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Autore: xchriss    22/04/2013    5 recensioni
«Andiamo, Mezzosangue, esci di lì»
Nessuna risposta.
«Mezzosangue!»
Avrebbe dovuto preoccuparsi?
«Merlino, Granger! Che razza di inetta!»

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One-shot senza nessuna pretesa, senza un preciso inizio né una precisa fine. Giusto per intrattenere un po', va!
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Poppy Chips | Coppie: Draco/Hermione
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Quello strano giorno.

 

 

 Un bacio non è mai semplice da interpretare, cosa sicura è che 
un bacio ti dà da pensare. - Saimon Pace

 

 

 
«Non ho la minima intenzione di ripetertelo ancora una volta, Malfoy, lascia andare la mia borsa o…»
«O cosa, Mezzosangue? Chiamerai la Donnola?» il tono così dispregiante tipico di lui le faceva prudere le mani ogni volta.
 
La bacchetta già sguainata, puntata alla testa del ragazzo. Chiunque altro avrebbe avuto paura di lei, dopotutto, tutti a Hogwarts conoscevano la potenza di quella strega che tutti consideravano la più brillante della sua generazione. E diciamocelo, Malfoy non aveva certo un cuor di leone, eppure, a pochi passi da lei si bloccò, petto in fuori e mascella serrata, come se non vedesse l’ora di ricevere la fattura tanto meritata.
 
«Avanti, fallo, Mezzosan-»
Probabilmente sbagliò ad incitarla, perché dalla bacchetta di Hermione fuoriuscì un lampo giallognolo che Malfoy - occhi fuori dalle orbite e bocca spalancata - evitò per poco, cadendo però nel Lago Nero. Una perversa sensazione di piacere attraversò la Grifondoro, che senza curarsi di null’altro, raggiunse la tracolla che il biondo aveva lasciato cadere sull’erba e se ne riappropriò, del tutto inconsapevole che una mano riemersa dalle acque avrebbe potuto tirarla giù nel buio del lago.
 
Malfoy, tornato in superficie ma ancora tremante, rise di gusto mentre la Grifona si sbracciava urlando qualcosa come “Aiut-” o “no ho ‘uotare” o giù di lì. Tutto finché non udì più nulla, neanche lo schizzo incessante dell’acqua che quella piccola povera ragazza continuava a provocare.
 
«Andiamo, Mezzosangue, esci di lì»
Nessuna risposta.
«Mezzosangue!»
Avrebbe dovuto preoccuparsi?
«Merlino, Granger! Che razza di inetta!»
 
E tornò nelle acque, recuperando il corpo che pian piano veniva trascinato giù, verso il fondo. La afferrò per la vita e la riportò con le sue sole forze -anche se aveva la bacchetta nella tasca del mantello- fino in superficie, dove la fece sdraiare sull’erba.
 
«Dannazione, Granger! Svegliati
 
Ricordava a malapena le lezioni dei Serpeverde più grandi, quando al primo anno aveva constatato che le finestre della sala comune che davano sul fondo del Lago Nero non erano poi così indistruttibili. Cos’è che dicevano? Nel caso di annegamento, premere sullo stomaco… fuoriuscita di tutta l'acqua ingerita…  piegare all'indietro la testa… sollevargli la mandibola… circondare con la sua bocca con la vostra… insuffla l'aria…
 
Le poche informazioni che ricordava vagavano confuse nella sua testa, ma nonostante fosse in preda al panico, ritrovò le sue mani che premevano sullo stomaco della ragazza a terra, che sistemavano la sua mandibola, che le schiudevano le labbra e in un secondo si ritrovò ad un millimetro dal suo viso, con la bocca su quella di lei, a darle nuova aria, la sua aria.
 
E in un momento la Grifona sputava acqua a più non posso sull’erba, riprendendo a respirare a pieni polmoni, sotto gli occhi spalancati del Serpeverde, che non intendevano abbandonarla.
 
