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Autore: stayfoolish    22/04/2013    3 recensioni
E vengo liquidata così, in mezzo al corridoio come una di quelle idiote del primo anno con la bava che cola fino al pavimento reduci dalla vista del loro ragazzo del cuore.
Ma io non sono idiota e lui non è il mio ragazzo del cuore. Nessuno m'aveva mai lasciata in iperventilazione dopo un bacio e di certo non glielo farò capire dandogliela vinta arrendendomi così.
"Styles!" urlo e si gira. Procedo decisa, spingo via la sgualdrina con cui stava parlando, mi avvicino a lui e gli sussurro "Ti voglio." Gli mordo il lobo dell’orecchio, gli lascio un bacio al lato della bocca e con i suoi occhi sbarrati e gli altri studenti stupiti me ne vado soddisfatta.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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5. capitolo cinque
 

“Ho fatto moltissima pratica mentre eravate via, sono bravissima ora!”
“Emily, te l’ho già detto. Hai diciassette anni, scordati che ti faccio guidare!”
“Ma mamma!”
Ma mamma un corno!” alza le braccia al cielo. “Non hai nemmeno la patente!”
Batto un piede a terra “Se è per questo neanche Harry ha la patente, eppure ha già una sua macchina e la può usare quando e dove vuole!”
“La prima volta che Harry verrà fermato dalla polizia ne riparleremo, ora zitta e obbedisci.”
Sbuffo e punto i piedi per terra.
“Tesoro ascolta tua madre, non ho intenzione di sentirvi litigare anche la domenica mattina. Siamo di ritorno da una vacanza in Marocco, abbiamo tanto da raccontarvi e l’ultima cosa che voglio è che voi iniziate con le vostre lagne inutili.” Papà sale sul posto del guidatore mentre mamma mi fa una linguaccia.
Soddisfatta, la sua voce si addolcisce “Vai ad aiutare tuo fratello a prendere il cesto del pic-nic, noi ti aspettiamo qui. E mi raccomando poi sali dietro al tuo posto da diciassettenne non ancora patentata.” mi lancia un bacio e mi fa l’occhiolino. Mamma se non mi fossi mancata così tanto giuro che te la farei pagare, ma dopotutto ho davvero bisogno di un po’ di tranquillità familiare.
 
