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Autore: Dreamer_996    21/04/2013    10 recensioni
Continuazione di We were too different, but I loved you ! Che farà da intermediario per la prossima storia che inizierò quindi se non si legge questa OS non si capisce ciò che succederà dopo
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'You were, you are, you will be..!'
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23 giugno 2010

Una ragazza dai lunghi capelli color cioccolato era appena arrivata sull’isola dove avrebbe passato, molto probabilmente, il resto della sua vita a lavorare in un villaggio vacanze e a fare da animatrice, non che questo le dispiacesse era molto meglio di ciò che aveva fatto fino a quel momento. Il suo volo in aereo però le aveva fatto male, infatti, appena aveva messo piede a terra, dovette correre in bagno a rimettere. Un taxi la aspettava fuori dall’aeroporto e in un attimo era al suo posto di lavoro. Era in coppia con un altro ragazzo di nome Dan, insieme avrebbero intrattenuto i bambini e volendo anche i genitori. Era ora di pranzo quando, un altro attacco di vomito la fece correre in bagno. Ma quello fu solo il secondo di una lunga serie che sarebbe durata tutto il giorno. Fu una battuta del nuovo amico di Alice a farla ragionare, quel ragazzo che tanto le ricordava il suo migliore amico, grazie ai suoi occhi color del mare e ai capelli castani portati disordinatamente.
-          Ma non è che sei incinta? – questa era la battuta del ragazzo che fece scattare in lei qualcosa.
Era da un mese che non le veniva il ciclo e per quei due mesi non se n’era mai preoccupata perché per lei era solo un piacere non averle, ma, ragionandoci, era strano. Il 20 maggio aveva fatto per la prima volta l’amore senza precauzioni col suo, ormai, ex ragazzo e da allora non si era più preoccupata di controllare sul calendario. Era solo uno scrupolo, ma era meglio toglierselo subito. Chiese a Dan di farsi accompagnare all’ospedale, dove, scoprì che i suoi dubbi erano ben fondati. Una piccola vita stava crescendo in lei, aveva appena un mese ma la sua mamma era già decisa a portare quella gravidanza a termine. Alice era contro l’aborto e non la spaventava crescere da sola quella creatura che sarebbe stata sicuramente la più bella del mondo, soprattutto se avesse avuto i lineamenti del padre.

23 luglio 2010 (secondo mese)

One Direction: Simple but effective

Proprio in quel momento cinque ragazzi erano diventati i concorrenti della nuova edizione di X-Factor, cinque ragazzi che, lei lo sapeva bene, avrebbero preso pieno possesso del cuore di milioni di ragazze e sarebbero diventati una grande boy band. Vederlo su quello schermo le fece tornare alla mente immagini nitide di quel giorno in cui, per la prima volta, erano stati insieme. Quasi senza rendersene conto si accarezzò la pancia e, senza togliere gli occhi da quel ragazzo, sussurrò a suo figlio.
-          Quello è tuo padre, ma, purtroppo, lo conoscerai solo attraverso uno schermo. – una piccola lacrima le solcò il volto ma lei la asciugò prontamente quando sentì scattare la porta.
Dan andò a stendersi accanto a lei come ormai era sua consuetudine, ogni sera passavano un’ora insieme. C’era molto affiatamento tra i due, era una figura molto importante, in quel momento, nella vita della ragazza.

23 agosto 2010 (terzo mese)

