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Autore: telesette    16/04/2013    0 recensioni
Una potente organizzazione criminale, conosciuta col nome di A.L.B.A., minaccia dure rappresaglie contro il Giappone e le autorità non sanno come far fronte al pericolo. L'ufficiale Gai Maito propone tuttavia di reinserire nei ranghi tre giovani ex-cadetti dei reparti speciali, così da disporre di una squadra competente e inarrestabile...
Genere: Azione, Comico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Neji Hyuuga, Rock Lee, Tenten
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Hotel "Golden Moon" - ore 21:00

Raccogliendo quei due imbecilli da terra, subito dopo avere avviato la lavatrice con la roba di Tenten, Neji si accinse dunque a trascinarli legati nella camera accanto per poterli interrogare a modo suo.
Tenten era ancora in accappatoio e, seduta di traverso sul letto, le sue gambe nude facevano sinuosamente capolino da sotto la stoffa.
Neji fece finta di niente, aggrottando però le sopracciglia, e si limitò a scaraventare quei sicari da strapazzo su uno degli altri due letti disponibili. Questi gemettero dolorosamente, sia per il giro di fune attorno alle braccia che per le ferite e le lesioni riportate prima nel bagno, tuttavia lo Hyuga afferrò una sedia e si sistemò davanti a loro. Scrutandoli dunque attraverso i suoi occhi freddi come il ghiaccio, Neji decise che li avrebbe fatti cantare con calma e compostezza degni del suo soprannome.

- Ordunque, signori - esclamò gelido, giungendo le mani dinanzi al mento con fare minaccioso. - Ponendo il fatto che la ragione e la coscienza prevalgono in egual misura sulla bestialità insensata dell'essere umano, confido che troverete alquanto gratificante una tranquilla e affabile conversazione tra galantuomini...
- Vaffanculo - sputò uno dei sicari in segno di disprezzo.

Per tutta risposta, senza minimamente scomporsi dalla sua flemma impassibile ed inespressiva, Neji impugnò a mo' di martello il revolver che aveva raccolto nel bagno e lo calò sulla fronte di costui con un leggero ma deciso colpetto.

- Non ho ancora finito, maleducato - proseguì dunque lo Hyuga calmissimo, assicurandosi nuovamente l'attenzione degli interlocutori. - Dicevo appunto che, a dispetto delle ingiustificate reazioni del vulgus e della moderna decadenza sociale, possiamo e dobbiamo guardare alla nobile ed umile condizione di cives civitatis cive; l'ira e la collera non possono che giungere confusamente, laddove la tranquillità delle parole offre invece maggior merito nel dialogo umano; e questo ci riporta alla necessità di una parentesi verbale adeguata, onde evitare l'uso di atteggiamento spiacevole ed offensivo!
- Hai finito? - domandò Tenten, cercando di reprimere uno sbadiglio.
- Dipende da lor signori - sottolineò Neji, cambiando l'impugnatura sul revolver e accostandolo davanti agli occhi spalancati del sicario che sbiancò subito in volto come un cencio. - Ho i polmoni un po' affaticati ultimamente, il medico mi ha raccomandato di non sprecare il fiato, dunque mi auguro di non dovere ripetere il concetto!

Trovandosi la canna della propria pistola premuta contro la fronte, fredda quanto la gelida prospettiva di una morte assai rapida, il sicario deglutì a fatica e cominciò a balbettare in modo sconnesso. Poco ci mancava che se la facesse perfino addosso, considerato il coraggio che poteva vantare in tale situazione, tuttavia era più che evidente che Neji non aveva alcuna intenzione di scherzare.

- L'orologio corre - incalzò lo Hyuga, sollevando il cane dell'arma. - Le ore di volo da Parigi a Tokyo non sono poche, sono molto stanco, perciò fate i bravi e rispondete in fretta: chi è il vostro mandante?
- Ne... Nessu... Nessuno... Nessuno, lo giuro sulla tomba di mia madre!
- Povera disgraziata - commentò Tenten, passandosi il mignolo dietro l'orecchio. - Un figlio assassino, pervertito e bugiardo... che tristezza!
- La domanda te l'ho già fatta - mormorò Neji, senza spostare il revolver di un solo centimetro. - Aspetto la risposta!

