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Autore: Fiore di Luna    10/11/2007    5 recensioni
Fiore di Luna racconta il suo primo incontro con Sirio e la nascita del loro amore.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dragon Shiryu, Libra Dohko, Shunrei / Fiore di Luna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ricordo ancora il mio primo incontro con Sirio, eravamo solo dei bambini.
Un giorno il Maestro, che è il mio padre adottivo, mi informò che nel pomeriggio sarebbero arrivati i suoi due nuovi allievi: un certo Siro e un tipo di nome Demetrios. Non ero molto ansiosa di conoscerli, poiché non amavo l’idea di dover dividere i miei spazi con degli estranei, per di più maschi. Ma non potevo farci niente!
«Maestro, devono proprio venire?» indagai allora.
«Sì, Fiore di Luna, ma non preoccuparti, non ti daranno fastidio, passeranno tutto il giorno con me» mi spiegò lui, scrutando l’orologio. «È quasi ora, vado nella foresta vicino alla cascata. Tu rimani qui, non vorrei che ti perdessi.» Così dicendo, afferrò il bastone e se ne andò, lasciandomi sola con la mia bambola. Per circa un’ora me ne stetti buona in casa, aspettando il suo ritorno. Poi, però, fui pervasa da un improvviso impeto di curiosità e decisi di disubbidire, cosa che non era da me. Scivolai dunque fuori dalla porta e mi addentrai silenziosa tra i fitti alberi della foresta. Iniziai a cercare il Maestro con lo sguardo e lo trovai in breve tempo, seduto su un grande sasso. Davanti a lui c’erano due bambini, che sembravano ascoltarlo con un certo interesse. Uno aveva i capelli lunghi e neri, l’altro corti e castani. Non riuscii a guardarli in faccia, poiché mi stavano di spalle. Così rimasi in silenzio, nascosta dietro un cespuglio, cercando di captare qualche parola del Maestro. 
«L’allenamento richiederà un grande impegno da parte vostra e occuperà quasi tutto il vostro tempo. Solo uno di voi due riuscirà un giorno a conquistarsi l’armatura del Dragone» stava spiegando, in tono serio. Poi una lepre mi spaventò, gettai un urlo, e caddi fuori dal cespuglio. «Fiore Di Luna, che ci fai qui? Ti avevo detto di rimanere in casa!» strillò il Maestro, nel vedermi.
Mi alzai da terra, spazzolandomi il vestito con le mani, e rimasi ammutolita per qualche secondo. I due bambini intanto si girarono verso di me. Quello con i capelli castani, fin da subito, non mi ispirò fiducia, il suo sguardo incuteva timore. Mentre l’altro… l’altro era bellissimo! Ricordo perfettamente quel breve e magico istante in cui i nostri sguardi si incontrarono per la prima volta. Lui mi sorrise e io arrossii. Fu poi il Maestro, data l’imbarazzante situazione, a rompere il silenzio.
«D’accordo, visto che ci siamo, iniziamo subito con le presentazioni. Fiore di Luna è la mia figlia adottiva. Loro, invece, sono Demetrios e Sirio» disse, indicando prima il bambino con i capelli castani e poi l’altro, quello che interessava a me.
Allora si chiama Sirio” pensai emozionata. Tuttavia, cercai di non mostrare troppo interesse per il suo nome e mi limitai a fare un gran sorriso a entrambi.
Quella sera, il Maestro intimò a tutti e tre di andare a letto presto. L’indomani mattina, Sirio e Demetrios avrebbero iniziato il loro duro allenamento. Io, però, quella notte non chiusi occhio, ero troppo emozionata per l’arrivo di quel bambino poco più grande di me, che mi aveva già stregato il cuore.
Il giorno seguente, mio malgrado, fui svegliata dal Maestro alle cinque! Pur essendo solo una bambina, ero già in grado di rendermi utile, e poiché il mio padre adottivo aveva una certa età, io mi occupavo della casa. Da quel giorno in avanti, avrei quindi dovuto preparare colazione, pranzo e cena per quattro. Ma la cosa non mi dispiacque, perché non vedevo l’ora di far assaggiare le mie prelibatezze a Sirio. Lui si alzò non appena glielo fu ordinato, mentre Demetrios si lamentò per alcuni minuti, prima di ubbidire. Il Maestro, naturalmente, non perse occasione di ricordargli che si trovava ai Cinque Picchi per addestrarsi e non per poltrire.
«Buongiorno, Fiore di Luna» mi salutò Sirio, con un gran sorriso, appena arrivato in cucina.
«Ciao» farfugliai io, imbarazzata. Si sedette a tavola e, poco dopo, sopraggiunse anche Demetrios che, al suo contrario, non salutò.
Servii loro la minestrina con le erbe dei Cinque Picchi e, a giudicare dalle espressioni, dedussi che dovevano averla gradita. Poi il Maestro li condusse alla cascata per iniziare l’addestramento, senza neanche dar loro il tempo di digerire. Non avendo niente da fare, rimasi tutto il giorno ad osservarli. Mi aspettavo che dovessero combattere, invece fecero solo meditazione.
Crescemmo e Sirio si guadagnò l’armatura del Dragone, dopo mille sforzi. Demetrios invece fu allontanato dal Maestro, a causa del suo carattere esuberante e poco rispettoso.
La simpatia che aleggiava tra me e Sirio crebbe con noi e, un giorno, terminati prima gli allenamenti, lui mi chiese di seguirlo vicino alla cascata. Mi prese per mano e cominciò a fissarmi negli occhi. Io divenni più rossa del mio kimono.
«Fiore di Luna, non posso più nascondere i miei sentimenti per te» mi disse, accarezzandomi il viso e posandomi un fiore tra i capelli. «Ti amo» sussurrò in un soffio. Io stavo quasi per svenire e cominciai a piangere. Non sapevo cosa dire, così l’abbracciai semplicemente.
«Mi piacerebbe che tu diventassi la mia ragazza, se ricambi i miei sentimenti» aggiunse poi dolcemente, mentre mi teneva ancora stretta nei suoi muscoli.
«Oh, Sirio, non credevo che me l’avresti mai chiesto! Anche io sono innamorata di te!» confessai tra le lacrime. Poi mi accorsi che le nostre labbra erano pericolosamente vicine. Tremavo per l’emozione. In un soffio di vento mi baciò e, in quel momento, per me tutto il resto svanì: c’eravamo solo io, Sirio e il nostro bacio. Ma a rovinare quell’idillio ci pensò il Maestro. Spuntò fuori dalla cascata come un fungo e iniziò a battere le mani.
«Bravo, figliolo, era ora! Un Cavaliere deve sapersi dichiarare, anche questo richiede coraggio» disse ridendo.
I muscoli di Sirio si contrassero all’istante, e la sua espressione divenne torva.
«Suvvia, ragazzo! Cosa vuoi che sia un bacetto innocente, ahaha. Non fare così, tanto sapevo che prima o poi…»
«Adesso basta!» urlò Sirio. «Voglio restare solo con Fiore Di Luna.»
Il Maestro allora lo guardò storto e si allontanò borbottando.
«Dunque, dove eravamo rimasti? Ah, sì, aspetto ancora una tua risposta ufficiale. È un sì?» mi chiese poi, con voce nuovamente calma e dolce.
«Beh, io… Sì!» risposi eccitata, saltandogli al collo.
Quel giorno, uno dei più belli della mia vita, ci fidanzammo. E, nonostante la lontananza per le tante missioni di Sirio, come Cavaliere di Atena, il nostro amore ha perdurato, proprio come lo scrosciare perpetuo della cascata, che l’ha visto nascere.
   
 
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