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Autore: Taila    19/04/2013    1 recensioni
Prima che lo incontrasse di persona, per Barty jr Lord Voldemort era più simile a un’idea astratta che a una persona reale. Per lui era come una divinità potente e terribile, così lontana da essere intangibile e invisibile, ma aveva ugualmente abbracciato con cieca fiducia e fedeltà i suoi insegnamenti, come un misero postulante si è inchinato ai suoi piedi e ha ascoltato le sue parole, ha fatto proprio il suo credo sulla superiorità dei maghi purosangue sui sanguesporco e sui Babbani, lo ha reso il padrone della sua vita e della sua persona, il sovrano assoluto della sua anima.
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bartemius Crouch junior
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Titolo: Ascesa di un Mangiamorte
Autore: Taila
Serie: Libri – Harry Potter
Genere: Introspettivo, generale, angst
Tipo: One-shot
Personaggio: Barty Crouch jr
Raiting: Giallo (giusto per prudenza, che per altro)
Disclaimers: I personaggi presenti in questa shot appartengono a J. K. Rowling, alla Salani Editore e a tutti coloro che ne detengono i diritti, io li ho presi solo in prestito e senza scopo alcuno di lucro.
Note: Recentemente ho riletto la saga di Harry Potter e mi sono riscoperta molto incuriosita dai Mangiamorte, segnatamente da personaggi “secondari” – anche se poi tanto secondari ai fini della narrazione non lo sono, diciamo che lo sono rispetto a famigerati Mangiamorte come i Malfoy o i Lestrange – come appunto Barty jr. Mi hanno incuriosito le motivazioni che avrebbero potuto spingere un mago o una strega ad abbracciare gli ideali di Lord Voldemort – a eccezione della paura, s’intende: per gli esponenti delle grandi famiglie purosangue era una scelta consequenziale, quasi obbligatoria, ma cosa potrebbe aver spinto gli altri? Ho cercato di dare una risposta, anche se non so fino a che punto ci sia riuscita. Questa è la fan fiction che posto in questo fandom e mi ha preoccupata parecchio: ho lavorato tenendo sempre a portata i libri di zia Row, ho spulciato a fondo la potterenciclopedia per notizie su Barty jr e ho avuto gli incubi per creare una collocazione cronologia della storia il più vicino possibile a quella del canone letterario. Spero di non aver fatto pasticci enormi, che Barty jr risulti credibili e che abbia fatto un lavoro decente, per mio conto assicuro tutto il mio impegno, la mia buona volontà e la passione verso una saga che mi fa sognare ogni volta che la leggo.
Ringraziamenti: Ringrazio chiunque leggerà e/o lascerà un commento.
Adesso la smetto e vi lascio alla lettura, alla prossima gente ^O^/



Ascesa di un Mangiamorte


Barty jr ha un anno e sfreccia per il salotto a bordo del modellino giocattolo di una Comet Duecentosessanta. Di tanto in tanto fa una curva pericolosa e qualche soprammobile cade sul tappeto frantumandosi. Sua madre scuote la testa fintamente infastidita, quando la punta della coda di saggina urta un prezioso vaso di porcellana e lo fa sfracellare sul pavimento, ma Barty sa che sua madre non è davvero arrabbiata e infatti gorgoglia divertito quando la vede muovere la sua bacchetta con un elegante movimento del polso e il vaso si ripara e torna al suo posto come se non si fosse mai rotto.
A Barty jr piace quando la sua scopa vola veloce e urta qualcosa, perché quando gli oggetti si rompono fanno rumore e per questo motivo svolazza di proposito sempre vicino ai soprammobili. E sua madre deve averlo capito, perché è sempre dietro di lui con quel piccolo sorriso comprensivo, pronta a riparare gli oggetti rotti per far ricominciare il gioco.
Quella sera Barty jr è stranamente più euforico del solito e i suoi gridolini festanti risuonano per tutta la casa mentre gioca col suo giocattolo preferito. Suo padre seduto allo scrittoio nel salotto e, scuro in volto, cerca di compilare quello stupido rapporto sull’ennesima Burla Anti-Babbani che hanno individuato la settimana prima. Il signor Crouch è stanco, ha un mal di testa così forte che non riesce a concentrarsi e ha troppo lavoro, le strida continue di suo figlio lo distraggono continuamente. Barty sr è ambizioso, molto ambizioso e tutto quello che desidera è diventare Ministro della Magia e riuscirà a ricoprire quella carica, poco importa quanto tempo e quanta fatica sarà necessaria, è pronto a fare qualsiasi sacrificio.