Lo sventurato ruotò gli occhi verso il compagno, la spalla che continuava a buttare sangue dalla ferita aperta, consapevole che non gli restavano molte alternative.
Quando gli era stato commissionato l'omicidio, non poteva certo immaginare un simile inconveniente.
Le vittime si erano dimostrate tutt'altro che indifese, diversamente da come lui e il suo collega si aspettavano, e non c'era modo di cavarsi da quel dannato impiccio.
Tacendo rischiava una pallottola in testa, parlando invece rischiava lo stesso o peggio.

- Allora - fece Neji spazientito. - Quanta preparazione richiede dire il nome di questo signore?
- Se te lo dico, sono un uomo morto!
- Io invece sono un uomo stanco - sottolineò Neji. - E vorrei coricarmi ad un'ora ragionevole, indi per cui comincia col raccontarmi la tua storiella!

Malgrado la comprensibile esitazione, il sicario si vide costretto a vuotare il sacco. Ovviamente non sapeva molto, era solo una pedina ingaggiata allo scopo da alcuni membri dell'organizzazione, tuttavia anche quei pochi dettagli in suo possesso erano abbastanza interessanti: qualcuno li aveva assoldati in giornata per eliminare tre uomini agli ordini del Colonnello Kakashi, per un compenso di centoventicinquemila yen a testa, e la somma sarebbe stato loro versata a cose fatte; per quanto non fossero a conoscenza dei piani dell'organizzazione, entrambi avevano colto parte di un discorso che comprendeva "una certa esplosione" ( senza specificare il luogo ), con l'unico dettaglio di un timer programmato.

- L'esplosione è prevista per dopodomani, a mezzogiorno - spiegò il sicario. - I tizi che ci hanno assunti hanno menzionato questo dato, solo per concordare più avanti il saldo; sessantamila subito e il resto a cose fatte, eravamo d'accordo che...

BANG !!!

Prima che costui potesse terminare la frase, attraverso la finestra dell'appartamento, un proiettile riuscì a centrarlo proprio in mezzo agli occhi. Subito seguirono altri due colpi, senza dubbio sparati da un fucile di lunga gittata, e questi si conficcarono nel petto del secondo sicario uccidendolo all'istante. Sia Neji che Tenten non persero tempo nel buttarsi sul pavimento, cosicché gli spari successivi li evitarono per un soffio.

- Otto colpi consecutivi - osservò Tenten, analizzando i bersagli e ricostruendo la provenienza approssimativa del misterioso tiratore appostato all'esterno. - L'angolazione è la stessa, deve trattarsi di un cecchino!
- Sembra che l'organizzazione stia cominciando a prendere le cose molto più seriamente - mormorò Neji, volgendo lo sguardo ai due cadaveri riversi sul letto e al cumulo di oggetti in frantumi sul pavimento. - A che distanza si trova?

Senza dire una parola, Tenten chiuse gli occhi e sollevò il fermaglio per capelli all'altezza della finestra.
L'oggetto andò completamente in briciole, centrato in pieno con estrema precisione, tuttavia la ragazza era riuscita a distinguere il brevissimo lasso di tempo tra lo sparo e il bersaglio. In questo modo, per quanto incredibile, poteva valutare la distanza del cecchino con una certa precisione.

- Direi più o meno una distanza sui trecentododici metri - esclamò. - Il fucile è un semiautomatico a canna liscia direi, con munizioni calibro dodici; niente fascio luminoso, dunque è senza mirino laser... Chiunque lo stia adoperando, è davvero un professionista e ha una buona mira!
- Pensi di poterlo colpire da qui, o è troppo lontano?
- La distanza non è un problema - puntualizzò Tenten, sfoderando la sua preziosa '44 magnum dalla fondina appesa alla parete, scoccando a Neji un'occhiata severa. - Certo però dovrei prima riuscire a vederlo e, considerato che l'amico ci sa fare, dubito che mi convenga affacciarmi...

Neji rimuginò un istante, analizzando l'ambiente e valutando la situazione.
D'improvviso lo sguardo gli cadde sul grosso specchio rettangolare, posto su un cassettone a lato della finestra, e ciò gli suggerì uno stratagemma un po' ardito.