“Niall, mi passi il tuo panino?” cerca di comprarlo con i suoi occhioni da cerbiatta.
“Non esiste! L’ho preparato con tutto l’amore del mondo e adesso me lo mangio io.”
“È questo tutto il rispetto che doni a tua madre che non vedi da un mese?”
“Mmh.. sì!”
Scoppio a ridere, seguita a ruota dagli altri tre membri della famiglia, mi sono davvero mancati. Adoro il rapporto che c’è tra noi: nonostante mamma e papà siano quasi sempre in viaggio per il mondo da quando io e Niall siamo abbastanza grandi per badare a noi stessi, amo quando tornano dalle loro vacanze e passiamo del tempo insieme come quando io e mio fratello eravamo ancora dei bambini.
“Allora ragazzi, novità? Io e vostra madre dobbiamo aggiornarci!” un gran sorriso appare sul suo volto arrossato e ancora abbronzato dal sole d’Africa.
“Niall ha trovato la ragazza!” cinguetto pettegola.
“Non è vero!” borbotta di rimando ancora con la bocca piena. “Si chiama Bethany e siamo soltanto amici: vogliamo aspettare e vedere come va…per adesso io sto benissimo così, nessuno meglio di lei capisce cosa significhi il cibo in questo mondo, ho finalmente trovato una ragazza che mi faccia sentire a mio agio e che non si vergogni a strafogarsi con me!” arrossisce un po’, poi l’attenzione degli adulti ricade su di me.
“Scommetto che sei già finita in presidenza, teppistella!” scoppio a ridere, oramai è una tradizione per me visitare quell’ufficio e i miei non si sorprendono neanche più.
“Lo sapete anche voi quanto sia odiosa l’ora di chimica, non potevo fare altrimenti!” sorrido scambiandomi un occhiolino con mio padre, mentre mamma è ancora un po’ perplessa e preoccupata per il mio comportamento. Sono sicura che tra poco se ne uscirà con il discorso del preside: ho quasi diciotto anni, questo è la mia ultima possibilità i far vedere a questo liceo quanto valgo, tra pochi mesi avrò il diploma e bla bla bla… perciò per evitarlo, sputo la prima scusa che mi salta per la testa.
“Cosa ci avete comprato?”
“Sai che il discorso sulla maturità te lo farò comunque, vero?” chiede retorica mamma, mentre tira fuori due buste di carta dalla sua borsa. Faccio finta di non averla sentita e scarto il mio pacco: delle favolose scarpe blu notte, ma quel che attira la mia attenzione è il tacco trasparente contenente dentro una bolla, una luccicante farfalla blu sospesa a mezz’aria.
“Sono meravigliose mamma, sei un angelo!” la abbraccio entusiasta del mio regalo, non sapevo che in Marocco esistessero stilisti così capaci.
Appena Niall e papà si allontanano per giocare con il suo regalo, un frisbee giallo, mamma ne approfitta “Non ho ancora chiamato Anne, Harry come sta?”
“Mh mamma, io e Harry non ci parliamo da quando mi ha lasciata in mezzo a una strada sperduta a chilometri dal centro! Ho dovuto chiamare Liam e farmi venire a prendere, ma ti pare possibile?”
“Tralasciando il fatto che, nonostante sia contro la legge, ti permetto di andare in macchina con lui solo perché so che è in grado di guidare.. cos’avevi combinato per farlo reagire così?”
Sbuffo e alzo la voce “Cosa ne sai tu che è stata colpa mia?” mi fissa divertita quasi avessi appena sparato la battuta del secolo.
Emily, andiamo.
“E va bene, può d’arsi che l’abbia leggermente fatto incazzare.. ma lui poi ha esagerato!”
“Quando la smetterete di punzecchiarvi come dei bambini? E comunque io stavo parlando del vostro rapporto.. come va veramente tra te e Harry?” diventa improvvisamente seria e apprensiva.
Una cosa di cui vado fiera è il rapporto di amicizia che ci sia tra me e lei: le ho sempre raccontato tutto ma ci siamo avvicinate ulteriormente da quando le ho parlato veramente di Harry. Lei mi ha dimostrato che posso sempre fidarmi e che per qualsiasi cosa possiamo parlarne. Butto uno sguardo a Niall e papà per prendere tempo, poi torno alla nostra conversazione.
“Niente di nuovo. La situazione è sotto controllo, non preoccuparti.”
“Non siete ancora pronti a frequentare altre persone?”
“Mamma.” Mi irrigidisco “Non è che non sia pronta, è che non voglio frequentare un ragazzo che dopo pochi mesi mi lascerà. Non ho la minima intenzione di stare male ancora, anche se questo vorrà dire ignorare chiunque mi chieda di andare a mangiare una pizza.”
“Amore, sappi che prima o poi tutto questo finirà.”
“Io non sono più innamorata di Harry, mamma. Solo che non voglio dare troppa attenzione ai ragazzi. Sei sempre tu quella che mi dice di stare attenta e pensare alla scuola, sto mettendo in pratica un tuo consiglio.” Mento.
“Okay, come vuoi. Ma sappi che comunque io ci sono per qualsiasi cosa.”
“Lo so, grazie mamma.”
 
Ho le gambe a pezzi, non penso che riuscirò ad attraversare il vialetto di casa e salire le scale. Maledetta me e quando non mi decido di andare in palestra, non è possibile che dopo neanche un’ora di pedalata per il parco non abbia più le forze per scendere dalla macchina! Sono fuori esercizio, questo è quanto. ma proprio con un’intensa gita in bicicletta doveva concludersi questa domenica di rimpatriata familiare? La tristezza ragazzi miei, la mia forma fisica è una tristezza.
“Ehi Niall, cos’hai intenzione di fare per i tuoi diciotto anni?” chiede papà al volante, mentre torniamo a casa.
“Stiamo organizzando una festa, Zayn ha già contattato alcuni amici dei suoi ed ha affittato una villa in campagna, preparato gli inviti e le varie cose...ma non vogliono dirmi altro.”
Nonostante sia ancora in catalessi, catturo questo frammento di conversazione e riordinando i pezzi del mio cervello riesco a formulare qualche frase semplice.
“Già è tanto che sai della festa, Niall. Sarà una sorpresa. Se la memoria non inganna questa mente priva di esercizio fisico, il party è fissato per il 12, in modo che da mezzanotte in poi con te diciottenne faremo un sacco di casino..”
“Scommetto che non vi rivedremo per alcuni giorni, allora!” ride mamma, prima di aggiungere “Ma la scuola?”
“Mamma” ringhio “il tuo primogenito compie i suoi primi e ultimi diciott’anni e tu pensi alla scuola? Ma come ti permetti?!”
Non ho più nessuna forza, fortunatamente con quest’ultima l’ho ammutolita e per grazia ricevuta ha acconsentito a far saltare la scuola anche a me, fino a che non riprenderò le forze. È in questi momenti che amo avere dei genitori aperti, giovani e consapevoli che per una festa del genere non c’è verso di avvisarci e minacciarci: l’alcol lo prenderemo comunque.
 