A Barty jr però non interessano i problemi del padre, lui vuole soltanto volare e fare rumore e sullo scrittoio di suo padre c’è un’interessantissima boccetta di vetro scuro che luccica alla luce dorata della lampada e gli piacerebbe tanto vederla cadere e scoprire che rumore fa. Il bambino da una spinta troppo forte alla sua scopa, forse nemmeno se ne rende conto concentrato com’è sulla boccetta e si dirige alla massima velocità consentita dalla scopa giocattolo che cavalca verso lo scrittoio. Barty jr passa accanto al padre, fa una curva all’altezza della sua spalla sinistra e con la punta del piede destro a penzoloni urta infine la tanto desiderata boccetta.
Con un versetto gioioso il bambino si volta per vedere il risultato della sua manovra: la bottiglietta ondeggia piano per qualche istante, per poi cadere sul ripiano dello scrittoio senza rompersi – con grande delusione del bimbo – versando tutto l’inchiostro che conteneva sui fogli di pergamena che il padre aveva appena finito di scrivere. Barty sr scatta in piedi e tiene lo sguardo vitreo sulla macchia di inchiostro che si allarga sempre più sulle pagine, inghiottendo la sua calligrafia minuta e ordinata, perfetta. Sua moglie, che fino a poco prima stava sferruzzando accanto al camino acceso, si blocca e trattiene il respiro, quasi prevedendo quello che di lì a breve sarebbe accaduto.
Barty sr si gira di scatto e furente verso il figlio, che lo sta guardando come se non capisse perché non trova divertente quella macchia nera che diventata sempre più grande e strana, e se possibile la sua rabbia cresce ancora di più.
- Stupido moccioso ti rendi conto di quello che hai fatto?- gli sbraita contro.
Il sorriso sulle labbra di Barty jr si spegne all’istante: ha solo un anno, non riesce a capire cosa sia accaduto, ma sa che ha fatto qualcosa che al padre non è piaciuta.
- Bartemius non urlare contro tuo figlio, è troppo piccolo per capire l’importanza del tuo lavoro.- lo riprende seccamente la moglie, sperando di calmare il marito.
Il signor Crouch si gira verso di lei e la donna può leggere dentro i suoi occhi una furia che difficilmente avrebbe potuto placare: niente è più importante del suo desiderio, per Barty sr.
- Allora dovresti iniziare a insegnargli l’educazione.- le ruggisce contro.
Poi l’uomo allunga la mano e agguanta il figlio, ancora a cavallo della sua scopa-giocattolo, per la collottola della tutina che indossa, strattonandolo e sfilandogli contemporaneamente da sotto il modellino della Comet Duecentosessanta. Barty sr quasi lancia il figlio tra le braccia della madre, che aveva osservato tutta la scena scandalizzata dal comportamento del marito, quando ha poi entrambe le mani libere spezza il manico della scopa-giocattolo sul ginocchio e poi lancia i pezzi sul fuoco che arde nel camino.
- Così la prossima volta ci penserà due volte prima di rovinare il mio lavoro.- commenta Barty sr.
Il bambino, che fino a quel momento ha osservato la scena attonito, scoppia in un pianto dirotto, spaventato dalle urla del padre e arrabbiato perché ha rotto il suo giocattolo. Sua madre lo abbraccia più forte e inizia a cullarlo per farlo calmare.
Barty sr ritorna a sedersi al suo scrittoio, con un rapido movimento della bacchetta ripulisce l’inchiostro dalla superficie delle sue pergamene, sbuffa e impugna la sua penna d’oca, quindi riprende a stilare i suoi rapporti senza degnare di uno sguardo il figlio che ora singhiozza stretto al petto della madre.


