Storie originali
Segui la storia  |       
Autore: Be A Weasley    18/04/2013    3 recensioni
Una ragazza a cui il suo nome va stretto, il viaggio che aveva da sempre aspettato, l'incontro con un ragazzo dai capelli rossi.
Buona lettura,
Delilah :)
Recensite? Mi farebbe taaaaaanto piacere :3
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Can i have this dance?*


«Quando avete finito, avvertite eh!» Non appena quella voce raggiunse le mie orecchie mi staccai. 
«Si può sapere cosa diavolo ci fai tu qui?!» mio cugino sembrò turbato da quella che, a giudicare dalla sua espressione, poteva essere classificata come "domanda strana". Con tutta la tranquillità del mondo rispose: «Sai com'è.. Io, Janette, soli a Londra. E' troppo bello per essere vero e con molta probabilità oggi ci daremo dentro, te la immagini? Io sì! Ha scelto me, tra tutti i ragazzi, me!» Mi frenai dal dirgli quello che pensavo sul loro rapporto. Però, proprio nel momento in cui stavo per chiedergli come organizzarci, dalla porta scorrevole dell'areoporto uscì lei. Si era persino cambiata per l'occasione, stavolta era liscia e indossava, oltre ai vari gioielli scintillanti, un tubino nero. Mi chiedevo come facesse ad andare in giro in quel modo dato che io, nonostante fossi imbottita con maglioni e calze pesanti, soffrivo da morire il freddo. Si stampò un sorriso finto sul volto  plastificato e venne verso di noi, ci degnò addirittura di uno sguardo prima di iniziare a baciare Daniele, se quello si poteva definire un bacio. A parer mio era più una trasfusione di saliva in pubblico. Stavolta ci pensò Logan ad interromperli con una frase del tipo "Trovatevi un albergo" che mi provocò una risatina. 
«Che c'è? Sei geloso? Con la ragazzina qui presente ancora niente a quanto pare, eh?» Senza aspettare neanche una risposta da parte di qualcuno, presi il rosso per il polso e, in modo decisamente troppo brusco, lo trascinai dietro di me verso la stazione. 
«Ti piace ancora, vero? Ti capisco e non posso nemmeno farci niente, cavolo, è bellissima. Se può farti stare meglio nel giro di un mesetto si lascerà con mio cugino perchè gli mancherà baciare qualcosa, che non siano necessariamente labbra, questo è ovvio. A quel punto entrerai in gioco tu che con le tue straordinarie capacità oratorie la farai tornare da te e tornerete felici e contenti come prima del mio arrivo. Farete tanto di quel sesso che vi verrà la nausea e solo a quel punto deciderete di fare un bambino, solo uno altrimenti c'è il rischio che lei non diventi più snella come ora. Darete lui un nome regale e aristocratico come Richard o William oppure, in caso si tratti una bambina, Elizabeth o Victoria. Nascerà con un padre che la vizierà fino alla morte e senza una madre dato che quest'ultima sarà sempre impegnata in parrucchieri ed estetisti, quindi dovrete chiamare una babysitter che le riempirà la testa di st-» 
«Come immagini la mia vita insieme a te, invece?» quella domanda mi prese del tutto contropiede.
«.. Cosa?» Logan mi prese la mano e, più delicatamente di come feci io prima, mi affiancò a lui.
«Devi smetterla di sottovalutarti. Sei molto più bella di qualsiasi modella o attrice esistente sulla faccia della terra. Mi piace tutto di te, dai capelli, agli occhi, al fisico. Essere bella non equivale ad essere perfetta, devi ficcartelo in testa.»
Con movimenti lenti avvicinammo i nostri visi e ci scambiammo un bacio, uno di quelli delicati e decisi allo stesso tempo. Poteva essere una cosa molto più romantica se non ci fossimo trovati in una stazione con persone frettolose che ti urtavano ogni secondo e il rumore di treni in partenza o in arrivo come sottofondo.
 
«Weasley si può sapere dove mi stai portando?» dissi dopo un quarto d'ora passato tra treni e metro. 
