Idea nata durante una lezione di storia dell'arte, con Sasuke come protagonista. Non amo molto questo personaggio però adoro il rapporto ossessivo che ha con Itachi.
Vorrei scrivere in sintesi cos'ho fatto in questa fanfic, ma giuro che non saprei come dirlo. I commenti sia positivi che negativi sono molto graditi.
Warning: i personaggi sono di proprietà dei rispettivi autori.

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Sfondo grigio, in alcuni punti il colore diluito dall'acqua e steso sulla tela con mano sapiente tende a schiarirsi fino ad essere prossimo al bianco, bianco come la luce e la purezza, in altri accade l'esatto contrario. Errore? No.
Effetto voluto.
Sfondo del colore della neutralità e della depressione, sfondo grigio. Agli angoli il grigio è scuro, quasi del colore del male, quasi nero e lì, proprio al centro, fanno bella mostra di se quelle due macchie rosse. Si, sono proprio macchie, gocce di colore lasciate cadere sul foglio. Rosse come il sangue. Rosse come la rabbia. Rosse come la vendetta.
Rosse come quegli occhi.
Quegli occhi che Sasuke ha giurato avrebbe fatto chiudere per sempre, quegli occhi appartenenti all'ombra nera che grava sopra di lui.
Però Sasuke è accecato dal carminio e non riesce a rendersi conto che il grigio nasce dalla fusione di bianco e nero e levato quest'ultimo anche lui sparirebbe. Cosa resterebbe? Bianco, solo bianco. Bianco è l'unione di tutti i colori e al contempo bianco non è nulla, bianco è una contraddizione. Se lasciato solo il bianco è come l'esistenza del bene senza il male, della luce senza le tenebre: inutile.
Ma ciò è normale, in fondo, nel bianco vi è una vena di follia.