Piccolo
appunto prima che iniziate a leggere: la storia è ambientata durante il periodo
della scuola media. Più precisamente, un po’ prima che il talento dei miracoli
sbocciasse completamente e quindi quando i 6 erano ancora una squadra unita.
Questa
vuole essere una storia molto soft sia per chi legge che per chi scrive, quindi
uno stile di scrittura semplice e diretto.
Buona
lettura n_n
Anonymous
Prologo
Alzarsi dal letto, mettersi
l’uniforme e varcare il cancello della scuola, per Aomine
non equivaleva a svegliarsi. Di fatti, anche se il corpo si muoveva, il
cervello era ancora placidamente assopito. Sarebbe potuto succedere di tutto
nel cortile della scuola a quell’ora e lui non si sarebbe accorto di nulla.
Poche cose erano in grado di svegliarlo completamente,
tra queste c’era… “Aominecchi!”
L’urlo di Kise lo investì
in pieno da destra. “Ma che cazzo, Kise!” fu il suo
buongiorno. Glielo aveva detto migliaia di volte di non chiamarlo così forte,
specie di prima mattina, ma il messaggio non era mai stato recepito.
Udì alle sue spalle delle ragazze che andavano in
visibilio. Quando il fotomodello era nei paraggi succedeva sempre così: normale
amministrazione quotidiana.
“Buondì! Sei pronto per l’amichevole di questo
pomeriggio?” chiese Kise felice come una Pasqua.
“Capirai, è una squadretta da niente.” Aomine stroncò così ogni entusiasmo del compagno, ma questi
trovò subito altro di cui parlare, cavalcando l’onda dell’entusiasmo mattutino.
Aomine
si chiedeva spesso come facesse ad essere sempre così di buon umore, specie
prima di venire rinchiuso in una classe.
“Oggi c’è qualcosa di strano nelle ragazze” disse a
bruciapelo. Questa volta sembrava essere riuscito ad attirare l’attenzione di Aomine. Di solito non parlava mai delle ragazze con gli
altri compagni, e ciò fu motivo di stupore per l’altro.
“Forse non te ne rendi conto, ma quando ci sei tu
loro sono sempre su di giri.”
“No, non intendo quello. Ormai ci sono così abituato
che non ci faccio più nemmeno caso…”
“Che fai? Ti stai dando delle arie?”
“No, non volevo dire questo!”
“E allora che?”
“Be’, ho notato che tutte…”
“Buongiorno.” Come suo solito, Kuroko
apparve dal nulla, facendo letteralmente saltare i compagni di squadra come due
gatti a cui venga pestata la coda.
Ripresosi dallo shock, Kise
lo salutò a sua volta.
Aomine
non fu così garbato. “Tetsu, mi farai venire un
infarto così!”
“Scusate” rispose il ragazzo incriminato con il
solito tono neutro.
Nel mentre, Kise notò che il
nuovo arrivato teneva stretto in mano il giornaletto della scuola. “Ecco, il
giornale!” esclamò, del tutto fuori luogo. Gli altri due lo guardarono come se
si trattasse di un pazzo. Kise si affrettò a
spiegare. “Riguarda quello che stavamo dicendo prima. Ho notato che tutte le
ragazze oggi stanno leggendo il giornale della scuola in modo… come dire…
appassionato.”
Kise
e Aomine guardarono Kuroko
nella speranza che lui potesse risolvere quell’enigma al femminile.
Il ragazzo si mostrò, stranamente, in difficoltà. Aomine lo conosceva troppo bene per non capire che lui sapeva ma non voleva parlare. In verità
quel mistero non lo interessava per niente, ma, tanto per sfizio, fece scorrere
lo sguardo in giro.
In effetti non c’era una singola ragazza che non
avesse tra le mani una copia del giornaletto della scuola, ma questo dettaglio
era irrilevante per lui in confronto ad un altro. Tutte, o quasi, guardavano
dalla loro parte e non sembravano osservare solo il modello di fianco a lui:
stavano proprio fissando entrambi i giocatori della squadra di basket con degli
occhi da indemoniate.
“Tetsu” lo chiamò con tono
intimidatorio. Avere addosso tutti quegli strani sguardi femminili non lo
faceva sentire troppo a suo agio. Non che disdegnasse l’idea di essere al
centro dell’attenzione delle ragazze, ma qualcosa non lo convinceva.
