Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |      
Autore: Ayumi Yoshida    18/04/2013    5 recensioni
“Ed è finita così? Cioè, non ho preso quel bastardo a calci in culo fino a farlo svenire?!”
( NaruHina ambientata nell'universo Road to ninja - Tanti auguri a me! X3 )
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gai Maito, Hinata Hyuuga, Ino Yamanaka, Naruto Uzumaki, Tobi | Coppie: Hinata/Naruto
Note: Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Prima di andare avanti, un avvertimento: questa storia è stata scritta prima di vedere il film Road to ninja, soltanto essendo a conoscenza del fatto che i personaggi sono l'opposto della caratterizzazione originale. Perdonatemi, quindi, eventuali scorrettezze nelle caratterizzazioni/ avvenimenti presenti nella fic, ma è perché ogni cosa ha uno sviluppo tutto mio – per una volta dico evviva l’avvertimento OOC. Se vorrete continuare a leggere, non posso che esserne felice! ^^

 

 

Falsa partenza

 

Ma quando poi ci siamo messi a parlare
e hai detto quella cosa stupida
è stato come gettare sul mio entusiasmo acqua gelida
e non ti voglio più
io non ti voglio più.
Scusami tanto, ma l'incanto non c'è più.
(Falsa partenza – Eros Ramazzotti)


