Vantava una media altissima all’accademia e, nella teoria, non c’era nessuno che le era superiore. Sakura, fin da piccola, aveva sempre capito tutto.
A volte, però, aveva fatto finta di non capire, perché era più facile.
Sakura aveva capito quello che Naruto tentava di farle arrivare, l’aveva capito anche meglio di Naruto stesso. Naruto non l’amava ma l’aiutava crederci e Sakura faceva finta di non aver capito. Naruto continuava a cercare la sua forza in qualcosa di fittizio ma sembrava andargli bene e Sakura non diceva niente.
Sakura aveva capito, anche, di non amare Sasuke. Non c’era nulla di quello che aveva creduto in lui perché lei aveva amato Sasuke Uchiha e, lo sapeva, non avrebbe mai potuto amare Sasuke. Faceva però finta di non capire, non era poi così importante.
Sakura guardava Tsunade e capiva che erano uguali, destinate ad essere in mezzo ai loro due compagni ed a soffrire, inesorabilmente, per un’incompletezza che non sarà possibile colmare.
Eppure Sakura continuava a far finta di non aver capito. Naruto la amava veramente e lei amava veramente Sasuke. Tsunade continuava a ripeterle che erano diverse e lei le credeva, spassionatamente.
Sakura sorrideva ai petali di ciliegio che cadevano e ignorava il fatto che fosse una nuova primavera. Alla fine, inesorabilmente, i petali di ciliegio cadranno, ma Sakura faceva finta di scordarselo.
Non sono abituata a darmi all’Het o, comunque, a caratterizzare i personaggi femminili. Perdonate, dunque, questa doppia drubble senza pretese. Sakura è un personaggio che non riesco ad interiorizzare molto (non la sopporto, ok?) eppure riconosco la validità del soggetto. Mi andava di scriverci su, una volta tanto.
*Sakura vuol dire anche petali di ciliegio