Ogni parola tracciata
Riemergo lentamente
dall'incoscienza del sonno.
Gli ultimi brandelli di sogno
scivolano via come tentacoli di fumo che si ritraggono all'interno della loro
tana.
Sospiro, gli occhi ancora chiusi
per cercare di trattenere il più a lungo possibile quella sensazione di
benessere che si prova dopo aver fatto un bel sogno, prima di svegliarsi del
tutto e ritrovarsi circondati dalla crudezza della realtà.
Inspiro profondamente, e l'odore
di chiuso tipico dei vagoni del treno mi pizzica il naso inducendomi una
smorfia.
Allungo le gambe stiracchiandomi,
gli occhi ancora chiusi.
Eppure percepisco la tua presenza, lì, tra le mie braccia. Sorrido e socchiudo gli occhi, osservandoti con gratitudine: è sempre bello svegliarsi e trovarti ancora lì, sapere che ci sei. Riesco quasi a percepire un tuo leggero respiro, il palpitare del tuo cuore, ed è bello che non ci sia nessuno seduto accanto a me, è bello stare da soli io e te e ascoltarci a vicenda.
Avvicino il mio naso, sfiorandoti
appena, e sento quel tuo profumo di fiori, di foglie, di cielo stellato. È ciò
che mi fa sentire a casa, anche quando sono lontana chilometri, proprio come in
questo momento.
E ti sfioro delicatamente con i
polpastrelli in una timida carezza, sentendo quella tua ruvidezza che, malgrado
tutto, ho imparato ad amare.
In quel momento, una donna con
aria distinta passa nel corridoio del treno, e non mi sfugge la sua occhiata
stupita e quasi di rimprovero, nel vederci lì così, abbracciati, a coccolarci a
vicenda. Deve aver pensato che sono pazza.
Ma la lascio passare, la lascio
guardare, la lascio rimproverare, e mi spiace per lei se non ci capisce, perché
significa che non ha mai conosciuto un amore profondo come il nostro.
Ti stringo ancora in un abbraccio
consolatorio, poi ti prendo tra le mani con cura, e leggermente inizio a
sfogliare le tue pagine, fino ad arrivare al punto in cui avevo lasciato il
segnalibro. E i miei occhi prendono a scorrere attenti ogni tua riga, ogni
segno d'inchiostro, ogni parola tracciata.
Lasciamoli dire, gli altri,
lasciamoli ridere. Tu hai me, e io ho te, solo questo importa.
Ed ecco, la mente comincia a
volare, e sento di nuovo quel tuo profumo che ben conosco e che mi inebria, mi
ipnotizza facendomi girare la testa.
Eccomi pronta, dunque, pronta ad immergermi di nuovo, nel nostro sogno.
Non
avrei mai pensato di dirlo ma… lo ammetto: ringrazio la mia prof di Letteratura
italiana, ringrazio Italo Calvino a il primo capitolo del suo “Se una notte
d’inverno un viaggiatore” e ringrazio gli interminabili viaggi in treno tra
casa e università, ma soprattutto… ringrazio i Libri, “Uno” in particolare…
perché ci sono… sempre!
Eowyn
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