe persino non combattere contro di lei.

O peggio, potrebbe essere il suo Cavaliere! Sai, il suo cagnolino! Cosa succederebbe al Garden? Al mondo per come lo conosciamo!

No. Non avrebbe lasciato che accadesse. Non lo avrebbe messo in quella posizione. Lui meritava molto di più. "Mi dispiace di averti ferito, Squall. Me ne sono andata perché volevo salvarti dal giudizio degli altri. Persino le persone al Garden pensavano che se avessi perso il controllo tu saresti stato dalla mia parte. E il Garden perderà il suo leader.

Allora ho pensato che... avremmo dovuto accettare fin da subito che non avremmo avuto alcuna pace, se fossi rimasta. Meriti una persona molto migliore, Squall. Ti sei perso molte cose nella vita. Io macchierei solo il tuo nome. Non ti ho detto niente perché sapevo che mi avresti convinta a restare. E so che se l'avessi fatto, non sarei riuscita ad andarmene."

"Hai finito?" disse Squall. Le prese le spalle, tenendola ferma. Lei avrebbe potuto spingerlo via, ma si fermò quando vide che i suoi occhi si erano addolciti. "Non ti ucciderei mai," disse.

"Lo so. È di questo che ho paura. Quando succederà il peggio, sarà quello che dovrai fare."

"Non eri tu quella che mi ha detto di contare sugli altri e non affrontare le cose da solo? Eppure adesso sei tu a tirarti indietro. Non è da te, Rinoa." Squall la scosse dolcemente, così che lei lo guardasse. "La Rinoa che conosco non direbbe cose come queste. Vede sempre il meglio in tutto. In tutti. È quella la donna di cui mi sono innamorato."

"E io non ho mai pensato che lo Squall che conoscevo avrebbe detto cose come queste," rispose Rinoa, con un piccolo sorriso, mentre gli occhi le luccicavano di lacrime. Che cos'aveva fatto per meritare un uomo così meraviglioso?

Vedere il suo sorriso lo rese felice e lo spinse a ricambiare. "È perché una cliente testarda è entrata nella mia vita. Dico sul serio, Rinoa. Non te lo lascerò affrontare da sola. Non vado da nessuna parte. Appoggiati a me. Ne usciremo insieme. Io e te. E ce la faremo. Devi solo fidarti di me."

"Oh, Squall." È di me che non mi fido. Non di te.

"Non mi importa cosa pensano gli altri. Ho vissuto tutta la vita fregandomene di cosa pensano di me. Mi prenderò cura di te, Rinoa. Ti proteggerò. Resta con me."

Mai nella sua vita si era aspettata che il potente Squall Leonhart le avrebbe chiesto questo. Che cosa aveva fatto per ricevere questo tipo di affetto da lui? Voleva che restasse con lui. La Strega iniziò a piangere.

"Non farlo." Squall le accarezzò il viso e le asciugò le prime lacrime. "Mi dispiace. So che è difficile per te." La attirò in un abbraccio, e le passò le dita tra i capelli mentre lei singhiozzava. "Ma la Rinoa che conosco non farebbe preoccupare gli altri, combatterebbe insieme a tutti contro tutto."

Quella Rinoa non si era ancora innamorata. E non era nemmeno una Strega, pensò Rinoa abbattuta.

"Torniamo dentro," disse Squall quando lei smise di singhiozzare. Quanto tempo era rimasti lì nel cuore della notte, ad abbracciarsi e basta?

Quando furono alla porta della suite di Rinoa, Squall disse, "torneremo a Balamb domani."

"Fa' buon viaggio."

Un silenzio imbarazzato aleggiò intorno a loro per alcuni laceranti secondi. Fu Squall a spezzarlo. "Allora io... ti vedrò quando ti vedrò. Buonanotte, Rinoa," disse, girandosi sui tacchi per andarsene.

Prima di poterlo fare, Rinoa gli si gettò tra le braccia, gli strinse il collo e lo baciò con ardore e disperazione. Si ritrasse prima che lui potesse anche solo ricambiare. "Buonanotte, Squall."

E poi entrò nella sua stanza e chiuse la porta, chiudendolo fuori dalla sua vita.

*~*~*~*~*

"Vi auguro un buon viaggio di ritorno, signore," disse una giovane matricola galbadiana, facendo il saluto SeeD.

"Grazie per l'ospitalità del vostro Garden," disse Squall ricambiando il saluto.

Aprì il baule del SUV e ci mise la sua borsa da viaggio. Nel chiuderlo, guardò il cielo azzurro. Ma rimase confuso quando vide una piuma bianca che scendeva piano dal cielo.

A occhi spalancati, la guardò scendere lentamente e cadere proprio davanti a lui. Aprì la mano per afferrarla e tenerla, sentendo la sua morbidezza nonostante i guanti. Gli ricordava quel momento nella Compressione Temporale, quando tutti i suoi pensieri erano pieni di lei prima di soccombere all'oscurità.

Poi ci fu uno strattone familiare. Alzò lo sguardo, e come se i suoi pensieri l'avessero invocata, vide la donna accanto ai cancelli del Garden di Galbadia.

Aveva un soprabito beige, in contrasto con i lunghi capelli neri, e le ciocche chiare davano riflessi rossi sotto il sole. Aveva una borsa, e due valigie accanto a lei, per terra. La Strega sorrise e piegò la testa di lato, stuzzicandolo, quando vide l'espressione stupefatta del suo Cavaliere.

"Beh?" lo chiamò. E fu l'unica parola che gli servì, prima di andare da lei e baciarla come se potesse scomparire in un batter d'occhio.

"Beh..." mormorò Squall, sorridendo, quando si separarono per respirare. E sapevano entrambi che era per un nuovo inizio che sarebbe continuato per tutta la loro vita.

*****
Nota dell'autrice: scritta per la challenge Where I Belong.

Nota della traduttrice: Come al solito, ringraziamenti alla mia beta Little_Rinoa e ogni commento verrà tradotto e inoltrato all'autrice originale, e ogni eventuale risposta sarà ritradotta e inserita come risposta alla recensione nei siti che lo permettono. Inoltre, piccolo momento di "promozione" personale: ho aperto anche una pagina Facebook mia, dove segnalo gli aggiornamenti delle traduzioni - tutte, anche di altri fandom - e delle mie storie (i cui aggiornamenti sono più rari, ma vabbè...): la pagina è questa :) Alla prossima! - Alessia Heartilly

   
 
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