Un sole troppo caldo splendeva sul cielo delle Hawaii quel giorno e una ragazza si era sentita male in riva al mare. La stavano portando d’urgenza all’ospedale e le sue ultime parole prima di svenire furono ‘chiamate Louis’.
Nessuno poteva immaginare che con quella chiamata sarebbe corso al villaggio un ragazzo che ormai iniziava a riempire lo schermo di tutti i televisori. Quel volto che di solito è sempre allegro e vivace, quel giorno trapelava preoccupazione da ogni poro. Lui era all’oscuro della creatura che portava in grembo la sua migliore amica.
Mentre attendevano i dottori Dan e Louis erano seduti fianco a fianco sulle sedie del corridoio, la tensione poteva essere tagliata con un coltello.
-          E quindi, tu sei il suo migliore amico – ruppe il silenzio Dan.
-          Sì. Tu sei? – chiese Lou
-          Collega di lavoro.
Il discorso cadde lì poiché un dottore si era appena avvicinato a loro chiedendo notizie dei familiari, Louis rispose senza pensarci, per lei Alice era più che una sorella. Il bambino stava bene e anche la madre, avevano solo bisogno di stare tranquilli e al riparo.  

23 settembre 2010 (quarto mese)

Le giornate passavano lente e noiose, il datore di lavoro aveva deciso di metterla in maternità per non correre il rischio di doverla portare di nuovo all’ospedale di corsa. Anche se non l’aveva mai dato a vedere, quel signore pelato dall’aria burbera, si era molto affezionato a quella ragazza che aveva portato tanta allegria a quel luogo. Louis ormai la chiamava ogni giorno per sapere come stava e per raccontarle cosa faceva lui e cosa facevano gli altri ragazzi, aveva intelligentemente evitato il discorso ‘Malik’  sviando la conversazione su fatti stupidi e privi di senso. Ma ovviamente le notizie correvano veloci e lei sapeva benissimo che Zayn si era fidanzato con una ragazza italiana che faceva parte del personale, non si aspettava nient’altro da lui, il lupo perde il pelo ma non il vizio e, lui, da buon lupo, il vizio se l’era portato con se anche lontano dalle stradine di Bradford. Alice aveva deciso di mettere un punto a quella storia che era già finita da tempo. Però, non aveva mai tolto quella collanina a forma di stella che portava al collo, il regalo dei suoi cinque amici, i primi amici che lei avesse mai avuto. Presto avrebbe messo, accanto alla sua iniziale, il nome di suo figlio, il bambino che faceva da simbolo all’amore che lei una volta aveva provato per quel ragazzo dagli occhi color cioccolato.

23 ottobre 2010 (quinto mese)

Il gel sulla pancia faceva quasi il solletico, era un massaggio piacevole però che lei non avrebbe scambiato con nulla al mondo. Finalmente era arrivato il momento di scoprire se quello che si nascondeva nella sua pancia era un maschietto o una femminuccia. No, non aveva preferenze, in entrambi i casi lo avrebbe amato incondizionatamente.
-          Beh, credo sarai lieta di sapere che.. – la mano di Alice si strinse forte a quella di Dan – è un maschietto. – il suo sorriso si ampliò e una lacrima scese solitaria.
Sapeva bene che quel bambino sarebbe stato identico al padre e che presto i ricordi, per quanto ci lottava contro, sarebbero tornati a offuscarle il cervello facendola piangere durante la notte. Aveva smesso di amarlo ma i sentimenti che aveva provato erano ancora nitidi nella sua mente.

23 novembre 2010 (sesto mese)

Il pancione non era più possibile nasconderlo, ormai era evidente che quella balena che passeggiava sulla sabbia era una balena in dolce attesa.  La mano stretta a quella del suo ragazzo, l’unico che l’aveva accettata dal primo momento che aveva messo piede in quel posto, l’unico che l’aveva accettata in ogni suo cambiamento d’umore, l’unico che le era stato accanto e che aveva deciso di amarla anche chiatta come una botte.
-          Sei proprio sicuro di quello che dici? – chiese lei mentre camminavano
Lui si fermò e la fece voltare, le prese il viso tra le mani e baciò le sue labbra cercando di trasmetterle tutto ciò che provava. Dopo diede un bacio sul pancione.
-          Sì, sarò il padre di questo bambino anche se non è mio. Sarò il padre di questo bambino anche se lui sa chi è il suo vero padre. Sarò il padre di questo bambino e il compagno di sua madre. – disse lui
Ma lei non ne era convinta, lei aveva paura. L’ultima volta che aveva permesso a una persona di impossessarsi del suo cuore, lei ne era rimasta delusa. L’ultima volta è finita male.
-          Io, Dan, ho paura. – disse
Lui la abbracciò e lei seppe, con quell’abbraccio, che lui non stava mentendo.
-          Ti chiedo una cosa sola. Lascia andare il tuo passato e vivi il tuo presente con me, con noi. – disse dando un bacio sul pancione.

