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Autore: Despicable Meggs    17/04/2013    2 recensioni
Un nuovo caso. Una missione sotto copertura che li porterà lontani da casa. Ma non tutto andrà secondo i piani, nel bene e nel male.
Una nuova avventura con risvolti TIVA.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anthony DiNozzo, Un po' tutti, Ziva David
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 9

 
Ziva vedeva la donna con in mano quel ferro pronta ad usarlo su di lei. Avrebbe voluto reagire, liberarsi e farle vedere di cosa era capace ma aveva mani e piedi legati al tavolo con delle corde e in più si sentiva stordita dal colpo che aveva preso in testa quando l'avevano sbattuta contro il muro. Riusciva a capire quello che succedeva ma era troppo debole e stanca per cercare di resistere.
Tony vedeva che lei non poteva difendersi e questo lo faceva stare ancora peggio.
"Allontanati da lei altrimenti..." gridò continuando a dimenarsi e provando a slegare i nodi delle corde che gli legavano le braccia alla sedia.
I due lo guardarono divertiti dalla scena.
"Altrimenti cosa?" gli disse l'uomo "Sei legato. Cosa pensi di riuscire a fare?".
Poi si girò verso la moglie e indicando Ziva le disse "Forza cominciamo! Finalmente potrai avere la tua vendetta amore!".
Tony, che ormai aveva i polsi lacerati dalle corde che lo tenevano fermo, iniziò a sentire che i nodi stavano cedendo e la stretta si stava allentando. Non si curò del fatto che aveva iniziato a sanguinare e continuò a tirare finché il nodo che gli teneva ferma la mano destra si sciolse.
Si sentì leggermente sollevato ma poi alzò la testa e vide che quella donna spregevole stava per appoggiare il ferro incandescente sulla pelle nuda di Ziva, l'avrebbe marchiata a vita lasciandole un ricordo indelebile di quella missione. L'ennesimo segno impresso per sempre in lei, che l'avrebbe accompagnata in ogni suo giorno, che le avrebbe fatto ricordare quello che aveva ingiustamente subito soltanto per aver svolto il suo lavoro.
Non aveva più tempo. Doveva impedire che accadesse, doveva salvarla. Era il suo compito e niente glielo avrebbe impedito, avrebbe lottato per lei a costo della vita. Agì d'impulso. Si alzò in piedi e con uno scatto si girò, sbattendo la sedia, alla quale era ancora legato per una mano, contro la schiena dell'uomo che, preso alla sprovvista dalla mossa di Tony, perse l'equilibrio e colpì la moglie facendola cadere a terra.
L'unica cosa che si udì in quel momento fu un urlo disperato di dolore. Ma quello che fece sentire sollevato Tony fu che la voce non era femminile e così capì immediatamente che Ziva non era stata toccata.
Al contrario ad essere ferito era stato l'uomo che, cadendo addosso alla moglie, si era conficcato il ferro incandescente in una spalla.
Velocemente Tony slegò anche il nodo che gli bloccava la mano sinistra e si liberò della sedia.
La donna in preda alla rabbia si era già rimessa in piedi e si stava scagliando contro di lui con un coltello, che fino a quel momento aveva tenuto legato in cintura. Lui anticipò qualunque mossa la  donna volesse fare e le riservò lo stesso trattamento che avevano dato a Ziva. La prese per un braccio, facendole cadere di mano il coltello, e le fece sbattere con violenza la testa contro il muro. La donna perse immediatamente i sensi cadendo a terra sanguinante.
L'uomo era rimasto sdraiato sul pavimento gridando per il dolore. Tony lo trascinò vicino alla moglie e lo incatenò al muro, poi prese il coltello e si precipitò da Ziva.
"Amore come stai?" le chiese preoccupato.
"Tony io... Non... Mi gira la testa..." disse lei confusa.
Lui le guardò il taglio che aveva sulla fronte e capì. Era davvero una brutta ferita e stava perdendo molto sangue.
"Non ti preoccupare" la rassicurò "Ti porto fuori di qui adesso. Andrà tutto bene". Poi le tagliò le corde che la tenevano legata al tavolo.
Fece scivolare un braccio dietro le sue spalle e uno sotto le ginocchia e la sollevò. Lei lo strinse aggrappandosi a lui e sentendosi sicura nel suo abbraccio. Non appena il peso di Ziva si appoggiò sulle sue braccia sentì un dolore lancinante provocato dalle ferite fatte con l'acido. Cercò di non pensarci ma di uscire da quello scantinato il prima possibile. Appena fuori dalla porta ripercorse la strada che gli avevano fatto fare per portarli lì e si ritrovò davanti alla prima stanza in cui li avevano rinchiusi. A quel punto si bloccò.
"Che succede?" chiese Ziva.
"È che adesso non so da che parte andare" rispose lui guardando il corridoio "A destra o a sinistra? È tutto buio, non si vede nulla e quando ci hanno portato qui eravamo privi di sensi... Tu cosa consigli?".
Mentre finiva di dire quella frase sentì dei rumori provenienti dallo scantinato. Ziva lo guardò preoccupata "Tony... Scegli tu... Mi fido! Ma sbrigati perché stanno tornando..." disse stringendolo più forte.
"Ok Mossad... Allora andiamo a... Sinistra!" disse cominciando a camminare lungo il corridoio. Tutte le finestre erano state sbarrate con assi di legno che impedivano alla luce di entrare. Con quel buio e con Ziva in braccio procedeva piuttosto lentamente.
"Senti Ziva" disse facendole mettere i piedi a terra "Devi provare a camminare altrimenti andiamo troppo lenti ok?! Non ti preoccupare ti aiuto io" concluse mettendole un braccio dietro la schiena per sorreggerla mentre camminava.
Ripresero il corridoio cercando di individuare uno spiraglio di luce che gli indicasse la strada o una porta da cui poter uscire.
Nonostante camminassero più veloce i passi dietro di loro si facevano sempre più vicini. Quei due conoscevano bene la strada a differenza di Tony e Ziva che stavano andando a tentoni.
"Tony fermati ti prego... Non ce la faccio più..." implorò Ziva appoggiandosi con una mano al muro.
Poi all'improvviso Tony vide una cosa che gli fece ritornare il sorriso.
"Dai ancora un piccolo sforzo... Ci siamo quasi vedi" disse indicando una luce che proveniva dal fondo del corridoio.
Lei lo guardò e disse "Ok... Andiamo". Lui rimise il braccio dietro la schiena di Ziva per farla ricominciare a camminare, ma questa volta il dolore fu troppo forte e non riuscì a non gridare. Le ferite provocate dall'acido si stavano aprendo e bruciavano sempre di più.
"Ti ho fatto male?" chiese Ziva preoccupata ricordandosi solo in quel momento di quello che avevano fatto a Tony.
"Non è niente... Tranquilla" rispose per non farla agitare.
"Non mentire... Si sente dalla tua voce che stai male" gli disse staccandosi da lui "Cammino da sola... Non voglio farti male".
"Questo non è il momento adatto per discutere mia bella Ninja... Non ti reggi in piedi. E quelli ci stanno raggiungendo... I passi sono sempre più vicini. Lasciati aiutare" rispose tornando a sorreggerla e trascinandola verso la porta.
Stavano già assaporando la libertà, erano arrivati davvero vicini all'uscita quando d'improvviso la porta si spalancò e gli si parò davanti la donna.
Impugnava una doppietta e la puntava contro di loro. Si girarono di scatto per tornare indietro ma l'uomo li aveva già raggiunti alle spalle e teneva in mano un pistola.
Ziva guardò Tony e disse "Ora non abbiamo nessuna possibilità".
Tony l'abbracciò "Ti amo!" le disse.
Lei lo strinse ancora più forte e chiudendo gli occhi rispose "Ti amo anch'io!".
Questa volta pensavano davvero che non sarebbero usciti vivi da lì, non senza l'aiuto di qualcuno.
 
