THE WAY TO DUSTY DEATH

 
 
 
And all our yesterdays have lighted fools
The way to dusty death. Out, out, brief candle!
-Shakeaspeare, Macbeth.
 
Londra, 19 settembre 1877.
 
Il fruscio delle pagine sfogliate riempiva la grande biblioteca dell’Istituto. Il tavolo centrale, quasi completamente sovrastato da volumi, era illuminato dal sole di mezzogiorno che filtrava dalla finestra.
Will girò una pagina, sbuffando con frustrazione. «Continuo a non comprendere l’utilità di questa ricerca» disse, facendosi spazio tra i libri già sfogliati, che giacevano aperti davanti a lui.
«Guarda il lato positivo, Will,» rispose Jem senza alzare gli occhi dalla pagina, «se mai dovessi diventare un Fratello Silente, saprai che nome non prendere».
Will borbottò qualcosa in gallese. «Ti sei mai chiesto perché i Fratelli Silenti scelgano questi nomi terrificanti?»
Jem scorse l’elenco di Fratelli Silenti che aveva sotto gli occhi. Aveva così tanti nomi in testa che pareva poter scoppiare da un momento all’altro, ma Charlotte aveva bisogno di un nome in particolare, che ovviamente non avevano ancora trovato. «Fratello Ezechiele, Fratello Nataniele, Fratello Uriah, Fratello Gamaliele» lesse con un ghigno.
«Esatto,» annuì Will. «Hai mai sentito parlare di un Fratello Silente di nome Bob?»
«Fratello Bob,» ripeté. «Fratello Isaiah, Fratello Tobia, Fratello Bob, Fratello Gioacchino, Fratello Zaccaria». Si fermò. «Fratello Zaccaria non è male».
Will strinse le spalle, chiudendo il volume grigio che aveva tolto dalla pila. Una nuovola di polvere di levò dal piano, interrompendo per qualche secondo la conversazione. «Solo se ti fai chiamare Zac. Zac, sì che è un nome da duro».
 
 
Quale sarà il suo nome?
Le parole del Fratello Silente rimbombarono nella mente di Jem. Le palpebre erano improvvisamente più pesanti del solito, e un pensiero continuava a tornare nella mente ancora e ancora, come una stupida ape immortale. Che cosa stava facendo?
Forse non era la cosa giusta. Forse-
Quale sarà il suo nome?, sentì ancora.
Nonostante il dolore e la confusione e ancora il dolore che occupava i suoi pensieri e le sue azioni, Jem aprì la bocca.
«Zaccaria».








Premetto che mi sento davvero troppo la Clare ad aver impostato la pagina così. Se poi ciò che c'è scritto fa schifo, be', sono quisquilie.
Bene, adesso posso un liberarmi un pochino.
L'epilogo.
Quel dannato epilogo. 
Io sono sempre stata un'accanita fan della Tessa/Will (anche se la prima si  gradualmente guadagnata il mio odio - quindi la mia OTP si è trasformata in Will/Martina alias me), e la descrizione finale del giugno 1937 mi ha uccisa.
Cara Alyx, ti odio.
Baci,
Marti. :)