Tutto ciò che riesco a ricordare una volta sveglia e controllato l’orologio che segna le sette di sera è che Niall mi ha portata in braccio dalla macchina al letto. Esausta com’ero, devo essermi addormentata prima.
Resta comunque il fatto che è tardissimo e che devo incontrarmi con gli altri ragazzi perché manca solo una settimana alla festa e siamo terribilmente indietro con i preparativi. Mi sciacquo la faccia velocemente e sistemati i capelli in una crocchia disordinata mi faccio accompagnare fino alla villa Malik dai miei, perché “Harry non è ancora patentato e non mi piace che percorri strade così lunghe insieme a lui.” Ancora sento la voce di mia madre: tutto ciò di cui ha paura è la polizia, in realtà sa benissimo che Harry è in grado di guidare perfettamente da quando aveva quindici anni.
“A che ora ti vengo a prendere?”
“Facciamo che mi riportano a casa loro Pà, non so quando finiremo...siamo molto indietro!”
“Va bene, ma fatti accompagnare da Liam. Almeno lui la licenza per guidare la sua moto ce l’ha!” mi sorride.
“Guarda che è stasera in moto, in realtà guida la macchina abusiva anche lui!”
“E fammi credere che almeno uno di loro non abbia problemi con la legge, per favore!” mi segue in una risata seguita da un “Così tua madre sta tranquilla!” e mi congeda con un bacio.
Suono il campanello e alla porta appare uno splendido Liam che appoggia la mano dietro la mia testa e mi dà il benvenuto con un bacio sulla fronte “Mi dispiace non farti neanche entrare scricciolo, ma dobbiamo partire subito!”
“Salite in macchina, veloci!” urla Zayn “Liam, tu davanti insieme a me che devi aiutarmi con la strada. Oh, ciao Em!”
“Ciao sfigato!” il moro dalla pelle ambrata mi corre incontro e mi stritola con un abbraccio, sa che odio quando lo fa e per questo è diventato il suo modo di salutarmi. Scuoto la testa ridendo e prima di salire in macchina noto la robusta figura di Harry avvicinarsi. Faccio per scorrere ed allontanarmi verso il finestrino ma Louis mi precede, costringendomi a stringermi tra il suo corpo e quello forte e caldo di Harry appena salito silenziosamente.
 
