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Autore: Loreley    07/11/2007    0 recensioni
Piton vuole prendersi una piccola soddisfazione personale nei confronti di James Potter ma le cose finiscono per sfuggire al suo controllo..Una storia semi-seria.. Non è una slash. Buona lettura!!
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Potter, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Piton era euforico. La vendetta era esaltante, esattamente come se l'era aspettata. Niente bacchetta, solo la soddisfazione di fisicamente creare il più dolore possibile a quel pallone gonfiato.
E di certo c'era riuscito. Il campione dei griffondoro non accennava ad alzarsi dal tappeto. L'aveva letteralmente steso. Dico, letteralmente.

Dalla porta Piton fissava il ragazzo sul pavimento. Il piano era andarsene, naturalmente. Andarsene prima che Potter riuscisse a mettere mano alla bacchetta. Però.. Insomma! Perchè l'idiota non si rialzava?? Uno strano sentimento mai provato per l'occhialuto griffondoro cominciò a formarsi sul petto di Piton.
Era.. era davvero preoccupato per lui?

"Avanti Potter, smettila di fare il bambino. Ti ho preso praticamente di striscio!"

Nessuna risposta. Immobilità assoluta.

"Ma guarda che roba, Potter! Fai tanto il duro e poi crolli come un castello di carte."

Lo scherno sembrava essere rivolto al muro.

Piton si avvicinò con circospezione a James, inginocchindosi al suo fianco. Con circospezione. Insomma, era pur sempre Potter, magari si stava fingendo morto per coglierlo di sorpresa, immobilizzarlo e strappargli i denti. Uno ad uno.
Nulla, Potter sembrava davvero svenuto.

Ok, niente panico.

Piton cercò di localizzare, senza fortuna, il battito cardiaco sul polso del ragazzo.

Ok, niente panico.

Si dice sempre così, niente panico. Poi ci si ritrova ad urlare.

"Cazzo, l'ho ucciso! Ho ucciso James Potter"

Dieci minuti dopo Piton si ritrovò a passare uno straccio bagnato sulla fronte del ragazzo in un disperato tentativo di farlo rinvenire. No riusciva a credere di essere arrivato a questo. Una specie di crocerossina. E per chi? James Potter, il quale, con tutta l'eleganza e la grazia della bella addormentata stava in quel momento sbattendo le ciglia con aria disorientata. Finalmente gli occhi castani sembrarono aver messo a fuoco il viso pallido del serpeverde. Una specie di ringhio uscì dalla bocca del ragazzo al che Piton si affrettò ad alzarsi e camminare all'indietro fino alla porta. La bella addormentata non sembrava volere il bacio.

L'occhio di Potter si stava gonfiando.

Gli occhiali giacevano a terra, forse addirittura rotti.

 Visto che Potter era evidentemente vivo, Piton lo ritenne un buon momento per andarsene. Corse fuori dalla porta e lungo il vialetto del villino. Arrivò fino al cancello e volse lo sgardo verso la casa convinto di vedere Potter intento a coprirlo di insulti (e probabilmente qualche maledizione) dall'entrata. Niente. Di Potter neppure l'ombra.

"Merda!"

Piton si ritrovò ad imprecare ad alta voce. Se non lo stava insegendo non poteva stare bene! E se James cadendo avesse sbattuto la testa? Le parole "trauma cranico" e "danni permanenti" gli frullavano nel cervello. Avrebbe avuto guai a non fnire se il golden boy avesse subito quel genere di conseguenze dal suo pugno. Si mordicchiò il labbro, soppesando le sue possibilità. Poteva rischiare: andarsene e sperare che qualcun'altro avrebbe soccorso James. E che poi magari Potter non avrebbe fatto il suo nome. Visto che erano così amici, così affezionati! Fu l'argomentazione vincente.
Si ritrovò nell'atrio della casa prima di poter dire "Accio Soluzione!"

  
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