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Autore: Shigeru    19/04/2013    1 recensioni
Il ragazzo respirò, una, due, tre, quattro, cinque, infinite volte. Non doveva smettere di respirare, perché smettere di respirare significava morire e lui voleva vivere, vivere per giocare a basket.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Tetsuya Kuroko
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: I personaggi di Kuroko no Basket non mi appartengono, ma sono di proprietà di Tadatoshi Fujimaki.




Cry one tear for me



Sedeva sempre sulla stessa panchina all'ora di pranzo, gli sarebbe piaciuto andare sul tetto della scuola, ma ormai aveva preso l'abitudine di sistemarsi lì, mordicchiando la cannuccia del suo succo e leggendo, cambiava spesso libro. Se ne stava spesso in disparte, non perché non volesse fare amicizia o fosse timido, ma perché non gli rivolgevano mai la parola, non voleva essere un disturbo per nessuno. Fin dal primo giorno di scuola era stato così, era abituato a starsene da solo, era cresciuto con l'abilità di non essere notato. Eppure un ragazzo riuscì a vedere i suoi sforzi durante gli allenamenti e gli disse di non mollare, di impegnarsi anche se non riusciva a raggiungere i traguardi che si era imposto. Gli disse parole che non lo fecero arrendere, parole che gli diedero una speranza in mezzo alla disperazione che sentiva nel non sentirsi abbastanza.

L'ombra prende forma.

Era rimasto sorpreso di quanta passione ci potesse essere nel basket. Vedeva i suoi compagni di squadra, volti nuovi per lui, giocare come se fosse l'unica cosa al mondo. Aveva conosciuto nuove persone, era entrato a far parte di una squadra, sentiva di poter sfiorare la parola “famiglia”, mentre stringeva con forza la parola “amicizia”. Si era avvicinato al ragazzo che lo aveva aiutato a fare un passo dopo l'altro, creando un legame speciale. Insieme avevano trovato lo stile che li avrebbe fatti giocare insieme e li avrebbe resi forti, imbattibili. Per la prima volta sentiva di non essere di troppo, di fare parte di qualcosa.

L'ombra trova la sua luce.

Il ragazzo respirò, una, due, tre, quattro, infinite volte. Non doveva smettere di respirare, perché smettere di respirare significava morire e lui voleva vivere, vivere per giocare a basket. Desiderava diventare più forte e correre insieme ai suoi compagni. Erano sempre più avanti di lui, l'avevano tutti superato ed era ultimo. Ma superare significava essere stati primi almeno una volta, lui non era mai stato davanti agli altri. Non era abbastanza veloce per poter correre insieme a loro. Ogni giorno che passava la distanza aumentava. Non era abbastanza, lui era solo un'ombra, gli altri erano luce. Erano perfezione.

Le ombre dovrebbero stare vicino alla luce per essere ombre.

Avevano provato cosa significasse vincere, da quando loro sei, quei sei prodigi, erano diventati una squadra non avevano mai perso. Era nata la Generazione dei Miracoli. Si sarebbe potuto inebriare di quella sensazione di potere e perfezione, ma voleva rimanere lucido. Rimase lucido e vide in che modo, uno dopo l'altro, cambiavano. Mutavano e strappavano quello che lui chiamava “famiglia”, ognuno incominciava a giocare per se stesso. Persino la sua luce stava cambiando, diventava sempre più splendente, troppo. Sentiva come se, un giorno, si sarebbe distrutto tutto, si sarebbero allontanati, lui per primo.

Nessuno si ricorderebbe di una misera ombra.

Una lacrima, solo una, rigò il volto di un ragazzo seduto su una panca negli spogliatoi della palestra della Teikou. Il braccio si mosse meccanicamente e cancellò quella goccia salata. L'unica prova di quello che era appena successo. Magari, con quel gesto, avrebbe potuto far finta che non fosse successo nulla. Aveva deciso di lasciare la squadra, erano diventati qualcosa che a lui non piaceva per niente, era persino arrivato ad odiare il basket. Si alzò ed uscì dallo spogliatoio, chiudendosi la porta alle spalle. Qualcosa gli diceva che non erano stati gli altri a lasciarlo indietro ma era lui ad averli lasciati indietro.

Le ombre non piangono.

«Voi fate parte della squadra di basket?»
Questa volta fu lui ad intravedere la sua luce.



___________
Shigeru's Hole
L'avevo postata molto tempo fa, ora la ripropongo per il semplice fatto che ho fatto un po' di modifiche. Scusate per la schifezza, un giorno scriverò decentemente e quel giorno sarà la vostra fine, miei cari.
Una storia senza pretese ma con molto sentimento. Se vi va di lasciare un commento io non mi offendo di sicuro, eh.
Alla prossima, e ricordatevi di sorridere domani.

Congratulations, you're alive.

   
 
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