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Autore: I m a witch    15/04/2013    0 recensioni
A distanza di quasi vent'anni da quella che sembrava essere la fine di tutto, Satsuki e Ren Ichinose riporteranno alla luce le vicende riguardanti i gruppi Blast e Trapnest, vicende che, ancora oggi, costituiscono vecchie ferite non ancora risanate...
Questa è una storia di nuovi amori, di ritorni e di addii, di nuove speranze e ambizioni...
Questa è la storia di chi non ha mai davvero dimenticato il proprio passato. Mai.
-IN REVISIONE-
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Shinichi Okazaki
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 1


 
Prologo



"Per oggi basta così: ho già fatto fin troppo!"
Satsuki gettò la matita sopra la montagna di libri che le stava davanti, stiracchiandosi e sbadigliando fino a slogarsi quasi la mandibola.
Erano mesi che tentava di studiare quella materia, senza mai riuscire a concentrarsi abbastanza. Sfogliò a ritroso le pagine del libro, osservando quelle appena studiate. Sorrise soddisfatta. Da due anni frequentava l'università: aveva vent'anni e le sembrava che mille porte fossero aperte davanti a lei. 
Guardava il futuro con la mente piena di aspettative. 
Chi o cosa avrebbe dovuto ostacolarla, del resto? 
Era una ragazza bella e intelligente e aveva una famiglia perfetta. Voleva molto bene a sua madre, così lunatica e solare, a suo padre, dall'aria sempre severa ma che si scioglieva sempre quando lei gli faceva gli occhi dolci, e suo fratello era...
«Satsuki, mi aiuti con la matematica per favore?»
Satsuki sospirò. Beh, suo fratello, Ren, era un amore... quando non rompeva.
«Ren, ho appena finito di studiare, ti supplico, e poi lo sai che odio la matematica!»
«Ti prego sorellona, per favore, tra un'ora ho lezione!» i grandi occhi di suo fratello la guardavano supplici attraverso il ciuffo biondo che sfuggiva al resto della sua scombinata zazzera.
«Non puoi chiedere a mamma?»
Ren la guardò di traverso.
«Andiamo, dici sul serio? Si tratta di equazioni, non di biscotti..!»
Satsuki cedette facilmente, ruotò gli occhi al soffitto e disse:
«E va bene! Prendi quella sedia e vieni qui.- gli indicò una sedia in fondo alla stanza e gli fece  un po' di spazio nella scrivania -Al diavolo tu e la tua chitarra! A che ti serve prendere lezioni se potresti insegnare al tuo maestro...!»
 «Non lo chiedere a me, è papà che insiste per farmi andare a lezione... e poi non offendere il mio maestro, lo sai che se Naoki sapesse come parli di lui gli si spezzerebbe il cuore!» suo fratello le fece un sorriso a trentadue denti accompagnato da un occhiolino.
Aveva già diciotto anni ma ai suoi occhi era ancora un bambino. Eppure, quel ragazzo era già tra i più grandi chitarristi del Giappone. Se fosse per i suoi natali o per il suo nome o per pura e semplice passione, Satsuki non l'avrebbe saputo dire di preciso: sapeva solo che un po' lo invidiava.
Tutti nella sua famiglia o tra i suoi conoscenti avevano un talento. Persino sua madre, nel suo piccolo, era un'ottima cuoca, nonché particolarmente portata nell’antica arte della vestizione.
Lei, invece, non aveva nessun talento in particolare. Era duro crescere tra così tanti artisti senza neanche essere leggermente intonata, o avere quanto meno una minima coordinazione cervello-dita. Per lo meno sapeva suonare il tamburello, al karaoke, ma siamo seri: quante band di successo vantano tra i propri membri un “tamburellista”?
Ricordava ancora quanto suo padre, per anni, avesse tentato di farle prendere lezioni di canto, ma tutti i maestri si dichiararono sconfitti non appena apriva bocca, dunque aveva pensato che, forse, il suo talento fosse nella chitarra; poi nella batteria, nel basso, nel violino. Niente da fare!
Cercò di concentrarsi sulle equazioni di Ren ma, come ogni volta che studiavano insieme, si misero a scherzare e a prendersi in giro e il tempo volò così, senza che avessero risolto nemmeno mezzo esercizio.
«Ren! Papà è sotto casa che ti aspetta, sbrigati!»
La voce di loro madre arrivava attutita da dietro la porta. Quando entrò e li vide che ancora studiavano, si accigliò.
«Non dirmi che non hai ancora finito, signorino...!»
«Ehm...ok, non te lo dico!» Ren sorrise col suo solito sguardo innocente.
Loro madre mise i pugni sui fianchi, che lei stessa definiva davvero tanto, ma troppo larghi.
«Ren! Stavi iniziando a recuperare i brutti voti dello scorso trimestre, non mettere di nuovo la scuola in secondo piano!»
«Non ti preoccupare, mamma, non succederà più! Ora, però, devo proprio scappare, altrimenti papà mi uccide!»
Le passò accanto e, vedendo ancora la madre con le mani ai fianchi, le diede un bacio sulla guancia.
«Lo sai che sopravvivrò anche senza scuola, non fare così! Bye!» detto questo, prese il chiodo rigorosamente in pelle nera, la sua fedele Ibanez e sparì dietro la porta.
«E' inutile, non imparerà mai...!» sua madre sospirò sconsolata.
Si riprese subito e la guardò con aria raggiante.
«Che dici tesoro, approfittiamo dell'assenza dei maschi per andare a fare un po' di shopping? Devo comprarmi qualche crema... le rughe mi stanno devastando!» disse, portandosi una mano sulla guancia.
«Ma che dici mamma, lo sai che sei sempre bellissima!» la rassicurò Satsuki, abbracciandola.
Era davvero bella; guardando le sue foto da ragazza si accorse che non era cambiata molto, tranne per quei pochi chili in più che non la rendevano brutta, ma che semplicemente la facevano un po' più mamma, per così dire. Più donna.
«Oh, grazie Satsuki! Penso che ti comprerò un bel vestito nuovo!»
 