§§§



Barty jr ha undici anni, il primo settembre incomincerà a frequentare Hogwarts e per questo si sente molto emozionato. Mancano ancora un paio di settimane all’inizio della scuola, ma lui e sua madre sono già andati a Diagon Alley e hanno comperato i libri e tutto l’occorrente per il primo anno scolastico; ha già posato ogni cosa ordinatamente nel suo baule, che sua madre ha appoggiato ai piedi del letto. Un allocco dal piumaggio grigio sonnecchia nella sua gabbia che ha appoggiato sul davanzale della finestra: quando sua madre glielo ha portato in camera, quasi non riusciva a credere ai suoi occhi, perché non gli era mai stato permesso di avere un animale prima e quell’allocco era bellissimo e maestoso ed era tutto suo; l’ha chiamato Silas, come il personaggio di una delle favole che sua madre gli raccontava per farlo addormentare.
Barty jr osserva tutte le cose nuove che ha comprato e un piccolo broncio gli increspa le labbra: gli sarebbe piaciuto andare a Diagon Alley con entrambi i suoi genitori, proprio come la maggior parte dei bambini che ha visto là, invece ancora una volta suo padre ha deciso di restare a lavoro e lasciare che fosse la mamma a occuparsi di faccende noiose come compare l’occorrente per la scuola. A volte gli sembra di essere invisibile agli occhi di suo padre, come se non fosse abbastanza ai suoi occhi, che non valesse la pena di perdere tempo con lui.
Ha deciso che avrebbe affrontato la scuola seriamente, impegnandosi a fondo nello studio per prendere voti alti, prendendo i migliori GUFO e MAGO, così sarebbe riuscito a rendere suo padre fiero di lui e lo avrebbe costretto a fermarsi e a guardarlo finalmente.
Barty sr è un’ombra fugace più che una presenza concreta nella vita di suo figlio, al punto che i due possono considerarsi degli estranei. È un uomo molto impegnato con il suo lavoro e Barty jr cerca di capirlo, ma lo stesso non gli piace che suo padre sia sempre al Ministero e mai con la sua famiglia, e da tempo cova la convinzione che il suo lavoro sia più importante di lui e sua madre. E’ difficile guardare gli altri bambini che vengono cresciuti amorevolmente dai loro padri e sapere che sarà sempre e solo tua madre a sorriderti e accarezzarti, perché tuo padre potrebbe non ritornare a casa anche per una settimana intera.
Barty jr gira la testa verso l’armadio, dove sua madre ha appeso la divisa scolastica a un’anta: la stoffa nera è nuova e lucida, priva di qualsiasi contrassegno di appartenenza a una Casa. Le quattro Case di Hogwarts: lo Smistamento è una delle cose che lo impensieriscono di più. Suo padre, un paio di sere prima, aveva speso eccezionalmente del tempo per parlare con lui e per spiegargli l’importanza di essere smistato nella Casa giusta, insistendo soprattutto sulla pessima fama di cui gode Serpeverde. Barty jr non è sicuro di aver capito bene cosa intendesse il padre quando parlava di un’oscura minaccia che grava sul Mondo Magico e definiva la Casa di Serpeverde come un covo di estremisti purosangue; tutto quello che è riuscito a capire di quel discorso lungo e difficile, è che a suo padre non sarebbe piaciuto affatto se fosse finito a Serpeverde.
Barty jr non sa di preciso come venga deciso a che Casa uno studente appartenga, suo padre gli ha parlato di una cerimonia di smistamento che viene fatta all’arrivo a Hogwarts e che gli studenti del primo anno vengono destinati a una Casa o un’altra in base a delle qualità specifiche.
Barty jr spera di non avere quelle di Serpeverde, perché in quel caso suo padre sarebbe stato molto deluso e arrabbiato con lui. Per un attimo avverte il desiderio di essere rassicurato, che qualunque cosa accadrà a Hogwarts andrà comunque bene e che l’essere destinato a una determinata Casa non pregiudicherà l’affetto i suoi genitori nutrono verso di lui, ma non può farlo: suo padre è stato categorico, ormai ha undici anni ed è troppo grande per lasciarsi andare a infantilismi e piagnistei, è ora che inizi a crescere e conoscere quale sia il suo posto al mondo.
Con un sospiro pesante distoglie lo sguardo dalla sua divisa scolastica e si volta, andandosi a sedere di peso sul letto che emette un morbido sbuffo. Spesso Barty jr si sente inadeguato davanti quel padre troppo serio, rigido e ligio, ma è deciso a rendere suo padre fiero di lui.