«Eccoci, questa è l'ultima fermata, vieni.» Lo seguii molto lentamente, a quell'ora sarei stata volentieri nel mondo di Morfeo a fare chissà quale bel sogno e invece stavo saltando di mezzo in mezzo diretta in qualche bel luogo londinese a me sconosciuto. Appena salite le scale per uscire dalla metropolitana, capii. Subito mi si catapultò di fronte il Big Ben illuminato a dovere e, poco distante, il London Eye catturava l'attenzione di tutti i passanti. La sera sul tardi spiccava ancora di più con le luci blu lungo tutto il perimetro della struttura che brillavano ad intermittenza. Dalle labbra mi sfuggì un'espressione di meraviglia. «E'.. E' magico.» riuscii a sussurrare dopo qualche secondo di imbambolamento. «Lo è eccome. Vuoi salirci?» 
Stranamente la fila non era tanta, forse per il freddo pungente o forse per l'orario. Nella cabina non eravamo in tanti, c'era una coppia di signori, entrambi sulla settantina e un gruppo di ragazzi non meglio identificato. La ruota si muoveva con un ritmo piuttosto lento, fattore che non faceva altro che incrementare il mio sonno. Passati una decina di minuti la nostra cabina raggiunse il punto più alto e fu solo in quel momento che riuscii a distogliere il mio sguardo dai suoi occhi. Si vedeva buona parte della città, in quel periodo natalizio era un susseguirsi in ogni dove di lucine colorate e animate, era divertente anche il fatto che da lassù si potessero vedere le guardie reali infagottate nelle loro uniformi rosse farsi sempre più piccole così come il resto dei passanti. Nonostante non fossi la classica ragazza romantica tutta baci e abbracci, in quella serata sentii la voglia di avvicinarmi al ragazzo e stringerlo a me, e magari anche di possedere doti magiche e una bacchetta per fare un bel "aresto momentum". Durante quel giro panoramico non mancarono i contatti, probabilmente per contrastare per contrastare l'assenza di quelli in mattinata. Quasi in contemporanea ci arrivò un messaggio, il mio era da parte di Daniele: "BUMBADABUMBUMBUM! Sono il ragazzo più fortunato del mondo! Credo che in questo momento mi servirebbe solo della cioccolata per essere del tutto felice. Dovevi vederla, Deli, era da restare a bocca aperta. Per motivi che non sto qui a spiegare alla tua testolina innocente, stasera resto a dormire da Jan. Se scopro che hai fatto sesso con quello mi incavolo, sappilo. Notte notte <3 P.S. Ti racconterò tutti i dettagli!" Rilessi più volte l'sms, speravo di aver capito male ma, a giudicare dallo sghignazzamento di sottofondo di Logan, avevo capito benissimo. «Non c'è niente da ridere, idiota. Chi era che ti cercava?»  «Jamie, appena scesi prendiamo un taxy per casa mia, avevo del tutto rimosso la festa.» Per poco non mi strozzai con la mia stessa saliva. «Cosa? Che genere di festa?!» A giudicare dall'aspetto della madre, impellicciate e ingioiellata, quella festa sarebbe stata un ballo delle debuttanti versione mini e la cosa mi spaventava.