 
 
Sua madre correva da un marciapiede all’altro delle strade di Tokyo, nemmeno fosse stata una pallina da flipper impazzita, ammirando estasiata le vetrine dei negozi.
«Forza Satsuki, entriamo in questo negozio, guarda che belle scarpe!» disse e, saltando dalla gioia, si fiondò all'interno.
«Sì, arrivo!» rispose lei, distrattamente.
In realtà Satsuki non la stava ascoltando.
 Proprio davanti quel negozio era appesa la locandina di un film appena uscito al cinema. Si fermò a guardarla. Il film si chiamava “Vortice di passione” e, in primo piano, c'erano due ragazzi che si abbracciavano guardandosi appassionatamente negli occhi. Satsuki conosceva bene il protagonista maschile: era Shin.
Vederlo abbracciato a quell'attrice così bella e provocante la fece subito ingelosire. Strinse le buste che aveva in mano. Lui era suo, punto. Certo, lui non sapeva ancora di appartenerle, ma presto l'avrebbe saputo. Non le importava il fatto che avesse sedici anni in più di lei o che fosse un donnaiolo inaffidabile, presto l'avrebbe avuto tutto per sé.
«Ma guarda, è uscito il nuovo film di Shin!- sua madre era spuntata dal negozio e, adesso, anche lei osservava la locandina. Guardò l'orologio -Sono le cinque, potremmo andare al cinema e vedere lo spettacolo delle sei, che ne dici?»
Satsuki rabbrividì al solo pensiero di vedere Shin baciare un'altra donna su di uno schermo gigantesco, fosse anche solo per finzione.
«No grazie, odio i film sentimentali! Andiamo, voglio delle scarpe nuove… guarda quelle rosse, sono così belle!» entrò subito in negozio, riuscendo a distogliere l’attenzione di sua madre dal film.
Mentre la commessa le faceva vedere vari modelli di scarpe, lei aveva ancora la mente a Shin. Si ritrovò più volte a sospirare, pensandolo. Quanto avrebbe voluto essere nei panni di quell'attrice e baciarlo, anche in quel modo, recitando... invece erano solo amici. Più che altro era come se fossero parenti: è sempre stato grande amico della sua famiglia e sua madre lo chiamava il suo “primogenito”. Non sapeva bene come fossero andate le cose, ma sembrava che sua madre lo avesse da sempre considerato come un figlio ancor prima che lei nascesse. Tuttavia, ogni volta che Shin la chiamava “mamma”, le veniva quasi da sorridere perché immaginava che la chiamasse così in quanto suocera. Poi la chiamava “sorellina” e mandava in frantumi tutti i castelli che aveva costruito.
Shin le piaceva fin da quando era bambina. Era sempre rimasta affascinata dal suo viso perfetto, dalla sua disarmante bellezza. Certo, tutto ciò poteva farla sembrare una ragazza superficiale (e forse un po’ lo era), ma col tempo Satsuki aveva scoperto lati del carattere di Shin che l'avevano fatta davvero innamorare di lui. Ricordava con nostalgia il giorno in cui aveva detto a sua madre che voleva preparare per lui dei cioccolatini di San Valentino. Era rimasta shockata, ma forse aveva creduto che fosse solo una cotta passeggera. E invece in lei quel sentimento era cresciuto sempre più forte, giorno dopo giorno, anno dopo anno.
«Satsuki, mi stai ascoltando?»
Satsuki si riscosse.
«Sì...»
«Allora, quale paio ti piace di più?»
Sua madre era raggiante come sempre e aveva in mano due paia di scarpe. Satsuki non le guardò neanche.
«Sono entrambe belle mamma, non saprei.»
«D'accordo...- sua madre si girò verso la commessa. -Le prendiamo entrambe!»
La solita spendacciona, pensò la ragazza scuotendo la testa. Ad un tratto sentì vibrare il cellulare che aveva in tasca. Divenne di mille colori quando lesse il mittente.
Shin...!
 
