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Autore: _Graysoul    17/04/2013    3 recensioni
“Il biondo, quel Niall. Stranamente non lo conosco e non andrò da lui dicendogli qualcosa di imbarazzante a scopo di farvi limonare o scopare da qualche parte.” Chiarì stizzito Louis, alla ricerca di un’altra cartina per la seconda (o forse terza?) canna.
“Ehmm, non ce ne sarà davvero bisogno Lou”
Ziall, accenni Larry.
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Zayn Malik e Louis Tomlison erano due cazzoni.
Era un fatto risaputo nell’intera cittadina sconosciuta, non troppo distante da Londra ma che tutti ignoravano sbagliando a prendere la terza uscita e non la seconda, composta da circa diecimila persone –sempre le stesse diecimila persone.
Zayn Malik e Louis Tomlinson, migliori amici dall’asilo, fratelli più per scelta personale che per sangue, nei momenti di noia scopamici, erano due cazzoni. Lo sapevano davvero tutti, anche quelli arrivati nel nuovo liceo da una settimana. Alla domanda “hobby?” la risposta era “farci le canne”. Alla domanda “dove vai a scuola?” la risposta era una fragorosa risata. All’esasperate domande delle madri “quando vi deciderete, tu e il tuo amico, a fare le persone serie?” la risposta era un sopracciglio sollevato che vomitava scetticismo a non finire. Così, quei due, sigarette dietro l’orecchio, giacche in pelle pure a metà luglio, occhiali da sole, vagheggiavano per la “città” dalla mattina alla sera, inscenando una perfetta imitazione di Danny Zuko e il suo amicone Kenickie di Grease.
 
Quel pomeriggio, Danny e Kenickie che avevano rigorosamente saltato i corsi pomeridiani di chimica e storia dell’arte (“Insomma, cosa può fregare a me di cosa succede se mischio due liquidi colorati o di com’erano fatte le colonne mille anni fa” era stata l’esauriente giustificazione del Tomlison), passeggiavano pigramente al Luna Park, da poco arrivato in città. A quell’ora non c’era quasi nessuno, se non qualche bambino accompagnato dalle loro pazienti madri o uomini che fingono di mantenere una dieta, rimpinzandosi di ciambelle e hot dog. Louis, d’altro canto, si dedicava al suo vaporoso zucchero filato rosa che gli copriva mezza faccia. Zayn scrutava il mondo attraverso dei suoi Ray Ban da due sterline e mezzo circa con le labbra arricciate e le mani in tasca, in modo da fingersi più misterioso di quanto già non sembrasse. Dopo un paio d’ore trascorse a girare a vuoto, assordati da quelle consumate e fin troppo popolari canzoni da quattro soldi, odoranti di fritto fin nelle mutande e ormai circondati da loro coetanei finalmente usciti dai corsi, i due decisero di filarsela.
“Andiamo allo skate park qui vicino” fu la domanda-ordine del moro.
“Perché?” fu la risposta del ventunenne alto come un sedicenne con le mani impiastricciate di zucchero.
“Perché mi va” e con un’alzata di spalle e uno sguardo annoiato, si diressero allo skate park lì vicino. C’erano già stati una volta intorno alle due di notte ubriachi da star male, reduci da una interessante serata nell’anonima discoteca dell’anonima cittadina. Quindi si sedettero in cima ad un’alta rampa, godendosi il tramonto che stava già riempendo il cielo. La calma che aleggiava attorno a loro venne spezzata dalla voce acuta di Louis che richiedeva a gran voce –cos’aveva da urlare se c’erano solo loro due- un accendino.
“Non dirmi che vuoi farti una canna dopo lo zucchero filato.”
“Che, c’hai problemi?”
“Dio, Louis, fai schifo” lo complimentò amorevolmente, porgendogli l’accendino glitterato, fregato alla compagna di banco. Carino, fu il commento affatto sarcastico dell’amico.
 
Se c’è una cosa di cui uno non avrebbe mai dubitato guardando quei due, a scuola o in giro che fosse, era la loro sessualità. Sembravano davvero i classici idioti che riescono a farle cadere tutti ai loro piedi anche solo starnutendo. E ci riuscivano. Eccome se ci riuscivano. Peccato che i due fossero gay. Terribilmente, irrimediabilmente gay. Il fatto è che questa cosa la sapevano tutti, ma le ragazze sembravano non averlo capito. Semplicemente non volevano capirlo. Tanto ben di Dio andato sprecato; che amarezza.
Girava poi voce che lo stesso Tomlinson si fosse portato a letto ben due volte lo stesso ragazzo, e questo era fatto più unico che raro, perché per inscenare alla perfezione la parte de bad boy, non puoi andare a letto due volte con la stessa persona. Così quella voce era lo scoop del momento. Incredibilmente era vera.
 