“Tra quanto arriviamo? Comincia a venirmi il mal di stomaco! Che ore sono?”
“L’ora di cinque minuti fa più cinque minuti. La vuoi piantare di lamentarti, Em?!”
“Tu zitto e pensa a guidare.” Ringhio. Sarà la sindrome premestruale, sarà che Harry ancora non mi ha degnata di uno sguardo... ma non riesco a calmarmi.
“Devo prendere un po’ d’aria. Zayn, fermati. E tu, spostati.” Spingo Harry fuori dall’auto malamente e spalanco la bocca per respirare e calmarmi.
“Che hai, scricciolo?” dopo alcuni secondi sento la sua portiera chiudersi.
Neanche mi volto, delle lacrime stanno pizzicando i miei occhi “Voglio tornare a casa.”
Senza chiedermi altro, mi prende tra le sue braccia. “Ssh, tutto si risolve, stai tranquilla.”
“Non ne posso più Liam, è insostenibile.”
“Dirò a Zayn di parlare con lui e chiarire la situazione, non voglio vederti così.” Non mi stupisco neanche più di come ogni volta capisca quale sia il problema. Mimo un ‘grazie’ e mi stringe più forte. Non so come farei senza di lui, non riesco ancora a capacitarmi come qualche idiota lassù abbia deciso che la mia anima gemella sia quel bastardo di Styles e non lui...forse perché tanta perfezione io non me la merito.
Mi aiuta a salire in macchina mentre una mano asciuga furtivamente la silenziosa lacrima che ha deciso di percorrere la strada fino alle mie labbra. Incrocio lo sguardo di Harry, il verde nei suoi occhi è quasi impercettibile sostituito da un misto di quel che vorrei fosse preoccupazione. Macché, figuriamoci. Prendo il posto di Louis distogliendo i miei occhi dai suoi e sussurro che è tutto apposto e possiamo ripartire.
Lo odio, lo odio lo odio lo odio. Lo odio!
Siamo arrivati, fortunatamente. Non so cos’abbia questa sera ma il pakistano mi si avvicina e mi cinge una spalla con un braccio dandomi la forza di arrivare fino a dentro, sicuramente l’ha capito anche lui che se fosse per me a quest’ora mi chiuderei in me stessa in un angolino a piangere. Per quel che vale, apprezzo il suo gesto di sostegno.
Ma voglio pensare soltanto a Niall e alla sua festa stasera, non a qualche stronzo che si degna di fare la persona intelligente e matura solo quando gli fa comodo.
La villa è davvero enorme, sto seguendo Zayn che tutto eccitato ci sta illustrando che qua metterà la sua console, qua posizionerà le super-casse e quest’altra ala è il posto perfetto per l’angolo bar che da quant’ho capito sarà enorme e fornitissimo di qualsiasi cosa.
“Di sopra” continua “ho fatto portare qualche letto matrimoniale nel caso qualcuno voglia schiacciare un pisolino o... che ne so, qualsiasi cosa voglia fare in un letto matrimoniale da ubriachi nel bel mezzo di una festa!” fa un occhiolino generale e partono alcune urla e un applauso. Chi è così idiota da ridere a una battuta del genere? Incrocio lo sguardo divertito di Harry e subito alzo gli occhi al cielo.
“E ti pareva..” sbotto scocciata.
“Cosa vuoi, Horan?”
“Che ti fotta, Styles.”
“Aah, non vedo l’ora di prendermi un paio delle tue amichette e scoparmele nel bel mezzo della festa, così capirai che cazzo di scopo hanno i letti lassù!” sputa, acido.
Stringo i pugni e mi impongo di non piangere. Non faccio in tempo a ribattere, nemmeno a pensare qualcosa da dire che assume un’espressione cattiva e compare un ghigno mentre avanza verso di me.
“Dio, sono così contento che non stiamo insieme. Non puoi nemmeno immaginare la libertà che provo in questo momento. Chi preferisci mi sbatta davanti ai tuoi occhi venerdì prossimo? Liz o Alice? O preferisci Kels? Tanto tu ce l’hai già il giochetto con cui divertirti!”
Non passa una frazione di secondo che la mia mano scatta verso la sua faccia talmente velocemente che la sorpresa lo fa barcollare all’indietro.
“Puttana!”
Distinguo la forma delle mie dita sulla sua guancia sinistra prima che venga fermata da Liam. Neanche Zayn esita a muoversi deciso verso la figura che mi ha appena fatto passare il minuto più terribile della mia vita, trascinandolo di sopra con forza. “Mi spieghi che cazzo ti succede?!” le urla arrivano fino al piano di sotto mentre io sono ancora sconvolta e sento la mia mano destra pulsare e diventare rossa.
Non mi trattengo più e scoppio disperata a piangere, le ginocchia a terra. Cosa è successo? Com’è possibile che per un semplice scherzo siamo arrivati a questo punto?
Alzo la testa e vedo Liam sfuocato cercare qualche fazzoletto prima di riporla tra le mie mani, sono distrutta.
D’un tratto vedo una figura correre dall’altro capo della stanza verso di me, delle forti braccia mi afferrano e mi alzano da terra, e vengo stretta dal ragazzo che fino a pochi secondi prima sputava veleno nei miei confronti.
“Scusa, scusa scusa.” Prende il mio volto tra le mani e mi costringe a guardarlo.
“Emily.” I suoi occhi stanno supplicando il mio nome ed io sono talmente esausta che mi sento svenire.
Delle familiari labbra carnose premono profondamente sulla mia fronte, poi più volte sulla mano ancora rossa che lo ha colpito.
“Emily, di’ qualcosa” stringe la mia testa sul suo petto “Ti prego.” Sussurra. Il battito del suo cuore è velocissimo, i respiri veloci ed irregolari spezzati da qualche singhiozzo.
“Ha-” le mie labbra si muovono impercettibilmente tra i singhiozzi. “Ha-rry..”
“Scusami. Non so cosa mi sia preso. Ti prego, perdonami.”
Si lascia sfuggire un profondo sospiro misto tra rassegnazione e sollievo quando sente che non lo allontano ma rimango immobile tra le sue braccia. Mi bacia la testa mentre passa le sue dita tra i miei capelli ormai sciolti.
Ma il sollievo dura per un attimo, giusto il tempo di riacquistare il lume della ragione.
“Perché cazzo mi hai chiamata puttana?!” lo spingo più violentemente che posso.
Di punto in bianco le sue iridi verdi si fanno più scure, il momento di dolcezza di prima è finito. Sento che sta per sputare altro veleno, mi indica. “Dimmelo tu.”
E perdo il senno, di nuovo. Scatto in avanti per tirargli un’altra sberla ma questa volta i suoi riflessi pronti riescono a fermarmi prima che gli faccia male. Lo sento sussurrare qualche parolaccia prima di urlarmi “Non puoi incazzarti se voglio divertirmi dopo che tu mi pare fai lo stesso! Tutta la scuola non parla d’altro, cazzo!”
Ride malignamente della mia espressione confusa. “Non fare la finta tonta, sai benissimo di cosa sto parlando, stronza. Se volevi farmela pagare per lo scherzo della macchina, questo mi pare pure troppo!”
“Ma che cazzo stai dicendo?!” supero il suo tono di voce.
“Dan, porca puttana. L’ho scoperto!”
Lui che cosa? Ma sta scherzando? Dan?
“Che minchia c’entra lui adesso?”
“Ah, se non lo sai te che c’hai scopato..” a denti stretti l’ha sussurrato, l’odio tingeva da ogni dove.
No. Eh, no. Questo è troppo.
“Tu mi hai appena chiamata puttana perché qualcuno a scuola ti ha detto che mi sono scopata Daniel?! Harry, seriamente?!”
La malvagità nel suo sguardo improvvisamente si muta in qualcosa di più simile alla confusione, al caos.
“DAN?!” continuo, in preda alla rabbia. e alla delusione per aver appena scoperto che ha creduto a una cosa del genere “Pensi davvero che tornerei da lui dopo aver scoperto che stava solo giocando con me? Pensi davvero che se lo avessi fatto non te l’avrei detto? E soprattutto quel che più mi ferisce, stronzo, è sapere che tu abbia anche per un secondo pensato che potessi avere un altro uomo all’infuori di te. Come potrei? COME, nella nostra situazione?! Dimmelo Harry, COME?!”
Mi fa male la gola da quanto sto urlando, d’un tratto sento i miei occhi pizzicare, li chiudo. Non voglio che mi veda così. Scappo fuori lasciando che l’aria di fine estate mi punga la pelle, alzo il volto prendendo un gran respiro e poi riapro gli occhi. Neanche una nuvola, il cielo è pieno di stelle ed è semplicemente sbalorditivo.
Dei passi veloci dietro di me mi riportano alla realtà. “Vattene, Harry.”
Sapendo che non mi ascolterebbe mai, mi volto e con tutto il coraggio cerco di affrontare la tristezza traboccante da ogni fibra del suo corpo. E da quei meravigliosi occhi verdi.
“Come stai?” sussurra appena.
"Delusa.”
“Io-”
“No Harry,” lo interrompo “lasciami stare.”
“Volevo solo dirti che mi dispiace, che non avrei dovuto-.” Non dà ascolto al mio gesto di andarsene.
“Mi passerà.” Azzardo. “Solo...non ora. Non parlarmi, non ti voglio vedere.”
Nonostante i miei occhi siano pieni di lacrime riesco a barcollare fino alla macchina ed accucciarmi dentro fino a che non mi addormento, con il sapore di sale sulle labbra.