Aprì piano gli occhi. Si sentiva tutto dolorante.
Si portò le mani sui fianchi, cercando di alzarsi, ma un viso si chinò su di lui facendogli dimenticare quel proposito.
“Ti è andato per caso di volta il cervello?” esclamò una voce dura facendogli dolere la testa “Che ci fai disteso per terra?”
Naruto strizzò gli occhi e riconobbe finalmente la persona che gli stava parlando: era Hinata. Ma c’era qualcosa di strano in lei, forse il suo tono di voce, oppure le sue labbra che stranamente risaltavano agli occhi.
“Non lo so.” mugugnò riuscendo finalmente ad alzarsi. Si batté le mani sui pantaloni e sulla felpa per scostarvi la polvere e sospirò. Gli faceva male la testa e non si ricordava affatto perché si trovava per strada. Almeno era a casa.
“Ehi Hinata, cosa ti è successo?” chiese, finalmente alzando lo sguardo e scoprendo sul suo viso altri dettagli che in precedenza non aveva notato. “Sei così… Diversa dal solito!
Lei ridusse gli occhi a fessure ed esclamò, offesa: “Cosa è successo a te! E’ una vita che sono così e tu mi dici che sono diversa!”
Naruto fece vagare lo sguardo sulla sua felpa aperta sul seno, sui suoi pantaloncini cortissimi e mormorò “Ma non hai mai avuto quel vestito …”
Eccitato, ma allo stesso tempo spaventato realizzò che la situazione era davvero strana: Hinata era stranamente loquace, portava dei vestiti che tendevano all’indecente e continuava a fissarlo con uno strano sgarbo negli occhi.
Non poteva essere lei.
“Scusami se te lo chiedo, ma sei davvero Hinata Hyuga?” le chiese spalancando le braccia. “E siamo davvero a Konoha?”
“Affermativo.” replicò lei con una smorfia “E tu non mi hai mai parlato così tanto.”
Messo a disagio da quella verità, lo shinobi abbassò la sguardo in silenzio, ma lei esclamò immediatamente: “Sei impazzito, vero?” e gli si parò davanti con le mani sui fianchi, bloccandogli la strada.
Potrei dire la stessa cosa di te.” mormorò lui controvoglia e prese a guardarsi intorno per trovare una via d’uscita da quella situazione. Il villaggio sembrava così simile al solito, ma sentiva che c’era qualcosa di diverso, anche se non riusciva a dire cosa fosse, e quella davanti a lui non poteva certo essere Hinata. Era finito in un luogo che assomigliava al suo villaggio e aveva incontrato una ragazza che somigliava a Hinata, ma non si trovava certo dove credeva di essere.
Si portò una mano sul viso, sconsolato, e si rese che conto che l’unica cosa che poteva fare era raccogliere informazioni.
“Dove siamo?” ripeté a Hinata, che replicò, sconvolta: “Te l’ho già detto, a Konoha!” senza sciogliere alcuno dei suoi dubbi. La kunochi colmò la piccola distanza che li divideva posandogli le labbra sulla fronte.
“Tu non stai bene.” borbottò più a se stessa che a lui. “Sei bollente!” Gli portò un braccio attorno al collo, mentre Naruto si sentiva andare in iperventilazione, e cercò di attirarlo a sé. I loro petti ormai si sfioravano. Con gli occhi sbarrati, Naruto si allontanò di scatto da lei, imbarazzato, e incrociò le braccia. Voleva cercare di mettere la maggiore possibile distanza tra di loro. Quella Hinata lo spaventava.
“Non si può neppure essere gentili!” sbuffò la kunoichi, irritata, e, lanciatogli un ultimo sguardo duro, cominciò ad allontanarsi a passo di marcia.
Se fosse stata la sua Hinata, quella del suo villaggio, l’avrebbe guardata volentieri andare via, lenta e impacciata, provando un senso di quiete alla sua vista, ma con quella nuova qualcosa lo fermò. Lei era l’unico legame che aveva con quello strano luogo. Aveva cercato di essere gentile con lui, ed era l’unica che avrebbe potuto aiutarlo.
“Aspetta!” esclamò correndo verso di lei. Hinata si voltò con un sorriso sprezzante: era visibilmente offesa.
Naruto fece un respiro profondo ed esclamò: “Soltanto tu puoi aiutarmi!” e gli occhi della ragazza si illuminarono.
“Certo, sono la tua donna.” replicò, burbera. Naruto arrossì ancora, cominciando a sentirsi le guance in fiamme. Finalmente riusciva a capire cosa provasse la sua Hinata ogni volta che i loro sguardi si incrociavano. “Cosa devo fare?”
Persino camminare con lei era stancante: continuava a fissarlo e a sorridergli, sorniona, facendolo rabbrividire di freddo. L’Hinata dal suo villaggio non avrebbe mai fatto nulla del genere, se ne sarebbe stata a testa bassa e… Forse no. Quando l’aveva salvato da Pain aveva dimostrato di sapersi ergere più in alto di ogni altra persona che conosceva. L’aveva sorpreso. L’aveva aiutato a rialzarsi. Ma non sapeva se l’avrebbe più rivista.
“Non ne ho idea.” mormorò con un sospiro, riprendendo a camminare. Alle sua spalle, Hinata sbuffò e lo raggiunse a grandi passi.
“Lascia fare a me!” esclamò tirandolo verso di sé e trascinandolo lungo la strada.
 
