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Autore: Shinalia    18/04/2013    1 recensioni
I passi dell'amore.
Fanfiction ispirata al libro di Nicolas Sparks e al film che ne hanno tratto.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Un volto scarno, il respiro affannoso e spezzato, le dita pallide strette al copriletto color porpora, sotto il quale lei pare svanire, minuta in un letto troppo grande.
Un’immagine straziante, che lo perseguiterà sino a quando avrà vita.
Qualcosa alla quale una parte di lui avrebbe preferito sottrarsi, ignorando le sofferenze che Bella gli ha abilmente celato.
«Perché? Perché lo hai fatto?» sussurra, consentendosi di accarezzarle il viso pallido ed accaldato, sorridendo malfermo quando il volto di lei si inclina, quasi a voler assaporare la sua carezza o forse solo il freddo delle sue dita tremanti. Probabilmente non ha idea di quale mostro giaccia lì, accanto a lei. Un mostro egoista pronto a strapparle la sua anima, perché incapace di accettare quella vista surreale. E sua sorella lo aveva certamente immaginato, esortandolo così a raggiungere Bella.
Dio, non è giusto.
Non è affatto giusto.
Il tempo pare procedere a rallentatore, le immagini scorte nelle visioni di Alice vorticano nella sua mente, come un vecchio film drammatico ed ossessionante, alla cui presa non è capace di sottrarsi.
E neppure vuole sfuggire a tutto ciò. Non è forse la giusta punizione? Ha segretamente accusato Bella di egoismo, di averlo bistrattato, giocando con i suoi sentimenti, troppo preso da sé stesso per scorgere ciò che in realtà sarebbe dovuto essere palese. Ha vissuto abbastanza per aver chiaro il mondo, i suoi orrori, la caducità della vita, proprio come ha sperimentato sulla sua stessa pelle. Ed ha trascorso la sua esistenza immortale immerso nei pensieri degli umani… dunque dovrebbe saper comprendere ognuno di loro, con una facilità strabiliante.
Ed invece, questo secolo andato, non lo ha aiutato a maturare come avrebbe dovuto.
Si è trasformato in un gretto superficiale, ancorato alle sue convinzioni. Ha fatto affidamento sul suo potere, rendendolo il suo metro di giudizio, atrofizzando così la sua capacità di comprendere il mondo, al di là di esso.
Quanti errori ci hanno condotti qui? Quanti segreti si sono frapposti tra di noi, perché incapaci di aprirci, di mostrarci vulnerabili, di metterci in gioco. – rimugina, sebbene sia conscio di non aver alcuna certezza sui sentimenti di Bella. Forse lo considera un amico. Quel bacio può aver avuto un significato solo per lui.
No, non Bella. Non mi avrebbe permesso di sfiorarla, se non avesse nutrito anche solo un minimo interesse.
E con il tempo, quel minimo interesse, potrebbe maturare, consentendo a sentimenti più intensi di sbocciare.
Sta morendo ed io chi sono per donarle l’immortalità, trascurando i suoi desideri?
«Mi dispiace. Sono stato uno sciocco, un insensibile. Ti ho imposto la mia presenza, ho preteso la tua amicizia e molto di più, ignorando il buon senso e la logica ma… - espira a fondo, serrando gli occhi con veemenza, mentre le dita sfiorano con reverenza la pallida mano di lei. – Sei stata una boccata d’aria fresca, in un mondo stantio. Per nulla scontata, così buona, così dolce… così diversa da me, priva di ogni artificio. Ignorando il giudizio altrui hai percorso la tua strada, con una forza ed una risolutezza che ammiro.» confessa, in un sussurro dolente, conscio vi sia molto più di questo. Parole impossibili da pronunciare, malgrado l’incoscienza di lei.
Perché le parole hanno un peso ed una volta pronunciate, una volta ammessi ad alta voce quei sentimenti da cui rifugge, non vi sarà più alcuno scampo.
È stato così semplice innamorarsi di lei.
Giorno dopo giorno, istante dopo istante, lentamente le emozioni si sono subdolamente insinuate nel suo petto, malgrado la ragnatela di bugie tra di loro.
La mente silenziosa di Bella lo ha attratto, ma è di quella splendida creatura, dai suoi modi e dal suo sorriso che lui è divenuto dipendente. È stata la sua capacità di vedere in lui più che uno sciocco superficiale, adorato da stuoli di ragazzine ignoranti.
Tutti pronti a nutrirsi della sua fama, della sua visibilità, lo hanno accerchiato, pronti a beneficiarne.
Il suo aspetto fisico, le sue capacità scolastiche, sportive… tutto ciò è sempre dipeso, in gran parte, dalla sua natura di vampiro, dall’essere stato costretto a rivivere gli anni scolastici ancora, ancora ed ancora, sino alla nausea.
Ma quell’immagine fittizia non lo rappresenta.
Quello non è lui, non è l’Edward che la sua famiglia ama e comprende.
Forse perché non si è mai concesso di mostrare ad altri, oltre che loro, la sua vera indole, lo strazio che colma da sempre il suo cuore solitario.
Il senso di colpa per quelle vite strappate, in passato, lo attanaglia, rendendolo inadatto a quella felicità che però ugualmente agogna. Ed è proprio quell’atavico bisogno ad averlo avvicinato a Bella, perché in lei ha scorto tutto ciò che… tutto ciò che…
Basta. – si ammonisce aspramente, posando la fronte sul cuscino, accanto a lei, inspirando il suo profumo, tentando di memorizzarlo, malgrado il buon senso lo esorti ad allontanarsi, prima di cedere.
Perché sarebbe così semplice capitolare.
Chi potrebbe biasimarlo?
Alice non attende altro e la sua famiglia, per lui, non desidera che questo: una compagna, qualcuno con la quale lui possa condividere la sua esistenza, abbandonando la cupezza nel quale si rifugia.
E Bella? È sul punto di perdere tutto, tra le più atroci sofferenze.
Potrebbe scorgerlo come il salvatore, che le ha teso la mano, nel momento del bisogno.
O potrebbe odiarlo, per aver distrutto ogni possibilità per la sua anima.
E lui? Sarebbe davvero in grado di posare su di lei il suo sguardo, ignorando la fitta al cuore data dalla consapevolezza del male che le arrecherebbe?
Si, maledizione, si.
È un bastardo, un bastardo egoista. «Ma ti amo.» mormora mesto, quasi come se quelle due parole potessero spiegare tutto. Ed è forse è vero, perché se non nutrisse per lei quei sentimenti, nulla lo indurrebbe a prendere in considerazione l’idea di trasformarla.
«L’amore rende stupidi, vulnerabili.» Rende schiavi, anche i più forti.
È una porta sulla felicità o sulla dannazione. Quest’ultima, nel suo caso, intesa letteralmente.
Eppure, malgrado tale consapevolezza e nonostante sia conscio che tutto potrebbe condurre al peggiore epilogo, l’idea di abbandonarla al suo destino è inaccettabile.
Forse lo odierà e lui dovrà vivere chinando il capo e sopportando il suo disprezzo.
Probabilmente non accetterà di divenire la sua compagna, né gli concederà la possibilità di risvegliare in lei sentimenti simili ai suoi ma… Io non ho scelta.
 

 

 

Solo chi ama senza speranza conosce il vero amore. 
Pablo Neruda


   
 
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