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Autore: Harriet    11/11/2007    1 recensioni
Ha deciso di proteggere Lyta Hall, di fare un patto con le Eumenidi, ed è certa delle sue scelte. Ma ora che lui è lì, forse non è così facile come pensava... -Spoiler enorme per il finale di tutta la serie!-
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sogno | Coppie: Thessaly/Larissa
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Spoiler megagalattico per i volumi 9 e 10, quindi per il finale di tutta la storia!!!


I dialoghi sono ripresi dal fumetto.
10-11-2007: buon compleanno, signor Neil Gaiman! Grazie per aver sognato la storia degli Eterni, e per avercela raccontata. Grazie anche di tutto il resto: le storie, l’ironia, le parole al posto giusto (ma anche le parole di troppo, perché fanno ridere Mia!), i mondi che grazie a te ho conosciuto.





Il cerchio


In fin dei conti, si sentiva abbastanza bene. Aveva passato una vita intera a mettere il proprio interesse prima di tutto, e considerato quanto era stata lunga la sua vita, l’abitudine era piuttosto radicata. Non si sentiva più in colpa da diverso tempo. Che nel suo linguaggio significava “diversi secoli”. E siccome le sarebbe piaciuto avere altri secoli da abitare, ancora una volta aveva anteposto il proprio interesse a tutto, facendo un patto che avrebbe portato qualcuno alla morte.
E si sentiva abbastanza bene. Niente sensi di colpa. Di morti sulla coscienza ne aveva molti. Tutti necessari, in un modo o nell’altro, quindi questo sarebbe stato solo uno degli altri.
Sì, va bene, lei e lui avevano avuto... diciamo dei contatti, ultimamente. Questo non cambiava niente. In principio lei lo aveva scelto come avversario. Aveva coscientemente deciso che non le piaceva. Le loro recenti frequentazioni non avevano cambiato nulla, in profondità. Era uno dei tanti, e quella manciata di secoli che avrebbe strappato alle Benevole (che meravigliosa ironia, le Benevole!) erano l’unica cosa che vedeva.
Così aveva trovato Lyta Hall, la causa scatenante che aveva messo in azione le Erinni, salvandola dalla pazzia nella quale aveva già cominciato a scivolare, e l’aveva protetta, assicurandola contro ogni eventuale difesa che lui avrebbe potuto mettere in atto. Il cerchio l’abbracciava, e la donna vagava sui confini della follia, priva di sensi, all’interno dell’impenetrabile barriera.
E lei aspettava. E si sentiva abbastanza bene. Aveva sempre anteposto se stessa a tutto il resto. E lui era anche più vecchio di lei, in fin dei conti non era come provocare la morte di un umano (cosa che comunque aveva fatto, senza troppi rimorsi.) E in fondo lui se l’era cercata. Non puoi compiere certi atti ed aspettarti che vada tutto bene, che nessuno poi pretenda vendetta e giustizia. Non puoi, che tu sia il più miserabile degli esseri umani o uno degli Eterni.
E poi... All’improvviso la sua attesa si trasformò in un incubo, vivido e sfaccettato, e tutte le cose che dormivano in fondo al suo animo presero vita, assalendola. I mostri attorno a lei erano ricordi, gli occhi crudeli e le zanne affilate erano rimpianti e pentimenti che si sforzava di soffocare. L’incubo le piombò addosso, travolgendola, e l’attesa divenne una lunghissima ed estenuante lotta per conservare intatta la sua mente.
Ma ce l’avrebbe fatta. Nonostante i mostri, i ricordi, le urla, i rimpianti, le ombre, la follia che l’assaliva, l’incubo... Doveva resistere.
Resistere contro l’incubo.
Ce l’avrebbe fatta...
Quando lo sentì arrivare, si sforzò di svegliarsi. Richiamò a sé i suoi sensi, e pian piano l’incubo si sciolse. E lui era lì, davanti a lei.
Ora vedremo quanto sei forte, mia cara.
- Oh, sei tu. Beh, come ti è andata?-
- In modo soddisfacente.-