 
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Gibbs aveva obbligato il commissario Böhm a lasciarlo guidare, gli aveva strappato le chiavi di mano e si era seduto al posto del guidatore.
McGee si era seduto a fianco a lui mentre il commissario era seduto dietro.
"Agente Gibbs, aveva detto che saremmo arrivati più in fretta se l'avessi lasciata guidare, ma non che mi avrebbe fatto morire di infarto" disse il commissario criticando il suo stile di guida.
"Non si lamenti di come sta guidando l'agente Gibbs" intervenne McGee "Non è mai salito in macchina con l'agente David... In quel caso sarebbe a rischio infarto... Mi creda".
"Wow, in America avete uno stile decisamente particolare" concluse.
In meno di dieci minuti arrivarono nel luogo indicatogli da Abby. Si trovarono davanti ad una casa che aveva l'aria di essere stata abbandonata da tempo. Ma quello che gli fece capire di essere nel posto giusto furono dei segni di pneumatici sull'erba.
"McGee, io e te andiamo all'entrata principale... Lei commissario prenda i suoi uomini e controlli se ci sono altre uscite o altri luoghi dove possono averli rinchiusi" ordinò Gibbs estraendo la pistola.
Tim fece lo stesso e si diressero a passò veloce verso l'entrata. Arrivati a pochi passi dalla porta si resero conto di quello che stava succedendo. Videro da una delle poche finestre che non era stata oscurata che quei due stavano tenendo sotto tiro Tony e Ziva e loro si trovavano nel mezzo, disarmati e feriti. Dovevano intervenire. Subito.
 
 
 
Angolo dell'autrice:
Eccoci al capitolo 9! ;)
Tutti quelli che erano preoccupati per Ziva ora possono tirare un sospiro di sollievo! Ci ha pensato il nostro Tony <3 a salvarla!
Ora però vi lasciò di nuovo in sospeso! Ihihi sono un po' cattiva...
Continuate a seguire e commentare mi raccomando!
Baci
Meggie
 
@AleTiva95: beh anche questa volta ti lascio con un “Cliffhanger”... Mi odi vero? Ahaha 
Ma sono sicura che ti vendicherai presto!!!!! Ma almeno questa volta per lamentarti non dovrai scrivere una lettera a Gary!!! Ti basterà infamarmi per sms!!! Ahaha :) Ok… Come sai sto delirando… Quindi chiudo qui… O.o
 
  
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