Patrick ha iniziato a baciarlo ogni
sera, da quando escono insieme; e Charlie non gli si è mai
opposto,
perché non vuole che negli occhi del suo amico spuntino
nuove
lacrime, non vuole vedervi il dolore di un altro rifiuto.
Ma lui non è innamorato di me., è
quello che ha sempre pensato.
Patrick finisce per
piangere ogni sera, ridotto all'ombra del ragazzo allegro che lui ha
conosciuto molti mesi prima, e il nome di Brad è sempre
sulle sue
labbra: Charlie rimane ad ascoltare quel che ha da dire, i suoi
ricordi della prima volta che ha visto Brad, della prima volta che
l'ha baciato, i loro momenti d'amore vissuti di nascosto, la speranza
di poter trovare, un giorno, il coraggio di tenersi per mano davanti
allo sguardo del mondo, non importava cosa le loro famiglie e i loro
amici avrebbero pensato di loro.
Charlie gli tiene
un braccio intorno alle spalle, ascolta in silenzio e spera che la
sua semplice presenza, il suo semplice tocco, possano bastare a
portare un po' di calore nel cuore di Patrick.
Io ci sono sempre, qui, per te.
Infine Patrick si
asciuga le lacrime, si stringe più vicino a lui e lo bacia.
Sempre.
A Charlie non dà
fastidio. Ha scoperto che le labbra di un ragazzo non hanno
assolutamente nulla di diverso da quelle di una ragazza. Se chiude
gli occhi, la persona che lo sta baciando potrebbe benissimo essere
Sam o una donna qualsiasi: non potrebbe mai allontanare Patrick da
sé
perché è un ragazzo.
Ma Charlie non
prova. Non sente amore nei suoi confronti, non
sente
attrazione, non sente fuoco sulle guance e vuoto nello stomaco: solo
l'incondizionato affetto di un amico, solo il desiderio di
consolarlo, di fare per lui l'unica cosa che gli è possibile.
Io non sono innamorato di lui e lui
non è innamorato di me.
Perché sa che,
ogni volta che si baciano, Patrick ricerca disperatamente sulle sue
labbra il sapore lontano di quelle di Brad. E Charlie non si lascia
mai troppo andare: si limita a serrare l'abbraccio in cui sono
avvolti e a muovere lentamente la bocca, quel poco che basta per non
sembrare completamente passivo e indifferente.
Finché, una sera,
Charlie non ha sentito qualcosa; come sempre
Patrick l'ha
baciato e, quando la sua mano gli si è poggiata su un
fianco, un
inaspettato brivido di eccitazione gli è corso lungo la
schiena.
È con stupore che
Charlie si scopre a desiderare la pressione morbida e umida di quella
bocca sulla sua; lo stomaco gli si stringe, le sue labbra si muovono
avide e veloci, la sua pelle formicola di quell'emozione tutta nuova,
mentre stringe Patrick forte come non mai e si perde nel languore
estatico che sembra aver avvolto la sua mente. Infine sente quelle
familiari labbra che si schiudono, che lo accolgono, in un
intrecciarsi dapprima esitante di lingue.
Si separano dopo
circa un minuto e rimangono immobili in un silenzio rotto solo dai
loro respiri, le mani tremanti che si stringono.
-Credo sia ora che
ti riaccompagni a casa.- dice infine Patrick, e Charlie si limita ad
annuire, senza spiccare parola.
La volta successiva
che si incontrano è tutto simile e al contempo diverso.
Patrick sta piangendo, abbandonato su una panchina nel cortile del pub dove hanno trascorso la serata. Piange più forte del solito, con quella bottiglia di birra ormai vuota in mano, e Charlie non può più sopportare quelle lacrime, non può più sopportare di vederlo soffrire così.
Patrick sta piangendo, abbandonato su una panchina nel cortile del pub dove hanno trascorso la serata. Piange più forte del solito, con quella bottiglia di birra ormai vuota in mano, e Charlie non può più sopportare quelle lacrime, non può più sopportare di vederlo soffrire così.
Gli si avvicina
ancora di più, gli prende il viso tra le mani e lo bacia, di
sua
spontanea volontà: lo bacia come ha fatto l'ultima volta,
premendo
il corpo contro il suo, affondando la lingua tra le sue labbra che
sanno di alcol e lacrime. E il suo cuore leva un silenzioso grido di
felicità, quando sente Patrick aggrapparsi a lui e
ricambiarlo.
Per alcuni minuti,
gli sembra di rivivere quei momenti in cui Mary Elizabeth lo baciava
appassionatamente. Perché è questo che stanno
facendo, lui e
Patrick, si baciano come due fidanzati, due ragazzi che si sono
ritrovati dopo tanto tempo e che non vorrebbero mai più
lasciarsi
andare.