§§§



L’abete decorato con neve incantata che non si scioglie e globi luminosi fa bella mostra di sé nell’angolo della sala da pranzo, accanto al camino acceso e con la mensola decorata da quattro calze di lana rossa, verde e bianca. L’intera casa è addobbata a festa, eppure l’atmosfera che vi regna all’interno è quanto di più lontano esista dallo spirito natalizio. Barty jr è seduto su una delle due poltrone accanto al camino e sta cercando di completare il tema sulla Prima Rivolta dei Folletti, mentre sua madre sta ultimando i preparativi per la cena in cucina e suo padre è ancora in ufficio: ha mandato un gufo mezz’ora prima per avvertire dell’ennesimo, prevedibile ritardo.
Barty sr è impegnato a dare la caccia a dei pericolosi criminali e per questo motivo non può tornare a casa per festeggiare la Vigilia di Natale con la sua famiglia; Barty jr sospetta che in realtà non voglia vedere lui e a questo pensiero un sorriso di divertita amarezza gli piega le labbra. Tra lui e suo padre si è rotto qualcosa l’anno precedente, quando il Cappello Parlante lo ha smistato a Serpeverde e Barty sr avrebbe accettato di saperlo in qualsiasi altra Casa, ma non in quella. Quando il giorno dopo aveva inviato Silas a casa per informare i suoi della decisione del Cappello Parlante, era stata soltanto sua madre a rispondergli congratulandosi con lui, suo padre aveva preferito eclissarsi in un silenzio gelido. Al bambino non è stato difficile comprendere che suo padre non aveva apprezzato che era stato smistato nella Casa di Serpeverde e la conferma gli era venuta dal continuo silenzio di suo padre nei mesi successivi.
Barty jr si sistema un ciuffo di capelli biondi che gli ricade sugli occhi infastidendoli e solleva lo sguardo dalla pergamena, lasciandolo vagare sulle decorazioni che adornano la stanza e si dice che quel Natale è fin troppo tranquillo rispetto a quello precedente. Com’era prevedibile, il Natale dell’anno prima, c’era stata solo sua madre ad attenderlo al binario 9 e ¾ , ma a farlo preoccupare era stata la sua espressione cupa che aveva cercato di dissimulare dietro un abbraccio e un sorriso di benvenuto. Barty sr aveva accuratamente evitato di farsi vedere a casa prima della sera della Vigilia: era tornato molto tardi, quando Barty jr e sua madre avevano incominciato a tagliare il tacchino e si era seduto al suo posto di capotavola senza dire una parola e senza guardare in faccia nessuno. Sua madre aveva cercato di stemperare l’atmosfera all'improvviso pesante, chiedendogli come fosse andata a lavoro, ma l’unica cosa che era riuscita a ottenere era stato che il marito sollevasse lo sguardo sul figlio e lo guardasse come si osserva un oggetto inutile.
Barty jr sa benissimo cosa suo padre pensa di lui: l’unica cosa che lo interessi è il suo lavoro e niente deve frapporsi tra lui e la poltrona di Ministro della Magia, il bambino è null’altro che una macchia sulla sua scheda di servizio, che rischia di mandare a rotoli la sua carriera. Non sta esagerando, una sera dell’agosto precedente ha udito i suoi genitori – che lo credevano addormentato – discutere animatamente: sua madre gli stava dicendo che stava esagerando, ma suo padre sosteneva che un figlio smistato nella Casa da cui erano provenuti la maggior parte dei Mangiamorte avrebbe potuto far nascere dei pettegolezzi sul suo conto che avrebbero potuto invalidare la sua carriera, l’essere destinato a una Casa o un’altra di una scuola non definiva una persona aveva ribattuto sua madre e suo padre aveva replicato che voleva avere meno contatti possibili con lui.
Mentre i suoi genitori avevano ricominciato a discutere, lui era ritornato in camera sua in silenzio, cercando di non fare alcun rumore. Inaspettatamente Barty jr non si era sentito amareggiato più di tanto per quella scoperta: per suo padre provava un sentimento indefinito che non poteva certo essere affetto. Affetto era quello che provava per sua madre, non per quell’uomo distante e duro che non gli aveva mai concesso il benché minimo cenno d’affetto, che aveva sempre preso tutto quello che lui gli aveva offerto e non gli aveva mai dato niente in cambio.
