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Autore: Lady Orkan    15/04/2013    0 recensioni
Il mondo come lo conoscevate non esiste più, al suo posto, un'unica dittatura che ha spazzato via qualsiasi forma di libertà di espressione. Solo un gruppo di eroi tenta di sopravvivere e di salvare tutti coloro che non hanno intenzione di piegarsi alla dittatura mondiale. E gli Eroi sono Nove, all'assalto del mondo su un aereonave chiamata "Maggot", che custodiscono gelosamente l'ubdicazione del loro rifugio. Un breve racconto un pò steampunk, spero vi piaccia.
Genere: Drammatico, Fantasy, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Il mattino arrivò fin troppo presto. La luce del sole artificiale s'intravvedeva dalla pesante tenda che chiudeva la vetrata, e Hex lentamente ritornò dal regno di Morfeo. Non si mosse per non disturbare One accanto a lei che dormiva su un fianco tenendole un braccio attorno alle spalle. La camera era avvolta nella semi oscurità e lei guardò l'uomo che dormiva accanto, il suo respiro regolare la calmava anche se sapeva già che i suoi demoni sarebbero tornati alla carica appena lui si fosse allontanato. Poi One si mosse nel sonno girandosi sulla schiena, così il suo volto fu illuminato parzialmente dalla striscia di luce che entrava dalla vetrata filtrando dalla tenda. Hex non resistette e si tirò su lentamente per guardarlo.
Aveva i lineamenti di un ragazzino, delicati, con le labbra piccole e carnose. Hex rimase con il fiato sospeso, ecco il volto di colui che si era preso cura di lei durante i lunghissimi giorni di convalescenza. E mentre pensava a quello, One aprì gli occhi lentamente svegliandosi. Lei avrebbe voluto distogliere lo sguardo, far finta di non averlo guardato sapendo che lui non era d'accordo, ma rimase lì, perchè gli occhi charissimi di One l'avevano bloccata e non riusciva a distogliere la vista dal suo meraviglioso sguardo.
One si portò le mani al viso, poi si tirò su sedendosi sul letto e allungando una mano verso la maschera appoggiata alla lampada. Hex gli girò la testa verso di lei e lo baciò teneramente, solo premendo le sue labbra contro le sue. Lui rimase un attimo fermo, indeciso se prendere la maschera o lasciarla lì poi la strinse contro di sé ricambiando il bacio. Scivolarono sotto le coperte nuovamente, il tempo sembrò di nuovo rallentare, gli incubi allontanarsi e la pace tornare fra le sue braccia. One continuò a baciarla prendendole le mani tra le sue accarezzandogliele, passando a stringerle i polsi. Hex s'irrigidì immediatamente, i demoni tornarono con il loro carico di dolore più forte che mai. Lui la lasciò immediatamente.

"Perdonami, non volevo farti del male..."
"No, scusami tu, io... Non volevo ma... E' più forte di me...".

Hex sentì le lacrime riempirgli gli occhi, non voleva respingerlo ma il dolore era ancora troppo forte. One le accarezzò il viso, per un lungo periodo rimasero sotto le coperte, a guardarsi nella semioscurità finchè lui non decise di rompere il silenzio.

"Io non sono nato qui come Eight, ma nel mondo esterno. Avevo una famiglia normale, una casa, un cane e vivevamo tutto sommato felici..." Sospirò, facendosi scuro in viso.
"Poi qualcuno, chissà dove, decise che ciò che faceva e diceva mio padre non andava bene e un mattino vennero a prenderci. Io avevo circa vent'anni, ci separarono e i miei genitori non li ho mai più rivisti... Mi portarono in un di centro di rieducazione, come lo chiamano loro e... Beh, credo che tu sappia che cosa succede in quei posti...".
Hex non poteva credere a ciò che gli stava raccontando. One era passato per lo stesso terribile incubo in cui era finita lei. Il suo dolore, il suo strazio era anche il suo. Forse era per questo che si erano trovati così affini, così vicini.

"Mi hanno trovato Eight e gli altri come è successo con te e mi hanno portato qui. Non è per niente facile per me raccontarti questo, ma volevo che tu sapessi che ti capisco più di quanto tu possa immaginare"
Hex gli prese il volto con le mani e l'attirò a sé per baciarlo ma questa volta con una disperazione che non sapeva di avere. One rispose con la stessa forza che animava lei stringendola così forte da toglierle il fiato. I suoi demoni del dolore scapparono urlando quando lei prese il bordo della maglietta di One per tirargliela via, voleva sentire la sua pelle addosso. Lui si staccò da lei il tempo di farsi passare la maglia sulla testa poi la prese di nuovo d'assalto, sembrava che la sua vita dipendesse dai suoi baci, schiacciandola sotto di sé. Hex per un attimo, si trovò su l'orlo di un abisso meraviglioso, ma il dolore, quello fisico questa volta, la fece gridare.
One la lasciò andare immediatamente tirandosi su facendo leva sulle braccia.

"Mi stavi schiacciando e sono ancora tutta un livido..." gli disse.

One guardò i segni che portava sul volto, si abbassò a baciarglieli uno per uno, scendendo sul collo dove un livido violaceo faceva bella mostra di sé, poi guardò il resto del suo corpo. Aveva ancora lividi, graffi e segni un po' ovunque nonostante fosse già passato del tempo da quando l'avevano portata via dal mondo di sopra.
Un telefono squillò chissà dove nella casa, One sospirò e scivolò fuori dal letto. "Arrivo subito..."
Hex si chiese cosa le era preso. Non si ricordava nulla del suo passato ma non credeva di essere mai stata così audace. Ma One era così irresistibile per lei, e non poteva fare a meno di baciarlo e toccarlo.
One tornò da lei.

