Capitolo 1
“che problemi hai?” ecco l'ultimo ragazzo che mi dava buca. Che problemi avevo? Tanti, forse troppi.
Avevo provato per l'ennesima volta a fidarmi ciecamente di un essere umano del sesso opposto, senza risultati soddisfacenti. Nonostante per me fidanzarmi fosse più una sfida personale che una prova d'amore, quelle parole taglienti mi sconvolsero. Dopo un “vaffanculo” sincero che lo spiazzò me ne ritornai nel mio guscio per i seguenti tre anni e proprio quando, a diciassette anni compiuti, non avevo ormai più il coraggio di innamorarmi arrivò lui. Lui che dopo tanti anni mi fece credere di nuovo in me stessa e che da maschiaccio scontroso e ribelle riuscì quasi a trasformarmi in una normale ragazza di diciasette anni, che partecipa alle feste e ai party di mezza notte. Lui che mi insegnò cos'è l'amore.
Ma vale la pena di lasciare che una storia così intensa resti solo nei ricordi di pochi?
No. è per questo che ho deciso di imprimerla sulla carta affinché tutti si ricordino che c'è sempre tempo per diventare da un bruco una farfalla.

“Marty, Tesoro la colazione è pronta!” Aprii gli occhi piano, scocciata dal comportamento di quella donna... La mia matrigna. La donna più stupida e ipocrita che abbia mai conosciuto, persino più della mia professoressa di scienze. Rimasi per un bel po' di tempo a fissare il soffitto bianco e spoglio della mia camera, quella bruttissima camera, che si trovava in una bruttissima casa, che apparteneva appunta a quella orribile donna che si improvvisava mia madre. Credo che abbiate capito che la odiavo, la odiavo con tutto il mio cuore. Non c'era nessunissima parte di lei che mi piacesse, partendo dal fatto che si voleva sentire più vicina al mondo adolescenziale solo per affascinarmi in qualche fottutitssimo modo.
“Marty ti piacciono le mie nuove ciabatte rosa? Sono troppo da vecchia secondo te?”
Ecco uno dei modi più assurdi che usava per abbordarmi. Un altro motivo per cui la detestavo era per il fatto che apparentemente aveva fatto separare i miei... Non capivo come mai mio padre avesse preferito una donna superficiale e idiota come lei a mia madre, donna di cultura. Anche lei però aveva come compagno uno scellerato, ricercatore dalle mille manie. Mentre ero assorta nei miei pensieri la porta si spalancò e Silvana (la mia “fantastica” matrigna) entrò con fare materno e decisamente ridicolo.
“Martina, cos'hai?” Chiese fintamente preoccupata
“Perchè dovrei avere qualcosa?”
“Ti vedo giù in questi giorni..”
Sì sto da cani da un anno, da quando tu sei entrata nella mia vita e mi hai portato qui in questa casa di merda insieme a mio padre.
“Non ho niente... Vado a fare colazione.” Mi alzai, andai in bagno, mi vestii e scesi in soggiorno dove regnava un odore nauseabondo di frittelle. Scocciata mi infilai un paio di scarpe e uscii dirigendomi verso il campetto.