-Perdente-
“La
parte di Minnie sarà assegnata alla signorina Montez,
mentre…” le parole della Darbus, sfumarono nella
testa di Sharpay.
Vedersi
portare via in questo modo, tutto quello per il quale aveva lavorato, soprattutto
dall’ultima arrivata, era stato come sentirsi dare una pugnalata alla schiena.
Perdere un battito del proprio cuore e trattenere il respiro finché non lo si sente riprendere a battere, anche se lentamente e
stancamente. Come se non avesse più voglia di esistere..
Sbiancò
di colpo, sostenendosi a Ryan per non cadere.
“Sorellina
stai bene?” chiese il biondino, sostenendola.
“Portami
via, Ryan” disse in un sussurro la ragazza, con le
lacrime agli occhi.
Il
ragazzo annuì, accompagnandola fuori dall’auditorium.
Vederla
in quello stato faceva male al cuore: lei che di solito era piena di vita,
forte e piena di energia, ora tremava come un fuscello al vento, scossa dai
singhiozzi. Il suo bel viso era una maschera di delusione, amarezza e rabbia.
Non
poteva succedere a lei, non doveva. Eppure era successo.
“Vuoi
che guidi io?” le chiese Ryan, sostenendola per le
braccia, e guardandola.
Sharpay annuì, appoggiando la testa sul torace del fratello, che
istintivamente la abbracciò.
“Coraggio
Sharpay.. ci sono io” disse,
accarezzandole la testa.
La
ragazza scoppiò in un pianto liberatorio tra le braccia del fratello.
Stettero
così diversi minuti, finché il rumoroso singhiozzare, non divennero che
profondi respiri accompagnati da lacrime amare.
“Non..voglio..che..”
Ryan sorrise, triste.
“Prendi
fiato sorellina..”
La
ragazza alzò il capo, guardando il fratello negli occhi, accennando un sorriso.
“Scemo..”
sussurrò, raddrizzandogli il cappello rosa.
“Stai
meglio?” le chiese, preoccupato.
Sharpay annuì, porgendogli le chiavi della decappottabile rosa e salendo
in macchina.
Si
appoggiò con entrambe le braccia sul finestrino, guardando la scuola
allontanarsi alle loro spalle.
Fu
Ryan a spezzare il silenzio.
“Sai
sorellina, quest’anno ho imparato una cosa..”
La
ragazza lo guardò, rispondendo “Mai far entrare un chimico in teatro?”
Il
ragazzo sorrise.
“Quando
non si ha ciò che si ama, bisogna amare ciò che si ha”
disse, in modo teatrale.
Sharpay lo guardò attentamente: le sembrò diverso, più maturo.
“E
noi che cos’abbiamo Ryan?” gli chiese.
Il
volto del ragazzo si fece serio.
“Vedi
sorellina, ciò che ci distingue gli uni dagli altri, sono i nostri sogni e quel
che facciamo perché essi si realizzino. E quest’anno non si può certo dire che
ci siamo tirati indietro, no?
E
ricordati che nessuno e dico nessuno merita le tue lacrime” si fermò ad un
semaforo rosso, guardandola negli occhi “Chi le merita, sicuramente non ti farà
piangere..” disse,
asciugandole l’ultima lacrima, che lasciò posto ad un pallido sorriso..
“Grazie
fratellino..”