Sleeping Sun
Capitolo 1: Sleeping Sun
[Overture]
The sun is sleeping quietly
Once upon a century
Wistful
oceans calm and red
Ardent caresses laid to rest
Era una calda giornata dei primi di
settembre, una di quelle giornate in cui ci si rende conto con rammarico che
l’estate non è ancora terminata del tutto ma che bisogna comunque tornare a casa
e riprendere ad occuparsi dei propri affari.
Bisogna precipitare di nuovo in quel vicolo
buio che è la quotidianità.
Bisogna lasciare che essa ci incateni
dolcemente per un altro anno.
Il sole, stranamente, splendeva alto su
Londra e dappertutto si potevano scorgere persone in magliette a maniche corte e
pantaloncini a mezza gamba che tentavano di godersi il più possibile quel raro
dono che era stato loro concesso.
Ma era ormai iniziato settembre e, per
quanto ci si potesse illudere, a breve sarebbe ricominciato quell’incubo, o
sogno per poche persone fortunate (o folli, non che ci sia poi molta differenza
tra follia e fortuna in fondo), chiamato
scuola.
Per questo numerosi ragazzi, accompagnati da
genitori ansiosi [perché Lui era
tornato], avevano riempito la stazione di King’s Cross con il loro vociare
allegro e la loro presenza confortante e
luminosa.
Direzione binario nove e tre quarti.
For
my dreams I hold my life
For wishes I behold my night
The truth at the end
of time
Losing faith makes a crime
–… bene ragazzi, mi raccomando, fate i bravi quest’anno e comportatevi bene: studiate e soprattutto rispettate le regole–
Molly Weasley, accompagnò le ultime parole
con un’occhiata piuttosto eloquente e minacciosa, per convincere i suoi pargoletti, di rispettivamente sedici e
quindici anni e Harry–Caro, sedici anni anche lui, a comportarsi (almeno quell’anno) come
persone civili e di non andare alla ricerca di una morte lenta e dolorosa,
incurante del fatto che in ogni caso non l’avrebbero
ascoltata.
Insomma, si trattava pur sempre di
Ron–The–King–Weasley, Harry–Bambino–Sopravissuto–Potter e
Ginevra–Piattola–Weasley, loro se non combinavano qualche danno da far poi
sistemare all’Ordine della Fenice non potevano ritenersi soddisfatti del loro
operato.
Il quartetto venne raggiunto da Hermione
Jane Granger che si era fermata poco prima a parlare con Padma e Calì Patil,
cosa che le aveva fatto venir solo un gran mal di testa a causa del numero
spropositato di idiozie che aveva dovuto sopportare tutto in una volta, e si che
avrebbe dovuto esserci abituata, visti i soggetti con cui si
accompagnava.
Ma lei era orgogliosa dei suoi amici [lei in effetti era semplicemente orgogliosa
della sua vita] e questo bastava a farle dimenticare il numero di
sciocchezze che erano in grado di sparare nel giro di pochi
minuti.
Hermione, quindi, raggiunse i suoi amici
tutta sorridente (poiché lei faceva parte di quel ristretto nucleo di persone
che venerava la scuola come una santa istituzione che fosse folle o fortunata
questo era ancora un mistero) e neanche gli sguardi carichi di disprezzo che le
vennero lanciati da un ristretto gruppetto di ragazzi appostati li vicino
riusciva a smorzare il suo buonumore né ad intaccare il suo
sorriso.
Il sopraccitato gruppetto era composto da
quattro ragazzi, i cui genitori non si erano fatti vedere né si erano presi la
briga di accompagnarli fino alla stazione per quello che sarebbe stato il loro
sesto anno alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts [perché tanto loro erano al
sicuro].
– Guardate come sorride quella sporca
Mezzosangue. – affermò Pansy Parkinson schifata. – Quelli come lei presto si
ritroveranno tutti sotto terra eppure lei continua a fare tanto la gran donna.