 
HHHHHHHHEEEEEEIDI
come state piccoli fiori?
la sottoscritta è schiacciata dai compiti, dalle interrogazioni e dal sole che la spinge ad uscire invece di impegnarsi..ma il tempo e la voglia per scrivere si trova sempre :)) 
nnnnnnnuovo capitolo? che diciamo?
che finalmente fanno capolino i signori Horan dopo l'ennesimo viaggio per il mondo senza figli! non che a loro dispiaccia più di tanto, ma un po' di clima tranquillo fa bene a tutti cc: che dire del mamma-figlia? 
Il loro rapporto è amichevole, si punzecchiano e stanno bene insieme e mi piaceva far risaltare la comprensione in Maura perché neanche Em sa quello che vuole, infatti non ci pensa due volte a rassicurarla, e rassicurare se stessa, che non è innamorata di Harry. O è solo una bugia? Resta comunque il fatto che la genitrice ne sa più di quanto dovrebbe...come tutte le mamme!
eppoi arriva la litigata stratosferica, con tanto di schiaffo ...m'ha divertito, lo ammetto! anche se vedere Em e Harry così delusi e tristi m'ha fatto male :c 
everything's gonna be alright ai-ai-ai-aaaaaaaai (tanto per citare giustino mi amor )

basta, mi sto dileguando troppo e vi annoio bbbbbuona lettura
insultatemi se volete, tanto io sto qua per voi! :-**
pizzicotto alla mia testona, tanti bacioni a chi vuole recensire, a chi segue, a chi preferisce... vi adoro tutte tutte!
xx


#LLLLLOVE
  
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