Bene,
avevo
voglia di scrivere, ma non sapevo bene cosa.
·
Allora
ho adottato questo metodo:
·
ho
preso uno a caso dei libri della Meyer
·
ho
aperto una pagina a caso
·
ho
preso la prima frase che mi è passata sotto gli occhi
… poi
·
ho
fatto dei bigliettini con i nomi di: Carlisle, Esme, Edward, Emmett,
Rosalie,
Jasper, Alice, Bella, Charlie, Renesmee, Jakob,
Tribù-personaggio a scelta
libera, umani-personaggio a scelta libera, amici dei Cullen-personaggio
a
scelta libera, Trio Volturi-personaggio a scelta e Guardia
Volturi-personaggio
a scelta
·
ho
estratto due nomi … e …
·
con
quei nomi e la frase è nata la ff.
Penso che
farò così tutte le volte che mi manca
l’ispirazione. Nel frattempo sto scrivendo
una long-fic, ma prima di iniziare a pubblicare voglio aver buttato
giù tutta
la trama.
Intanto
spero di non avervi annoiato con le la premessa, e mi raccomando … se vi piace la
storia (o
anche no) fatemelo sapere. Grazie mille a tutti per il tempo
che dedicata alla storia e
buona lettura.
Frase:
“Dovresti saperlo”. Mi avvinai a lui e cercai di
guardarlo negli occhi. Lui evitò i miei, rialzando la testa.
(Da
“Eclipse”
pagina 303. Fazi Editore)
Personaggi: Non ci
crederete, e non ci credevo neanche io … ma deve essere un
segno del destino … Carlisle e Esme
Si era illuso, e io
con lui. Si capiva benissimo che la
ragazza non aveva intenzione di fare del male a nessuno, che la vita da
vampira
le era piombata addosso travolgendola, come era successo a molti di
noi, ma per
i Volturi e la loro Guardia questo non bastava.
In un attimo la sua
non-vita ebbe termine.
E a niente valse il
tentativo mio e di Carlisle di
salvarla.
Lui era a capo chino,
seduto sul divano, con le mani
incrociate domandosi perché non si potesse dare una
possibilità di salvezza al
prossimo. Le parole di Jane tuonavano nella mia mente: “I
Volturi non danno mai
una seconda possibilità”.
Era visibilmente
scosso, deluso.
Spesso mi chiedeva:
“Come si fa ad apprezzare le arti e
allo stesso tempo a disprezzare la vita?”.
“Carlisle,”
gli rispondevo “non si può andare oltre se
stessi. Possiamo accumulare conoscenze, certo, ma la realtà
è che andiamo di
pari passo solo con il nostro cuore”.
E naturalmente lui,
dissentiva. Niente di ciò che potesse
giustificare una limitazione della capacità di amare di chi
era stato umano
poteva incontrare la sua approvazione.
Ma, anche in quel momento,
gli fu naturale chiedermi: “Secondo
te, se ci fossero stati i Volturi in persona, avrebbero preso la stessa
decisione?”
Subito gli risposi:
“Dovresti
saperlo”.
Mi avvinai a lui e
cercai di guardarlo negli occhi. Lui
evitò i miei, rialzando la testa.
“Mi sembra
di essere solo un povero sciocco”.
Gli tenni il viso tra
le mie mani, lui me le strinse,
baciandole, ma non mi guardò mai.
Restammo
così, stretti nella nostra cieca sofferenza.