Poi finisce. È
Patrick il primo a fermare il movimento delle sue labbra e ad
allontanarsi lentamente da lui. Ed è il primo a rompere il
silenzio
che li circonda.
-Charlie... sei
innamorato di me?
Nella sua voce non
c'è quel tono speranzoso di chi aspetta una risposta
positiva. No,
Patrick ha parlato con calma, come se fosse semplicemente curioso,
come se volesse solo comprendere cosa c'è dietro
il suo gesto.
Charlie lo guarda.
Lo guarda e non dice nulla.
Forse, se Patrick
gli avesse posto quella domanda qualche sera prima, avrebbe scosso
piano la testa in risposta. Ma ora non può
rispondere, né a
gesti né a parole.
Certo che non sono innamorato. Lui è un mio amico.
Certo che non sono innamorato. Lui è un mio amico.
Ma non
può dirlo. Vorrebbe parlare, ma non ci riesce. Vorrebbe
rispondere
che loro sono solo amici, ma c'è qualcosa che lo blocca.
Charlie non sa.
Ecco qual è la verità.
Come può dire di
sì, se tutto in lui urla il contrario? E come può
dire di no,
quando c'è quella piccola voce insinuante che si oppone alle
sue
certezze, quando è stato lui quella sera a prendere
l'iniziativa?
Perché l'hai fatto? E perché
l'ultima volta l'hai ricambiato in quel modo?
Charlie non sa,
così non risponde.
Patrick chiude gli
occhi per un attimo e sospira. Quando li riapre, la sua espressione
è
lontana e indecifrabile.
-Ti riporto a casa.
È tardi.- si limita a dire, alzandosi dalla panchina.
Charlie annuisce e
si alza a sua volta, con le mani affondate nelle tasche dei jeans.
Nessuno dei due spicca una parola mentre si dirigono verso l'auto.
Quella che Charlie
sta per affrontare è solo la prima notte che
trascorrerà senza
chiudere occhio, chiedendosi cosa volesse dire quel bacio e cosa
rappresenta Patrick per lui. E non gli servirà
più ripetersi che
sono solo amici, perché il suo cuore parlerà al
suo posto, quando
inizierà a battere un po' più forte ogni volta
che il ragazzo gli
rivolgerà il suo sorriso.
La prima sera in
cui Patrick non cerca di baciarlo, l'ultima sera che trascorreranno
insieme a girare per locali, Charlie sente una stretta al cuore. Una
di quelle strette che fanno male, che ti colpiscono a fondo e non ti
abbandonano per molto, troppo tempo.
-Grazie di essermi
amico.- gli dice Patrick, con un sorriso stanco ma meravigliosamente
sincero.
-Di niente. Non
devi ringraziarmi.
Patrick lo lascia
lì, nel viale sotto casa, e Charlie non può fare
altro se non
rimanere immobile a guardare l'auto che si allontana rapida lungo la
strada buia.
Sa che
probabilmente le loro serate passate insieme sono finite. Sa che lui
non lo bacerà ancora. E il pensiero di non toccare e
assaporare più
le sue labbra, che ormai conosce e ha imparato ad amare così
tanto,
gli fa tremare le mani.
Sente un'altra
fitta al cuore. E fa male.
Sei innamorato di me, Charlie?
Sì, Patrick. Anche se ormai è
tardi. Lo sono.
Note.
Spero che questa Charlie/Patrick non risulti troppo stupida e insensata.:,D
Leggendo "Ragazzo da parete", ho adorato la scena del loro bacio e i piccoli accenni su di loro. Lo so, lo so, canonicamente parlando Patrick e Charlie non sono davvero innamorati, ma io sono una slasher della peggior specie, e DOVEVO scrivere qualcosa su di loro. Questa è stata la prima idea che mi è venuta in mente dopo aver terminato il libro. Riguardo al titolo, spero che non sia errato, in caso contrario fatemelo notare.
A presto!:3
Note.
Spero che questa Charlie/Patrick non risulti troppo stupida e insensata.:,D
Leggendo "Ragazzo da parete", ho adorato la scena del loro bacio e i piccoli accenni su di loro. Lo so, lo so, canonicamente parlando Patrick e Charlie non sono davvero innamorati, ma io sono una slasher della peggior specie, e DOVEVO scrivere qualcosa su di loro. Questa è stata la prima idea che mi è venuta in mente dopo aver terminato il libro. Riguardo al titolo, spero che non sia errato, in caso contrario fatemelo notare.
A presto!:3