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Autore: djpayneonrepla    17/04/2013    0 recensioni
'he was an unusual boy'
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Charlie Tomlison era un ragazzo insolito.
Aveva soli quindici anni ma aveva vissuto un passato terribile.
Era un ragazzo inglese, di Bournemouth, una cittadina costiera nella parte meridionale dell’Inghilterra. Si era trasferito lì con sua madre e le sue due sorelle dopo la scomparsa di suo padre, morto per eccesso di overdose. L’intera famiglia riteneva Londra una città troppo chiassosa, eccentrica e movimentata, così decisero di trasferirsi.
Charlie non amava molto la scuola, era infatti un ragazzo che ai test prendeva C, o C+, dipendeva dal suo umore. Era castano, capelli corti e disordinati, occhi anch’essi castani. Erano gli occhi la parte caratteristica del suo corpo, erano scuri e profondi e nessuno non poteva far altro che guardarli e cercare di interpretarli, perché si, Charlie parlava con gli occhi.
Era un ragazzo silenzioso e taciturno, guardava e osservava, senza parlare.
Non aveva buoni rapporti con i suoi compagni di classe ed era spesso oggetto di insulto per il suo essere stravagante. Vestiva in modo cupo, indossava sempre un paio di vans nere, erano le sue preferite, magliette e giacche che alternavano tra il grigio ed il nero. Adorava il celeste, quello chiaro, quello del cielo, quello così limpido, sincero, infinito. Aveva un sorriso a dir poco meraviglioso, ma non amava mostrarlo. Le ragazze della sua classe non usavano parlare con lui, non mostravano interesse nei suoi confronti, nonostante il suo essere carino, gentile, altruista; lo consideravano noioso, ma questo disinteresse era totalmente ricambiato da parte di Charlie.
La sua era una vita monotona, ma la apprezzava. Era uno dei pochi ragazzi che non criticava se stesso, poiché ognuno è artefice di ciò che si è e di ciò che si fa. Così accettava il suo stile di vita.
Amava bere, era il suo ‘passatempo’ ormai.. trovava in quel bicchiere di vetro colmo di alcolici la soluzione dei suoi problemi. ‘Potrò essere me stesso dopo questo bicchierino di alcool’, così sussurrava prima di portare quel bicchiere alle sue labbra ed inghiottire tutto quel liquido. Charlie era solo, era un ragazzo notturno, amava l’atmosfera che calava su Bournemouth dopo il tramonto, era così intrigante, così speciale, proprio come egli stesso voleva essere.
Ogni giorno, dopo le sei di pomeriggio si recava al molo della città che si protendeva verso l’infinito mare; gli piaceva quel posto, soprattutto durante il tramonto, quando il sole tocca l’estremità del mare e si affonda in esso, a Charlie piaceva davvero tanto.
Quel molo per lui era sinonimo di tanti ricordi, lì aveva pianto, sognato e anche sorriso. Lì un giorno scrisse anche una lettera a suo padre, ormai in cielo, la avvolse su se stessa e la inserì in una bottiglia di vodka, chiuse il tappo e la lanciò in mare. A Charlie mancava tanto il padre, aveva un sacco di ricordi legati al loro passato, insieme giocavano, ridevano, scherzavano, avevano insomma una vita che si può considerare felice fino alla litigata di suo padre con sua madre, la litigata che li portò alla separazione. Charlie, con quella lettera, voleva in qualche modo riprendere i contatti con il suo papà, anche se in cielo. Ma Charlie sapeva che il suo papà era sempre con lui, in ogni momento.
Charlie Tomlison era un ragazzo fragile, con delle ferite destinate a non guarirsi. Lui era un ragazzo che aveva bisogno di affetto, aveva bisogno di qualcuno che lo aiutasse, che gli desse forza. Era completamente solo, con una classe che lo ignorava ed una famiglia assente. Con lui c’era solamente un bicchiere di vodka nel quale sfogava i suoi pensieri, nient’altro.
  
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