«Malfoy…» borbottò, incontrando gli occhi plumbei del ragazzo, che sembrava stessero minacciando di cadere da un momento all’altro. «Tu… mi hai… » lui scosse la testa, cercando di tornare alla realtà.
«Salvato, Granger?» suggerì la Serpe. L’aveva fatto? Lui, Draco Malfoy, aveva salvato non solo una nata babbana, ma nientemeno la Granger! Fece un ghigno, immaginandosi la ragazza dai capelli crespi così devota a lui da seguirlo come un cagnolino dappertutto, a portargli i libri, passargli i compiti e…
«Mi hai buttata nel lago! Hai tentato di uccidermi!» urlò lei, contro ogni sua aspettativa.
 
No, forse non gli avrebbe né portato i libri, né fatto i compiti.
 
«Che razza di ingrata! Io. Ti. Ho. Salvata.»
«Certo, dopo che hai messo a repentaglio la mia vita!»
«Tu mi hai fatto cadere nel lago lanciandomi una fattura!»
«Non ti ho detto io di evitarla. » il tono da so-tutto-io si fece sentire anche in quel caso -non contava che poco prima i suoi polmoni erano pieni dell’acqua del lago.
 
La mascella di Malfoy si strinse e gli occhi si ridussero a due fessure. Se invece di Hermione ci fosse stato chiunque altro, a quest’ora sarebbe morto incenerito da quegli occhi di ghiaccio di sicuro. Invece chi gli stava realmente di fronte lo fissò, sfidandolo, mentre inevitabilmente tremava.
 
«Basta, non ho tempo da perdere. Mi hai stancato.» biascicò la riccia, alzandosi forse troppo in fretta. Sarebbe sicuramente caduta con la faccia nella terra, se solo le braccia forti di qualcuno non l’avessero raggiunta prontamente. E, di nuovo, le iridi rassomiglianti al cioccolato sciolto di lei si scontrarono con quelle grigie di lui.
 
«Granger.»
«Dimmi Malfoy»
«Mi stai facendo male»
 
Ed effettivamente, le unghie di lei affondavano nelle spalle di lui, attraverso i vestiti. Il suo corpo del tutto terrorizzato dall’idea di cadere aveva reagito al posto suo, stringendosi al corpo del ragazzo che era la sua unica ancora di salvezza.
 
«Scusa» mormorò, staccandosi lentamente, la caviglia era sicuramente slogata. Tuttavia in acqua non aveva la più pallida idea di come muoversi. Rialzato lo sguardo, notò il Serpeverde che ancora una volta non staccava gli occhi da lei. E per di più, continuava imperterrito a mantenerla con il suo braccio.
 
«Ti porto in infermeria» biascicò lui, cercando di apparire distaccato nonostante i sensi di colpa che lo stavano attanagliando in quel momento. Lei annuì, lasciandosi sollevare da lui e portar via. Come se non fosse un suo nemico, come se non fosse una Serpe, come se non fosse Draco Malfoy.
 
Attraversarono i corridoi vuoti in silenzio, fino a quando arrivarono nell’infermeria stranamente vuota. Hermione, paonazza, si lasciò mettere sul lettino e tentò di non incontrare lo sguardo dell’altro, sperando però inconsciamente che non l’avrebbe abbandonata lì fino all’arrivo di Madama Chips.
 
«Addio, allora, Mezzosangue»
«Cosa? Mi lasci qui? Non puoi!»
«Ti ho tirato fuori dall’acqua, ti ho fatto la respirazione bocca a bocca e ti ho portato in braccio fino a qui, che altro vuoi da me, Granger!?» nel suo tono si riusciva a distinguere la più pura esasperazione.
«Tu hai fatto cosa!?» gli occhi sgranati.
«Ti ho tirat-»
«No, Malfoy, la respirazione!»
 
Il biondo arrossì violentemente -cosa rarissima- distogliendo immediatamente lo sguardo da quello di Hermione, contatto impossibile per lui da mantenere. Fece alcuni passi indietro, sperando che l’infermiera arrivasse quanto prima.
 