- Tenten - disse. - Ti ricordi ancora la fiera in stile Vecchio West, dove vincesti la scommessa con quel tiratore messicano?
- Era giorno - sottolineò l'altra. - Con la luce giusta, è uno scherzo!
- D'accordo, allora - tagliò corto Neji, allungando il braccio cautamente per orientare lo specchio. - Facciamo finta che sia "leggermente" più difficile... Le regole in fondo sono più o meno le stesse, giusto?
- Sbrigati, non cincischiare - ribatté lei stizzìta, controllando che la pistola fosse carica e lubrificata a dovere.

Con un muto cenno di assenso, Neji spostò gradualmente la superficie lucida dello specchio. L'intento era quello di riflettere quanto possibile l'esterno e cogliere lo scintillìo del fucile come punto di riferimento per individuare il cecchino. A quel punto, Tenten avrebbe potuto mettere a segno un unico colpo, buttandosi in tuffo da un lato all'altro della finestra.
In definitiva era un piano tanto semplice quanto assurdo, perché richiedeva una capacità e velocità di riflessi al limite dell'impossibile, tuttavia non c'erano molte altre alternative a disposizione.
Tenten puntò gli occhi sull'immagine riflessa nello specchio, scorrendo piano la fila degli edifici di fronte, in attesa di cogliere qualunque minimo sprazzo luminoso che tradisse la presenza del cecchino in agguato.
Trecentododici metri più lontano infatti, proprio in corrispondenza della finestra, un misterioso individuo con i capelli scuri e occhi color sangue ebbe modo di notare lo strano movimento dentro la stanza. Poiché non era affatto uno sprovveduto, intuì subito che i suoi bersagli stavano tramando qualcosa e di conseguenza si preparò a far fuoco per l'ennesima volta.
Proprio mentre aveva già il dito sopra il grilletto, la luce lunare sulla canna di acciaio nero andò a riflettersi immancabilmente nell'immagine dello specchio.
Accadde tutto in una frazione di secondo.
Tenten si buttò a mezz'aria, sparando in contemporanea al cecchino, ed il rumore dei proiettili si sovrappose uno sull'altro.
Il cecchino mandò lo specchio in frantumi, mentre la pallottola di Tenten riuscì a colpirgli la spalla di rimbalzo. Non si trattava di una ferita grave ma, con il muscolo danneggiato, era impossibile imbracciare l'arma con la stessa precisione.

- Sono più in gamba di quanto pensassimo - sussurrò il cecchino, sollevando il volto e rivelando così i due lunghi segni trasversali presenti lungo le sue guance. - Non è il caso di sottovalutarli, potrebbe essere pericoloso!

Ciò detto, il misterioso individuo dagli occhi rosso sangue ripose il fucile e si allontanò dal tetto dell'edificio cui era appostato stringendosi la spalla ferita.
Frattanto Tenten, subito dopo aver spiccato il balzo, era atterrata all'altro lato della finestra senza dare a Neji il tempo di spostarsi... cosicché entrambi si ritrovarono abbracciati sul pavimento, con le labbra a pochi centimetri uno dall'altra e un'espressione imbarazzatissima in volto. Tenten aveva addosso solo l'accappatoio e, essendosi questo spostato al momento del tuffo, il solco del decolléte era perfettamente visibile. Pur non essendo una maggiorata la sua femminilità era comunque notevole e, a giudicare dal suo sguardo e dal fatto che costei gli era praticamente addosso mezza nuda, lo Hyuga non poteva certo nascondere il suo comprensibile turbamento.
Prima che ciascuno dei due potesse fare o dire qualcosa, per risollevarsi da quella situazione, la porta dell'appartamento si aprì di colpo.

- Sono tornato - esclamò Rock Lee, sfregandosi la nuca con noncuranza. - Ragazzi, che gente rumorosa che c'è a Tokyo: uno non può girare tranquillo, senza sentire urlare ad ogni angolo di strada e... Mhm ?!?

Improvvisamente il giovane si accorse della posizione compromettente dei suoi due compagni e, senza neanche dargli il tempo di aprire bocca ( o dare quantomeno un'occhiata ai due cadaveri presenti sul letto e agli oggetti in frantumi ), girò rapidamente sui tacchi e fece per uscire di nuovo.

- Scusate - mormorò. - Intendevo dire che, visto che Tokyo è una città così tranquilla, sarà meglio che vada a farmi un altro giretto!

 

( continua )

   
 
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