 
“Ehi sorellina, sono appena uscito dallo studio televisivo, che ne dici se ci prendiamo un gelato insieme?:)”
 
 
Satsuki non ci pensò due volte. Altroché se voleva! Si misero d'accordo sull'ora e sul posto e già la ragazza pensava a cosa avrebbe detto o fatto. Ogni volta che sapeva di incontrarlo le batteva il cuore a mille.
«Mamma, io devo proprio andare... mi devo incontrare con i miei amici!»
Sua madre la guardò sorniona.
«Amici, eh... non è che ti devi vedere con un ragazzo? Questo spiegherebbe perché oggi hai avuto la testa fra le nuvole! E dimmi, siete fidanzati?»
Magari...!
«No, mi vedo davvero con le mie amiche, mamma! Adesso vado, ciao!»
«Aspetta, Satsuki! Come farai ad andare lì?»
Cavoli! Non aveva ancora la macchina e non aveva neanche la minima idea di quando l'avrebbe avuta. Ricordava ancora il giorno del suo compleanno...
 


Una raggiante Satsuki finalmente maggiorenne si recò da suo padre, armata dei suoi irresistibili occhioni dolci per chiedere in regalo (e, in un certo senso, pretendere) un'auto nuova fiammante tutta sua. Alla sua richiesta il signor Ichinose, con copia di "Rolling Stones" alla mano, seduto sulla poltrona intento a leggere le classifiche discografiche, alzò gli occhi sospirando.
«Mi dispiace, principessa, ma non posso proprio accontentarti... le macchine sono mezzi pericolosi e, con la sbadataggine che ti ritrovi, faresti un incidente dopo neanche un metro. D'altronde non sei da biasimare: non è colpa tua se sei maldestra come tua madre...!»
Sua madre, poco lontana, lo fulminò con uno sguardo capace di incenerire chiunque.
«Beh, che c'è? Ho detto solo la verità, cara...! Comunque, tesoro, se ci tieni tanto a muoverti indipendentemente potrei sempre assumere un autista a tua completa disposizione...»
Satsuki, infuriata, gridò che potevano andare al diavolo lui e tutti i suoi autisti e che non gli avrebbe mai più rivolto la parola.


 
Adesso, invece, si ritrovava a scherzare come prima con suo padre ed essere comunque priva di mezzo proprio.
Bah. E ora?
«Prenderò un taxi!»
«E i soldi?»
Già, è vero...
Satsuki la guardò con gli occhioni dolci, la mano tesa in avanti.
«Me li potresti dare tu, per favore?»


 
NdA

Ciao a tutti coloro che sono stati così coraggiosi da arrivare fin qui! :)
Vi propongo una coppia nuova che, non so per quale motivo, non ho visto molto spesso, per non dire quasi mai... parlo proprio di Shin e Satsuki!
Personalmente li trovo molto carini e penso che la Yazawa pensasse di ricamarci sopra qualcosa (nel manga non sono mancate delle allusioni su un loro possibile rapporto, anche se sotto forma di scherzo!
Comunque sia, vi chiederete che fine abbiano fatto Nana Osaki e tutti gli altri! Tranuilli, arriveremo anche a loro... cercherò di raccontare ciò che probabilmente la nostra sensei aveva in mente prima della Funesta-e-Inaspettata Interruzione..! So che è un compito molto arduo, ma cercherò di fare il possibile!
Fatemi sapere anche le vostre idee e previsioni!:)
Detto questo... spero che vi abbia incuriositi! Per favore, lasciatemi una recensione, anche se negativa, è importante per me...! *-* Basta che non mi tiriate addosso chili e chili di pomodori *si fa scudo con un libro*
A presto!
  
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