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Autore: S a y u r i    23/04/2013    7 recensioni
One Shot che ha partecipato al contest: "Spring Leaves" di Miku Primavere
Rein, una ragazza aristocratica, vorrebbe essere una ragazza qualunque, libera di fare ciò che vuole. Non può però realizzare questo suo desiderio. Ma capisce che nessuno la può privare della libertà di sognare.
Genere: Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Rein
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Grammatica e sintassi: 9/10 Sai, sono rimasta molto sorpresa. Sei stata molto brava nello scrivere, il numero giusto di parole con pochi errori. Molto brava.
- IC e caratterizzazione dei personaggi: 10/10 Io adoro Rein, ma soprattutto ho adorato questa storia. La solita Rein: la principessa meno principesca diventata una giovane donna, che però non smette mai di sognare. Perché sognare ha le sue certezze e anche i suoi dubbi e chissà se magari Rein riuscirà a coronarli.
- Originalità: 4/5 Un storia molto bella, ne ho già lette di questo genere, nel senso che alla fine è tutto un sogno, però l'idea era molto azzardata e ti è riuscita bene. 
- Attinenza al tema: 5/5 Punteggio pieno. La primavera era come sfondo, ma le descrizioni erano affascinanti con i templi e il bosco. Una bella atmosfera primaverile. 
- Gradimento personale: 4/5 Come ho già detto, mi piace moltissimo, ma ti ho tolto un punto perché secondo me avresti dovuto usare l'imperfetto. Il presente è troppo pesante per i miei gusti.
- Introduzione/trama: 5/5 Anche qua punteggio pieno perché non hai messo un pezzo del testo della storia per la trama, ma hai svilupato un'introduzione vera e propria. Molto brava.
- Estetica: 10/10 L'amo. Davvero, è stupenda. Finalmente un'immagine, non avevo detto che non si poteva mettere, o sbaglio? Ho adorato moltissimo anche il titolo e la prima lettera diversa dal resto del testo, semplice e di gran effetto. Benissimo.

PUNTEGGIO TOTALE: 47/50.

 







Free to dream

 Un raggio di sole entra nella stanza di Rein, illuminando il voltodella ragazza che dorme beatamente. La turchina apre lentamente gli occhi mettendosi una mano sulla fronte per coprire la luce. Guarda l’orologio e decide di alzarsi nonostante sia appena l’alba.

Questo è il mio ultimo giorno di libertà, domani non potrò più sottrarmi ai miei doveri.

Rein, figlia di un aristocratico, al compimento dei diciotto anni avrebbe dovuto sposarsi con Bright Jewel, come sancito dal patto stipulato dai loro padri alla loro nascita. Ogni ragazza sarebbe stata felice di sposarsi con lui, ma non lei che dentro di sé ha ancora lo spirito di una bambina spensierata e talvolta anche immatura. Spesso la rimproverano per avere dei comportamenti poco consoni all’etichetta, però a lei non importa nulla. Avrebbe voluto essere una ragazza qualsiasi, libera di amare e fare ciò che vuole.

La turchina apre l’imponente armadio, pieno di vestiti eleganti e raffinati, lei che ama quel genere di vestiti, decide di indossare l’abito che teneva nascosto, quello da ragazza semplice. Un vestitino semplice, non molto ampio, color del cioccolato, lungo fino ai piedi e con due spalline sottili e sopra di esso indossa una camicetta rosa confetto con i fronzoli e con le maniche a sbuffo. Rein che porta sempre gioielli raffinati, mette al collo una collanina con un piccolo ciondolo a forma di rombo, che sembra un rubino. Raccoglie i capelli celesti in due code e sposta i ciuffi della frangetta che di solito tiene ai lati della testa, su tutta la fronte.

Non voglio essere riconosciuta, mi riporteranno qui, desidero essere almeno un giorno una ragazza qualsiasi, libera da questa vita che mi tiene prigioniera.

Silenziosa come un fantasma cammina per i corridoi tetri della villa. Le guardie stranamente non ci sono, Rein sospira e il suo cuore smette di battere all’impazzata. Varca il cancello e decide di percorrere un sentiero qualsiasi, felice di non essere dentro quelle quattro mura che da sempre la tengono in gabbia. Non sapendo dove andare, segue un sentiero che porta al bosco dietro casa sua. Si addentra nella foresta senza paura, niente e nessuno la può fermare quando si mette in testa qualcosa. Il fruscio delle foglie, il verso di qualche animale e il forte vento rendono inquietante l’atmosfera. Gli alberi sono alti e non permettono alla luce del sole di penetrare, l’erba è alta e secca, ovunque ci sono ortiche e l’edera avvolge i tronchi dei pini. Rein non si lascia intimorire e procede, fino a quando giunge in una radura, dove al suo centro sono due colonne doriche marmoree, avvolte anch’esse dall’edera, unite da un architrave sovrastato da un frontone. Sembra il resto di un antico tempio greco. La ragazza si avvicina incuriosita, ma non appena sfiora la pietra di una colonna, viene risucchiata da quello che è in realtà un portale. Dopo un viaggio durato pressappoco qualche secondo, la ragazza cade in malo modo su un prato molto diverso da quello di prima, infatti, questo è ben curato e non c’è traccia di erbaccia. Si guarda intorno spaesata e si rende conto di essere in un frutteto di ciliegi, che essendo primavera, sono in fiore.

