Fanfic su artisti musicali > Lady Gaga
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Autore: famehookertime    18/04/2013    1 recensioni
ma perchè sei tornato?
"la vite est un sale pute mais cette pute a un corps de rêve"
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- cosa? Dimmi che non l’hai fatto davvero!
- ah sì sì te lo giuro! Avevo 9 anni, Matt 12 e Julian 13, passavamo tutta l’estate davanti alla casa del vecchio Harris a fargli imboscate e trappole solo per vederlo arrabbiarsi e sbuffare come un bue, e quando rientrava in casa inciampava automaticamente nel suo vecchio labrador cieco – le disse con tono gioioso.
-non ci credo, neanche per un secondo – esclamò lei, incredula – sono sicura che avete fatto impazzire vostra madre, voi tre – rise di colpo in un modo molto seducente, discreto.
- ah ma facevamo anche delle stupidate sulla riva del buon vecchio lago! Abbiamo messo Murphy, un coniglio enorme, su una zattera e l’abbiamo lasciato scivolare fino alla riva più bassa -.
Un’immagine apparì nella testa di Gaga, una foto di Taylor, bambino, a 5 anni, una testona bionda, che teneva tra le braccia un enorme coniglio stretto al petto per non farlo scivolare via.
- e poi? – domandò Gaga illuminata da un sorriso. Arrivò il cameriere e le posò davanti un’insalata.
- poi? Ah poi, il pazzo furioso sull’altra riva è uscito dalla sua capanna e ha provato a spararci con la pistola, senza successo, siamo scappati in un nanosecondo! E abbiamo recuperato Murphy un po’ più… bah, era veramente coraggioso quel coniglio, appena uscito dall’acqua ci ha seguito fino a casa saltellando come sempre. Mio padre diceva sempre che era stupido e buono solo sul piatto, ma non gli abbiamo mai lasciato neanche torcergli un pelo -.
- mi sarebbe piaciuto conoscerti in quei tempi – sospirò Gaga, mangiando una foglia d’insalata.
-oh, non sarei stato interessato a te, se non avevi delle caramelle o un pony da lasciarmi montare, non m’interessavano le ragazze, fino al liceo. Volevo solo un cappello da cowboy di paglia e partire per l’avventura nella foresta – rispose lui tranquillamente. Prese la forchetta e incominciò a mangiare il piatto di lasagne che il cameriere gli aveva appena portato.  Versò il vino nel bicchiere di Gaga. Lei mormorò un “grazie”, sollevò il bicchiere e lo portò alle labbra.
-e tu hai sicuramente qualcosa da raccontarmi, su di te e la tua sorellina – disse, facendo l’occhiolino.
- ah, ma sai, Natali era troppo piccola, le facevo degli scherzi, ma il problema era che diceva tutto ai miei genitori e se la prendevano sempre con me. Ti ho raccontato della volta in cui ho messo il suo criceto nella lavatrice?
-no, mai – rispose lui con gli occhi ridenti, appoggiando il bicchiere di vino sul tavolo – non vedo l’ora di sentire questa storia! -.
-allora va bene, ma non ridere! Avevo circa 10 anni e Natali aveva ricevuto questo minuscolo criceto, ma era così brutto che non osavo guardarlo. Ma ero gelosa del suo regalo. Era Crispy di qua, Crispy di là, che palle! Tutti non avevano occhi che per lui. Allora una sera, i miei genitori erano usciti, avevo provato guardato Frankenstein da sola, ma avevo così paura che avevo subito cambiato canale. Ero capitata su un episodio della Pantera Rosa, dove metteva il suo amico nella lavatrice… -
Taylor continuava a fissarla con i suoi occhi dolci, guardava le sue labbra muoversi senza sentire il suono che ne usciva, non sentiva neanche più la piccola orchestra in sottofondo e la gente che parlava nel ristorante. Ammirava lo sguardo di Gaga illuminarsi ai ricordi d’infanzia, era così incantato dal suo modo unico di sbattere le ciglia per riflettere, quel tic di alzare le labbra sulle gengive, lasciando scoperti i suoi bei denti bianchi.