“Harry Styles. Fai sul serio, Louis? Un neo diciottenne?”  la domanda divertita di Zayn, fece attraversare l’amico da un brivido al solo nome.
“E allora? Fa dei pompini da paura, perché non usufruirne” una risposta che avrebbe accontentato chiunque. Chiunque. Ma Zayn non era Chiunque.
“Quelli li so fare benissimo anche io. Non me la dai a bere, frocetto.”
“E va bene” concesse spazientito “va bene. Hai vinto. Lo trovo bellissimo, d’accordo?” la canna tremò leggermente tra le sue dita “ha degli occhi che non possono essere reali, riesce a essere dolcissimo anche mentre scopa, ha delle mani che mi eccitano solo a sfiorarmi e quella voce che… no. Non sono in grado di spiegarlo. Se poi vogliamo parlare di come bacia, parliamone. Dovresti provarlo. Anzi, no. Non ti azzardare. E’ un qualcosa di… incredibile. Ci mette passione capisci? Nemmeno tu sei in grado di baciare così, amico. Poi dovresti vedere le facce o i versi che fa quando..”
“Okay. Basta. Stai cadendo nell’oscenità. Non voglio sapere di più.”
Louis annuì, convinto. Non si sentiva in imbarazzo a parlarne con lui, assolutamente. E’ solo che non gli era mai successa una cosa del genere ed era spaventato. Con un’alzata di spalle, rispose alle sue domande silenziose e continuò con la sua amica canna.
Per un po’, se ignoriamo l’esistenza di Louis, regnò il silenzio. Il cielo si faceva rossastro, ma con calma. Poi qualcuno di lontano proruppe in una fragorosa risata. E che risata!, pensò Zayn, che si girava curioso di scoprirne il proprietario. L’amico indicò distrattamente con un cenno del capo un gruppo di ragazzi, skate in spalla o sotto ai piedi, diretti alle rampe lì vicino. Il moro, non avendo nulla di meglio da fare si mise ad osservarli. Erano cinque in tutto, vestiti da… come diavolo erano vestiti? Indossavano canottiere larghe, fin troppo sporche per suoi principi da gay, jeans a vita bassa –troppo bassa, sant’iddio e cappellini da baseball. Erano tutti molto carini, ma ce n’era uno davvero bello. Era a lui che apparteneva quella risata sguaiata di poco fa. Ora quello stava chiamando ripetutamente un certo Ashton, che già gli prestava la sua massima attenzione, per fargli vedere un certo trick non troppo male.
Dopo qualche decina di minuti, quelli che aveva decodificato come Ashton, Michael, Calum, Luke e il biondo, Niall –che razza di nome era mai quello, poi- erano completamente sudati, soddisfatti dei loro trick e spaparanzati qualche rampa più in là. I cinque si erano accorti della presenza sua e di Louis, e probabilmente avevano anche capito che fossero, ma dopo un paio di sguardi, li avevano completamente ignorati. Zayn si era messo ad osservare quel Niall molto attentamente. Aveva capito che non era davvero biondo quando gli era caduto il cappellino mentre volava su e giù su quel pezzo di legno che Louis aveva definito “trappola mortale”; aveva dedotto fosse irlandese dalle imprecazioni quasi urlate a seguito di qualche caduta; aveva scoperto il suo soprannome per mezzo dei suoi quattro amici (“Nialler, sei davvero una mezza sega” risate qua e là). Ma la scoperta più grande, sempre grazie a quei quattro ragazzi che Zayn si ritrovò a ringraziare silenziosamente, era che Niall era gay (“Piuttosto che farti tutti quei ragazzi di qua e di là, dovresti esercitarti di più con lo skate” la presa in giro di quello col ciuffo blu).
Louis osservò il sorrisetto compiaciuto dell’amico e “non ci pensare” lo aveva avvertito.
“Mh?” decise di fare il finto tonto.
“Non fare il finto tonto”
Piano miseramente fallito.
“Il biondo, quel Niall. Stranamente non lo conosco e non andrò da lui dicendogli qualcosa di imbarazzante a scopo di farvi limonare o scopare da qualche parte.” Chiarì stizzito, alla ricerca di un’altra cartina per la seconda (o forse terza?) canna.
“Ehmm, non ce ne sarà davvero bisogno Lou” e “bene!” fu il commento “molto bene!”
“Non ce ne sarà bisogno perché lui sta venendo qui.” Gola improvvisamente secca. Ansia. Battito accelerato.
“COSA?”
Intanto il biondo, che aveva casualmente bisogno di un accendino per la sigaretta del suo amico, era stato spinto verso quei due tipi dall’aria da cazzari dai suoi amici. Non che gli dispiacesse. Il moro, quello che l’aveva tenuto d’occhio anche se non poteva esserne sicuro per via degli occhiali da sole, era davvero bello. Con quel giacchino di pelle nonostante il caldo e quell’aria terribilmente sexy sembrava la versione orientale di Danny Zuko, sul serio. Così, mentre si avvicinava a lui –loro, cioè- iniziò ad avvertire un certo senso d’ansia che decise di mascherare con un sorriso avvenente. In fondo aveva appena tolto l’apparecchio, perché non vantarsene. Eccoci.