Barty jr sorride mentre allontana questi ricordi e si rende conto che ha lasciato la punta della penna troppo a lungo sulla superficie della pergamena e si è formata una macchia nera. Se fosse stato a Hogwarts avrebbe risolto tutto con la magia, ma dato che ai maghi minorenni è proibito fare magie fuori dalla scuola, allora deve ricominciare a scrivere tutto d’accapo: per fortuna che ha scritto solo una decina di righe. Il bambino sbuffa e si allunga verso il basso tavolino da tè per recuperare una pergamena nuova, la stende sulle ginocchia e, mentre comincia a scrivere, sente il crepitio di una smaterializzazione nell’ingresso di casa. Barty sr è tornato a casa prima del previsto e se lui fosse più furbo, raccoglierebbe le sue cose e correrebbe di corsa in camera sua, ma il piccolo Barty non ha alcuna intenzione di lasciare il suo bel posto accanto al camino, né di dimostrare che ha paura del padre e perciò rimane seduto sulla poltrona a scrivere il suo tema.
Barty jr sente distintamente i passi di suo padre fermarsi davanti all’ingresso del salotto, evidentemente si aspettava che quell’anno rimanesse a Hogwarts e non tornasse a casa per le festività natalizie, prima che l’uomo riprenda a camminare. Quasi sicuramente sta andando dritto nella stanza che ha adibito a suo studio privato e in cui non può entrare nessuno a parte lui. Barty jr si sistema meglio sulla poltrona e si sente di un umore migliore rispetto a prima: da un po’ di tempo ha scoperto che gli piace contraddire suo padre, fare cose che sa che lo farebbero arrabbiare e imporgli la sua presenza era la cosa che gli faceva perdere di più le staffe.
Quella sera si sarebbe decisamente divertito a cena.


§§§



La prima volta che Barty jr ammette che suo padre ha ragione nel sospettare che la Casa di Serpeverde sia legata ai Mangiamorte, è durante una tranquilla sera di metà febbraio del suo quarto anno. Gli studenti dei primi due anni, soprattutto se non provengono da famiglie nobili già imbevute di quegli ideali di purezza del sangue e di epurazione dei Babbani dal Mondo Magico, vengono tenuti in disparte e tutto ciò che vengono a sapere sono soltanto voci prive di ogni sostanza. Lui soprattutto viene tenuto in disparte perché tutti sanno di chi sia figlio e non vogliono che vada a spifferare segreti pericolosi a suo padre.
Barty jr sbuffa indispettito, stanco di quella situazione: odia il fatto che suo padre riesca a condizionare la sua vita anche a miglia di distanza, tutto quello che vuole è vivere appieno la vita della Casa in tutti i modi possibili ed essere trattato come tutti gli altri studenti. Chiude Infusi e pozioni magiche con un gesto brusco, producendo un morbido tonfo e si alza dalla poltrona della sala comune, decidendo che è più produttivo andare a letto: la professoressa McGonagall non è tenera con gli studenti che sonnecchiano alla sua lezione. Barty jr imbocca il corridoio che si apre sulla parete a sinistra del camino e, con i libri in braccio, si dirige verso il dormitorio, apre la porta e si blocca sull’uscio, sorpreso. Quattro studenti sono seduti su uno dei letti e a turno stanno provando un incantesimo su un topo. Barty jr ferma lo sguardo sull’animale che si contorce sul copriletto e produce versi strazianti che sanno inequivocabilmente di un dolore atroce, ma lui non è spaventato o turbato o nauseato da quello che i suoi compagni di Casa stanno facendo, lui si scopre affascinato: gli piace vedere il topo che si dimena, folle di sofferenza, nel disperato e inutile tentativo di sfuggire a quel supplizio.
Thomas si rende conto della sua presenza e lo indica agli altri che sollevano lo sguardo verso di lui, il topo cerca di scappare e si gira per mordere le dita di George che lo tengono fermo per la coda. Frank lo scruta con insistenza e a Barty jr sembra quasi che stia cercando di leggergli nella mente, poi il volto del ragazzo si apre in un sorriso divertito.
- Ti è piaciuto quello che hai visto?- gli domanda malizioso.
Barty jr nemmeno ci pensa, annuisce subito desideroso di saperne di più, di imparare anche lui a eseguire quell’incantesimo e di fare qualcosa che suo padre gli avrebbe proibito categoricamente: oh sì, non è uno stupido come crede il vecchio Crouch, ha capito subito che quei ragazzi hanno a che fare con i Mangiamorte e mettersi con i nemici di suo padre gli pare un’idea allettante.