 
Dopo la semi litigata su chi dovesse pagare il conto del taxy, vinta da entrambi, un cancello sovrastò il mio sguardo. Era in ferro battuto, o per lo meno così sembrava date le mie scarse conoscenze sui metalli, e ai lati circondato da piante ramificate. Una volta sorpassato mi si parò di fronte una villetta con tanto di giardino perfettamente curato e aiuole tutt'intorno a statuette e fontanelle. La cosa che attirò di più la mia attenzione fu un gigantesco salice piangente situato in una parte remota dell'abitazione, con molta probabilità chi aveva arredato preferiva putti saltellanti. «Questa sarebbe la tua casa delle vacanze?» Il ragazzo si fece una risatina e, anzi che andare, come tutte le persone normali, verso il portone di casa, si diresse ad una porta laterale più piccola e con qualche scalfitura. Una volta aperta la porta mi afferrò la mano e mi condusse furtivamente all'interno. Non feci in tempo a vedere nulla da quanto Logan si muoveva veloce, riuscii soltanto a sentire in modo vago il suono di un pianoforte e le voci di un centinaio di persone che sovrastavano quella dolce melodia, rendendola solo una musica di sottofondo. Solo quello bastò a farmi salire l'ansia. Passato un minuto abbondante capii di trovarmi nella sua camera: c'erano poster di gruppi musicali e di eroi dei fumetti ovunque, il letto era decisamente troppo grande per una persona, io mi sarei sentita sola a dormire tutta la notte in un letto matrimoniale. Il pezzo forte era costituito da una parete formata interamente di foto, alcune risalenti all'infanzia, altre a pochi anni fa e la maggior parte sembrava recente. In parecchie stava con Jamie e con altri amici, non c'era nessuna con i genitori. Figura ricorrente era anche una ragazza con degli occhi così azzurri da far invidia al cielo. Senza che facessi in tempo a domandarglielo, lui disse: «E' mia sorella, si chiama Helen. Bella, vero?» 
«Già, è davvero- Oh cazzo!» 
«E' davvero "Oh, cazzo"? Wow, sei la prima che le fa un complimento del genere, originale.» 
«Nonono, tu sei "Oh, cazzo"!» balbettai senza riuscire a smettere di guardarlo. 
«Lo so, lo so. Senza maglietta sono da togliere il fiato.» mi piazzai una mano di fronte agli occhi, esasperata per la risposta, e tornai a guardare le fotografie.
In realtà non aveva un fisico perfetto da Adone greco con addominali pronunciati e spalle larghe, non mi sono mai piaciuti tipi così. Lui era asciutto, longilineo, non aveva nè troppo e nè troppo poco e a me andava benissimo in questo modo. 
Logan, notando il mio gesto, fece una risatina prima di infilarsi una camicia blu scura. Si lasciò i jeans che già aveva indosso e, per completare il tutto, si mise una giacca di un colore poco più chiaro chiaro della camicia. «Seguimi, là sotto non accettano maglioni di tre taglie più grandi.» Detto questo uscì dalla stanza ed entrò in un'altra porta subito accanto. Questa era del tutto diversa dalla precedente: pareti lilla, peluches enormi dappertutto, luci natalizie lungo il confine del soffitto e un letto a baldacchino a fare da sovrano. «E' una casa delle bambole ingigantita di un centinaio di volte!» fu la mia prima reazione. Il rosso annuì con un'espressione di nausea sul volto e si diresse verso l'armadio in legno. Non volevo togliermi i miei vestiti, erano comodi e, a parer mio, bellissimi. La mia idea cambiò non appena lui aprì le ante: c'era ogni ben di Dio là dentro. «Okok, ho l'angioletto e il diavoletto sulle spalle che stanno facendo a cazzotti. Uno dice "Provali tutti!" e l'altro "Non farlo, resta te stessa!" ma io dico, non posso essere me stessa con dei vestiti sfavillanti addosso?» finii la frase con un sorriso a trentadue denti dipinto sul viso e, con un «Ho capito, esco dalla stanza. Massimo dieci minuti, se non hai fatto ti faccio scendere tra la miriade di persone tuuuutta sola.», Logan si eclissò. Guardai con fare da sfida l'armadio e dopo essermi sgranchita le dita, mi catapultai all'interno. Estrassi una quindicina di vestiti, l'unico problema era che tutti quanti erano di una strettezza impressionannte. Per la cronaca, odio gli abiti attillati, sono scomodi e non contribuiscono a migliorare i miei movimenti, già scoordinati. Per cinque minuti buoni cercai di farmi entrare un vestitino di jeans, tentativo che abbandonai dato che l'angioletto continuava a ripetermi "Chi rompe, paga". Ero quasi giunta all'isterismo più totale quando mi si parò davanti un abito color avorio, con rifiniture oro e un tessuto abbastanza elasticizzato, fattore decisivo. Passai due minuti a guardarmi attraverso il lungo specchio attaccato al muro e a sistemarmi alla meno peggio i capelli. Estrassi dalla mia borsa la trousse ed inizia ad impiastricciarmi la faccia: per prima cosa il fondotinta, poi la cipria, il blush e rossetto rosato sulle labbra, per gli occhi optai per una linea di eyeliner marrone abbastanza leggera e un tono neutro su tutto il resto della palpebra. A giudicare dal riflesso, potevo definirmi soddisfatta, avevo raggiunto i livelli della decenza. Infilai l'unico paio di scarpe dello stesso colore dell'abito tra le innumerevoli paia di tacchi dai toni più impensabili, andavano dall'arancio fluo al verde evidenziatore, decisamente troppo bizzarre per una che voleva passare inosservata. 