“Ehmm, ciao ragazzi. Scusate il disturbo, mi chiedevo se potreste prestarmi un accendino che il mio amico ne ha bisogno…” spostando il peso da un piede all’altro, in equilibrio precario sulla rampa.
Louis sogghignò, cercando di mascherare la prossima risata con un colpo di tosse ben piazzato, evitando con cura lo sguardo truce dell’amico.
Zyan d’altro canto, sospirò divertito, infilò pigramente la mano nella tasca posteriore dei jeans e ne estrasse l’accendino glitterato di poco prima, porgendolo al biondo. Questo lo prese (Zayn cercò di ignorare con tutte le sue forze il brivido che lo percosse, e che era sicuro di aver letto anche negli occhi azzurri –mio dio, che azzurro perfetto- dell’altro, al contatto delle loro mani) e alzò un sopracciglio commentando con un “carino” sta volta sarcastico. Il moro sorrise a metà, maliziosamente e “anche tu” gli rispose.
Louis “oh cristo” sussurrò, prendendosi la testa tra le mani, cercando di non morire soffocato tra una risata e l’altra. Niall si leccò le labbra, stronzo, senza prima aver sbattuto innocentemente le ciglia, e si voltò, andando a portare l’accendino a Luke (che poi non dovrebbe nemmeno fumare, essendo solo un ragazzino).
“Ops!” urlo quel Luke “Ashton si è ricordato di averne uno in tasca; ho già fatto, grazie comunque Nialler. Puoi anche riportarlo al proprietario.” Se Niall fosse stato Zeus, l’avrebbe ucciso fulminandolo più e più volte; ma non lo era, quindi si limitò a riportare a passi pesanti ma in fondo neanche tanto dispiaciuto il graziosissimo aggeggio al morettino, che ora ghignava felice. Louis intanto non ce l’aveva davvero fatta e aveva iniziato a ridere da deficiente qual era, rotolando giù ralla rampa, tenendosi la pancia con le mani cercando di non vomitare anche le budella tra una risata e l’altra.
Niente canne dopo lo zucchero filato, si appuntò mentalmente Zayn, mentre Niall, avendo recuperato lo skate a metà strada, si avvicinava a gran velocità verso di lui, accendino in mano, lingua tra i denti, capelli al vento.
Si diede un paio di spinte col piede, aumentando la velocità, aggirò l’amico che sembrava Kenickie e raggiunse il moro in cima alla rampa.
Zayn lo afferrò al volo per i polsi, facendogli scivolare lo skate da sotto i piedi. L’altro cadde in avanti, praticamente su di lui e, con una velocita felina, si avventò sulle sue labbra.
Niall, in principio sconvolto, cercò di divincolarsi debolmente, lasciandosi poi completamente andare in balia di quello sconosciuto tanto attraente che aveva scoperto si chiamasse Zayn grazie al suo amico in preda agli spasmi dalle risate che continuava a chiamarlo.
Intanto Zayn, che lo teneva stretto, fece guizzare la lingua dentro la sua bocca, assaporandolo, gemendo involontariamente dal piacere. Sapeva di zucchero. Era buonissimo. Sembrava quasi di conoscere da una vita quelle labbra morbide, carnose, calde. Niall aveva preso a ricambiare con foga, senza nemmeno porsi qualche domanda.
Qualche fischio da parte dei quattro amici li riscossero, qualche manciata di secondi dopo. Spalancarono gli occhi a tempo, come se si rendessero conto solo in quel momento di ciò che stavano facendo. Ci fu solo un secondo di ansia e confusione, ma spuntarono subito dopo due sorrisi a metà tra il divertito e il complice.
Niall si rialzò, “grazie” disse porgendogli l’accendino, anche se non era sicuro che quel grazie fosse riferito proprio a quello.
“Figurati”
“Comunque sono Niall” e gli porse la mano, cercando di non mettersi a ridere.
“Zayn” e gliela strinse. Così il biondo gli voltò le spalle e se ne andò via sullo skate con i suoi amici, che gli urlavano “complimentoni” e prese in giro.
Louis intanto si riarrampicò affianco a lui, asciugandosi le lacrime e cercando di riprendere fiato.
“Sì, dai. La prossima volta lasciami pure a morire mentre tu ti fai uno sconosciuto incitato dai suoi amichetti ormonalmente malati”  Zayn gli rispose con un’alzata di spalle e un sorriso soddisfatto, offrendogli quel benedetto accendino per la sigaretta che teneva ancora miracolosamente dietro l’orecchio, mezza distrutta.
 
 
Dopo quel giorno, Zayn e Louis tornarono molto più spesso allo skate park, e non furono gli unici.
Sembrava che Danny avesse finalmente ritrovato la sua Sandy





Ebbene sì, sono già di ritorno. 
Ultimamente sono in pieno sviluppo creativo. Sul serio. Trovo prompt ovunque e ho pure voglia di scriverli.
Incredibile. Quasi apocalittico.
Comuunque, questa simpatica (almeno spero lol) OS l'ho scritta per le mie due amiche, Elena ed Elena.
Entrambe fissate con gli Ziall. Vi amoh, spero vi sia piaciuta.
Credo che tornerò presto con un colpo di scena alla Jessica Fletcher.
Ora vi lascio amici, a preesto! :3
-Claire 

  
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