All’inizio è solo un gioco, uno spingersi oltre i limiti per andare contro quel padre assente e lontano, ma man mano che le settimane trascorrono e lui viene messo a parte di quel mondo, tutto diventa sempre più serio e alla fine si ritrova implicato senza più via d’uscita. Entrambi i genitori di Barty jr sono maghi, per questo si sente coinvolto in prima persona quando sente parlare della superiorità dei maghi sui Babbani: è esaltante venire a conoscenza della superiorità dei purosangue sui mezzosangue e improvvisamente gli sembra sacrosanta la guerra mossa dal Lord Oscuro per epurare il sangue dal sudiciume che l’ha insozzato e per sottomettere esseri inferiori come i Babbani.
Barty jr si mette d’impegno e in poco tempo riesce a padroneggiare le Maledizioni Senza Perdono, usandole su di un topo che gli fa da cavia e scopre che delle tre quella che preferisce e la Maledizione Cruciatus: adora provocare dolore negli altri, cosa che né l’Imperio né l’Avada Kedavra gli consentono, la prima innocua dal punto di vista del dolore fisico, la seconda troppo impersonale e veloce nel portare alla morte. Vuole che sia una lenta e dolorosa agonia, desidera condurli personalmente alla follia e, per questo motivo, sperimenta alcuni modi per usare al meglio la Maledizione Cruciatus: desidera che le sue vittime abbiano per un attimo la speranza che la tortura sia finita, prima di strappargliela con chirurgica cattiveria.
Anche se si tratta soltanto di un animale, Barty jr ha scoperto che gli piace sentire le urla della sua vittima, vederla soffrire e sentirla emettere versi acutissimi, che nella sua mente si traducono in altrettante implorazioni di pietà. Punta la bacchetta contro il topo che, memore dei precedenti, inizia a correre nell’inutile tentativo di trovare un riparo in quella stretta gabbia in cui l’ha costretto e, mentre inizia a dibattersi e strillare, Barty jr cerca di immaginare come potrebbe essere cruciare un essere umano e quella fantasia gli piace incredibilmente.
Ormai quello che è iniziato come un pretesto per far infuriare suo padre, è diventato la sua ragione di vita, il credo del Signore Oscuro è diventato la sua fede e la sua vita ha incominciato a girare attorno al momento in cui sarà marchiato e potrà diventare un Mangiamorte a tutti gli effetti.


§§§



Prima che lo incontrasse di persona, per Barty jr Lord Voldemort era più simile a un’idea astratta che a una persona reale. Per lui era come una divinità potente e terribile, così lontana da essere intangibile e invisibile, ma aveva ugualmente abbracciato con cieca fiducia e fedeltà i suoi insegnamenti, come un misero postulante si è inchinato ai suoi piedi e ha ascoltato le sue parole, ha fatto proprio il suo credo sulla superiorità dei maghi purosangue sui sanguesporco e sui Babbani, lo ha reso il padrone della sua vita e della sua persona, il sovrano assoluto della sua anima.
Oramai è fermamente convinto che il suo status di purosangue lo renda automaticamente un dio tra insetti, che l’essere nato da due maghi lo renda speciale, un essere superiore possessore di una magia più potente e più pura di quella dei maghi che hanno annacquato il loro sangue unendosi con Babbani. Nella mente di Barty jr tutto quadra, come se ogni frazione della sua vita facesse parte di un disegno superiore, come un filo che fin dalla nascita lo ha guidato per portarlo proprio qui, nella Casa di Serpeverde, ultimo baluardo delle famiglie purosangue, crogiolo di idee innovative che mirano a sovvertire l’intero Mondo Magico, a portare i maghi purosangue a dominare sui mezzosangue e sui Babbani, esseri notoriamente inferiori. Barty jr per la prima volta si sente veramente al suo posto, lì nell’elite della società magica, a lottare per un nuovo ordine migliore di quello precedente.
Per questi motivi accetta con trepidazione di incontrare Lord Voldemort durante le vacanze natalizie del suo sesto anno e quasi non prova rimorso nel mentire a sua madre, all’unico genitore che l’abbia amato davvero e verso cui abbia mai provato affetto. L’idea di non vedere suo padre fino al termine dell’anno scolastico è libertoria.