«Ahm.. Logan?» sussurrai guardandomi intorno. Di certo non sarei scesa da sola, già era impensabile che io andassi tra quella folla con lui, da sola era del tutto pazzia. Fortunatamente sbucò fuori da una stanza poco distante e, a prima vista, non seppi ben collocare la sua espressione. Sembrava confuso, come se non mi avesse mai visto prima, ansioso, di non so con precisione cosa, e stava arrossendo, piano piano diventava sempre più come il rosso dei suoi capelli. «Ehi? Sono io, più alta di dodici centimetri, ma sono sempre io, che ti succede?»  Lui venne avanti a passo deciso e, a pochi millimetri dalle mie labbra, sussurrò un «Sei meravigliosa, Granger.»
L'entrata alla festa fu la parte migliore. Il nostro obiettivo era mischiarsi alla folla in modo da tale da non attirare attenzione. Non avevamo calcolato Jamie. «Mio Dio, Sonia, sei uno schianto! Senza nulla togliere a te, GanGan!» alle sue parole, che sovrastarono di gran lunga quelle degli altri invitati, tutti si voltarono e molti -troppi- occhi finirono su me e Logan. Quest'ultimo sembrò non curarsene e salutò i presenti in piena tranquillità. Mi lasciò appoggiata allo stipite della porta mentre si trasformava in un ragazzo a me del tutto estraneo, non avevo la più pallida idea di cosa stesse dicendo dato che l'inglese lo capivo soltanto se parlato molto lentamente ma da come si muoveva e dal tono in cui pronunciava determinate frasi, sembrava che stesse intrattenendo con gli ospiti una conversazione pari a quella della regina con qualche strano ambasciatore. Per fortuna intervenne in mio favore James, accompagnato da una che probabilmente era da identificarsi nella sua ragazza dal modo in cui si abbracciavano poco prima. Mi elencò le persone da cui stare alla larga e quelle che invece erano più discrete e infine mi presentò la sua fidanzata, la quale, però, non parlava molto l'italiano a parte parole come "ciao", "come stai" e "bella". A quanto avevo capito dalla sua presentazione si chiamava Nell e aveva la nostra stessa età. Tra tutte le ragazze nella sala lei era quella che più mi rispecchiava: non aveva un vestito aderente bensì un maglione bordeaux lungo fin sotto il fondoschiena, degli shorts in jeans scuro sotto che si vedevano a malapena, calze nere velate e delle scarpe, senza tacco, a dir poco meravigliose. Sembrava piuttosto timida e spaventata dalla situazione ma almeno poteva contare sull'appoggio del suo ragazzo, al contrario di qualcuno. Passai la maggior parte della serata sotto gli sguardi indagatori della madre di Logan e, di conseguenza, di tutti i presenti e l'unica cosa che mi aiutava a passare il tempo era osservare la gente. Era una dote che avevo sin da bambina, non parlavo mai o quasi, mi limitavo ad osservare e registrare mentalmente tutto ciò che avveniva, i comportamenti ricorrenti delle persone, i minimi particolari a cui nessuno faceva caso. C'era una signora, sulla settantina, con un lungo vestito rosa antico che sedeva accanto alla grande finestra che dava sulla strada con aria malinconica, magari stava aspettando qualcuno o forse era una vita intera che lo stava aspettando. Accanto all'altra finestra, quella accanto al portone, c'era il gruppo fumatori formato da signori muniti di giacca e sigaro che parlottavano probabilmente di economia e finanze anche se, più di una volta, uno di loro lanciò degli sguardi persi ad una signora di mezza età poco distante. Logan passava da donna a donna, da signore a signore, da ragazza a ragazza con sul volto