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Autore: M4RT1    19/04/2013    2 recensioni
Peter Burke è un agente al suo quinto giorno di lavoro.
La sua missione, oggi, è quella di sventare una bisca clandestina in un paese quasi deserto.
Un Neal Caffrey che ancora non conosce la propria identità è accovacciato nella polvere, attento ad avvisare i suoi amici a sgombrare.
Le prime battute tra due amici che, da grandi, non ricorderanno più questa storia.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Neal Caffrey, Peter Burke
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La strada rovente si stendeva per diversi chilometri, deserta. Qua e là, sporadicamente, si intravedeva qualche automobile impolverata parcheggiata lungo il marciapiede, e nient’altro. Il caldo insopportabile, probabilmente, aveva convinto tutti a restare nella penombra delle proprie case, magari davanti al televisore a sorseggiare un the alla menta.

Anche l’agente Burke avrebbe voluto farlo, ma non poteva. Lui, con la sua divisa nuova e il tesserino splendente nella tasca dei pantaloni, era in servizio. Per il quinto giorno della sua vita, si era alzato come agente speciale della sezione White Collar dell’FBI di New York, e non aveva intenzione di sprecare l’opportunità che quella mattina gli era stata servita su un piatto d’argento.

Possibile bisca clandestina sulla Seventeen Avenue di quel paesino del Massachusetts di cui non aveva mai sentito parlare, quello poco lontano dal grande centro commerciale in cui il suo superiore si vantava di aver sventato una rapina. Un paesino piccolo, disabitato per la maggior parte, di quelli dove non succede mai niente.

-Burke, vieni qui!
Si avvicinò, svelto. Non voleva deludere il suo diretto superiore al primo giorno di missione.
-Coprimi le spalle.
-D’accordo.

Avanzarono, lenti. Si muovevano tutti insieme, in una strana danza, sudando per il gran caldo e, tuttavia, mantenendo un contegno che difficilmente poteva essere mantenuto in una situazione del genere.

La presunta bisca era una specie di piccola locanda posta al primo piano di un condominio un po’ trasandato: persiane sbilenche, porte scrostate e mura con i mattoni sporgenti facevano da contorno all’entrata dismessa del locale identificato come “The cowboy’s bar” da un cartellone scritto a mano.

-Dovrebbe essere qui, giusto?
-Oh, lo è!
Peter Burke guardò il partner con aria sorpresa:
-Perché?
L’uomo si accovacciò dietro una macchina e, con un cenno del capo, indicò un ragazzino che giocava tra la polvere poco distante:
-Lo vedi quel bambino? Sembra innocuo, ma è il palo.
-Sei sicuro?
Annuì.
-Va a distrarlo, forza!
 
Peter non ci sapeva fare con i bambini. Odiava il loro frignare, lo faceva sentire in imbarazzo e nella totale incapacità di avere una qualunque reazione diversa dalla pacca sulla spalla che era solito dare a chiunque stesse male.

Eppure si avvicinò. Lentamente, come se quella cosa fosse un animale pericoloso e non un ragazzino accovacciato a tracciare segnetti con un ramo secco.

-Ciao!          
Non parlò. Continuò a disegnare, attento ad ogni singola curva.
-Ti… ti va un gelato?

Il bambino alzò la testa: aveva un viso perfettamente ovale, forse un po’ squadrato sulla mascella, e capelli tagliati corti sulla nuca; la fronte, invece, era coperta da un ciuffo castano un po’ ondulato, dietro il quale si mascheravano gli occhi di un blu incredibile. Lo sguardo freddo si posò sull’agente, che sorrise imbarazzato.

-Non posso accettare gelati dagli sconosciuti, mi spiace- mormorò il ragazzino, fissandolo: -Soprattutto da quelli come te- aggiunse con tono tagliente.
Peter non capì cosa volesse dire.
-E dici ai tuoi colleghi che abbiamo già sgombrato. Non siamo stupidi, sai?
Detto questo, raccolse il rametto e gli voltò le spalle. Peter lo osservò camminare veloce, il passo elegante nonostante i pantaloni un po’ lunghi e la camicia fuori dai pantaloni. Poi scomparve.
 
Anni dopo, l’agente Burke ripensò a quell’incontro: avrebbe dovuto capire già allora con chi aveva a che fare.


N.d.A.: ok, non so perché abbia scritto una cosa del genere, ma mi è venuta quest'idea U.U Spero vi sia piciuta :P
  
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