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Autore: Adelhait    06/11/2007    10 recensioni
Bianco. Solo bianco d’avanti ai suoi occhi. Due occhi dorati e freddi come lei, non sopportava più di vedere quel candore...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sesshoumaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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…La ninfa e il demone…

 

 

 

Bianco.

Solo bianco d’avanti ai suoi occhi.

Due occhi dorati e freddi come lei, non sopportava più di vedere quel candore.

Quel candore che stonava con la sua anima nera.

Nera come l’oblio.

Come l’inferno.

La sua casa, la sua dimora.

Camminava da giorni senza sosta in quella distesa sconfinata, i pochi esseri che incontrava morivano sotto i suoi artigli, mietitori di vite.

Non provava amore.

Pietà.

Gioia.

Felicità.

Compassione.

Piacere.

Non provava nulla.

Lui era l’arido angelo della morte.

Provava solo il gusto di stroncare la vita.

Eppure era simile alla neve, perché era candida come i suoi lunghi capelli e la sua bellissima veste.

Continuava il suo lungo pellegrinare, ora era dentro un bosco addormentato, ma d’un tratto una dolce melodia lo incuriosì.

"A chi apparterrà questa melodiosa voce?"

Curioso si addentrò nei meandri del bosco e raggiunse il suo cuore.

Per la prima volta rimase sbalordito di ciò che vide, un piccolo lago dove la natura era lussureggiante.

Vi era una cascata che cristallina scendeva, rendendo il luogo magico, accanto ad essa, su di una roccia, era seduta una creatura che cantava.

Aveva lunghi capelli d’ebano, sul capo vi erano intrecciati dei piccoli boccioli di rosa, i suoi occhi erano del medesimo colore dei capelli ma caldi e luminosi, la sua pelle era rosea e le labbra rosse e sensuali.

Era vestita con un abito leggero che lasciava scoperte le braccia, era di un rosa tenue, aveva i piedi immersi nell’acqua e dolcemente intonava quella melodia.

L’essere si meravigliò, era vestita in modo leggero e aveva metà degli arti inferiori immersi nell’acqua, che non sentisse freddo?

Leggero si avvicinò ammaliato dal suo soave canto.

La fanciulla si accorse del visitatore, alzò il volto e smise di cantare.

I suoi occhi neri si persero negli occhi dorati del nuovo venuto.

Rimasero in silenzio.

"Soave creatura ti prego canta…continua a cantare…"

Ma lei restava ferma lì, non cantava, lo continuava a fissare, ma poi si mosse, si alzò in piedi e lui potè vedere quella meravigliosa creatura che lenta si avvicinava.

Con passo lento si avvicinò a lui, che non smetteva di guardarla.

Ecco ora era vicini, lui sentiva il suo profumo.

Di rose.

Di vita.

Vide le labbra di lei muoversi.

-Chi siete misterioso visitatore?-.

-La morte, che attirata dal tuo canto è giunta qua-.

Lei sorrise, alzò la mano e accarezzò il suo viso.

Un viso freddo come l’inverno.

La sua mano era calda come la primavera.

Per la prima volta lui tremò, sotto quel tepore.

-Qual è il vostro nome fanciulla?-.

-Mi chiamo Rin…è sono la ninfa di questo bosco…e il vostro qual è?-.

-Sesshomaru-.

Lei continuava a far scorrere la mano sul viso, ma poi fu catturata dalla sua mano artigliata.

Per la prima volta ebbe paura di stringere l’esile manina, aveva il timore che suoi artigli la ferissero.

"Non voglio farti del male…non voglio…ma che mi accede? Io che non mai provato paura! Ora ho timore di farvi del male…"

Lei capì la sua paura.

-Non abbiate timore di nuocermi, perché è insito nella vostra natura provocare la morte…voi siete giunto qua perché è arrivato il mio momento di lasciare questo mondo…sappiate non paura di morire-.

Lui restò lì immobile di fronte a quella affermazione, infatti, nei suoi occhi vivi non vide riflesso la paura ma gioia e voglia di vivere.

"Allora devo stroncare la vita di questo soave essere?"

Lasciò la mano della ninfa, lento la poggiò sul suo caldo ed esile collo, lei chiuse gli occhi sapeva che quella era la sua fine.

Lui cominciò a premere, ma poi si fermò.

"No, non posso!"

Allentò la stretta e veloce la strinse a sé.

-Non posso uccidervi-.

E lento posò le sue gelide labbra sulle sue, calde e vitali.

Un timido raggio li avvolse, la neve lentamente si sciolse, i fiori rividero la vita, gli animali si destarono dal lungo sonno.

…l’inverno era finito…

…la vita era rinata...

…la morte era stata sconfitta…

Si sciolsero da quell’abbraccio, la ninfa sorrise al suo demone, gli prese la sua mano e lenta lo condusse nel suo mondo, nella sua eterea dimora…

 

Fine

 

_______

Spero che questa shot sia stata di vostro gradimento, so che sto rompendo un po’ le scatolette con queste mie storielle, ma ogni tanto sono percorsa dalla voglia di scrivere, un vero guaio XD.

Beh ringrazio chi la leggerà e chi la commenterà, un bacio da celina…

   
 
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