23 dicembre 2010 (settimo mese)

Era quasi Natale e aveva convinto il suo ragazzo a volare a Bradford con lei e passare le vacanze lì insieme ai suoi amici. Prima di andare a casa, però, passarono da sua madre per un saluto, naturalmente era stata avvertita altrimenti avrebbero trovato brutte sorprese. Quando entrarono, la casa era uno splendore, bellissima, pulita e luminosa. Alice non vedeva quel luogo così da quando aveva sette anni e associò quel cambiamento al ritorno di suo padre.  Non rimasero molto tempo a parlare con loro, per lei la priorità era di rivedere Harry, Louis, Niall e Liam che col suo ex ragazzo adesso formavano la boy band che si era classificata terza ad X-factor ma che aveva fatto primo posto nel cuore di molte persone.
Mille brividi le attraversarono il corpo quando si trovò dentro la casa, ricordando bene ogni cosa successa lì, ricordando come in quella casa il suo amore aveva preso vita e ricordando come in quel posto aveva capito che Louis non l’avrebbe mai abbandonata. Passarono pochi minuti e la porta si aprì di nuovo. Si trovò coinvolta in un abbraccio di gruppo che però finì subito per paura di farle male. Quattro facce allegre la stavano ammirando, tutti felici di rivederla. Presentò il suo ragazzo e gli altri lo misero subito a suo agio organizzando un torneo a Fifa a cui lei di certo non si sarebbe tirata indietro.

12 gennaio 2011 (ottavo mese)

ORE 19.00

 
Era il compleanno di Zayn e lui avrebbe festeggiato alla grande, diciotto anni sono importanti anche per le persone famose. Aveva deciso di rimane a Bradford con i suoi genitori con cui era riuscita a stringere di nuovo buoni rapporti e Dan andava a trovarla ogni settimana. Quel giorno era sola e stava passeggiando per le strade di quella città, quando, passò davanti casa dei Malik. In quel momento si chiese cosa avesse fatto se si fosse ritrovata da sola con Zayn, se avesse avuto il coraggio di dirgli che quello che portava in grembo era anche suo figlio ma che non sarebbe stato lui il padre che l’avrebbe cresciuto. Sembrava stessero dando una festa in quella villetta e proprio in quel momento uscirono fuori cinque ragazzi che appena la videro le corsero incontro, tutti tranne uno.
-          Che ci fai qui? – chiese quello biondo
-          Perché non ci hai detto che restavi? – disse quello con lo sguardo dolce
-          Saremmo venuti da te se solo ci avessi avvertito – aggiunse il riccio
-          Perché non sei a casa nostra? – chiese, infine, quello che la conosceva meglio di tutti e che aveva afferrato quello che le stava passando per la testa.
Portò gli altri tre ragazzi dentro e lei rimase da sola con quello che non si  era avvicinato. Erano ancora a distanza e nessuno dei due accennava ad avvicinarsi, c’era solo un contatto visivo che entrambi erano decisi a mantenere.
-          DOVETE PARLARE VOI DUE!!! – urlò il migliore amico di lei poggiato all’ingresso di casa
Il ragazzo dagli occhi color cioccolato e il sorriso mozzafiato spezzò il contatto che si era creato e si avvicinò alla ragazza. Lei guardò ogni suo movimento e vide i suoi occhi guardare il pancione che lei cercava di tenere al caldo sotto un maglione.
-          Vedo che non hai perso tempo. – disse lui
-          Non sono problemi tuoi. Anche tu non hai perso tempo. – rispose lei – beh, buon compleanno, salutami Louis, io non ho niente da dirti.
Gli diede le spalle e si avviò verso casa prima che si facesse tardi. Si sentiva, per la seconda volta a causa sua, una merda. Si sentiva abbandonata e sola. Si sentiva una povera sfigata che si era fatta mettere incinta dal primo stronzo che le era passato davanti. Passò accanto a due ragazze e queste la guardarono ridendo, lei si voltò a fissarle.
-          E così la puttana si è fatta mettere incinta. – disse una delle due
-          Come pensavi che finisse una come lei? – rispose l’altra.
Alice non rispose ma le si mozzò il fiato, il bambino stava scalciando troppo per i suoi gusti e passarono pochi secondi che si rese conto che le si erano rotte le acque. Due forti braccia la sorressero prima che crollasse a terra e in un attimo si ritrovò in una macchina diretta all’ospedale.

