Era una semplice ragazza, capelli biondi scuri, quanto le spighe di grano.
Aveva gli occhi verdi, come se dovessero perdersi fra le foglie; la sua pelle era biancastra,
il viso invaso dalle lentiggini e le sue labbra, sempre incrinate in un sorriso.
A chi importa se era la ragazza più amata di un'intera scuola se per lei non faceva differenza?
A chi importa se i suoi genitori le davano tutto l'amore possibile, se a lei mancava il vero amore?

Nella maggior parte dei casi, Julie si domandava perché fosse così importante per gli altri.
Certe volte avrebbe desiderato solo che gli altri la vedessero per quello che è veramente, non per il suo corpo,
non per i suoi capelli biondi, non per i suoi occhi, non voleva essere giudicata per la sua bellezza, voleva essere normale.
La mattina si fermava sempre sulla panchina del suo viale, osservava i passanti, si chiedeva come sarebbe se solo potesse sentirsi amata,
ma amata per davvero.
Le piaceva la primavera, il profumo dei fiori era come un'ondata di acqua dopo la siccità, ma come descriverlo altrimenti?

"Vorrei essere come loro.." diceva spesso, "vorrei nascere per morire, nel giro di poche settimane, vorrei sbucare dalla neve,
piena di vita, per dirmi che un giorno migliore arriverà, che il sole non ci lascia mai per sempre".

Si sentiva vuota, come quando nel barattolo dei biscotti rimangono solo briciole,
si sentiva rotta, come un vaso di cristallo, in mille pezzi.
Aveva quindici anni, quasi sedici, e la sua vita le sembrava un immenso puzzle che lei non sarebbe mai riuscita a comporre.
Si sentiva stupida, quasi sempre, perché vista da fuori la sua vita era perfetta, ma a lei sembrava solo di stare nei pantaloni della taglia sbagliata,
sentiva che quella non era la sua storia, e forse lei nemmeno ce l'aveva una storia.
Era la musica la sua unica salvezza, un paio di cuffie e la sua canzone preferita, chiudeva gli occhi, si sdraiava e andava ovunque,
andava lontano, partiva per luoghi dove nessuno l'avrebbe trovata. Era la musica il suo vero amore.