“Dai, raccontami qualcosa del villaggio da cui provieni! Ad esempio, io sono sempre così figa?” esclamò Hinata ammiccando all’indirizzo di Naruto. Aveva cercato di spiegarle che assomigliava tremendamente ad una compagna del proprio villaggio, che avevano persino lo stesso nome, ma lei non gli era apparsa affatto sconvolta, anzi, i suoi occhi si erano infiammati di curiosità e aveva preso a tempestarlo di domande. Lui abbozzò un sorriso, incredulo, e replicò: “Beh, in realtà, non proprio…”
La kunoichi si fermò e si voltò verso di lui, in attesa, e il ragazzo deglutì per prendere tempo.
“Intendevo che sei molto diversa… Sei più silenziosa, timida… Dolce.”
A quelle parole lei spalancò gli occhi per la sorpresa.
“E stiamo insieme?” gli chiese a bruciapelo.
Lo shinobi scosse la testa e la guardò, imbarazzato. Avrebbe voluto restare in silenzio, ma la voglia di parlare prese il sopravvento su di lui.
“Però mi hai… mi hai… mi hai fatto una dichiarazione.”
“E’ ovvio!” ribatté lei fieramente “Alla fine, si tratta comunque di me! E come sono andate le cose?”
Naruto alzò gli occhi al cielo, mordendosi un labbro, poi li abbassò su di lei, scoprendola fremente di curiosità. Raccontarlo a qualcun altro lo avrebbe imbarazzato a morte, come se avesse dovuto rivelare il suo segreto più scottante, ma il fatto che la ragazza davanti a lui fosse proprio Hinata, anche se completamente diversa dal solito, gli infuse un po’ di coraggio.
“Stavo combattendo contro Pain, un membro dell’Akatsuki… Lo conosci?” Hinata scosse la testa. “Dicevo… Mi stavo scontrando con lui, quando tu ti sei piazzata davanti a me per difendermi e mi hai detto…”  s’interruppe spostando lo sguardo “Insomma, hai capito!, prima che lui ti colpisse.”
Sospirò. Era comunque Hinata, e riparlare di quella questione ancora irrisolta lo metteva a disagio. Lei lo guardò con occhi duri per spronarlo a continuare, ma lui ammise: “Poi non so più nulla. Non ricordo, perché mi sono trasformato.”
Hinata non indagò oltre, ma sbuffò, piuttosto irritata.
“Ed è finita così? Cioè, non ho preso quel bastardo a calci in culo fino a farlo svenire?!”
Naruto la fissò, sorpreso.
“Ehm… no. Nel mio mondo, sei molto più tranquilla. Ma vederti lì, tra me e Pain, mi ha davvero stupito.” aggiunse, rivolto più a se stesso che a lei.
La kunoichi captò il suo tono pensoso e sussurrò: “Perché?”
Gli mise una mano sulla spalla e lo guardò, ansiosa. Era strano vedere quella espressione anche negli occhi di quella Hinata.
“Quelle parole… Tu sei stata la prima che me le abbia mai dette.” confessò lo shinobi in un mormorio, rivivendo tutta la situazione in un secondo. Ricordava benissimo gli occhi di lei, sicuri come non mai, agguerriti, pronti a proteggerlo; somigliavano un po’ a quelli dell’Hinata che in quel momento era accanto a lui.
Gli piacevano, quegli occhi. Alzò lo sguardo e li reincontrò, duri e implacabili. Non erano quelli della sua Hinata. Avrebbe voluto avere più tempo per agire, per capire quella situazione, cosa fosse quel groviglio di sentimenti che affiorava in lui quando ripensava alla dichiarazione. Voleva avere più tempo, ma era ancora bloccato in quel mondo che non era il suo e non vedeva via d’uscita.
“Ti prego, aiutarmi a tornare al mio villaggio!” esclamò improvvisamente, facendola trasalire.
“Vuoi già andartene?” gli chiese lei, irritata.
Naruto annuì con vigore ed esclamò: “Io non sono di questo villaggio! Devo tornare a casa! Ho mille cose da fare, per il villaggio… Per me…
“Ho capito.” lo interruppe Hinata spostando lo sguardo per non incrociare quello di lui. C’era qualcosa che la turbava, ma Naruto non ebbe  il coraggio di dire nulla.
“Dovremmo chiedere aiuto a qualcuno.” disse, pensosa, e Naruto esclamò immediatamente: “Shikamaru! Lui è bravissimo a fare strategie e-“
“Shikamaru?” sillabò la kunoichi, nauseata. “Quello non ce l’ha neanche, un cervello! Dobbiamo chiedere a qualcun’altro!”
Naruto, troppo scioccato da quella rivelazione, non riusciva a pensare a nessun’altro, ma Hinata sussurrò tra sé e sé, dubbiosa: “A meno che… Se non fosse così noioso, Gai sarebbe perfetto…”
“Il maestro Gai?” esclamò Naruto con voce strozzata. Provava stima per il maestro sopracciglione, ma non credeva che avrebbe potuto davvero aiutarlo.
 