La primavera è iniziata da un bel po’… La mia stagione preferita, nonostante non abbia mai visto tutte le sue meraviglie, come la fioritura degli alberi… Sono stata rinchiusa troppo a lungo, voglio respirare ancora quest’aria pulita e vedere il mondo.

Rein è meravigliata da questo spettacolo, i petali rosa dei fiori danzano nel vento circondandola. La turchina inizia a girare su sé stessa, sorridendo felice. Tutto intorno a lei sembra magico, surreale. Il profumo è inebriante, un venticello fresco la avvolge, Rein chiude gli occhi per godersi meglio quel momento. In quel luogo si sente al sicuro, protetta da tutti e lì riesce a essere veramente se stessa. In quel frutteto non conta la classe sociale, è una ragazza come tutte le altre.

Lontana da tutto e da tutti, finalmente posso essere libera. Qui posso essere chi voglio. Le mura non mi tengono più in trappola. Qui, nelle meraviglie della primavera, non sarò giudicata per il mio comportamento né dovrò sottostare alle regole degli altri.

Vuole proseguire nel suo cammino, quindi guarda intorno a sé per vedere se c’è qualche sentiero. Non trovandone uno, decidere di seguire l’intuito, che la porta in una radura piena di fiorellini rosa. Rein si toglie i sandali color della terra e corre nell’erba a piedi scalzi, come quando era una bambina. Poco dopo cade a terra e il vestito si rovina. Solitamente la ragazza, amando i vestiti, si sarebbe preoccupata per ciò, ma questa volta non diede importanza al vestito. Si rigira, mettendosi a pancia in su e volge gli occhi al cielo, ammirando lo splendore della sfera di fuoco sopra di lei. Rein assapora ogni attimo di quei momenti di libertà, eliminando i brutti pensieri.

Mi piace questo posto, vorrei mostrarlo anche a Fine se potessi… Ah quanto mi manca, tutti questi fiori rosa e il sole mi ricordano lei.

Fine, la sorella maggiore di Rein, era andata in sposa a un altro giovane nobile qualche anno fa e la turchina spesso sente la sua mancanza. Per lei era un punto di riferimento, l’unica che potesse capirla nonostante le due non avessero quasi niente in comune. Forse l’unica cosa che hanno in comune è il fatto di essere goffe e spesso infantili.

Chissà se è cambiata in questi tre anni, è da tanto che non la vedo…

Rein è malinconica e per cercare di scacciare quei brutti pensieri, ritorna a guardare il cielo. Gli uccelli volano e cinguettano allegri creando una sorta di melodia armoniosa.

Vorrei essere anch’io come quegli uccellini, libera di fare ciò che voglio. Già…invidio quelle rondini. Io posso solo paragonarmi a un canarino, destinato a restare rinchiusa in una gabbia a vita. Almeno loro sono abituati a quella vita, io non mi adatterò mai.

La turchina si alza dal suo letto di fiori e si mette a rincorrere una farfalla dai colori delle tonalità del blu. Arriva alla cima di una collinetta e da lì vede che ai piedi dell’altro versante, c’è un laghetto, dove al suo centro emergono delle colonne doriche, simili a quelle del bosco vicino a casa, disposte in cerchio. Sempre a piedi nudi, raggiunge lo specchio d’acqua, si spoglia rimanendo solo in intimo e si tuffa. Anche se non sa ben nuotare, riesce comunque a cavarsela. Arriva nei pressi delle colonne e s’immerge, cercando di vedere le loro basi. All’interno della circonferenza segnata dalle colonne, c’è una botola e Rein curiosa la apre. Sta per essere risucchiata da un vortice d’acqua, quando…
-Signorina Rein, non me lo faccia ripetere ancora a lungo! Si svegli immediatamente! Le ricordo che domani dovrà sposarsi e ci sono ancora dei piccoli dettagli da sistemare.- esclama a squarciagola Camelot, la sua balia scostando le tende e spalancando le finestre, permettendo ai raggi del sole di fare capolino nella stanza della ragazza.

Quindi stavo solo sognando… Chissà se esiste davvero quel luogo, se avrò tempo, mi piacerebbe recarmi lì, per scoprire se è completamente frutto della mia fantasia, o se qualcosa di reale c’è.

Dopo dieci minuti buoni, la ragazza si alza sbuffando. Apre l’armadio e scorge gli stessi abiti che aveva indossato nel sogno. Sorride al pensiero di quella magica avventura, che le sarebbe sempre rimasta impressa. Rein è certa di una cosa: anche se non è libera di fare ciò che vuole, nessuno la priva della libertà di sognare, viaggiando sulle ali della fantasia. E nessuno avrebbe avuto da ridire, perché si sa: non si è mai troppo grandi per smettere di sognare.

   
 
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