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Autore: redeagle86    18/04/2013    1 recensioni
Terza al contest "Il Giro del Mondo in 80 giorni"
"Lui era l'acqua cheta che osservava tutto e non parlava, mentre il suo compagno era il fuoco vivo che bruciava tutto sul suo cammino. Cose, persone, amici, nemici... tutto veniva consumato e ridotto in cenere al suo passaggio, senza distinzioni."
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alec Lightwood, Jace Lightwood
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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running away Terza classificata al contest ll Giro del Mondo in 80 giorni di Soul'sLullaby

Titolo: Running away
Autore: redeagle86
Beta-reading: No
Fandom: Shadowhunters
Tipologia: One-shot
Introduzione: Una notte come tante a New York. Alec è da solo con i suoi pensieri, con le sue riflessioni su un amore ormai perduto per sempre.
Rating: Verde
Personaggi: Alec, Jace
Generi: Introspettivo, Malinconico
Avvertimenti: Nessuno
Pacchetto scelto: Bombay
Prompts: Fuoco; Narciso; Tigre
Canzone: 30 Seconds To Mars – Hurricane
Obbligo: La storia deve essere ambientata di notte (in parte o interamente)
Ho scelto alcuni frammenti della canzone per sottolineare i frammenti della fanfiction.
NdA: Avendo letto tutti i libri, scrivere qualcosa che rientrasse solo nel primo è stato decisamente difficile. È una raccolta dei pensieri di Alec mentre vede il ragazzo di cui è innamorato struggersi per un amore che non può avere futuro.


Running away

Non esisteva il silenzio a New York.
Nemmeno di notte la città taceva: era un cuore pulsante di vita, sempre in costante attività. Un enorme formicaio i cui abitanti si muovevano velocemente in ogni direzione.
Dal tetto dell'Istituto, Alec guardava le luci dei grattacieli illuminare a giorno ogni cosa: a volte pareva che lì non esistesse neppure la notte.
O l'oscurità.
Ma quella era la città che conosceva e, suo malgrado, aveva imparato ad amare.
Non era Alicante con le sue torri di vetro, ma era il posto in cui viveva.
In cui viveva con lui.
E fino ad allora era stato tutto ciò che gli servisse sapere per stare bene ed essere in pace con sé stesso. Con la sua natura, quella vera.
Finché non era apparsa lei, e la sua vita, o meglio la vita di tutti loro, era stata sconvolta.
Finché Jace non aveva visto lei, e lui non aveva più avuto nemmeno la speranza a cui aggrapparsi.
Lei, con quei suoi capelli di fuoco, la sua grinta, il suo coraggio... si era fatta strada nel cuore di colui che credeva che amare significasse distruggere. E aveva messo Alec in un angolo a fare da spettatore, a guardare il suo compagno di battaglia che si distruggeva un pezzo per volta per amore di quella ragazza.

Quella notte al Pandemonium aveva cambiato tutto.
Come Narciso sulla sponda del lago, Jace si era specchiato negli occhi di Clary trovandovi la più bella immagine di sé che avesse mai visto. E non si era innamorato del suo riflesso, ma di ciò che vi aveva letto dentro. Vi aveva visto una persona degna d'essere amata.
Degna di avere un posto a cui appartenere.
Ed Alec aveva capito che per lui era la fine. Che il suo migliore amico era ormai perso in quei gorghi smeraldo e non c'era possibilità di liberarlo.
Nemmeno dopo aver saputo la triste realtà.
Dopo aver saputo chi era Clarissa Morgenstern.

[Theres a fire inside of this heart in a riot
about to explode into flames]

Non aveva importanza quello che diceva Jace, il suo tentare di convincere tutti che stesse bene e che non era affatto un problema se Clary era sua sorella.
Alec sapeva la verità.
Lui era l'acqua cheta che osservava tutto e non parlava, mentre il suo compagno era il fuoco vivo che bruciava tutto sul suo cammino. Cose, persone, amici, nemici... tutto veniva consumato e ridotto in cenere al suo passaggio, senza distinzioni.
Ed ora il suo amico, il suo unico amore, stava consumando sé stesso: il fuoco che prima sbaragliava ogni cosa, ora bruciava dentro di lui, lo corrodeva... lo cambiava. Come una tigre in gabbia, snudava le zanne contro chiunque, anche contro chi non lo meritava, in cerca di una via d'uscita da quell'incendio che lo tormentava.
Alec lo guardava... guardava quell'alternarsi di fiamme, quel continuo alto e basso tipico del fuoco che si alzava in lingue sempre diverse: c'erano giorni in cui non andava male, in cui Jace pareva quello di sempre e giorni in cui era una belva ferita a morte che ruggiva il suo dolore.

[No matter how many days I die
No matter how many lies I live
it’s too much history]

E poi c'era Alec, sempre e comunque.
Non era un domatore, né sopportava il fuoco, ma era suo amico.
Ne avevano passate troppe insieme perché lo abbandonasse, lo lasciasse bruciare e ferirsi nella sua sofferenza.
Anche se questo significava calarsi sul viso una maschera e mentire, nascondere ancora i suoi veri sentimenti ed essere semplicemente suo amico.
Anche se significava annullare sé stessi e stargli vicino, senza parlare, in silenzio.

[the quiet silence defines our misery]

Ma a New York il silenzio non esisteva e come formichine operose anche loro dovevano continuare a muoversi e a lavorare velocemente come tutti gli altri.
Forse era il segreto per non soffrire: correre sempre, senza mai fermarsi, finché c'era fiato nei polmoni. Forse per questo la città era sempre di fretta.
Correre per lasciarsi alle spalle i nemici.
Correre per lasciarsi alle spalle il dolore.
Correre per lasciarsi alle spalle la verità.
Correre per essere certi d'essere ancora vivi.
  
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