"Purtroppo devo andare. Hanno bisogno di me" le disse lui sedendosi sul letto.
Hex si tirò su e One si avvicinò per baciarla.
"Riposati e fa come se fossi a casa tua" le disse prima di alzarsi.
Uscì dalla stanza recuperando la maschera sul comodino, non senza guardarla ancora una volta prima di andarsene.

Incredibilmente Hex si addormentò, un sonno senza incubi finalmente, un sonno forse dettato dalla stanchezza ma che le diede finalmente, un po' di ristoro.
Si svegliò tardi, quando sentì un rumore in casa, aveva dormito tutto il giorno.
One entrò nella sua camera cercando di non fare rumore, ma Hex era già sveglia.

"Ciao..." gli sussurrò.
Lui si sedette sul letto accanto a lei togliendosi la maschera. "Ciao, hai dormito?"
"Sì, tutto il giorno..."
"Hai fatto bene...". Le accarezzò il viso.
"Tu?"
"Io sono tornato in superficie..."
Hex lo guardò preoccupato e One l'accarezzò per tranquillizzarla.
"Niente di che... Tirtheen e i suoi avevano devastato un magazzino e volevano una mano per portare via la roba. La loro aereonave è molto piccola rispetto alla nostra".
"E' andato tutto bene?"
"Sì certo... Hai fame?"
Hex annuì mentre si godeva le coccole di One.
"Allora alzati... Ti aspetto di là..." le disse lui tirandosi su.
Hex si alzò e si vestì, in realtà si mise le calze e la maglietta nera che One aveva lasciato lì quella mattina, poi raggiunse One in sala da pranzo. Lui aveva già apparecchiato due posti vicini e stava prendendo un vassoio dal portavivande. Trasalì a vederla arrivare praticamente svestita, ma non le disse nulla e posò il vassoio sul tavolo aprendolo. Dentro c'era un pollo arrosto con contorno di verdure. Il profumo della pietanza invase la stanza e Hex si rese conto che aveva davvero fame.
Si sedette al tavolo e si servì mentre One si sistemava davanti a lei. Mangiarono in silenzio e One parlò solo quando vide che Hex aveva finito.

"Vuoi ancora qualcosa?"
"No, va bene così. Ma chi cucina?" gli chiese.
"C'è una mensa aperta ventiquattr'ore che serve tutta la città"
"Questo posto è incredibile..."
"Sì, sorprende ancora me nonostante sia qui da anni".

One prese i piatti, li mise sul vassoio e li portò al portavivande. Hex si alzò le lo raggiunse.

"Io ho dormito tutto il giorno e adesso non ho sonno..."
"Possiamo sistemarci in salotto, ho dei libri"
"Va bene"

Si presero per mano e si spostarono in salotto. Mentre passavano nel corridoio, Hex si fece più vicina, le piaceva il contatto contro la sua divisa nera, One si voltò a guardarla, aveva la maschera sollevata sul volto quindi Hex poteva vederlo in viso. I suoi occhi azzurri le toglievano il respiro tutte le volte che la guardava e non poteva distogliere lo sguardo, per lei erano ipnotici. All'improvviso gli passò una mano attorno al collo e l'attirò a sé per baciarlo. One rimase un attimo sorpreso poi la strinse contro di sé ricambiandola. Rimasero così, nel silenzio assoluto di quella casa enorme nonostante Hex avesse l'impressione che il battito del suo cuore impazzito rimbombasse tra quelle pareti. Stava scivolando di nuovo verso l'abisso mentre i suoi demoni urlanti scappavano lontano da lei e si chiedeva se... Se fossero andati oltre a quei baci appassionati i suoi demoni l'avrebbero lasciata in pace per sempre.
Lasciò One anche se non smise un attimo di abbracciarlo e i loro sguardi s'incontrarono. Gli occhi di One si erano fatti scuri, il suo bacio aveva risvegliato in lui qualcosa che era rimasto addormentato per parecchio tempo. Lei gli sorrise arrossendo e lo prese per mano conducendolo verso la sua camera, One la seguì docilmente, per poi abbracciarla alle spalle una volta entrati nella camera. Hex sospirò chiudendo gli occhi, i demoni erano acquattati da qualche parte ma se ne stavano lontano e le braccia di One erano così meravigliose. Sentiva il suo respiro sul suo collo, voleva rimanere così per sempre. Ma One la fece voltare verso di lui, erano così vicino che le loro labbra si sfioravano.

"Io devo sapere una cosa – la voce di One era un morbido sussurro nell'oscurità- Dimmi se lo fai per gratitudine o se lo vuoi davvero"
Hex lo fissò negli occhi, quasi senza fiato per ritrovarsi così vicino a lui. "Io ti amo".
Le sue parole per un attimo rimasero come sospese nell'aria, a Hex non importava se One la ricambiasse o meno, ma era quello che provava lei e non poteva più tenerselo dentro.
One non disse nulla, la baciò di nuovo, con passione, stringendola forte contro di sé. La notte artificiale ormai era scesa sulla città, Hex prese One per mano e lo portò vicino al suo letto mentre gli slacciava il colletto della divisa. One si tolse la maschera e la lasciò cadere sul pavimento, seguita dalla sua divisa e dalla maglietta che indossava Hex.
Hex lo strinse contro di sé mentre One le baciava il collo accarezzandola. Sorrise nelle tenebre, non poteva fare a meno di One, della sua pelle, del suo respiro. E finalmente, i suoi demoni l'avevano lasciata in pace. Almeno per quella notte.
   
 
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