- sono così innamorato di te – mormorò
Si rese conto solo in quel momento che non aveva più ascoltato il suo racconto e che l’aveva interrotta.
- cosa? – chiese lei.
Lui si schiarì la gola e si riprese – no no continua – fisse, un po’ confuso.
- ah, stavo dicendo…
S’interruppe di nuovo quando sentì un tocco delicato sulla mano. Taylor le aveva preso la mano e continuava a fissarla, completamente perso.
Lei strinse le labbra, non sapendo come reagire. Arrossì leggermente, presa alla sprovvista da tutte quelle sensazioni. Lui guardò la sua manina dentro la sua enorme zampa.
-posso farti una domanda?- bisbigliò con un sorriso, come un bambino pronto a svelare i suoi sentimenti per la bambina di cui si era innamorato. La felicità e l’eccitazione nella sua voce erano palpabili.
-ma certo- balbettò lei.
-non hai mai pensato di far su famiglia, tu ed io?- la guardò teneramente, come se fosse una neonata.
-non è una proposta di matrimonio, spero – sbuffò Gaga.
-no, assolutamente – rispose lui – pensavo a cosa dovremo fare, se siamo d’accordo entrambi – sospirò.
- non mi vorrai far mettere al mondo un povero angioletto fuori dal matrimonio, Taylor – esclamò lei.
Taylor non rispose, il suo sorrisetto dava sui nervi a Gaga.
Alla fine della cena, stavano per uscire dal ristorante per prendere una boccata d’aria e fumare una sigaretta, quando all’improvviso sentirono una voce chiamare Taylor.
-guarda, guarda – diceva – mi avevi dimenticato, miss Stefani?-
Gaga si voltò per vedere da dove provenisse quella voce familiare, e notò un ciuffo di capelli nero come il carbone. Riconobbe subito il viso cui apparteneva.
-Lucas Patrick Carl – sospirò lei.
Non lo voleva vedere. Ancora meno alla presenza di Taylor, cui aveva raccontato ogni dettaglio della loro storia.
Taylor si alzò di scatto. Luc si mise davanti al loro tavolo.
-salve bellezza – le sussurrò nei capelli bruni al profumo di frutta di quella donna deliziosa.  Taylor digrignò i denti, vedendo quell’approccio troppo familiare, dopo quel museo degli orrori che le aveva causato. Gaga non aveva niente da ridire, apprezzava il suo modo di fare.
-possiamo parlare in privato, senza di lui?- chiese, lanciando uno sguardo di disprezzo a Taylor come fosse dello sporco sulla sua scarpa.
Tuttavia Taylor non si sentiva assolutamente intimidito da lui.
-parlerai con me o posso toglierti la parola per il resto dei tuoi giorni – disse lui, con un tono più provocatorio che aggressivo.
Luc fece un passo verso di lui, puzzava d’alcol e la sua capacità di capire le cose era quasi al limite.
-non t’insulterò qui, ma se vuoi che ci spieghiamo – fece una pausa e gli mostrò l’uscita con un gesto ampio – vieni fuori con me -. Fece un sorrisetto, seguito da un singhiozzo.
-che cosa facciamo, non vorrete picchiarvi, vero? – disse Gaga; i suoi gesti ormai tradivano il panico e la paura che provava.
-non avere paura, bambola, ci penso io – disse Luc, provando a baciarla sulle labbra, ma lei si distolse subito. Luc alzò le spalle e si avviò verso l’uscita.
Gaga si avvicinò a Taylor e lo aiutò ad allacciarsi la giacca.
Sbuffò – Taylor, resta qui. Non sa cosa sta facendo, e non voglio che tu ti faccia male.
-non ti preoccupare, amore. Gli farò pagare gli anni di miseria che ti ha fatto subire – la sua voce tremava di collera.
-stai attento – lo baciò sulle labbra, Taylor sentì il gusto di ribes del suo gloss. La strinse a sé e la baciò con passione.
-promettimi di non dimenticarmene, una volta rientrati – gli disse con un sorriso di una donna sedotta, lo sguardo pieno di malizia nei suoi occhi brillanti.
  
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