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Autore: Elbereth_    18/04/2013    1 recensioni
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“E se non fossimo abbastanza per New York?” chiese a Blaine
“Be', in quel caso, potremmo sempre tornare a casa: saremmo sempre accolti a braccia aperte”
Il ragazzo le prese la mano, e quel gesto la confortò tantissimo. Non ce l'avrebbe mai fatta senza Blaine: lui le aveva dato la forza di credere in sé stessa, di essere forte. E non l'avrebbe mai abbandonata, ne era sicura. [...]
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blaine Anderson, Tina Cohen-Chang
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Growing up

 

 

Era un'ordinaria giornata d'inizio estate: il sole era alto nel cielo limpido e azzurro, nonostante fossero appena le sette e quarantacinque; gli uccellini cinguettavano in maniera debole, quasi come se non volessero dar fastidio a chi, approfittando del primo giorni di vacanze, voleva starsene a letto a dormire e magari svegliarsi a pomeriggio inoltrato; aprendo la finestra si poteva respirare l'odore mattutino della colazione di chi doveva alzarsi presto, ed, in quel caso, anche di erba appena tagliata. Tina adorava quel profumo. Si ricordava di quando era piccola, di come la mattina, appena arrivata la primavera, mentre andava a scuola con suo padre, passava per il giardino e si sentiva deliziata da questo profumo intenso, ma allo stesso tempo delicato. Si spostò dalla finestra, lasciandola ancora aperta, prese la valigia dall'armadio e la mise aperta sul letto. Era il primo giorno di vacanze, si, ma non per Tina. Nonostante si fosse diplomata solo il giorno prima, il giorno seguente l'avrebbe aspettata un aereo per New York. Rachel, Kurt e Santana erano stati contenti di ospitarla, così come lo erano stati per Blaine. Kurt era il più euforico di tutti, visto che lui e Blaine avevano chiarito tutto ed erano ritornati insieme, più forti di prima; inoltre, il ragazzo aveva sempre avuto una certa simpatia per Tina, anche se in segreto. Pensandoci, le venne da sorridere. Tra poche ore sarebbe stata in una delle più grandi e belle città del mondo, insieme ai suoi amici, con tante avventure da vivere, con un nuovo mondo da scoprire. Ma tutto questo le faceva anche paura, perché nonostante si fosse preparata per anni, lasciare la casa dove era vissuta dalla nascita, Lima, il McKinley, il Glee, era tutto davvero triste. Ma era ora di diventare grandi, e diventare grandi significa abbandonare certe cose, dire addio a certe persone, ecco perché quando una lacrima scese giù per il suo viso la asciugò rapidamente, cercando di pensare ad altro. Mentre metteva nella sua valigia i vestiti estivi, non pote' fare a meno di pensare a tutto ciò che era accaduto negli ultimi quattro anni: pensò alla prima volta che si esibì con il Glee, a Don't stop believing, al primo bacio con Artie, alla prima volta che aveva visto Mike, all'assolo che aveva rifiutato perché non si sentiva pronta, a tutte le lacrime, i sorrisi, i baci, gli abbracci, le canzoni con le persone che più amava. Il Glee Club era stato la sua famiglia per quattro anni, un luogo sicuro in cui essere sé stessi, in cui esprimere le proprio passioni; era un posto in cui non si veniva giudicati per niente. Ecco perché aveva deciso di portare un po' di Glee nella Grande Mela. Ecco perché mise, sopra alla pila di vestiti, l'album di tutte le foto che aveva scattato negli ultimi anni. Però non si sentiva ancora pronta a chiudere la valigia, infatti prese l'album, si sedette sul letto a gambe incrociate, ed iniziò a sfogliarlo dall'ultima fino alla prima pagina: la foto più recente era stata scattata esattamente il giorno prima, quello del diploma: ritraeva sé stessa, Blaine, Sam, Brittany, Artie con le toghe rosse ed i diplomi arrotolati e fissati con un nastro del medesimo colore delle toghe in mano, ed anche i non-diplomandi Marley, Jake, Ryder, Kitty e Wade, vicino all'ingresso della scuola; andando a ritroso c'erano foto sue e di Blaine durante la pausa pranzo oppure a casa sua, mentre ridevano e scherzavano, di Brittany alle prese con Lord Tubbington, Sam durante una delle sue grandiose imitazioni, fino poi ad andare alla prima foto del Glee, quella per l'annuario del duemilanove. Non piangere continuava a ripetersi, ma era inutile: oramai le lacrime cominciarono a scorrere giù per il suo viso e sembravano non fermarsi. Nonostante tutto si alzò, e finì di fare la valigia. Da domani si sarebbe aperto un nuovo capitolo della sua vita, insieme a Rachel e Kurt alla NYADA, ed a New York con tante persone come lei piene di sogni, di sperante e di ambizioni.

 

Chiamami appena arrivi”

Mamma, me l'hai ripetuto almeno cento volte nell'ultima mezz'ora!”

Non riesco ancora a credere che stai per partire per New York”

Sua madre continuava a piangere, in fondo era come Tina, ma lei non ci badò molto. Dopo aver salutato i suoi genitori, salì la grande scala mobile, che l'avrebbe portata a prendere il volo per New York. Blaine era lì già da cinque minuti, ma anche se era arrivato prima di lei, era ancora alle prese con sua madre e le solite raccomandazioni dell'ultimo minuto. Alla fine, anche lui la raggiunse. Prima di salire sull'aereo, esitarono un po': volevano assaporare quel momento, immagazzinarlo, renderlo indimenticabile, carico di emozioni. Erano sicuri che questo sarebbe stato uno dei ricordi più intensi di tutti quelli che avrebbero collezionato in tutta la loro vita: era necessario esitare qualche istante. Alla fine, però, salirono su quel mezzo gigantesco: insieme. Mentre stava per decollare, Tina fu assalita da mille dubbi: e se non ce l'avesse fatta? Se fosse rimasta solo una sempliciotta con tanti sogni ma nessun talento? Cosa avrebbe fatto?

E se non fossimo abbastanza per New York?” chiese a Blaine

Be', in quel caso, potremmo sempre tornare a casa: saremmo sempre accolti a braccia aperte”

Il ragazzo le prese la mano, e quel gesto la confortò tantissimo. Non ce l'avrebbe mai fatta senza Blaine: lui le aveva dato la forza di credere in sé stessa, di essere forte. E non l'avrebbe mai abbandonata, ne era sicura. Era pronta per New York, lo era sempre stata, solo che se ne era appena resa conto. Cullata da questi pensieri piacevoli, si addormentò per poi svegliarsi dopo qualche ora. Sentì Blaine che la scuoteva leggermente, dicendole di svegliarsi perché erano arrivati. Tina si svegliò solo dopo una decina di secondi: aveva fatto il più bello dei sogni: un sogno non definito, non c'era un'immagine precisa, ma era un susseguirsi di momenti felici e tristi, di emozioni, erano immagini tutte diverse l'una dall'altra, ma avevano un fattore comune: New York. Appena scesi dall'aereo, si affrettarono ad uscire dal aereoporto: volevano vedere la città, studiarla, capirla, analizzarla in ogni minimo dettaglio, ma capirono che una città come quella può essere capita solo se vissuta, perciò decisero di chiamare un taxi per andare a Bushwick: avrebbero almeno studiato la loro nuova casa.


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Angolo di Alex
Allora, questa è la mia prima One shot, ed anche la prima cosa che pubblico su EFP, quindi sono molto agitata (ma quanto la faccio tragica). Comunque, spero vi piaccia questo primo approccio, ed ora corro che c'è CSI.

  
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