“Ehm… probabilmente è dovuto alla storia che è stata
pubblicata proprio oggi” spiegò l’interpellato come se fosse la cosa più logica
del mondo. Tuttavia, vedendo le espressioni da triglia lessa dei due amici,
realizzò che doveva essere più chiaro. “Sul giornale di oggi hanno pubblicato il
primo capitolo di una fiction. Si prospetta essere una storia d’amore, suppongo
sia per questo che molte ragazze ne siano attratte.”
“E tu perché l’hai letta?” domandò Aomine.
“Perché mi piace leggere e poi io lo prendo sempre
il giornale della scuola.”
“Kurokocchi, però c’è
qualcosa che non mi torna. Come mai tanto trambusto per una semplice storia
d’amore?”
“Si sta facendo tardi: sarà meglio che andiamo in
classe.”
“TETSU!”
Davanti l’urlo di Aomine, Kuroko capì che gli sarebbe stato impossibile svanire come
faceva su di un campo da basket. Be’, tanto prima o poi lo avrebbero saputo
comunque. “I protagonisti sono due ragazzi… due maschi…” Kise
e Aomine pendevano dalle sue labbra. Quasi non
sbattevano gli occhi nel timore che Kuroko potesse
davvero scomparire in un battito di ciglia. “… sono due membri della squadra di
basket della loro scuola e… si chiamano Aimine e Kisu.”
Kise
sembrava sprofondato in uno stato di catalessi. Dopo cinque secondi abbondanti
di silenzio, fu Aomine a prendere la parola. “Fammi
capire una cosa: qualcuno ha scritto e pubblicato sul giornale della scuola una
storia d’amore tra due ragazzi che giocano a basket e che hanno dei nomi
praticamente uguali ai nostri?”
“Sì.”
Aomine
si voltò ancora una volta verso un gruppetto di quattro ragazze del secondo
anno: lo stavano adocchiando con la stessa golosità con cui avrebbero guardato
un pasticcino al cioccolato. “Non vorrai mica dirmi che adesso tutte le ragazze
della scuola pensano che la storia sul giornale parli in realtà di me e Kise e che addirittura abbiamo una relazione?” Ma quando si
girò, Kuroko non c’era già più. “Dannato Tetsu! Me la pagherà! E tu perché non lo hai fermato?”
disse rivolto a Kise, ma questi versava ancora in uno
stato di shock. “Ohi, Kise, riprenditi!”
“Questa situazione è assurda! Perché mai noi due?
Perché proprio io?”
“E io allora?”
La campanella suonò, segno che dovevano affrettarsi
per non arrivare in ritardo nelle rispettive aule e scamparsi un’ingrata
punizione.
“Adesso ascoltami: dobbiamo scoprire chi è l’autore
di questa storia merdosa e impedirgli di scriverci ancora sopra, a costo di
minacciarlo. Oggi, dopo le lezioni, cominceremo ad indagare.”
“E la partita?”
“Al diavolo la partita! Qui c’è in ballo la nostra
dignità, la nostra virilità. Gli
altri sapranno cavarsela anche senza di noi.”
Di tutto quel discorso, Kise
capì solo una cosa: se Aomine stava anteponendo
quella faccenda al basket, allora la situazione era molto più grave di quanto
avesse immaginato.
Note dell’autrice
Devo
essere impazzita per aver deciso di riprovare a scrivere una long! D: Avevo
abbandonato questo genere di storie perché l’ansia di aggiornare in tempi
ragionevoli e il senso di colpa per il fatto di non riuscirci avevano iniziato
a stressarmi un po’. Per questo mi ero buttata nel fantastico mondo delle oneshot! *w*
Purtroppo,
a causa di questa coppia che ormai si è impossessata della mia mente, non ho
potuto resistere alla tentazione di scrivere qualcosa di più lungo! >.<
Spero
vivamente di non dovermene pentire, in ogni caso ho già tutta la trama scritta,
quindi non scriverò a braccio ogni singolo capitolo. I prossimi capitoli
saranno più lunghi di questo, circa il doppio (ovvero 2000 parole) perché con
una lunghezza così discreta (quanto meno lo è dal mio punto di vista) potrò
garantire degli aggiornamenti piuttosto regolari. ;)
Spero
di avervi incuriosito un po’! Come sempre commenti anche solo di un rigo,
critiche (educate, ovvio) e quant’altro è sempre ben accetto! ^_^