-Aspetteró, per sempre se è neccessario- dissi a Hayden mentre vissavo Violet preparare l'albero di natale con i suoi genitori. 

Ed io nella mia solitude mi distruggevo l'anima per quello che avevo fatto. Se solo non avessi ucciso quelle persone e stuprato sua madre lei sarebbe ancora accanto a me. 

Fu il natale peggiore di tutta la mia vita.

 

Passorono 257 anni e poi lei comparve di fronte a me. Se il mio cuore battesse ancora penso che in quel preciso istante si sarebbe fermato. Finalmente lei aveva deciso di perdonarmi? Di darmi un'altra possibilità? Dopo tutto erano quasi passati 3 secoli. Cosa dovevo aspettarmi?

-Tate...- riuscí a pronunciare flebilmente. La mia anima ormai lacerata dal rimorso e dai sensi di colpa si riaccese come una lampadina nuova attaccata alla corrente elettrica.

-Violet lasciami dire che mi dispiace, davvero tanto. Io ti amo-

-Lo so Tate, ma è così difficile perdonarti eppure pensavo che forse adesso sarei riuscita. Dopo tutti questi anni pensavo di esserci riuscita, ma a quanto pare mi sbagliavo- disse rammaricata. Forse anche lei ci sperava in un nuovo inizio, forse mi amava ancora. Non potevo farmi sfuggire quest'occasione dovevo saperlo, avevo bisogno di saperlo.

-Violet sono cambiato, sono diverso. Credimi ti amo e mi dispiace per quello che ti ho fatto- 

-Tate hai ucciso mia madre, cazzo!- urló lei praticamente in lacrime. Vederla in quel modo era come avevere un pugnale conficcato nel cuore. Mi avvicinai a lei e l' abbaracciai. Il suo profumo e il suo corpicino fragile fra le mie braccia, finalmente mi fecero ritrovare il sorriso. 

-Violet tranquilla, ci sono io con te-

-Ti amo- disse lei dolcemente.

-Violet...- cercai di dire ma i suoi occhioni colmi di lacrime mi bloccarono. 

-Forse è stato un errore, mi dispiace Tate- disse e scapó via.

Rimasi lì a fissare il vuoto per un tempo indescrivibile.

-Che mocciosetta lunatica se vuoi sfogarti con qualcuno io sono piú che felice di aiutarti- disse Hayden con un sorrisetto beffardo che mi fece andare su tutte le furie e tenendole una mano sulla gola la scaraventai contro il muro.

-Non ci provare mai piú a parlare di lei in questo modo. Hai capito?-

-Si ma non la riavrai mai. L'eternitá è lunga, io ti volevo solo aiutare- disse e si dissolse sotto la mia morsa. Probabilmente aveva ragione, ma speravo in fondo al cuore che quella stronza si sbagliasse. 

Passarono altri anni e Violet non mi rivolse mai più la parola. Avrei passato da solo la dannazione eterna; mi scese una lacrima, la asciugai e sedendomi sul cornicione della finestra fissai la mia anima gemella, il mio amore ascoltare la nostra canzone. Non avrei mai avuto una possibilità. Sapevo benissimo che le mie azioni mi avevano condannato a restare li per sempre.

Insieme a lei, ma senza di lei.