Barty jr qualche volta ha cercato di immaginare l’aspetto del suo Lord Oscuro, di dargli un volto, ma niente di tutto ciò che è passato nella sua mente è lontanamente avvicinabile all’essere dal volto serpentino che lo sta scrutando con i suoi occhi rossi. Barty jr sa di essere sotto esame e teme di non superarlo, che a causa di suo padre non lo voglia tra i suoi seguaci, ma un’inaspettata sfumatura soddisfatta vela per un attimo il viso pallido di Lord Voldemort e Barty jr comprende di aver superato la prova.
Lord Voldemort è un universo di conoscenze e pensieri che Barty jr non avrebbe mai nemmeno pensato di poter saggiare in prima persona. Gli parla e gli fa intuire che loro sono simili, che hanno qualcosa in comune e che questa affinità è l’indegnità dei loro padri: l’uomo che ha generato il Lord Oscuro non si è dimostrato affatto degno di suo figlio, esattamente com’è stato per lui Barty sr. Le parole di Lord Voldemort scavano solchi sull’anima a brandelli del giovane Crouch e spalmano un balsamo addolcente sulle vecchie ferite; poco a poco rode quello che rimane della sua razionalità, lo asservisce alla sua volontà e lo lega a sé con catene invisibili, ma impossibili da togliere.
Barty jr in breve tempo diventa uno dei più fedeli seguaci del Lord Oscuro, esegue i compiti che gli vengono assegnati senza discutere, con precisione e rapidità, si impegna due volte più degli altri per dimostrare che tra lui e suo padre c’è una netta linea di demarcazione, che non è come lui e mai vorrebbe esserlo, che i suoi ideali non sono i propri. Grazie al suo fervore, che sembra combaciare alla perfezione con quello di Bellatrix, riesce a entrare in confidenza con i Lestrange che, insieme ai Malfoy, sono tra i più vecchi sostenitori di Lord Voldemort. Barty jr si lecca le labbra avido, raffigurandosi mentalmente il piacere che avrebbe provato di lì a breve, ansioso di dimostrare ancora una volta la fedeltà cieca che prova nei confronti del suo padrone.
Peggy Smith e Thomas Robb stanno galleggiando a mezz’aria al centro del salone della villa che Lord Voldemort utilizza come quartier generale, sono sospesi a testa in giù e ruotano pigri a mezz’aria; tutti e due sono coscienti, ma paralizzati dalla paura e sfiancati dalle lunghe ore di tortura fisica e mentale a cui sono stati sottoposti. Entrambi sono funzionari del Ministero e hanno attirato la collera del loro signore, perché avevano fatto pubblicare sulla Gazzetta del Profeta degli articoli in cui affermavano che la magia non era un dono, ma una responsabilità e che avevano l’obbligo morale di non infierire sui Babbani, che avevano sopperito alla mancanza della magia, con invenzioni tecnologiche che non li rendevano affatto creature ottuse e inferiori. Lord Voldemort non aveva per nulla apprezzato quegli articoli e aveva ordinato ad Avery e Macnair di portarglieli: era una settimana che i Mangiamorte li torturavano senza pietà.
Adesso è il turno di Barty jr di dimostrare l’assoluta fedeltà che prova verso il suo padrone e fino a che punto è disposto a spingersi. Avverte dentro di sé tutta la tensione dell’importante momento e, quando si ferma davanti ai due prigionieri, estrae la bacchetta dalla tasca e la punta sulla sua vittima.
- Avada Kedavra!- esclama deciso, senza distogliere lo sguardo dagli occhi enormi e acquosi di Peggy Smith, che implorano silenziosamente pietà.
Il lampo di luce verde illumina per un attimo il viso distorto da un ghigno sadico di Barty jr e, quando si spegne, Peggy Smith giace morta davanti a lui, come un burattino appeso al muro e con i fili laschi. Lord Voldemort è fiero di lui e quando gli imprime il Marchio Nero sulla pelle del braccio, pensa che quel momento sia il coronamento di tutta la sua vita.
Nella sofferenza è rinato alla sua nuova natura di Mangiamorte e dolore avrebbe portato a tutti i nemici del suo padrone, promette osservando il teschio nero con un serpente che esce dalla bocca che spicca sulla pelle chiara.

  
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