stampato sempre lo stesso sorriso. Non quel genere di sorriso che mi fece quando ci incontrammo a Londra per la prima volta, quel sorriso forzato ma che comunque, sotto sguardi estranei, poteva risultare naturale e spontaneo. La madre lo osservava sempre con la coda dell'occhio, stando ben attenta a notare se suo figlio facesse o meno un complimento sul look in caso si trattasse di donne e una battuta in campo di politica o di diritto se si trattasse di uomini. Inoltre erano rare le persone che prendevano cibo dal tavolo adibito proprio a questo compito, che non fosse buona educazione mangiare ad una festa? Di colpo la madre del rosso attirò l'attenzione dei partecipanti e, con un discorso durato almeno cinque minuti, disse, da quel poco che recepii, che potevano iniziare le danze. Subito la musica partì ma purtroppo non era la musica che mi aspettavo con balli di gruppo e così via, ma lenti e per una come me che non sapeva ballare neanche la macarena provare a muoversi con un lento poteva benissimo definirsi un suicidio. Nella mia testa pensai più volte di sgattaiolare fino ad una stanza a caso e mettermi a dormire. «Can i have this dance?» A primo impatto credetti che fosse rivolto alla signora al mio fianco ma poi, notando che lei non batteva ciglio, decisi di alzare gli occhi. Sapevo si trattava di lui e una parte di me sperava anche in una domanda del genere. 
«Non so ballare, sono del tutto negata e non vorrei di certo farti fare brutta figura di fronte a queste persone così eleganti..» Non so esattamente se non sentì affatto o se fece solo finta, fatto sta che mi prese la mano e mi portò al centro della pista, la luce era fievole e la musica così leggera che avevo paura anche di muovere un singolo muscolo, in particolar modo se buttavo gli occhi sulle coppie che stavano danzando intorno a noi. Sembrava che fossero andati a scuola di ballo solo per questa serata. Logan mi strinse le mani ben salde sui fianchi e mi tirò su per poi farmi ricadere sui suoi piedi. «Penso a tutto io, tu devi soltanto stare in equilibrio, ok?» finì la frase con un sorriso, un sorriso vero, come quello che mi aveva rivolto nella libreria dell'aeroporto o a Piccadilly Circus. Passati i primi minuti di tensione poi divenne tutto più naturale e quasi non facevo più caso agli sguardi accusatori di qualche invitato. Finita la canzone tornai in una posizione più consona e, dopo avergli sussurrato un "Credevo non venissi più" all'orecchio, posai le labbra su quelle di lui in un bacio che, col passar del tempo, diveniva sempre più audace. Ci staccammo non appena la musica cambiò e, al posto di un'altra con violino e pianoforte, ne iniziò una tutt'altro che lenta, sembrava più una di quelle che mettono nelle discoteche il sabato sera. Logan scoppiò a ridere e, una volta capito il motivo, feci la stessa cosa. James aveva attaccato alla corrente un'amplificatore e uno stereo dove aveva precedentemente messo quel genere di musica e ora se la stava spassando in compagnia di Nellie sotto lo sdegno della folla. Afferrai il ragazzo per il braccio e ci dirigemmo accanto ai due. Non so con precisione cosa mi prese in quel momento, fatto sta che iniziai a muovermi, in modo più o meno coordinato, fregandomene del sonno che mi stava attanagliando. Sembravamo quattro pazzi appena usciti dal manicomio che si davano alla pazza gioia proprio per festeggiare quest'avvenimento. Avevamo rimosso tutte le persone intorno a noi, quello che importava era solo divertirsi e far vedere a