“Ino-chan!” trillò Hinata con voce fintamente melodiosa e corse addossò alla kunoichi, che quasi cadde per terra.
“Ciao, Hinata-san.”mormorò lei scostando lo sguardo, senza sapere dove guardare. Per caso incontrò gli occhi di Naruto e arrossì furiosamente, abbassando i suoi e lasciandolo basito.  Da quando a Ino mancavano le parole alla presenza di qualcuno?
Hinata, che aveva seguito tutta la scena, recuperò immediatamente la sua espressione dura e le chiese: “Sai dov’è Gai?”
“L’ho visto vicino alla terme con Lee-san e Neji-san. Cercava di convincerli a non spiare.” balbettò Ino imbarazzata.
“Quel maiale di Neji!” esclamò Hinata con rabbia “Pensavo di averglielo fatto passare, questo vizio, quando l’ho scoperto a prendere la mia bia-“
“Ma non stavamo cercando il maestro Gai?” la interruppe Naruto quasi urlando. Non voleva sapere più niente di Neji che spiava Hinata quando era nuda. Gli dava terribilmente fastidio soltanto pensarlo.
“Sei geloso?” gli chiese Hinata, deliziata. Alla vista del viso contratto dello shinobi scoppiò a ridere. Aveva una risata cristallina, che sembrava quasi non appartenerle. Naruto si scoprì rinfrancato ad ascoltarla, ma subito si riscosse perché era terminata. La kunoichi aveva ripreso a parlare con Ino, che non smetteva un attimo di fissarlo di sottecchi, come se non si volesse far scoprire.
“Beh, allora ci vediamo!” la congedò Hinata, e trascinò velocemente via Naruto con l’aria infuriata.
“Quella Yamanaka… Finge di essere tutta carina e timida, invece…” borbottò continuando a camminare velocemente, e lo shinobi la guardò, interrogativo.
“Anch’io sono gelosa.” asserì lei fermandosi di scatto e guardandolo negli occhi. Naruto arrossì leggermente e sentì che era giunto il momento di fare chiarezza in quella situazione.
“Io… che tipo sono? Qui da te, intendo.” le chiese all’improvviso.
Gli occhi di Hinata si illuminarono, e lei sembrò per un momento ritornare la sua Hinata, silenziosa e femminile.
“Tu… sei un tipo molto intelligente. E ti atteggi parecchio, fai il superiore. Ma è per questo che mi piaci.”
Gli aveva fatto un’altra dichiarazione. Imbarazzatissimo, Naruto non riuscì a decidere se stupirsi per quelle parole, perché i loro destini continuavano ad essere incrociati in ogni situazione, o per il fatto che il suo sé di quel villaggio si comportava come se fosse stato il signore del mondo.
Quella situazione lo stava sconvolgendo sempre di più.
“Ti prego, andiamo subito dal maestro Gai!” la supplicò giungendo le mani. Hinata spalancò la bocca, stupita, e annuì.  Lui le lanciò un’occhiata sollevata e, offertale una mano, cominciò a correre verso i campi di allenamento.
“Dove stai andando?”
La kunoichi si fermò nel mezzo della strada con uno strattone, costringendolo a sua volta a fermarsi, e lo fissò sorpresa. Aveva sbagliato qualcosa.
“Dal maestro Gai.” replicò, sperando silenziosamente che lei non facesse crollare un’altra delle sue certezze, ma Hinata commentò: “Mi stupisci sempre di più… Gai non è il tipo che pensi tu. Lui non si allena quasi mai.”
“È impossibile!” replicò lo shinobi, incredulo “Da noi, lui-“
“A quanto pare, qui niente è come da te.” constatò Hinata schiettamente, facendolo sentire male. Non poteva sopportare neppure di pensare di vedere Gai con delle sopracciglia normali.
 