Una frase appena, e si sentiva già come un assediato che vede crollare tutta la sua meravigliosa difesa soltanto al primo squillo delle trombe nemiche.
- Hai un aspetto orribile.-
- Grazie. Tu hai l’aspetto di sempre. E’ qui che vivi, al momento?-
Ad ogni parola che gli diceva aveva l’impressione di spingerlo sempre più giù, nel vortice di eventi in cui si era gettato da solo. L’aveva tradito, facendo quel patto con le Erinni, ma restare lì, parlare di sé, aspettare che facesse un passo verso il cerchio e decidesse cosa fare... Era tradirlo nuovamente, con ogni istante, ogni parola, ogni momento di silenzio. Era l’incantesimo più oscuro e tremendo che avesse mai operato.
Ora era fermo sul bordo del cerchio, che non poteva attraversare.
- Non mi hai detto che una volta sei rimasto intrappolato tu stesso in un cerchio come questo?-
Abbassò gli occhi per non vedere la scintilla d’ira che – lo sapeva – sarebbe comparsa in quegli occhi di notte. Aveva usato una confidenza che lui le aveva fatto, trasformandola in arma contro di lui, sì. Cercò di spiegargli le proprie ragioni, ma ovviamente fallì. In realtà non c’erano ragioni da spiegare. E poi lui continuava a farla arrabbiare. Si ripromise di non mettere più in pericolo la vita di un uomo con cui avesse avuto qualcosa a che fare. Stupido, infantile, idiota... Le faceva venire voglia di provocarlo per vedere cosa...
- Potrei ucciderla. Ci sono molti modi per porre fine a una vita umana. Potrei farlo senza infrangere il cerchio.-
E allora perché non lo fai, idiota?
- Forse. Ma non senza infrangere le regole.- Cosa che potresti fare. Tu e il tuo senso di responsabilità. Stupida, inutile creatura. Maledetto il giorno in cui mi sono trovata nel tuo regno, e ho accettato di rimanere. Entra in quel cerchio, cosa aspetti?
Ma le parole e i pensieri erano discordanti. I pensieri sembravano così lontani, annebbiati, soffocati dalle promesse, dalla rabbia e dall’abitudine. I pensieri raccoglievano il grido dell’anima, ma lei era troppo avvezza a non ascoltarlo più. Continuò a parlare, dicendo parole crudeli e colme di sdegno, e ignorando ciò che la sua anima le richiedeva veramente, perché ormai aveva deciso, e c’era solo quella strada da prendere, e...
E lui se n’era andato, senza rompere il cerchio e senza alzare la mano contro l’indifesa Lyta Hall. Rompendo solo il vetro della sua finestra, una ripicca finale da bambino infuriato, davvero deliziosa.
- Quanto è infantile.-
Se n’è andato.
- ...uomini...-
Se n’è andato. Ed è l’ultima volta che l’ho visto.
Quando è tutto finito e la donna si sveglia, lei abbandona le sue letture e per un attimo getta un’occhiata alla sua anima.
Tutto sommato, poteva andare peggio. Non sta così male come credeva. Anzi, sta quasi bene.
Dà qualche spiegazione a Lyta Hall, che la getta ancora più in confusione, e le versa del tè. Poi torna al suo libro.
- Se fossi in te mi farei una doccia e me la filerei. C’è un sacco di gente che vuole farti male o ucciderti per ciò che hai fatto. Me compresa.-
E quando rimane da sola, come tante altre volte dimentica di avere un’anima e riesce a non avvertire i propri sentimenti.
Ha altro tempo da vivere, ora. Nuove cose da fare. Due o tre millenni, se quelle tre sono state felici del suo servizio.
Non sta male, no.
Certo...
Se ci fosse stato lui, quei due o tre millenni sarebbero potuti essere molto più interessanti.
Ma ormai è andata così, è inutile ripensarci. Meglio guardare al futuro.
Non ho intenzione di versare un’altra lacrima per lui.

Ma la verserà. Gli renderà omaggio, alla sua veglia funebre, con quella lacrima. Forse, alla fine, non è stata lei a vincere. Forse quella lacrima è la vittoria finale di lui.



*** Grazie di aver letto. I’m here: Dark chest of wonders
   
 
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