«Hai toccato le mie labbra… con le tue?» come una bambina, continuava a porre confusamente delle domande che dopo poco apparivano senza senso persino a sé stessa. Cosa diavolo stava blaterando? Non poteva essere vero. «La tua bocca…?»
 
«Non è un bacio, capito, Granger? Non montarti la testa. Era l’unico modo che conoscevo per tirarmi fuori dai guai!» esclamò, irato. Non sapeva come diavolo potersi giustificare. Ammettere che si era lasciato prendere dal panico suonava così banale.
 
«Quindi non solo mi hai salvato la vita, ma l’hai persino fatto alla babbana?» un sorriso si affacciò prepotentemente sul viso di Hermione, mentre i suoi occhi erano incatenati nuovamente a quelli di Draco, che paonazzo di rabbia la fissava in cagnesco.
 
«Stupida Sanguesporco
«Dimmi, Malfoy, ti è piaciuto?»
 
Ma prima che potesse rispondere, il biondo si trovò con il corpo di lei contro il suo. Lei, ora seduta sul lettino, gli aveva circondato la vita con le braccia e adesso si stringeva a lui in un abbraccio. «Grazie» e quel grazie significava più di mille parole per entrambi.
 
«Come sei sentimentale, Granger» se la staccò di dosso, afferrandola dalle spalle ed allontanandola da sé. La guardò male e si mise a braccia conserte, consapevole del fatto che avrebbe dovuto aspettare l’infermiera rimanendo lì con lei ancora per un po’.
 
«Di’ la verità, ti dispiace non ricordare le mie labbra contro le tue»
«Preferirei baciare un rospo!»
«Non lo fai tutti i giorni? Che fine ha fatto la Donnola?»
 
La nuova provocazione, così simile a quella da cui era iniziato tutto. Ma, priva della sua bacchetta, la Grifondoro non poté far altro che reagire fisicamente. A quel gioco, Malfoy era più bravo: molto allenato nel fermare probabili schiaffi delle ragazze che mollava -cosa che succedeva un giorno sì e l’altro pure fin dal terzo anno. E così, afferrandole i polsi, il biondo si avvicinò ancora una volta a lei.
 
«Sei un idiota!»
«E tu non sei così male da vicino»
 
Lei arrossì violentemente, smettendo di far forza con le braccia.
«Potresti smetterla?»
«Sì, effettivamente potrei»
 
Lui le lasciò i polsi, senza alterare la sua posizione. Sostenne lo sguardo della Mezzosangue, senza distoglierlo neanche per un secondo. Quel gioco di sguardi stava andando avanti ormai da troppo tempo. «Che state facendo voi due qui?» una voce diversa da quelle che avevano riempito la stanza fino a quel momento, li raggiunse come una freccia. Entrambi i ragazzi di voltarono in direzione della porta d’ingresso, notando sull’uscio la figura di bianco vestita di Madama Chips, l’infermiera.
 
«Beh, sono caduta e devo essermi storta una caviglia» si fece coraggio Hermione, superando il grande imbarazzo che aveva travolto entrambi.
 
«E lei, signor Malfoy, che ci fa qui?» il sospetto che fosse stato lui ad averle fatto del male era così inevitabile?
 
«È lui che mi ha aiutato» fece semplicemente Hermione, osservando il cambio repentino d’espressione dell’infermiera, che andò dalla sospetto alla sorpresa alla serietà in meno di due secondi.
 
«Oh, beh, bene! Allora un secondo, vado a prendere…» un borbottio sommesso e confuso che nessuno dei due ragazzi riuscì a distinguere uscì dalle labbra di Madama Chips, che era già sparita oltre alla porta del suo studio, quello adiacente all’infermeria.
 
«Vado»
«Sì, vai»
«Granger?»
«Sì, Malfoy?»
 
Il viso rivolto nella sua direzione, gli occhi color cioccolato tanto fiduciosi, le labbra morbide contro le sue.

  
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