09/11/2007
3 recensioni I sogni che avevo quando ero bambina
Erano disegnati dai miei pensieri
Scritti con indelebili scarabocchi
Che si legano al futuro che disegno.
Quando era piccola e aspettava il padre che tornava dalla missione Ino si sdraiava a pancia in giù sul pavimento, ignorando le parole della madre che le diceva di alzarsi e, impugnando goffamente dei pastelli, disegnava per tutto il pomeriggio.
Il cielo sgombro da nuvole
Era colmo di un blu infinito
E il mio cuore innocente
Veniva attratto da quel cielo.
Disegnava un mondo pieno di fiori colorati, come quelli che c’erano nel negozio della sua famiglia, un cielo azzurro con tante nuvole, perché al suo amico Shikamaru piaceva tanto guardarle e un sole splendente, perché a Choji il sole metteva tanta allegria, un mondo senza guerre dove tutti erano felici e non c’era sofferenza.
Le piaceva immaginare quel mondo ed era convinta che, un giorno, il mondo che esisteva solo nella sua mente sarebbe esistito, quando le guerre sarebbero finite e quando il suo papà non avrebbe mai più dovuto combattere e stare fuori casa tanto tempo.
Ho finalmente ottenuto le ali
Con le quali volare liberamente.
Voglio raggiungere la fine del cielo
Quel cielo che i miei occhi desiderano.
Man mano che cresceva passava sempre meno tempo a disegnare perchè doveva allenarsi per riuscire, un giorno, a combattere anche lei, come il suo papà, per proteggere il suo villaggio e le persone a cui voleva bene.
Ma nel suo cuore rimaneva quel sogno, quel piccolo desiderio di una vita tranquilla, senza guerre, perciò non si allenava mai seriamente pensando che fosse una perdita di tempo perchè presto o tardi tutto sarebbe finito e non ci sarebbe stato bisogno di combattere e nonostante i richiami del suo maestro e dei suoi compagni di squadra, nonostante rimanesse sempre indietro rispetto agli altri, lei era convinta che prima o poi quel mondo pieno di fiori e pace sarebbe esistito.
Se fosse possibile realizzare un desiderio
Tra i tantissimi altri
Sento che dovrebbe essere aggrapparsi ad un sogno
E non pensare di lasciarlo mai.
Quando il suo maestro morì Ino comprese che quel mondo non sarebbe mai esistito e che aveva fatto un terribile errore a illudersi, un errore che gli era costato caro.
Si ripromise di dimenticare quei stupidi sogni e di concentrarsi sulla realtà, spietata e infame, allenandosi allo sfinimento,per proteggere tutti, per non perdere più nessuno. Mai più.
E quando ormai i fiori erano tinti del rosso del sangue, quando in cielo c’erano solo grigie nuvole che minacciavano tempesta lei sorrideva, nonostante le guerre e le ferite riportate, mentre osservava sua figlia sdraiata sul pavimento disegnare un mondo colorato, dal cielo azzurro che nessuno più avrebbe potuto osservare, con un sole non sarebbe più stato apprezzato da nessuno, rassicurandola, perché presto o tardi, quel mondo sarebbe diventato realtà…
I sogni che avevo quando ero bambina
Erano disegnati per sempre
Scritti con indelebili scarabocchi
Che si legano al futuro che desidero.
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….
Evviva l’allegria!! °°
Per fortuna doveva essere una ShikaIno XD
Le parole in corsivo sono la traduzione di Musouka, sigla iniziale dell’anime ‘Utawarerumono’ cantata da Suara, che non so bene cosa mi abbiano ispirato.
Proprio non riesco più a scrivere ciò che vorrei scrivere ç.ç Ispirazione, ti odio, perché non ci sei?