–
Daphne Greengrass che stava appoggiata alla
parete accanto all’amica, fumando placidamente si permise il lusso di ghignare
ironicamente.
Gli Slytherin erano essere viscidi e
invidiosi e in linea di massima riuscivano sempre a rendere queste loro
peculiarità un valore, ma c’erano anche i casi come la Parkinson che si facevano
corrodere dall’invidia.
[E in
genere erano loro i primi a cadere.]
Draco Malfoy espirò pigramente il fumo,
ormai succube anche lui di quel vizio che era proprio dei
Babbani.
Il fischio del treno, richiamò tutti
all’ordine, che fossero studenti o genitori apprensivi, Slytherin o Gryffindor,
non faceva alcuna differenza, vennero richiamati tutti all’ordine e cominciarono
i soliti convenevoli snervanti e inutili.
Un bacio, un saluto, una lacrima che scende
a rigare una guancia, mani che si muovono frenetiche, bauli che vengono caricati
in tutta fretta, una risata, tutto come gli anni precedenti [se si escludeva il fatto che Lui
fosse tornato].
E alla fine, fu tutto come sempre, un treno pieno di studenti pronto a partire, e accanto al treno, un gruppo di genitori che salutava commosso e preoccupato i propri figli nonostante fosse consapevole che erano proprio i loro figli ad essere più al sicuro (o almeno così sarebbe dovuto essere).
I wish for this night-time
to last for
a lifetime
The darkness around me
Shores of a solar sea
Oh how I wish
to go down with the sun
Sleeping
Weeping
With
you
Seduto comodamente su un sedile, leggermente in disparte rispetto al gruppo di Slytherin, il ragazzo, col volto premuto contro il vetro freddo,
osservava il panorama cangiante e tramava in
silenzio di far crollare il regno d’orato che si apprestava a
raggiungere.
Hermione fu lesta ad occupare uno scomparto
per lei e per i suoi amici e dopo esseri sistemati comodamente, i quattro si
prepararono per quell’ennesimo anno ad
Hogwarts.
Senza pensare che quell’anno le cose
sarebbero state diverse, ben diverse dai
precedenti.
Era finito il tempo dei
giochi.
O almeno, loro potevano anche tentate di comportarsi come al solito, di fare i grand’uomini che non temono niente e nessuno, che hanno il mondo in mano, ma si sarebbero ben presto accorti che il mondo che tanto si vantavano di possedere era solo una miniatura senza alcuna utilità e si sarebbero presto resi conto di essere diventati schiavi del loro stesso gioco.
[Ad Hogwarts, camminava il Tradimento vestito di Rosso. E si era lentamente messa in moto la ruota del Destino dagli occhi del color del Mare che tutto vede e nulla conosce. E la Regina Invincibile presto avrebbe dovuto decidere se dare Scacco Matto al Principe degli Inferi o se chinare il capo e indossare la Corona del Disonore e della Felicità.]
BuonGiorno a Tutti!! Siamo Alexiel Mihawk e drakrin (Shari - chan) e ci siamo unite! Si si lo sappiamo è una cosa tragica, anzi no che dico è disastragica! Comunque questo è un progetto che ci ronzava nel bacato cervellino da qualche mese e così abbiamo deciso di unire le nostre menti in modo da formarne una completa di proprietà di linguaggio, stile e grammatica e abbiamo dato vita a questo account. ALiCeDream, si una scelta un pò strana per un account, un nome decisamente insolito, diciamo che non c'entra con Alice nel paese delle meraviglie o almeno non del tutto, principalmente sta per A Livia Cecilia Dream, come si potrà intuire Livia e Cecilia sono i nostri due nomi XD Comunque tornando alla storia, questa è l'introduzione, il primo capitolo, sappiamo che è un pò corto ma abbiamo deciso di procedere con calma infondo una storia per essere bella non deve per forza avere capitoli lunghi. Che mi resta da dire.....
Welcome to Wonderland....
Shari e Alexiel
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