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Autore: KateWiston    21/04/2013    0 recensioni
"–Da quanti giorni non dormi, Gwen?-
La ragazza abbassò gli occhi alla sedia e se la sistemò sedendosi sopra, quando rispose a Mark, però, mantenne il suo sguardo spinto negli occhi di lui –Ormai ho perso il conto dei giorni, ogni volta che chiudo occhio mi sogno Mindy che mi chiede aiuto-
Mark conserte le mani e la guardò fissa –Ecco, è proprio di questo che dobbiamo parlare!-
-Avete scoperto qualcosa su Mindy? Qualche indizio?-
Il ragazzo scosse il capo in segno di negazione, mentre piano chiuse gli occhi e tirò su con il naso, divise le mani e si avvicinò al volto della ragazza cercando di rendere la tensione meno visibile sul suo volto, fece un forte respiro ed iniziò –Mi dispiace, ma Mindy è stata trovata morta questa mattina-"
Genere: Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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PROLOGO
 
 
08 giugno
Ore 20.12 e 47 secondi
 
Per tutti, quella sera, poteva sembrare una serata come tutte le altre, ma per Mindy ed i suoi compagni di classe era la fine della prigionia invernale e l’inizio della libertà estiva.
Infatti, come ogni anno, era giunto l’ultimo giorno di scuola e come era abitudine fare ormai dai tempi che furono, si era organizzata la rituale cena di fine anno.
Lei e la sua migliore amica Gwen, nonché compagna di banco dal primo anno di scuola secondaria, si erano ritrovate a casa sua e agitate ma felici si stavano iniziandosi a preparare per la nottata più bella dell’anno.
Vestitino corto, tacchi vertiginosi e trucco pesante; una volta nella vita se lo potevano permettere, in fondo, erano sulla soglia dei diciotto anni, non erano più bambine; osare a quell’età era più che lecito, non farlo sembrava fino ‘fuorilegge’.
Un bacio fugace sulla guancia di mamma e papà ed una piccola raccomandazione
–Mindy, alle 3, non più tardi- e poi fuori, pronte al loro destino.
Come è solito ad ogni donna, anche per loro la puntualità non era mai rispettata, ma erano le uniche ragazze, in una classe costellata di maschi, del quarto anno del l’istituto per geometri della città, potevano permettersi di farsi desiderare, il desiderio aumentava la sorpresa che avrebbe allietato la vista dei ragazzi alla comparsa delle due angeliche ragazze.
Le strade della città risultavano cupe agli occhi delle due che svelte solcavano a grandi passi le zone meno popolari della città, avviandosi verso il locale dove avrebbero consumato la cena ed il post serata.
Quando, da lontano, iniziarono a intravedere i compagni di classe stranamente vestiti troppo bene rispetto ai loro standard, iniziarono a sorridergli ed a salutarli da lontano.
Quando gli giunsero davanti, i ragazzi, non trattennero un coro di acclamazioni ed un ‘wow’ di approvazione, risultavano bellissime anche ai loro occhi nonostante i loro continui gridi di scherno contro la mascolinità abituale di cui erano impregnati i caratteri ribelli delle due ragazze.
Entrarono nel pub ed accomodatisi ai loro posti, iniziarono la tradizionale festa di fine anno scolastico, divertendosi ricordando i momenti più stupidi passati insieme tra le risate.
Ballavano incuranti della vita che scorreva e del destino che li aspettava.
-Ragazzi, è tardi, io devo andarmene- urlò Mindy all’intera classe che scatenata stava pestando da ore la pista da ballo della discoteca.
-Dai, Mindy-le rispose uno dei ragazzi prendendola per il braccio e facendola aderire al suo corpo –E’ ancora presto!-
 
 
 
09 giugno
Ore 3.58 e 58 secondi
 
Correva, correva spaventata con i tacchi tra le mani ed il vestito che si alzava per il vento –Aiuto! Qualcuno mi aiuti!- ma nessuno rispondeva alle sue suppliche. Nessuno poteva farlo perché la strada del ritorno verso la sua casa era deserta.
Abitava in una villa appena fuori dalla sua piccola città, abbastanza vicina al centro da poterlo raggiungere a piedi. Era una strada buia, con gli alberi che tetri incombevano in quel quadro sublime.
Stranamente quella notte la strada risultava ancora più spaventosa, un blackout l’aveva oscurata completamente.
Quando raggiunse il cancello di casa si voltò indietro, spalancò gli occhi cercando di scorgere in lontananza la presenza di qualcuno, di quel qualcuno che la stava seguendo; mentre, affannosamente, cercava le chiavi all’interno della borsa.
Una figura nascosta nel buio si avvicinò al cancello, mentre lei era china sulla borsa e glielo aprì; il suono che produsse nell’aprirsi spaventò a morte Mindy che alzando il capo velocemente non trattenne più le lacrime.
-Non piangere- le disse il giardiniere, alzando le due mani aperte ad altezza spalle. Era il giardiniere della sua famiglia che da anni ormai abitava nella casa nel suo immenso giardino –cosa è successo, piccola?-continuò.
-I ra-ragazzi…Un uomo mi inseguiva.. I ragazzi!- urlò lasciandosi cadere tra le braccia del quarantenne che abbracciandola cercò di rassicurarla. La accompagnò alla porta di casa e si congedò dicendole –Signorina, lei è solamente un po’ stanca- e la lasciò sola davanti alla soglia.
La ragazza entrò in casa, appoggiò le chiavi sul pregiatissimo mobile antico che abbelliva l’entrata della sua casa e salì su per le scale, dirigendosi verso camera sua.
Entrò trascinando i piedi e buttò per terra le scarpe non facendo caso al tonfo secco che produssero nel cadere. Aveva gli occhi rossi e stanchi ed infatti non notò che la porta-finestra della sua stanza era aperta ed un uomo la guardava posizionato al centro della stessa: incurante di ciò si butto sul letto e si addormentò. 
 
  
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