“La porta è aperta.” gracchiò una voce irriconoscibile, ma, quando spinsero la porta, Naruto fu stupito di vedere davvero il maestro Gai. Sembrava diverso dal solito: si accorse immediatamente che aveva sostituito la solita tuta verde con un abito più comune e sembrava molto stanco.
“L’età avanza…” si lamentò, e li guardò leggermente irritato: “Spero che si tratti di una cosa breve, non vedo l’ora di tornare a letto.”
“Facci almeno entrare!” esclamò Hinata con una smorfia, avvicinandoglisi senza neppure attendere il permesso. “Il problema è grave! Qui c’è un Naruto che assomiglia al mio Naruto, ma che dice di non essere di questo villaggio e il mio Naruto è scomparso da quando è arrivato lui!
Indicò lo shinobi biondo con una mano e l’uomo cominciò a fissarlo stringendo gli occhi.
“Dal tuo chakra, sembri essere reale…”
“Che significa?” lo interruppe Naruto.
“Quello che ho detto. Tu sei reale, cosa ci fai in questa illusione?”
“Illusione?” esclamarono insieme i due ragazzi. La kunoichi si parò davanti a Gai con aria minacciosa e gridò: “Cosa sono queste stupidaggini?”, ma lui annuì in modo grave con la testa.
“E’ qualche ora che mi sento strano e che percepisco degli strani movimenti tutto intorno… Credo che tutti noi siamo un’illusione, un’illusione creata da qualcuno che, a quanto pare, voleva intrappolare lui.”
“E’ impossibile.” sussurrò Naruto cercando, per l’ennesima volta in quella giornata, di pensare a qualcosa di sensato, ma Hinata aveva già perso la testa: la vide afferrare il bavero dell’abito del maestro Gai e strillare: “Non dire cavolate! Sono sedici anni che vivo in questo villaggio, che sono innamorata di lui! Come posso credere a quello che dici?!”
L’uomo, però, non si scompose. Replicò con un sospiro che in realtà erano vita soltanto da qualche ora, da quando l’illusione era stata attivata e che il Naruto di quella dimensione poteva non essere stato creato perché doveva essere sostituito da quello reale.
“Allora è tutto falso.”
Hinata si sedette per terra con gli occhi sbarrati. Sembrava smarrita, come Naruto non l’aveva mai vista neppure quando si era battuta con suo cugino Neji. Preoccupato, le porse una mano e la guardò con gli occhi seri come non mai.
“Tu sei l’unica che può aiutarmi.”
Non molto convinta, la kunoichi afferrò la sua mano e si sollevò da terra senza parlare. Era strana. Lanciò uno sguardo infuocato al maestro Gai ed esclamò: “Cosa potrei fare? Sono soltanto una stupida illusione!”, ma Naruto scosse la testa. Alla fine, si trattava sempre di Hinata: anche se sembrava forte, in quel momento era insicura proprio come la sua Hinata lo era stata in passato, e avrebbe fatto di tutto per aiutarla.
“Non sei un’illusione qualsiasi, sei l’illusione di Hinata!” ribatté cominciando a sentire il sangue affluirgli al viso per via di quello che aveva intenzione di dirle. “Sei l’illusione della ragazza che era pronta a morire per me! Posso essere io a salvarti, per una volta?”
Le porse di nuovo la mano  e lei gli si avvicinò a passi lenti, titubante, ma alla fine la afferrò e lo guardò senza ombra di dubbi sul viso. Anche in quell’illusione, lei lo amava con tutta se stessa.
“Cosa devo fare per spezzare questa illusione?” chiese Naruto al maestro Gai.
“Potresti provare a disperderla.” replicò l’uomo atono. “Se ci riuscissi, tutti noi scompariremmo e torneresti alla realtà.”
“Scompariremmo… tutti?” mormorò Hinata.
Naruto sentì lo stomaco stringersi e abbassò la testa. Se tutto avesse funzionato, avrebbe ucciso tutte quelle persone. Ino, Gai, Hinata non sarebbero più esistiti. All'improvviso, gli mancò il coraggio di guardare negli occhi le persone che erano accanto a lui, ma una mano forte e sottile gli afferrò il mento e lo costrinse ad alzare lo sguardo.
“Fallo.” gli disse Hinata guardandolo negli occhi.
“Non posso.” mormorò lo shinobi, ma lei esclamò: “Disperdi l’illusione, non pensare a noi! Devi tornare al tuo villaggio! La me del tuo villaggio ti starà cercando!” Sorrise con durezza, ma il suo sorriso gli sembrò più un ghigno sofferente. “Sono certa che il tuo villaggio abbia bisogno di te. Vai. Non perdere tempo!”
Sorrise ancora, questa volta senza cercare di apparire tranquilla, e la sua sofferenza e la sua sincerità raggiunsero Naruto come un kunai nel petto.
“Lo faccio.” acconsentì giungendo le mani.
“Bene. Concentrati, non fare caso a noi.”
Naruto si guardò intorno per l’ultima volta, incrociò ancora gli occhi bianchi di Hinata e chiuse i suoi. Pensò ardentemente che desiderava tornare al villaggio, che voleva rivedere i suoi conoscenti, che voleva cercare Hinata, e sentì il chakra cominciare a scorrergli attraverso gli arti. Si sentiva pronto.
“Addio.” sussurrò a voce bassissima, ma nessuno gli rispose. Soltanto un paio di labbra si posò sulle sue finché non divenne inconsistente.
 
