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Autore: LilyLovegood    22/04/2013    1 recensioni
"Non provare pietà per i morti, Harry. Prova pietà per i vivi [...]"
Per i vivi. Per quelli che restano, sapendo di aver perso un’immensa parte del loro tutto...
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Riflessioni dell'ombra di Harry appena dopo la sconfitta di Lord Voldemort.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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“Non provare pietà per i morti, Harry.
Prova pietà per i vivi [...]”
Albus Silente
 
“In fin dei conti, per una mente ben organizzata,
 la morte non è che una nuova, grande avventura”
Albus Silente
 
Per i vivi. Per quelli che restano, sapendo di aver perso un’immensa parte del loro tutto. Perché, per quanto tu possa combattere con valore, a un certo punto, perderai. E se la morte, in fondo, è solo una nuova avventura, rimanere soli è molto, molto peggio.
E magari guardando nei loro occhi, negli occhi di quelli che rimangono, vedrai il loro profondo dolore e il loro rimprovero celato, sapendo che avresti potuto fare di più; avresti potuto salvarli, salvarli tutti. Li vedi, davanti a te, nella tua testa, sono lì: la famiglia Weasley, dilaniata dal dolore, e soprattutto George, senza più la sua metà; il piccolo Teddy, anche se non l’hai mai visto, che non conoscerà mai suo padre e sua madre; e poi i genitori di Lavanda e di Colin, il piccolo Colin Canon, quell’insignificante, strambo ragazzino, che ti ha sempre appoggiato in tutto e che ora giace lì, perduto per sempre, solo per colpa tua. E anche Severus Piton, hai sempre pensato male di lui, sbagliando; lui stava con Silente, lui voleva proteggerti, perché amava tua madre, amava Lily. Ha rischiato tanto per te, e alla fine, anche lui è morto. E Dobby? Dobby, l’innocente elfo domestico, vedi ancora i suoi enormi occhi verdi scrutarti per un’ultima volta prima di spegnersi sotto un cielo stellato che non potrà mai più vedere. E anche Albus Silente, quell’uomo così saggio e forte che ti ha aperto gli occhi e ti ha fatto capire che non bisogna aver pietà per i morti, ma per i vivi, e che è stato ucciso per permetterti di andare avanti, di sconfiggere Voldemort.  E ti ricordi anche di Sirius, la persona più simile a un padre che tu avessi mai avuto, il tuo mentore e amico. Morto, ucciso mentre ti difendeva, perché se non vi foste mai conosciuti, Bellatrix non avrebbe indirizzato quell’Avada Kedavra a lui. O Cedric, che non se lo meritava affatto, che si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. E poi, primi fra tutti, i tuoi genitori, che hanno inaugurato i sacrifici di tutte le persone morte per difenderti, per difendere te.  Sei uno stupido, Harry, uno stupido. Ti basta posare lo sguardo sulla Sala Grande per sentirli tutti su di te, i loro occhi, gli occhi di quelli che forse avrebbero voluto morire, ma che sono stati costretti a restare.  E anche se Voldemort se n’è andato, anche se ora potresti gioire, anche se dovrebbero gioire tutti, nessuno di voi ci riesce veramente. Hai fatto del male a tutti quelli a cui tenevi di più al mondo, a cominciare da quando eri solo un bambino. E’ stata sempre, solo colpa tua. Non riesci a sopportare quell’atmosfera, l’aria carica di dolore, dolore che ha annullato ogni altra cosa. Eccoli lì, tanti e tanti corpi stesi a terra, e poi, i vivi, quelli che restano. Incroci qualche fugace sguardo, ma non riesci a reggerlo; la McGranitt, che ha sempre avuto fiducia in te, ti ha sempre sostenuto, e ha perso Silente, che probabilmente era la persona più importante della sua vita; Ginny, che ami più di qualsiasi cosa al mondo, con la testa sulla spalla di sua madre e lacrime silenziose che le rigano il volto, pensando a Fred; Cho, che in fondo non ha mai dimenticato Cedric.
Vorresti solo che nessuna di quelle persone dovesse essere lì a soffrire, vorresti solo trovare un modo in cui tutti quelli che se ne sono andati potessero ricongiungersi ai vivi, ma sai che alla fine saranno questi ultimi a ritrovare i loro cari, al di là della morte. Vorresti che ci fosse Silente al tuo fianco, o Sirius, o i tuoi genitori, a darti semplicemente un consiglio, a dirti come alleviare il dolore di quelli che rimangono.
Ma forse nemmeno loro saprebbero cosa fare; forse nemmeno Silente saprebbe cosa dire. Neanche il tempo sarà d’aiuto, lo sai, perché anche se i tuoi genitori, Sirius, Cedric e Silente sono morti da qualche tempo, né tu, né Cho né la McGranitt avete smesso di soffrire. Ti dispiace, Harry, ma non sai come evitarlo.
E’ il destino dei vivi, provare dolore, mentre forse i morti vi osservano dall’alto, senza stare male.
Solo ora capisci che Silente aveva sempre avuto ragione, che la tristezza non deve andare ai morti, ma ai vivi. A quelli che rimangono.
  
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