quella gente che il mondo non si era fermato al 1800. Nessuno dei quattro sapeva ballare in modo decente, ci limitavamo a muovere bacino, fianchi e capelli, era tutto abbastanza imbarazzante. Misi le braccia attorno al collo di Logan e lo baciai tra le risate di Jamie e la compagna che stavano facendo lo stesso. La vera festa nella festa durò pressoché cinque minuti dato che venne interrotta da: «Logan, vieni subito qui.» la voce della donna uscì fuori in un tono così gelido che giurai di aver sentito dei brividi di freddo percorrermi lungo tutta la schiena. Il biondo spense la musica e tutto tornò nella noia di prima. Non so cosa la madre disse lui, so solo che quando rientrò nella stanza era diventato l'automa sorrisi e complimenti falsi di prima. Quando provai ad avvicinarmi a lui, scosse la testa e mi superò per andare a chiacchierare con un tale dall'aria aristocratica. Mi sedetti accanto a Nell, sembrava sul punto di piangere. «Ehi, tutto ok? Non devi piangere, non hai fatto niente!» Dubito capì quello che dissi ma d'istinto mi abbracciò. Cercai con tutta me stessa di non fare smorfie e brutti gesti e goffamente ricambiai, senza stringere troppo. Appena il rosso mi passò davanti lasciò cadere un tovagliolo di carta, ci misi un po' a capire che dovevo raccoglierlo. A mezzanotte passata non si è molto reattivi. Una volta aperto e tolte un po' delle pieghette, lessi. "Tra pochi minuti in camera mia. Ti aspetto, Granger"
Furono i "pochi minuti" più lunghi di tutta la mia vita e quando finalmente ce la feci ad uscire dalla stanza senza farmi vedere da qualcuno in particolare, tirai un lungo sospiro di sollievo. Con una camminata veloce mi diressi verso la stanza del ragazzo e lo trovai raggomitolato sul letto, si era tolto i vestiti in modo frenetico, come si poteva capire dal fatto che fossero buttati disordinatamente a terra, ed era rimasto in boxer. In altre situazioni mi sarei imbarazzata ma stavolta era diverso, sembrava triste. Mi sedetti sul letto e, una volta tolti i tacchi, mi sdraiai accanto a lui. «Credo tua madre mi odi. Cosa le ho fatto? Insomma, non sono io quella che ti rende triste, è lei.» 
A queste parole si voltò nella mia direzione. «Non hai fatto nulla, non sei il tipo di ragazza che desidera sia al mio fianco, tutto qua.»
«Quindi? Tu cosa vuoi?» 
Si avvicinò ancora di più a me e mi strinse al suo petto.  «Secondo te? Fosse per lei io dovrei tornare da Janette e stare insieme ad una ragazza che non amo per il resto dei miei giorni, ma non sarà così. Ho scoperto proprio qualche minuto fa di essere innamorato di un'altra ragazza, abbiamo ballato insieme, ci siamo sorrisi e guardati negli occhi tutto il tempo anche se non si sentiva molto a suo agio in quel contesto.» Per un momento pensai si stesse riferendo a Nellie o qualche altre ragazza invitata con la quale aveva danzato. «Ti stai riferendo a.. Me?» Lui sorrise divertito e, fatto un segno d'assenso con la testa, mi baciò. In quell'attimo capii il motivo per cui tutte le persone legate a qualcuno avevano sempre il sorriso sulle labbra.




Spazio autrice:
Macciao! Decimo capitolo, yoo. Spero vi piaccia :3
Naty per la tua gioia: immagini in movimento yeeeeee! Chiedo venia, questa è troooppo carina**
Peace and love,
Delilah :)

 
P.S. Il "BUMBADABUMBUMBUM" leggetelo alla Ade style u.u
Per maggiori informazioni digitare "Hercules-l'attacco all'Olimpo", la direzione.
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali / Vai alla pagina dell'autore: Be A Weasley