Aprì gli occhi a fatica, rannicchiandosi.
Era completamente pieno di fango e si sentiva come gli avessero spezzato tutte le ossa.
Si sfiorò le labbra con le mani e sentì di nuovo il bacio che aveva ricevuto da Hinata prima di spezzare l’illusione. Doveva trovarla. Sì alzò compiendo uno sforzo che gli parve immenso e si stupì di ciò che vide: intorno a lui, Konoha era distrutta, le case stavano crollando e la strada era piena di macerie. Tobi lo stava fissando, le braccia incrociate, ma maschera piena di graffi. Era forse finito un’altra illusione?
“Come hai fatto a liberarti?” esclamò mentre Naruto digrignava i denti. Allora era stato lui la causa di tutto. “Forse dovrei provarci di nuovo…”
Giunse le mani e indugiò in silenzio per un attimo, poi cominciò a mormorare sigilli senza farsi sentire.
“Forse non saresti proprio dovuto venire a Konoha!” urlò Naruto infuriato, lanciandosi di corsa verso di lui e cercando di dimenticare i dolori che sentiva dappertutto. Non ricordava ancora nulla di ciò che era accaduto, del perché Tobi fosse a Konoha, non sapeva dove fossero tutti i suoi abitanti. Sentì soltanto una forza immensa raccogliersi all’altezza dello stomaco e capì che avrebbe vinto.
Doveva sconfiggerlo. Soltanto in quel modo avrebbe potuto cercare Hinata e chiarire le cose, perché lei avrebbe saputo certamente aiutarlo. Come aveva sempre fatto.
 
Ehi, quando ho sentito
lo sparo del tuo sguardo addosso a me
lo sai, come impazzito,
il cuore mio si è messo a correre
e non si ferma più
e non si ferma più.
(Falsa partenza - Eros Ramazzotti)
 
 





Note:

Ogni volta che rileggo questa fic mi prende lo sconforto. Non riesco a capire perché, ma non mi convince molto ed è stata difficile da scrivere, soprattutto per via di Hinata. Non avrei mai immaginato che trattare un personaggio con una caratterizzazione tale fosse così difficile. Per queste motivazioni, mi farebbe molto piacere sapere se vi ha lasciato qualcosa o in cosa potrebbe essere migliorata. ^^ Nonostante tutto, mi ha molto divertito idearne la trama e descrivere un Naruto che muore di paura e di imbarazzo verso questa Hinata (se Kishimoto lo sapesse mi prenderebbe a testate, ma pace. XD), per questo me la regalo per il compleanno. ^^
Se vi state chiedendo il perché abbia inserito Ino nello sviluppo, beh, è semplicemente perché mi sembrava troppo tenera in questa veste e mi ha divertita pensare che potesse avere un debole per Naruto! XD
Grazie mille a chi legge e a chi recensisce.
Alla prossima!

 

 


   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Ayumi Yoshida