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Autore: And if it were really so    21/04/2013    0 recensioni
cercavo di non ricambiare il suo sguardo, si aggiustò i suoi capelli biondi guardandomi dalla testa ai piedi. Mi alzai velocemente dal mio posto per andare in camera, le mie amiche mi chiesero cosa era successo ma avevo l'impressione di sbagliarmi... infondo ad un ragazzo di 20 anni cosa puòimportare di una ragazza di 13. Presi le chiavi della camera 208 dove eravamo stabilite io e le mie amiche, aprii la porta e mi gettai sul letto ripensando a quello che era successo nel ristorantedell'albergo. Amavo come mi aveva fissata, i suoi occhi sono profondi e azzurri ma di un'azzurro chierissimo. D'un tratto bussano alla porta, mi precipito ad aprire, ed era lì a fissarmi fuori dalla mia porta mi sorrise e mi porse il mio cellulare, forse l'avevo dimenticato sul tavolo, ma come faceva a sapere che soffe mio?? Ah... forse avrà visto la mia foto come sfondo. Aspettai che lui si allontanava per chiedere la porta e così feci, ritornai dentro, le mie amiche miguardavano nonci fu nessuna parola, nessun rumore era il silenzio a dominare la stanza finchè non mi arrivò un messaggio da un numeo non memorizzato in rubrica, quindi
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
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Il telefono suonava, erano  le 5:00 , mancava solo un'ora ala partenza per la Puglia con la scuola. Corsi a prepararmi, la valigia era pronta da un paio di giorni. Aprii l'armadio e presila mia magliatta bianca cn una scritta rosa e il jeans dellostesso colore della  scritta. Verso le 6:00 mi accompagnarono al luogo dove dovevamo inconrarci, i pulman già erano arrivati  e mancavano pochi studenti, le mie compagni  di classe corseroa salutarmi e per chiedermi se avevo portato la roba da mangiare per la sera nell'arbergo. Le insegnanti ci chiamano tutti a rapporto a uno a uno ci chiamavano in ordinealfabetico e quando arrivo il mio turno, quando l'insegnante urlò Faith Britge sentii dei brividi dietro la schiena, mi avviai nel pulman dove c'erano altri miei compagni chiamati prima di me. Tutti avevano preso il loro posto, attraversai tutto il pulman fino ad arrivare agli ultimi posti, il mio amico Zayn Malik si posizionò di fianco a me. Entrati tutti nei de pulman a disposizione incominciammo il viaggio di 4 ore, quando arrivammo ci portarono a visitare una chiesa,  ovviamente io ero ndifferente. Alla fine della visita ci portarono all'hotel dove ci hanno fatto posizionare i bagagli nella sala tv e ci hanno portati a mangiare. Incominciarono a servire, ad un tratto un cameriere biondo e alto servì al mo tavolo e si posizionò di fronte a me cercavo di non ricambiare il suo sguardo, si aggiustò i suoi capelli biondi guardandomi dalla testa ai piedi. Mi alzai velocemente dal mio posto per andare in camera, le mie amiche mi chiesero cosa era successo ma avevo l'impressione di sbagliarmi... infondo ad un ragazzo di 20 anni cosa puòimportare di una ragazza di 13. Presi le chiavi della camera 208 dove eravamo stabilite io e le mie amiche, aprii la porta e mi gettai sul letto ripensando a quello che era successo nel ristorantedell'albergo. Amavo come mi aveva fissata, i suoi occhi sono profondi e azzurri ma di un'azzurro chierissimo. D'un tratto bussano alla porta, mi precipito ad aprire, ed era lì a fissarmi fuori dalla mia porta mi sorrise e mi porse il mio cellulare, forse l'avevo dimenticato sul tavolo, ma come faceva a sapere che fosse mio?? Ah... forse avrà visto la mia foto come sfondo. Aspettai che lui si allontanava per chiedere la porta e così feci, ritornai dentro, le mie amiche miguardavano non ci fu nessuna parola, nessun rumore era il silenzio a dominare la stanza finchè non mi arrivò un messaggio da un numeo non memorizzato in rubrica, quindi
Da: Privato

Questo è il mio numero. Il cameriere biondo XX

Non so perchè ma il mio viso si illuminò e mi scappò un sorriso, decisi di tenermi tutto per me,  ovviamente gli risposi, gli risposi con uno smile e un cuore.
Le mie compagni si laciavano sguardi dubbiosi, per capire cosa stava succedendo, ed ecco che Sarah mi fissa

"cosa è successo? chi era alla porta?"

Rimasi bloccata, non sapevo comerispondere. Non volevo dirgli nulla quindi mi fissai
allo specchio

"Qualche cretino  che ha bussato e se nè andato"
 

  
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