ORE 23.45

Era distesa su un letto con il suo bambino tra le braccia, dire che era bello era dir poco. Quel fagotto nascondeva un angelo dalla pelle ambrata e gli occhi color cioccolato identico a suo padre, sarebbe stato difficile nascondere la verità, ma in quel momento quello era l’ultimo dei suoi problemi. Il nome era stata la cosa più difficile da scegliere, era tentata dal chiamarlo Zayn o Louis, ma poi ci aveva ripensato e aveva trovato il nome perfetto Larry James Smith.

23 febbraio 2011

Non aveva più motivo di tornare a Bradford, quella città doveva essere dimenticata per il bene suo e di suo figlio. Zayn era andata a trovarla all’ospedale e quell’incontro non era stato per niente buono. Lei aveva deciso di dirgli la verità sul bambino ma quando l’ha visto lì mano nella mano con la sua ragazza aveva cambiato idea, quel bambino non si meritava un padre che probabilmente non lo avrebbe mai calcolato, lui doveva crescere nell’ambiente familiare migliore che gli potesse dare e quell’ambiente esisteva grazie a Dan. Appena Larry avesse compiuto 3 anni, però, lei gli avrebbe fatto capire che il suo vero padre non era quello con cui stava crescendo ma un altro anche se il suo vero padre non l’avrebbe mai conosciuto. Comunque, tornando all’incontro all’ospedale, Zayn era entrato nella stanza con Perrie, la sua ragazza, e l’aveva presentata ad Alice dicendole che era la persona che amava e con cui aveva intenzione di vivere il resto dei suoi giorni. Poi, quando aveva visto il bambino, le aveva detto che sperava non diventasse come lei, cioè uno stronzo senza scrupoli. Era uscito dalla stanza così come ci era entrato, era uscito dalla sua vita così come ci era entrato. Quando, il giorno dopo, prese l’aereo per tornare alle Hawaii aveva deciso di non prendersela mai con suo figlio per colpe che lui non aveva. Era stato un dono e la prova che lei aveva amato davvero quello stronzo di un pakistano.
Sua madre la chiamava ogni giorno, spesso andava anche a trovarla, così faceva anche suo padre e Louis era sempre lì il fine settimana. Dan non le aveva mai fatto mancare niente ed ogni sera prima di addormentarsi le ripeteva la stessa promessa che le faceva da tempo.
-          Quando avremo racimolato abbastanza soldi ci sposeremo e daremo dei fratelli o sorelle a Larry, anche se dovessero passare millenni, te lo prometto. – queste erano  le parole che diceva prima di baciarla e addormentarsi abbracciato a lei.



Ecco la OS che fa da intermediario, spero solo di non aver deluso nessuno. Fatemi sapere che ne pensate così che possa iniziare la nuova storia <3 
GRAZIE A TUTTI QUELLI CHE SEGUONO LA STORIA MI RENDETE LA PERSONA PIU' FELICE DEL MONDO!!!

P.S. Scusate gli errori grammaticali se ci sono ma non ho riletto il testo

-Tuny


  
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